Le Magiche Fiabe di Belle (Enchanted Tales with Belle)

Rumbelle ('Once Upon a Time')

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    Capitolo 24



    Il letto di suo figlio era vuoto.

    Gold guardò fisse le lenzuola fresche, il pad thai avanzato che aveva mangiato a colazione minacciava di riproporsi. Mentalmente, sapeva che lui o Belle avevano dovuto ordinare del cibo la sera, ma per qualche ragione, non riusciva mai a ricordare di averlo mangiato fresco. Nella sua mente, erano sempre gli avanzi, e per il resto della sua vita, il ricordo di quel periodo sarebbe sempre stato indissolubilmente intrecciato con il sapore grasso del cibo da asporto.

    Quando la testa gli girò, si sedette pesantemente sul lato del letto di Bae e inspirò profondamente attraverso il naso nel tentativo di calmare lo stomaco. Gli tremavano le mani, così le strinse intorno al manico del bastone per fermarle. Se Belle fosse stata lì, probabilmente gli avrebbe detto di mettere la testa tra le sue ginocchia, ma Belle non c'era. Lo fece comunque.

    Era ridicolo.

    Una volta che la sua mente smise di correre, Gold sollevò di nuovo la testa, scuotendola contro se stesso. Aveva passato così tanti anni ad aspettare che il pavimento cedesse sotto di lui che aveva allenato la sua mente a saltare alla peggiore conclusione possibile alla minima provocazione. Sì, il letto d'ospedale di Bae era vuoto, ma non c'era motivo di farsi prendere dal panico. Belle era rimasta con il bambino durante le prime ore del mattino così che Gold potesse tornare al loro hotel per una doccia e qualche ora di sonno in un vero letto. Se qualcosa fosse andato terribilmente storto con il ricovero di Bae in sua assenza, lei lo avrebbe chiamato.

    Con le mani che continuavano a tremare nonostante i suoi tentativi di rassicurarsi, Gold tirò fuori il telefono e mandò un messaggio a Belle: "Dove siete?".

    Un attimo dopo, il suo telefono squillò: "Il lungo corridoio fuori dalla sala PT".

    Mentre leggeva il testo, sul suo telefono apparve un'immagine che immediatamente tranquillizzò la mente di Gold. Era vero, Bae era seduto su una sedia a rotelle, ma sorrideva ampiamente, e dalla sfocatura dell'inquadratura e dal modo in cui i suoi capelli erano scompigliati all'indietro, apparentemente stava cercando di stabilire un record di velocità su terra con la sedia a rotelle. Ancora meglio, non aveva tubi nel naso.

    Ridacchiando, rispose al messaggio: "Sto arrivando".

    Più tardi, avrebbe confessato a Belle di aver dato un'occhiata al letto vuoto di Bae e di essere stato sopraffatto dalle visioni di ciò che sarebbe potuto accadere se l'intervento chirurgico fosse fallito. Per ora, Gold aveva intenzione di godersi il fatto che era stato un successo clamoroso.

    I primi giorni in terapia intensiva erano stati estenuanti. Bae aveva trascorso due giorni attaccato ad un ventilatore mentre medici e infermieri lo circondavano come avvoltoi, controllando i suoi segni vitali circa ogni cinque minuti e prelevando regolari campioni di tessuto per assicurarsi che il corpo di Bae non stesse rigettando i suoi nuovi polmoni. Né Gold né Belle avevano lasciato il suo fianco e la loro pazienza era stata più che ricompensata il terzo giorno, quando a Bae era stato tolto dal ventilatore e gli era stato permesso di tirare il suo primo respiro completo con i suoi nuovi polmoni.

    Gold aveva pianto come un bambino quel giorno e il ricordo del sorriso sbalordito sul volto di Bae quando aveva fatto il suo primo respiro con i polmoni puliti fu sufficiente a fargli venire le lacrime agli occhi, offuscandogli la vista mentre si avvicinava alla stanza di fisioterapia dell'ala trapianti.

    "Attenzione!".

    Un frettoloso passo laterale lo fece uscire dal percorso di una sedia a rotelle in corsa. Mentre sterzava intorno a lui, una piccola ragazzina bionda gli rivolse un sorriso sfacciato e le sopracciglia di Gold si sollevarono. Apparentemente si era imbattuto nel percorso di una gara. Non si era reso conto che c'era un’altra bambina su quel piano.

    "Papà!" la voce di Bae era rauca e gracchiante, ma il suo sorriso era incandescente.

    Con sorpresa di Gold, il bambino non si fermò a salutare, ma continuò a pompare le braccia, imperterrito nel suo sforzo di raggiungere la bambina bionda. Bae, a quanto pareva, si era fatto un'amica e, almeno per il momento, era molto più interessante di suo padre.

    Non era del tutto sicuro di come si sentisse al riguardo.

    "Ehi!" Belle apparve al suo fianco, approfittando della distrazione dei bambini per alzarsi e baciargli la guancia.

    "Ehi" Gold le fece scivolare un braccio intorno alla vita e le premette un bacio sulla testa. Belle era stata una roccia in tutto quel periodo e lui non sarebbe mai arrivato così lontano senza di lei.

    Il corridoio dell'ospedale non era il posto giusto per dire cose del genere, quindi si limitò a questioni più banali "Temo di aver mangiato il tuo pad thai. Spero che non lo stessi tenendo da parte per cena”.

    Belle respinse le scuse "Nessun problema. Ordineremo qualcos'altro prima che me ne vada stasera, così potrò ritirarlo sulla via del ritorno in hotel".

    "Allora, chi è?" lui chiese mentre la bambina bionda completava un altro giro del corridoio e tornava in vista, Bae appena dietro di lei.

    Il corridoio era perfettamente adatto per le corse su sedia a rotelle, formando un lungo ovale intorno alla stanza di fisioterapia dove Bae aveva iniziato la riabilitazione dal suo intervento chirurgico. I terapisti lo avevano sottoposto a un rigoroso programma di esercizi respiratori, cardiovascolari e di rafforzamento, i tecnici esperti facevano sembrare gli esercizi un gioco. Gold era consapevole che stavano pompando abbastanza antidolorifici in Bae che probabilmente avrebbero potuto tagliargli la mano senza che lui se ne accorgesse, ma finora stava funzionando. L'unica cosa di cui Bae si era lamentato era il tubo di alimentazione che era necessario per impedirgli di aspirare qualcosa nei suoi nuovi polmoni. Forse era la resilienza della giovinezza, ma suo figlio si stava riprendendo più velocemente di quanto Gold avesse osato sperare.

    "Quella è Emma" lo informò Belle "I suoi genitori sono laggiù”.

    Gold seguì il suo sguardo per vedere una coppia vagamente familiare in piedi all'altra estremità del corridoio: una donna con i capelli corti e scuri e un uomo biondo "Li conosciamo?".

    "O, beh, allora non sono solo io" Belle gli rivolse un sorriso imbarazzato "Sembrano così familiari, ma non riesco a collocarli”.

    Gold diede un'altra occhiata, incapace di scrollarsi di dosso la sensazione di familiarità, ma la sua mente si rifiutò di rivelare qualsiasi dettaglio "Probabilmente li abbiamo visti da queste parti di sfuggita. Che ci fa qui Emma?".

    "Trapianto di cuore".

    "Povera bambina" disse automaticamente, ma quando Emma li sorpassò, non sembrava avesse bisogno di compassione. La sua faccia era pallida e tirata, ma era raggiante quanto Bae.

    "Immagino che non si siano visti per caso in terapia per tutta la settimana, ma ora stanno recuperando il tempo perduto. Sono migliori amici da...” Belle diede un'occhiata all'orologio "Novantasei minuti”.

    "È meraviglioso" Gold sussurrò. Bae non aveva mai avuto un migliore amico prima e questo era un amico che poteva capirlo. Se Emma aveva appena avuto un trapianto di cuore, sapeva com'era essere quella malata, quella che non si adattava. Se entrambi i bambini si stavano riprendendo contemporaneamente, avrebbero potuto tenere alto il morale. Lui e Belle potevano anche offrire al bambino conforto e rassicurazione finché non fossero diventati blu, ma non era come parlare con qualcun altro che stava passando la stessa cosa.

    Un altro pensiero gli fece riprendere fiato "Se è stata qui tutta la settimana...".

    Belle annuì all'istante, seguendo il filo dei suoi pensieri "Lo so. Ho pensato la stessa cosa. Potrebbero avere lo stesso donatore”.

    Gold si chinò su di lei mentre digeriva il pensiero. C'era qualcosa di adorabile nell'idea che gli organi dello stesso bambino vivessero in Bae ed Emma. Era una connessione tra loro che andava oltre l'amicizia in qualcosa di così misterioso e profondo che non era sicuro che sarebbe mai stato in grado di comprenderlo appieno.

    Allo stesso tempo, pensarci gli faceva male al petto. Bae ed Emma avevano una nuova prospettiva di vita, ma quel povero bambino non avrebbe mai più giocato.

    Avevano fatto un miracolo, ma era stato pagato un prezzo pesante.

    Chinò un attimo la testa in rispetto per quel bambino senza nome, poi si concentrò sul bene. Quella tragedia aveva creato almeno due lieto fine e Gold ne stava attualmente vivendo uno.

    "È così che li conosciamo" la sua mente finalmente produsse le informazioni rilevanti su dove avevano già visto i genitori di Emma.

    Allo sguardo interrogativo di Belle, spiegò "Nella sala d'attesa quando Bae è stato operato. Erano seduti di fronte a noi".

    La bocca di Belle si aprì in una silenziosa “O” mentre guardava la coppia "Penso tu abbia ragione".

    "Certo che ho ragione" Gold le solleticò il fianco attraverso la maglietta "Ho sempre ragione".

    Bella sbuffò "Questo è vero finché ignoriamo tutte le volte che non lo sei".

    Ridendo, Gold si chinò per reclamare un bacio veloce, sentendosi quasi assurdamente allegro. Non era un uomo a cui l'ottimismo veniva naturale ed erano tutt'altro che fuori pericolo. Il rigetto era una minaccia costante. La malattia di Bae poteva tornare, e anche se così non fosse, come destinatario di un trapianto di polmoni, le probabilità non erano esattamente a loro favore. La metà dei pazienti sottoposti a trapianto di polmoni non sopravviveva più di cinque anni dopo l'intervento. Naturalmente, come sottolineava una vocina nella testa di Gold che suonava molto simile a Belle, ciò significava che il cinquanta percento era sopravvissuto. Tuttavia, anche se Bae avesse battuto le probabilità, era ancora a rischio di dozzine di altri problemi causati dagli immunosoppressori.

    Eppure, anche se tutte quelle cose erano vere, non poteva fare a meno di sentire che il mostro era stato sconfitto. Bae aveva i suoi nuovi polmoni e sarebbe andato tutto bene.

    “Emma! Emma, rallenta! Non vorrai stancarti troppo!”.

    Apparentemente, la madre di Emma non condivideva la sua mentalità positiva. Quando la donna chiamò sua figlia, Emma frenò forte e roteò gli occhi prima di cambiare bruscamente direzione, portando Bae in una piccola alcova con enigmi e giochi.

    "Forse dovresti tornare nella tua stanza" si preoccupò la donna ed Emma abbassò la testa, sembrando un animale braccato.

    Gold non si era reso conto di cosa stava progettando di fare fino a quando non iniziò a muoversi per distrarre la coppia, dando ai bambini più tempo da trascorrere insieme. Sembrava strano non essere quello iperprotettivo tanto per cambiare "Dovete essere i genitori di Emma. Noi siamo con Bae. Io sono Elias Gold e questa è Belle".

    "Ehi".

    Gold si chiese se fosse la sua immaginazione che l'uomo sembrasse un po' sollevato mentre tendeva la mano "Io sono David Nolan e questa è mia moglie, Mary Margaret".

    "È un piacere conoscervi!" Belle tese le mani a Mary Margaret "Sembra che siamo tutti sulla stessa barca, vero? È bello parlare con qualcun altro che capisce”.

    "Sembri così giovane" si meravigliò Mary Margaret prima di scuotere la testa "Mi dispiace. È stato incredibilmente scortese. Sono esausta".

    Gold trattenne una risata quando si rese conto che l'altra donna aveva scambiato Belle per la madre biologica di Bae. Nello stesso momento, il suo stomaco diede una strana contrazione al pensiero che lei portasse in grembo suo figlio.

    Per coprire la sua reazione, scherzò "Ha un bell'aspetto, vero? Un pizzico qui... Una punturina lì...".

    Belle gli rivolse uno sguardo feroce prima di sorridere dolcemente ai Nolan "Ignoralo. Si imbarazza facilmente”.

    Allo sguardo perplesso di David, spiegò, impassibile "Ho avuto Bae quando avevo quindici anni”.

    Gold si dimenò così selvaggiamente alla sua oltraggiosa affermazione che per poco non si colpì in faccia "Belle!".

    Mary Margaret sembrava assolutamente inorridita e le sopracciglia di David minacciavano di scomparire nell'attaccatura dei capelli. Quando Belle continuò a sorridere serenamente all'altra coppia, Gold sbatté le palpebre per primo "Dovrete perdonarci per l'umorismo inappropriato. Siamo tutti un po' sarcastici. Belle è la matrigna di Bae".

    "Oh, grazie a Dio" mormorò Mary Margaret e David scoppiò a ridere.

    David lo strinse con entusiasmo sulla parte superiore del braccio "Cavolo! C’eravamo cascati del tutto!”.

    Nel bene e nel male, il ghiaccio fu completamente rotto dopo. Belle e David si misero a chiacchierare come vecchi amici, commiserandosi per il terribile cibo dell'ospedale e le ore folli tenute dal personale infermieristico, mentre Gold ammirava in silenzio la capacità di lei di mettere a proprio agio chiunque. Sperava che non si sarebbe arrabbiata troppo per l'etichetta che le aveva dato. Anche se oggi avesse deciso che non voleva più avere niente a che fare con suo padre, Belle era la madre di Bae più di quanto Milah lo fosse mai stata. Qualunque cosa fosse successa tra loro, "matrigna" era l'appellativo più appropriato a cui riusciva a pensare.

    Avevano distratto i Nolan il più a lungo possibile, ma alla fine Mary Margaret insistette per riportare sua figlia nella sua stanza. Emma e Bae, che avevano le teste unite per sussurrare furiosamente qualcosa, sembravano tristi, ma lei si rifiutò di essere dissuasa "Potrai parlare di più con Bae domani”.

    "Emma ha un cane" annunciò Bae mentre Gold e Belle lo spingevano nella sua stanza "E ha anche una cicatrice, ma non è grande come la mia".

    Gold aprì la bocca per dire al bambino che non avrebbe dovuto confrontare le cicatrici con un membro del sesso opposto, poi la richiuse. I bambini avevano sette anni e non stavano esattamente giocando al dottore. Perché introdurre un concetto che Bae non era abbastanza grande per capire?

    "Parlami del cane di Emma" lo invitò, ignorando l'altro commento. Sembrava il modo migliore per gestire le cose.

    “Ha una pelliccia marrone riccia e orecchie flosce e il suo nome è Graham Cracker, ma lei lo chiama semplicemente Graham. Dice che domani mi mostrerà una foto. Voglio mostrarle una foto di Olaf" la voce di Bae si incrinò un po', la gola secca perché non gli era ancora permesso di bere liquidi.

    "E lei non credeva che Belle fosse una principessa" Bae fece il broncio.

    "Domani le mostreremo le sue foto" promise Belle e il bambino si illuminò prima di sbadigliare.

    Gold doveva ammettere che Mary Margaret aveva ragione. I bambini erano troppo entusiasti di avere un nuovo complice per giudicare quando stavano esagerando ed entrambi avevano bisogno di riposare. Attento a non ingarbugliare il tubo della flebo, Gold aiutò Bae a mettersi a letto e gli tirò addosso le coperte, sorridendo un po' per l'ironia di lui che considerava un altro genitore iperprotettivo.

    Avrebbe dovuto scoprire dove vivevano i Nolan e vedere se potevano organizzare appuntamenti di gioco dopo che i bambini sarebbero stati dimessi dall'ospedale. Emma era la prima amica della sua età che Bae avesse mai conosciuto e Gold era pronto a spostare le montagne per assicurarsi che potessero continuare a trascorrere del tempo insieme.

    Nuovi polmoni e un nuovo amico. Questo era stato un ricovero ospedaliero piuttosto importante.

    "Scusa per prima" disse dolcemente Belle una volta che Bae si fu addormentato.

    Quando Gold la guardò, lei gli rivolse un sorriso imbarazzato "Penso di essere andata un po' troppo oltre con la battuta sulla gravidanza adolescenziale. Ero nervosa”.

    "Ho iniziato io" ammise. Le tese una mano e Belle la prese, permettendogli di tirarla giù sulle sue ginocchia.

    "Non abbiamo fatto esattamente un'ottima prima impressione" Belle si appoggiò a lui, aggiustandosi con cura per evitare di appesantire la sua gamba malata.

    "Ah, beh" Gold sfregò il naso contro il lato del suo viso "Nessun danno fatto".

    Se si stava scusando per la sua battuta, probabilmente avrebbe dovuto scusarsi per averla messa in difficoltà "Spero di non averti turbato quando ho detto loro che eri la matrigna di Bae".

    "Niente affatto" lo rassicurò subito "Mi è piaciuto come suonava”.

    Nemmeno lui poteva fraintendere quelle parole e un brivido gli corse lungo la schiena. Non aveva ancora pensato seriamente al suo futuro con Belle, figuriamoci discusso con lei, ma sembrava che i suoi pensieri stessero seguendo le stesse linee delle sue idee nebulose.

    Belle gli strofinò leggermente le unghie dietro il collo "È così bello che Bae si sia fatto un amico. Ha aspettato molto tempo per questo".

    "Senza dubbio" aveva temuto che Bae non avrebbe mai conosciuto il piacere di avere un amico della sua età e l'universo gli aveva fatto cadere Emma in grembo.

    "Forse potrà venire alla sua festa di compleanno" Belle sospirò un po' "Se si sentirà in grado di fare una festa”.

    "Guarda quanto è arrivato lontano in poco più di una settimana. Sarà pronto per una festa, anche se sarà un po' in ritardo". I primi mesi della guarigione di Bae sarebbero stati cruciali, ma avrebbero comunque trovato un modo per festeggiare: il bambino se lo era più che guadagnato.

    Belle ridacchiò e girò la testa per baciargli la guancia "Guarda chi è diventato ottimista”.

    "Non posso farci niente. A quanto pare sei contagiosa" lo divertiva pensare all'ottimismo come a qualcosa che si poteva prendere come un comune raffreddore.

    I due si scambiarono baci gentili finché Belle non sbadigliò, poi si mise una mano sulla bocca "Scusa!".

    Gold le avvolse una ciocca di capelli tra le dita. "Perché non ti prendi una pausa? Torna in hotel e fai un pisolino. Fai un bagno con le bolle... prendi qualcosa da mangiare. Trovati una libreria o magari chiama i tuoi genitori. Devi prenderti un po' di tempo per te stessa".

    "E tu?" chiese dolcemente.

    Aveva fatto molta strada dal suo attacco di panico quando era arrivato in ospedale per vedere il letto vuoto di Bae "Sto bene. Penso di voler passare un po' di tempo a guardarlo dormire".

    "Vuoi che ti porti qualcosa?".

    "Caffè e qualcosa con cioccolato senza alcun valore nutritivo" le chiese.

    Gli angoli degli occhi di Belle si incresparono mentre gli rivolgeva un sorriso indulgente "Posso farlo".

    Gold le consegnò le chiavi e la salutò con un bacio prima di sistemarsi per guardare il petto di Bae alzarsi e abbassarsi. Il bambino era ancora troppo magro, ma il suo viso aveva più colorito adesso e a volte era difficile ricordare che era passata solo una settimana dall'operazione. Oggi, mentre giocava con Emma, era sembrato un bambino normale e sano e quella vista aveva allietato il cuore di Gold più di ogni altra cosa.

    Sotto le lenzuola e il pigiama, un'incisione tagliava orizzontalmente il petto di Bae, facendolo sembrare un po' come se fosse stato vittima di un trucco di magia andato male. Per i primi giorni, la ferita era stata scoperta mentre i medici drenavano il fluido dal sito chirurgico, ma ora le graffette e la carne cruda erano coperte da una lunga benda che sarebbe rimasta lì per le due settimane successive. Anche dopo che il suo corpo sarebbe guarito, avrebbe avuto una cicatrice, ma conoscendo Bae, l’avrebbe apprezzata. Avrebbe apprezzato meno il dolore della sua carne in via di guarigione quando Whale avrebbe iniziato a disintossicarlo dagli antidolorifici, ma con la novità di poter respirare a pieni polmoni e la sua nuova amica a distrarlo, Gold era sicuro che Bae sarebbe stato in grado di sopportare tutto.

    Suo figlio aveva una lunga strada davanti a sé, ma per la prima volta Gold era certo che sarebbe stato in grado di superare tutti gli ostacoli. Aveva quello che aveva sempre desiderato: un futuro con il suo bambino.

    Voleva che Belle facesse parte di quel futuro, ammise a se stesso. Quando si era riferito a lei come alla matrigna di Bae, niente era mai sembrato più giusto. Il suo primo matrimonio era stato un disastro assoluto, ma se Belle fosse stata sua moglie, tutto sarebbe stato diverso. Era tutto ciò che Milah non era: solidale, gentile e amorevole.

    L'unica domanda era se lui poteva essere il marito che lei meritava.

    Gold non era così sciocco da credere di essere stato un modello durante il suo primo matrimonio. Aveva fatto più della sua parte di errori con Milah e sicuramente ne aveva fatti molti con Belle. Sì, l'aveva confortata mentre Bae era stato in sala operatoria, ma questo non compensava tutti i mesi che aveva passato a privarla delle sue forze. Si era scagliato contro di lei e si era approfittato di lei. Peggio ancora, aveva davvero pensato di picchiarla in quella terribile notte in cui ogni speranza sembrava persa. Era stato solo un impulso passeggero, ma aver avuto quel pensiero anche solo per un secondo era stato un secondo di troppo.

    Si pizzicò il ponte del naso tra pollice e indice e sospirò. Era qualcosa con cui avrebbe dovuto fare i conti in seguito. A un certo livello, Gold capiva che non era del tutto salutare continuare a respingere i pensieri difficili fino a una data futura, ma almeno ora aveva un futuro in cui affrontarli. Bae avrebbe avuto una vita e questo significava che ne avrebbe avuto una anche lui.

    Ciò aveva sollevato una preoccupazione ancora più pressante. Come si sarebbe sentito Bae se Belle fosse diventata la sua matrigna?

    Il bambino adorava Belle e Gold non riusciva a immaginare che Bae si sarebbe opposto all'idea che lei diventasse un membro permanente della famiglia, ma se Bae avesse avuto ancora intenzione di sposarla, avrebbe potuto non essere contento se suo padre l'avesse portata via.

    Mentre rimuginava su quello, un'infermiera entrò per ricollegare la flebo di Bae e iniziare un'altra sacca di liquidi. Dopo aver iniettato una siringa di farmaco nel tubo, si rivolse a lui.

    "Gli sto dando una dose più bassa di antidolorifici su ordine del dottor Whale. Se si lamenta del dolore, basta suonare e possiamo dargliene di più".

    Gold annuì, combattuto tra nervosismo e soddisfazione per l'informazione. Lo svezzamento di Bae dai suoi farmaci antidolorifici era il passo successivo nella sua guarigione e ogni passo fatto era un passo più vicino alla possibilità di tornare a casa e andare avanti con la sua vita. Allo stesso tempo, il corpo di suo figlio aveva appena subito un grave trauma sotto forma di intervento chirurgico e Gold odiava l'idea che il suo bambino soffrisse di qualche disagio. Bae ne aveva passate abbastanza.

    Quando l'infermiera lasciò la stanza, Gold riprese la sua veglia, i suoi occhi concentrati sulla forma addormentata di suo figlio. Anche dopo una settimana, non riusciva ancora a credere alla vista di Bae senza il tubo nel naso, ma non riusciva a immaginare un problema migliore da avere che essere costretto ad abituarsi a quella vista.

    Alla fine, Bae si mosse, sbattendo le palpebre per scacciare il sonno dagli occhi e sussultando mentre si sforzava di mettersi seduto.

    "Ecco, Bae-Bae" disse Gold mentre usava il telecomando del letto per alzargli la testa, lasciando che Bae si sedesse senza sforzare il suo petto in via di guarigione "Come ti senti?".

    Bae ci pensò per un momento "Mi fa un po' male il petto".

    Gold imprecò mentalmente, attento a mantenere la sua espressione neutrale per la delusione "Vuoi che chiami l'infermiera e ti prenda altre medicine?".

    Con sua grande sorpresa, suo figlio scosse la testa "Non credo. Non è un dolore forte".

    "Se cambi idea, fammelo sapere" non voleva che Bae soffrisse per un solo minuto in più del dovuto, ma se il bambino si sentiva a suo agio con la dose più bassa di antidolorifici, era un ottimo segno.

    Sperando di distrarlo da quel disagio, Gold affrontò un argomento che sperava avrebbe indotto Bae a pensare a cose più felici "Tu ed Emma sembrate essere piuttosto buoni amici”.

    Bae annuì "È brava. Beh, un po' brava. Non sa niente dei CCR".

    Gold si morse la lingua per reprimere una risata. Prima che Belle entrasse nelle loro vite, Bae non sapeva nemmeno che esistesse una band chiamata Creedence Clearwater Revival. Ora, era un esperto di musica "Forse puoi insegnarle alcune delle tue canzoni preferite”.

    "Questa è una buona idea" nonostante le sue parole, Bae non sembrava particolarmente entusiasta dell'idea.

    Forse aveva valutato male la situazione "Se non ti piace giocare con Emma, non devi farlo".

    "Da dove vengono i miei nuovi polmoni?".

    La domanda di Bae arrivò dal nulla, cogliendo Gold alla sprovvista "Cosa vuoi dire?".

    "Emma ha detto che un altro bambino è morto, gli hanno tolto il cuore e l'hanno dato a lei, gli hanno tolto i polmoni e li hanno dati a me. È vero?" Bae girò gli occhi imploranti su di lui.

    Nella privacy della sua mente, Gold disse diverse parolacce mentre lottava per trovare un modo per spiegare il processo di donazione degli organi a Bae. Non aveva fatto alcun favore a suo figlio nel proteggerlo da quelle informazioni e, egoisticamente, desiderava che Belle lo aiutasse a navigare in quel campo minato. Perché Bae aveva sempre riservato le sue domande più difficili per quando lei non c'era?

    “Ha sostanzialmente ragione. Ricordi quando hai dato i giocattoli con cui non giocavi più a bambini che non avevano giocattoli? È la stessa cosa. Quando le persone muoiono, non hanno più bisogno dei loro organi, quindi possono darli ad altre persone che ne hanno bisogno. C'è stato un bambino che ha avuto un incidente e siccome non aveva più bisogno dei suoi polmoni e del suo cuore, i suoi genitori hanno deciso di darli a te ed Emma perché ne avevate bisogno” ci volle tutta la sua concentrazione per mantenere la voce calma.

    Bae sembrava sul punto di piangere "Non voglio polmoni morti! E non voglio che quel bambino sia morto!".

    ’Dannazione’ "Non sono polmoni morti. Se fossero morti, non funzionerebbero, ma lo fanno”.

    Bae fece un respiro profondo, apparentemente mettendo alla prova quella teoria.

    "Vedi? Funzionano bene. Sono i tuoi polmoni ora, Bae”.

    Il labbro di suo figlio tremò "Ma…".

    Gold avvicinò la sedia, poi si arrese e raggiunse suo figlio sul letto, avvolgendolo con un braccio "È triste pensare a quel bambino che non ce l’ha fatta. Rattrista anche me. Ma a volte succede. Le persone muoiono quando non vogliamo che accada. Non sei stato tu a farlo accadere. Se i medici non ti avessero dato i suoi polmoni, sarebbe morto lo stesso. L'unica differenza sarebbe che tu non avresti nuovi polmoni”.

    "È stupido e non è giusto”.

    "Questa è una sintesi molto azzeccata” allo sguardo perplesso di Bae, Gold tradusse "Hai ragione".

    Bae si premette un po' più vicino "Pensavo che Emma se lo stesse inventando. Pensa di sapere tutto perché ha già otto anni”.

    "Mi dispiace di non avertelo detto prima. Non volevo renderti triste” quella era una conversazione che avrebbe dovuto fare con suo figlio molto tempo fa.

    "Va bene”.

    Gold baciò la parte superiore della testa di suo figlio, consapevole che non andava proprio bene. Quel concetto era troppo grande per Bae da digerire tutto in una volta. Avrebbero continuato a girarci intorno ancora e ancora nei mesi successivi, ma almeno il passo più difficile era ormai alle loro spalle.

    Più di ogni altra cosa, voleva rendere le cose migliori per Bae, ma questo non era qualcosa che potesse essere calmato con un bacio o un nuovo giocattolo “Vuoi inviare una lettera ai genitori? Potresti dire loro qualcosa di te e ringraziarli per averti permesso di avere i polmoni di loro figlio. Potrebbe farli sentire meglio sapere che ti prenderai cura di loro".

    Chiudendo gli occhi, Gold cercò di mettersi nei panni di quei genitori. Se avesse perso Bae in un tragico incidente, sarebbe stato utile sapere che il cuore e i polmoni di suo figlio avevano salvato altri bambini o sarebbe stato come strofinare sale nella ferita, un promemoria che quei bambini vivevano quando suo figlio era morto?

    Per quanto gli piacesse pensare che sarebbe stato in grado di essere nobile e altruista, Gold non era sicuro di come avrebbe reagito a una lettera del genere. In un certo senso, era un punto controverso dal momento che non conosceva nemmeno i nomi di quei genitori, per non parlare dei loro contatti. Avrebbe potuto consegnare la lettera a Whale e lasciare che il dottore usasse il suo buon giudizio. Se scrivere una lettera avrebbe dato una chiusura a Bae, ne sarebbe valsa la pena. Dopotutto, nessuno avrebbe costretto i genitori a leggere la lettera.

    "Potrebbe essere carino" ammise Bae.

    "Pensaci" lo incoraggiò Gold "Se vuoi scrivergli, lo faremo”.

    Bae annuì, chiaramente non sicuro di cosa volesse fare, ma non c'era bisogno di affrettarsi. Grazie a quei genitori generosi, suo figlio ora aveva tutto il tempo del mondo.

    Cercando di alleggerire l'umore pesante che era caduto nella stanza, Gold chiese "Allora, cos'altro pensa di sapere Emma?".

    Bae ridacchiò "Pensava che Belle fosse mia madre”.

    Questa era l'apertura perfetta per discutere di come si sarebbe sentito Bae riguardo al fatto che Belle potesse diventare la sua matrigna, ma la lingua di Gold non riusciva a modellare le parole. La sua visione del futuro era una cosa fragile e non era sicuro che potesse resistere al tipo di domande che Bae gli avrebbe rivolto. Né era sicuro di essere pronto a sentire Bae rifiutare l'idea di avere una nuova matrigna.

    Fortunatamente, Bae sembrava in grado di portare avanti la conversazione da solo "Le ho detto che non ho una mamma e lei ha detto che se sposerai Belle questo la renderà mia madre".

    "Oh?".

    "Sì. La mamma di sua madre è morta e il papà di sua madre si è risposato, quindi ora sua madre ha una nuova mamma. Il padre di sua madre è morto, ma la sua nuova mamma è ancora sua madre e sua madre fa in modo che tutti siano gentili con lei anche se a nessuno piace perché è sua madre".

    Gold quasi sentì la testa girare cercando di seguire quella spiegazione "Il nonno di Emma si è risposato dopo la morte della nonna e la madre di Emma ha ancora una relazione con la sua seconda moglie anche se suo padre è morto?".

    "È quello che ho detto".

    "Tecnicamente, la seconda moglie del nonno di Emma sarebbe la matrigna della madre di Emma" stava iniziando ad avere mal di testa per aver cercato di mantenere l'albero genealogico di Nolan e non era sicuro di doversi preoccupare per quello che Bae aveva detto a Emma della loro famiglia.

    "Sì" Bae annuì come se suo padre avesse detto qualcosa di saggio.

    Gold era completamente perso "Pensavo che volessi sposare tu Belle”.

    Bae arricciò il naso "Volevo, ma... Penso che sia un po' troppo vecchia”.

    All'ultimo secondo, Gold riuscì a trasformare la sua risata in un colpo di tosse "Capisco”.

    "Penso che forse sarebbe meglio se la sposassi tu. In questo modo, dovrebbe stare con noi per sempre e io potrei avere una mamma" gli occhi di Bae erano luminosi mentre dava il suo suggerimento.

    Tutte le sue preoccupazioni erano state inutili. Gold doveva ancora dimostrare con sua soddisfazione che poteva essere il marito che Belle si meritava, ma se Bae era favorevole all'idea, l'ostacolo più grande era già stato superato "Ti piacerebbe? Avere Belle per mamma, dico?".

    "Penso di sì. È già un po' come mia mamma, quindi penso che sarebbe bello se fosse la mia mamma davvero per davvero".

    Bae aveva le idee ben chiare. Dal momento in cui Belle e Bae si erano incontrati, lei si era presa cura di lui come una madre ed era stato un bene che Bae lo riconoscesse. Tuttavia, Gold non resistette all’idea di prendere in giro il suo bambino "Dato che hai deciso che non vuoi sposare Belle, hai già in mente qualcun’altra?".

    Bae fece una smorfia "Non proprio…".

    Nella sua esperienza, questo di solito significava sì "Non proprio?".

    "Voglio dire, potrei forse sposare Emma, ma è un po' prepotente".

    Questa volta, Gold non fece alcuno sforzo per contenere la sua risata. Quando Bae gli lanciò un'occhiata al vetriolo, Gold gli arruffò i capelli "Imparerai ad abituarti”.

    Bae sembrava dubbioso, ma non protestò mentre appoggiava la testa contro la spalla di suo padre e si riaddormentava. Un tempo, la stanchezza di suo figlio lo avrebbe terrorizzato, perché era un segno che la malattia stava minando le sue forze. Ora, Gold poteva sorridere mentre Bae si addormentava a metà di una conversazione. Il suo piccolo corpo stava incanalando tutta la sua energia nella guarigione, lasciando poco per parlare di ragazze.

    Gold guardò in lontananza, lottando per dare un nome all'emozione che gli aveva fatto stringere il cuore quando Bae lo aveva ignorato in favore di giocare con Emma. Non era esattamente tristezza e certamente non era gelosia. Forse era solo il riconoscimento che sarebbe arrivato un momento in cui non sarebbe stato più il centro del mondo di Bae. Era normale che i bambini si allontanassero dai loro genitori man mano che crescevano e ora Bae aveva il tempo di farlo. Avrebbe sempre amato suo padre, ma crescendo, Gold non sarebbe più stato il sole intorno a cui orbitava.

    Aveva vissuto quarantatré anni senza suo figlio, eppure Gold non riusciva a ricordare chi fosse senza Bae.

    Quando il suo telefono vibrò, Gold lo tirò fuori, sorridendo nel vedere un messaggio di Belle.

    "Ehi! Glassa al cioccolato fondente o burro di arachidi?”.

    Il suo stomaco brontolò un po' alla domanda: "Sono entrambe un'opzione?".

    "Entrambi sono SEMPRE un'opzione”.


    Ridacchiò del suo entusiasmo: "Temo di avere delle brutte notizie per te".

    Il suo messaggio di risposta arrivò all'istante, facendo pentire Gold di averla presa in giro: "Dimmi”.

    “Qualcuno ti ha spodestata nel cuore di Bae. Ha deciso di sposare Emma, invece”.


    Digitò il messaggio il più velocemente possibile per tranquillizzarla e quando Belle gli ha inviò un'emoji che tirava fuori la lingua, sapeva di essere stato perdonato per il suo goffo tentativo di umorismo.

    “Forse è la cosa migliore. Preferisco gli uomini più grandi”.

    Dal momento che Gold non era ancora pronto a dire a Belle che il bambino aveva suggerito a suo padre di sposarla, non aveva idea di cosa dire in risposta. Non importava come lo intendesse, "Va bene perché anche a me piacciono le donne più giovani" sembrava terribile.

    Disperato, rispose con un'emoji a forma di cuore, confidando che Belle l'interpretasse correttamente. Doveva ancora capire se era capace di essere l'uomo che si meritava, ma se lo era, il problema di decidere cosa fare della sua vita non era affatto un problema. Mentre Bae si riprendeva, il bambino aveva ancora bisogno di enormi quantità di cure e attenzioni, ma senza la paura della morte di suo figlio che pendeva sopra la sua testa, Gold si sentiva come se potesse respirare di nuovo.

    Suo figlio sarebbe sempre stato la parte più importante della sua vita, ma Bae non doveva più essere l'unica parte.

    Bae aveva un futuro adesso. Forse lo aveva anche suo padre.

    Continua…
     
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    Capitolo 25



    "Fallo ancora".

    Obbediente, Gold lanciò in aria la sfera di cristallo acrilico e l'afferrò sul dorso della mano prima di farla rotolare dalla mano destra alla sinistra, poi attraverso i palmi e viceversa per farla arrivare con un movimento leggiadro davanti agli occhi stupiti di Emma.

    "Ancora!".

    "Emma, con educazione" Mary Margaret rimproverò sua figlia.

    “Fallo di nuovo, per favore” si corresse Emma, avvicinandosi mentre aspettava che Gold facesse la sua magia con la sfera di cristallo.

    Dalla sua posizione accanto a Emma, Bae sembrava compiaciuto mentre le dava una gomitata gentilmente "Vedi? Te l'avevo detto. Belle è una principessa e papà può fare magie".

    Belle era rannicchiata su un divano nell'area salotto del reparto pediatrico accanto a Mary Margaret e sorrise quando Gold le lanciò un'occhiata. Il modo in cui Bae parlava li faceva sembrare personaggi delle fiabe, ma anche se lo fossero stati, non si sarebbe lamentato. Dopo alcune tribolazioni, le persone nelle fiabe tendevano a vivere felici e contenti e dal momento che la loro famiglia aveva superato le proprie tribolazioni a pieni voti, pensava che si fossero davvero guadagnati un lieto fine.

    Dopo due settimane nel reparto trapianti, Emma era stata dimessa all'unità pediatrica e Bae l'aveva seguita due giorni dopo. Suo figlio seguiva ancora una dieta liquida, cosa che non sembrava preoccupare troppo Bae, poiché significava che gli era concesso tutto il gelato che voleva, e c'erano ancora sessioni di terapia due volte al giorno, ma a breve sarebbero stati in grado di portare a casa Bae e iniziare ad andare avanti con le loro vite.

    Il bambino avrebbe comunque avuto bisogno di prendere farmaci specifici a lungo e seguire alla lettera il manuale di regole come paziente di un trapianto che aveva all'incirca le dimensioni di un dizionario, ma niente di tutto ciò aveva importanza. Suo figlio sarebbe sopravvissuto.

    In circostanze normali, Bae avrebbe scalato i muri per uscire dall'ospedale, ma questa volta sembrava perfettamente contento di rimanere finché il dottor Whale voleva. Avere un’amica stava facendo tutta la differenza del mondo.

    Sfortunatamente, una volta dimesso, lui ed Emma avrebbero dovuto separarsi.

    Gold si accigliò mentre ripeteva il suo trucco per Emma. I Nolan vivevano a Boston, che era abbastanza vicino per dei normali appuntamenti di gioco, ma vedersi per poche ore al mese non era la stessa cosa che viversi giornalmente come i bambini erano in grado di fare in ospedale. Gold sapeva che a Bae non sarebbe dispiaciuto tornare a casa, ma gli sarebbe mancata la sua amica.

    "Ancora!" chiese Emma.

    "Dammi la mano" ribatté Gold. Quando la bambina lo fece, le mostrò come tenere le dita prima di depositare con cura la palla sul dorso della sua mano.

    Gli occhi di Emma si spalancarono "Oh, cavolo".

    "È davvero difficile" le disse Bae in modo utile "Ho rotto un vaso e una finestra cercando di farlo".

    "Hai rotto tre vasi" gli ricordò Gold. Bae fece una smorfia in risposta.

    Mary Margaret si dimenò sulla sedia "Forse non dovresti farlo. Non vorrei ti facessi male”.

    Gli occhi di Emma si strinsero per la concentrazione, la lingua che spuntava dall'angolo della bocca mentre fissava il cristallo come se volesse farlo levitare con la sola forza di volontà "Ce la faccio".

    Gold esitò, combattuto tra incoraggiare Emma e andare contro un altro genitore. Come era solita fare, Belle risolse il problema per lui, distraendo Mary Margaret.

    "Hai detto che ti piace osservare i volatili. Conosci l'uccello lira?".

    Mentre Belle si lanciava in una lezione improvvisata sull'uccello canoro australiano, Gold mostrò a Emma come inclinare la mano per far rotolare la palla dove voleva che andasse. I suoi primi tre tentativi colpirono il tavolo con un tonfo e sventò il quarto prima che potesse colpire Bae, ma al quinto tentativo riuscì a far rotolare il cristallo dalle dita al polso e viceversa.

    "Fico!" Emma disse con felicità.

    "Io so fare anche questo. È facile" la informò Bae.

    "Emma sta appena iniziando a imparare e sta andando molto bene" lo rimproverò Gold.

    Emma fece un gesto avventato e spinse il cristallo verso Bae "Allora fallo tu".

    Gold nascose un sorriso dietro la mano all'espressione sconcertata di Bae. Apparentemente, il bambino non si era aspettato quel guanto di sfida e ora avrebbe dovuto mettere in pratica la sua spavalderia. Emma era un toccasana per lui.

    Bae posò il cristallo sul dorso della mano destra e, con tremenda concentrazione, mandò la palla in modo piuttosto traballante al polso e al dorso. Gold era disposto a scommettere che era stata solo fortuna, ma Emma sembrava soddisfatta.

    "Ok. Lo sai fare".

    Sollevato, Bae le restituì il cristallo "Puoi riprovare tu".

    Mentre la lezione continuava, Gold scoprì che la psicologia inversa funzionava eccezionalmente bene per motivare Emma. Qualsiasi accenno che qualcosa potesse essere troppo difficile per lei le faceva venire i brividi e metteva in atto tutta la sua testardaggine per portare avanti il compito fino a quando non riusciva a padroneggiato. Con Bae era ancora più semplice: se Emma poteva fare qualcosa, voleva poterla fare anche lui. All'ora di pranzo, entrambi sapevano far rotolare il cristallo dal dorso di una mano all'altra e non avevano rotto una sola cosa nel processo di apprendimento.

    La faccia di Bae cadde quando Gold consegnò la sfera di cristallo a Emma prima che Mary Margaret la riportasse nella sua stanza per mangiare e riposare.

    "Grazie, papà di Bae!" Emma cinguettò.

    Gold ridacchiò "Prego".

    "Perché gliel'hai data?" chiese Bae mentre Gold e Belle lo riportavano nella sua stanza per il pasto di mezzogiorno.

    “Perché le piaceva. Tu hai già la tua palla di cristallo” gli ricordò Gold. Se a Emma era piaciuta, poteva averla. Ce n'erano altre due a casa e poteva sempre ordinarne un’altra per sé se Belle non avesse voluto condividere la sua.

    “Ma la mia è a casa. Se lei si esercita, diventerà migliore di me" Bae mise il broncio mentre Belle lo aiutava a risalire nel suo letto d'ospedale.

    Gold pizzicò il naso del bambino "Allora immagino che avresti dovuto esercitarti di più quando ne avevi la possibilità”.

    "Papà…".

    Fortunatamente, arrivò un inserviente con i vassoi del pranzo, salvandoli da ulteriori lamenti. Il vassoio di Bae conteneva brodo e salsa di mele con budino per dessert, un pasto che aveva un aspetto migliore dei sandwich di tacchino piuttosto tristi e fradici che erano stati forniti per lui e Belle.

    "Ottimo" Belle mormorò mentre avvicinava la sedia intorno al vassoio del comodino che serviva da tavolo per tutti e tre.

    "Vuoi che vada a prenderti qualcos'altro?" Gold posò il suo panino e si diede una pacca sulla tasca per assicurarsi di avere il portafoglio, ansioso di prendere qualcosa di più appetitoso da mangiare a Belle "Di cosa hai desiderio?" continuò. Il pensiero di fornirle del cibo gli fece venire in mente il desiderio soddisfare un istinto primordiale sepolto nel profondo della sua anima che rievocava i giorni dei cacciatori-raccoglitori. Correre fuori per prendere del riso fritto o un'insalata di lenticchie non era eroico come abbattere un mammut con una lancia, ma era quanto di più vicino poteva avere nel ventunesimo secolo.

    Belle mise la mano sulla sua coscia e gliela strinse "No, va bene. Stavo solo scherzando”.

    "Non è un problema" la rassicurò Gold "Posso prenderti quello che vuoi".

    Belle scosse la testa e diede un morso al suo panino per dimostrare che era contenta del cibo dell'ospedale. Mentre masticava, Bae disse "Puoi portarmi un gelato".

    "Hai il budino" fece notare Gold.

    "Potrei anche avere un gelato".

    "Forse più tardi".

    Deluso, Gold rivolse la sua attenzione al suo panino. Era sciocco dare una tale importanza all'idea di andare a prendere il pranzo, ma voleva farlo per Belle. Da mesi si prendeva cura di lui. Era ora che ricambiasse il favore. Come poteva chiederle di condividere la sua vita se non poteva dimostrare di poter essere un buon partner?

    Comprarle il pranzo non era una prova che fosse un buon marito, ma almeno era qualcosa. In quel momento, Gold aveva bisogno di qualcosa, anche se era abbastanza consapevole di sé da rendersi conto che stava cercando di convincere se stesso più di quanto stesse cercando di convincere Belle. Per quel poco che se lo meritasse, Belle lo amava. Prima che le chiedesse di impegnarsi con lui più di quanto avesse già fatto, Gold aveva bisogno di dimostrare che poteva essere degno del suo amore.

    Era un compito più facile a dirsi che a farsi.

    Gold sapeva essere un buon padre, ma se avesse mai saputo essere un buon marito, l'aveva dimenticato. Se avesse potuto soddisfare i bisogni di Belle, sarebbe stato un buon inizio, ma lei non sembrava aver bisogno di nulla. Belle era completamente autosufficiente e questo era un problema. Si era appoggiato a lei così pesantemente dal giorno in cui si erano incontrati che faceva male all'anima di Gold pensare che lei non fosse a suo agio ad appoggiarsi a lui in cambio. Voleva essere la sua forza, la roccia su cui costruire la sua vita, e non poteva nemmeno offrirle il pranzo.

    Forse aveva bisogno di prendere più iniziativa. Invece di chiedere se voleva che le portasse il pranzo, forse avrebbe dovuto farlo e basta. Prendeva sempre decisioni per Bae e di solito funzionava abbastanza bene. Poi, di nuovo, non era il padre di Belle. L'ultima cosa che voleva era assumere un ruolo paterno nella sua vita. Voleva essere il suo partner, non il suo genitore, e questo significava ascoltarla e prendere in considerazione i suoi desideri, anche quando lei non voleva nulla.

    In qualche modo, Gold si aspettava che l'intervento chirurgico di Bae risolvesse tutti i suoi problemi, ma non era quello che stava succedendo. Ora che non doveva più temere la morte imminente di suo figlio, tutti i problemi più piccoli a cui aveva rimandato di pensare stavano sollevando le loro brutte teste. A quanto pareva, la sua vita non doveva essere mai facile. Punto.

    "Vedi? Non era così male".

    Fu solo quando Belle parlò che Gold si rese conto di aver finito senza pensare il suo panino, senza nemmeno gustarlo. Ovviamente, considerando gli altri pasti che aveva consumato dalla caffetteria dell'ospedale, quella era la cosa migliore.

    “Non è affatto male” concordò, cercando di sorridere.

    Quando Bae sbadigliò, Gold si occupò di ripulire i resti dal pranzo e di far sistemare il bambino in modo che potesse dormire. Dall'altra parte del letto, Belle gli aggiustò le coperte e gli passò le dita tra i capelli.

    "Sembra stare molto meglio”.

    "Non riesco a credere a quanto velocemente si stia riprendendo. Se fossi stato io, probabilmente sarei ancora in giro a lamentarmi per il mio dolore al petto. Si comporta come se non fosse successo nulla" Gold si meravigliava della rapida ripresa di Bae.

    Bella sorrise "Non può lasciare che Emma lo superi. Se lei è in piedi e in giro, vuole esserlo anche lui”.

    Non l'aveva capito prima, ma Belle aveva ragione "È bello vedere che la sua natura competitiva sia utile una volta tanto".

    “E Emma probabilmente sta pensando la stessa cosa. Si stanno facendo pressioni a vicenda per guarire".

    "Sono un’influenza positiva l'uno per l'altra" mantenere una relazione tra i bambini quando le loro famiglie vivevano in stati diversi era un altro problema per il quale avrebbe dovuto trovare una soluzione. Otto anni erano un po' troppo pochi per avere il suo telefonino, ma se avesse permesso a Bae di rimanere in contatto con Emma, sarebbe stato il regalo di compleanno perfetto.

    "Sono così felice che finalmente abbia un’amica" Belle gli strinse affettuosamente il braccio mentre gli passava accanto per recuperare la custodia del pc che aveva portato con sé in ospedale.

    "Che cosa hai intenzione di fare?" chiese Gold mentre la guardava sistemare il computer sul tavolino di Bae.

    Belle si sedette e avvicinò il tavolo "Ho pensato di approfittare del momento del pisolino per cercare di portare a termine alcuni dei miei compiti in classe. Sono molto indietro”.

    Con tutto il dramma che circondava la salute di Bae, aveva quasi dimenticato che Belle aveva scelto di seguire un corso quel semestre "C'è qualcosa che posso fare per aiutare?".

    Belle inclinò la testa di lato mentre ci pensava e Gold trattenne il respiro, sperando che avrebbe trovato un modo in cui potesse farlo sentire utile. Con suo sgomento, lei scosse la testa "Non credo”.

    Se non poteva aiutarla, il minimo che poteva fare era evitare di distrarla "In tal caso, penso che mi sgranchirò le gambe. Vuoi che ti porti un caffè quando torno?".

    Il suo lieve sorriso lo scaldò "Mi piacerebbe".

    Contento di avere qualcosa da fare per lei, Gold si chinò per sfiorare le sue labbra con le proprie "In tal caso, ci vediamo tra un po'. Buono studio".

    Sentendosi un po' meno inutile, Gold baciò la fronte di suo figlio addormentato e lasciò la stanza d'ospedale, ritrovandosi in standby per la prima volta da quando riusciva a ricordare. Non c'era niente che avesse bisogno di fare e nessun posto dove avesse bisogno di andare, il che era una sensazione spiacevole. Era così abituato ad avere sempre qualcosa che doveva essere fatto per Bae che non era abbastanza sicuro di cosa fare con il tempo a disposizione.

    Forse avere un po' di tempo libero gli avrebbe fatto bene. Gold cercò di pensare positivo mentre passeggiava per i corridoi dell'ospedale. C'erano così tante cose che aveva rimandato pensando che avere un po' di tempo per riflettere avrebbe potuto aiutare.

    Il problema era che c'erano così tanti problemi diversi che non aveva idea da dove iniziare. Qual era la cosa più importante da affrontare?

    Aveva bisogno di trovare un modo per dimostrare che poteva essere il partner che Belle meritava e per assicurarsi che l'orribile impulso che aveva provato di colpirla era stato solo un momento di follia temporanea, non la prova di un profondo difetto di carattere. Doveva trovare un modo per assicurarsi che l'amicizia di Bae ed Emma non finisse una volta che i bambini fossero stati dimessi dall'ospedale. In qualche modo, doveva ancora elaborare la sua colpa per il fatto che suo figlio doveva la sua vita alla morte di un altro bambino. Aveva anche bisogno di capire come fare un passo indietro e lasciare che Bae iniziasse a sviluppare interessi al di fuori di suo padre e si ricordasse come essere Elias Gold uomo, non solo Elias Gold padre.

    E c'era una festa di compleanno da organizzare.

    Gold poteva sentire il sudore gocciolargli lungo il lato del viso mentre la lunga lista di problemi che aveva ignorato continuava a dispiegarsi nella sua mente, ricordandogli perché li aveva ignorati all'inizio. Era già sopraffatto e non aveva ancora nemmeno iniziato ad approfondire nulla.

    Sebbene non avesse avuto una destinazione particolare in mente quando aveva lasciato la stanza di Bae, il suo subconscio aveva apparentemente fatto gli straordinari, perché quando Gold alzò lo sguardo, si rese conto che i suoi piedi lo avevano portato al centro di consulenza dove il dottor Hopper aveva il suo ufficio. Apparentemente, l'universo stava cercando di dirgli qualcosa.

    In passato, aveva trovato le sue sessioni con Hopper solo moderatamente utili, ma in quel momento Gold sentiva di poter usare tutto l'aiuto possibile. Quando si avvicinò all'ufficio del terapista, trovò la sua porta aperta e decise di interpretarlo come un segno.

    Hopper alzò lo sguardo quando Gold bussò alla porta, alzandosi subito dalla sua posizione dietro la scrivania per farlo entrare e chiudere la porta dietro di sé "Come posso aiutarla, signor Gold?".

    Sebbene avesse deciso di cercare Hopper, Gold non aveva idea di come spiegare cosa lo preoccupasse. Si sedette pesantemente sul divano in pelle del terapista e si fissò le mani per lunghi istanti mentre cercava di trovare le parole giuste. Era come se la sua testa fosse piena di elettricità statica, impedendogli di mettere insieme un pensiero coerente.

    Hopper si sedette di fronte a lui, il viso calmo e comprensivo. Il terapeuta non disse nulla, dandogli spazio per elaborare i suoi pensieri da solo.

    "Io..." iniziò Gold, poi si fermò, non sicuro di cosa volesse dire.

    Quando il terapeuta annuì per incoraggiarlo, ci riprovò. Questa volta, quando aprì la bocca, uscì tutto.

    Gold non aveva idea se il torrente di parole avesse un senso, ma Hopper ascoltava attentamente mentre parlava delle sue paure per Bae e del suo amore per Belle, del suo dolore per la perdita di un bambino che non aveva mai incontrato e della sua preoccupazione di essere incapace di essere il partner adatto di Belle, le sue preoccupazioni per la nuova amicizia di suo figlio e il fatto che aveva dimenticato chi era quando non era il papà di Bae. Parlò della terribile notte in cui aveva pensato che ogni speranza fosse persa e dell'orribile impulso che aveva avuto di sfogare la sua angoscia su Belle.

    Alla fine, rimase senza parole e rimase seduto senza fiato sul divano finché Hopper non gli offrì una scatola di fazzoletti. Fino a quel momento, non si era accorto che stava piangendo.

    “Questo è un momento di tremendo stress e sconvolgimento. È perfettamente normale che si senta sopraffatto" lo rassicurò Hopper.

    Gold si pizzicò il ponte del naso, non sicuro se si sentiva meglio o peggio per aver tirato fuori tutto quanto "Pensavo che tutto sarebbe andato meglio ora che Bae è in via di guarigione…”.

    "Ha incanalato tutta la sua energia in una direzione. Ora che non è più necessario, tutte le aree della sua vita che ha trascurato richiedono a gran voce la sua attenzione".

    “Sono stufo di affrontare tutto questo. Ogni volta che penso di vedere la luce in fondo al tunnel, sorge un altro problema. Voglio solo superare tutto questo ed essere felice" c'erano così tante cose nella sua vita di cui essere felice... Bae sarebbe sopravvissuto. Aveva Belle. Tutto quello che voleva fare era rilassarsi e godersi la vita. La sua dannata mente non collaborava perché cercava costantemente altri problemi di cui preoccuparsi.

    Hopper strinse le mani davanti a sé "Immagini una casa. C'è un grande buco nel tetto. I pavimenti sono deformati. La vernice sulle pareti si sta scrostando. La stufa non funziona...”.

    Sconcertato, Gold cercò di seguire le sue istruzioni, chiedendosi a cosa volesse arrivare il terapeuta.

    "Cosa aggiusta per prima?".

    "Il buco nel tetto" rispose Gold. Fintanto che la casa fosse stata esposta agli elementi, si sarebbero verificati ulteriori danni.

    Hopper gli sorrise "Quindi, concentri tutte le tue energie nel riparare quel buco. Cosa succede una volta che è stato riparato?”.

    "La casa è ancora in disordine".

    “Ma non c'è più un buco nel tetto. Quindi, ora aggiusta i pavimenti. Poi la stufa. Poi ridipinge. Ora cosa ha?".

    Infine, Gold diede un senso alla metafora "Il grosso problema della mia vita è stato risolto, quindi ora ho il tempo e l'energia per risolvere tutti i problemi più piccoli”.

    "Esatto. Quando il tetto perdeva, non ha notato la vernice scrostata”.

    "Lo sto sicuramente notando ora" disse, il tono secco.

    “E questo è normale. Non sarà in grado di aggiustare tutto in una volta, ma sarà in grado di fare progressi. Deve solo concentrarti su una cosa alla volta per evitare di essere sopraffatto. Se provasse a rifinire i pavimenti, dipingere le pareti e riparare la stufa allo stesso tempo, non realizzerebbe altro che un casino più grande”.

    Per quanto odiasse ammetterlo, Hopper aveva ragione. Non sarebbe riuscito a risolvere tutti i problemi quel giorno o quella settimana, ma poteva sceglierne uno e fare qualche progresso.

    Se poteva concentrarsi solo su una cosa alla volta, probabilmente avrebbe dovuto concentrarsi sulla questione più importante "Voglio chiedere a Belle di sposarmi”.

    Whale gli avrebbe fatto le congratulazioni, ma Hopper non disse nulla, aspettò solo che Gold riempisse il silenzio.

    Dopo un minuto, lo fece "Ma non so se dovrei".

    "E perché?" Hopper chiese.

    “Bella merita il meglio. Non so se posso esserlo. Finora non sono stato un gran partner per lei" l'amava, ma l'amore non era sempre abbastanza. La loro relazione era dolorosamente sbilanciata. Solo nelle ultime settimane era stato in grado di uscire dal suo guscio egocentrico e offrirle il supporto che lei gli aveva dato così generosamente.

    "Belle è l'unica che può rispondere a questa domanda" gli disse gentilmente Hopper.

    Il terapeuta aveva ragione, ma non era quello il vero problema, almeno non tutto "Non so se posso fidarmi di me stesso con lei”.

    Quando Hopper gli fece cenno di continuare, Gold si sforzò di esprimere a parole i suoi pensieri più orribili "Bae per poco non ha avuto i suoi nuovi polmoni. La notte in cui ha avuto il trapianto, Whale ha chiamato per dire che avrebbero potuto avere dei polmoni per lui, poi ha richiamato e ha detto che la madre non avrebbe donato. Ha cambiato idea in seguito, ma non lo sapevo allora, ero devastato”.

    "Ovviamente”.

    “Belle era con me ed ero così arrabbiato. Volevo solo colpire qualcosa... rompere qualcosa... e, per un istante, ho voluto colpirla".

    Il ricordo di quella terribile notte gli fece rivoltare lo stomaco. Gold avvolse le braccia intorno alla vita e deglutì a fatica.

    "Perché voleva farlo?" chiese Hopper dolcemente.

    "Perché sono un mostro" la bocca di Gold si contorse in una linea amara "Mio padre mi picchiava quando era arrabbiato. A quanto pare, sono più simile a lui di quanto pensassi”.

    "In un momento di stress, ha pensato di utilizzare una strategia di coping che è stata modellata su di lei durante i suoi anni formativi. Ma perché lei non l’ha seguita?”.

    Come poteva il terapeuta chiedere una cosa del genere? "Perché non volevo farle del male”.

    "Quindi ha rifiutato l'idea della violenza. Ha deliberatamente scelto di non far del male a Belle. Ha deciso di non emulare suo padre”.

    Hopper gli stava dando troppo credito "Non l'ho fatto, ma ci ho pensato. Ho avuto quel pensiero... quel pensiero orribile. E se non mi fermassi la prossima volta?".

    "Elias, tutti hanno pensieri del genere. Se suo padre ha abusato di lei, sono sorpreso che non li abbia più spesso questi istinti. I pensieri intrusivi sono ancora più comuni nei periodi di stress. Se si ritrova a pensarci o si verificano così spesso tanto da compromettere la qualità della sua vita, potrebbe essere necessario un ulteriore trattamento, ma non vedo motivo di allarme in ciò che descriva. In un momento di stress, ha avuto un impulso violento che ha scelto di non mettere in atto. Ha avuto di nuovo quell'impulso in seguito?".

    Gold si spostò sul sedile "Beh, no".

    Hopper gli rivolse un piccolo sorriso "È nella natura umana voler scagliarsi contro qualcuno quando siamo feriti. Se avesse trovato difficile reprimere i suoi impulsi violenti, sarei preoccupato, ma così com'è, non vedo alcun problema qui”.

    Poteva essere davvero così facile? Gold non riuscì a parlare del sesso violento che avevano fatto quella notte, ma Belle gli aveva assicurato che ne aveva avuto bisogno tanto quanto lui. Forse si era preoccupato per niente. Nel suo momento più buio, aveva scelto di non seguire l'esempio di suo padre.

    Gold non si era reso conto di quanto il ricordo di quella notte lo avesse infastidito fino a quando le parole di Hopper non gli sollevarono il peso dalle spalle. Non era una bomba ad orologeria, pronta a ferire coloro che significavano di più per lui. Era solo un uomo che aveva avuto un pensiero malvagio in un momento di stress e aveva scelto di non metterlo in atto.

    Anche al suo peggio, non era Malcolm Gold. Non ne era capace.

    Si accasciò all'indietro contro il divano, sentendosi stordito "Grazie".

    C'erano ancora altri problemi che dovevano essere affrontati, ma Gold non pensava di poter più sopportare di mettere a nudo la sua anima quel giorno. Invece, avrebbe seguito il consiglio di Hopper e avrebbe affrontato una cosa alla volta. In quel momento, si sarebbe semplicemente beato di sapere che non era il degno figlio di suo padre.

    Prima di permettergli di andarsene, il terapeuta lo esortò a prendersi del tempo ogni giorno per la cura di sé e, per la prima volta, Gold fu tentato di ascoltarlo. Ora che le cose non erano più così terribili, poteva essere effettivamente in grado di leggere tutti quei libri gialli e thriller che aveva comprato invece di permettere loro di raccogliere polvere sul suo comodino.

    Mentre lasciava l'ufficio di Hopper, Gold immaginò una scena che sperava di poter portare in vita: Bae ed Emma che giocavano nel cortile in una soleggiata giornata estiva mentre lui e Belle osservavano i bambini da delle poltroncine, sorseggiando vino e discutendo dei libri che stavano attualmente leggendo.

    Era un'immagine adorabile e, per la prima volta, quel tipo di tranquillità e pace sembravano alla sua portata. La vita non era perfetta, neanche lontanamente, ma era migliore di quanto non fosse stata negli anni e con Belle al suo fianco le cose potevano solo andare meglio. Tutto quello che doveva fare era dimostrarsi degno di lei.

    "Ehi!".

    Gold si guardò alle spalle e si fermò quando vide David Nolan avvicinarsi, un sorriso accattivante sul volto "Ciao".

    Dato che quasi sicuramente David si stava dirigendo verso il reparto pediatrico, proprio come lui, Gold riprese a camminare, mentre l'altro uomo si mise al suo fianco.

    "Amico, è stata una corsa pazzesca, vero?".

    "Sono state le montagne russe" convenne Gold. Lui e David Nolan erano agli antipodi. In un'altra vita, non avrebbero avuto nulla da dirsi, ma uno scherzo del destino li aveva resi entrambi membri di un club esclusivo a cui nessuno voleva unirsi: il club composto da genitori di bambini malati terminali. Con quello a legarli, le semplici stranezze della personalità erano prive di significato. Si capivano a livello molecolare.

    “È difficile credere che siano passate solo poche settimane. Un mese fa, ogni volta che mettevo Emma a letto, avevo paura che non si svegliasse e ora guardala. Ride e gioca come una bambina normale" David scosse la testa meravigliato "Continuo ad aspettare che il pavimento ceda da sotto di me”.

    "So esattamente cosa intendi" aveva passato troppo tempo ad essere terrorizzato dal fatto che Bae lasciasse che quella paura si avverasse così facilmente. Col tempo, avrebbe trovato il suo equilibrio, ma per ora era difficile credere che il disastro non fosse in agguato proprio davanti a lui.

    “Bae è fantastico per lei. Ha sempre avuto problemi a fare amicizia perché c'erano così tante cose che non poteva fare. È bello vederla essere sciocca con qualcuno della sua età. E adoro le canzoni che le sta insegnando! Quella sul babbuino è la mia preferita” David gli sorrise.

    La mente di Gold si mise a correre mentre cercava di capire di quale canzone stesse parlando David. Belle aveva insegnato a Bae un certo numero di canzoni sugli animali, ma a meno che non avesse perso un verso di "Octopus's Garden", nessuna parlava di primati. "Quella del babbuino?".

    David annuì "Sì, sai: There's a baboon on the right...”.

    Gold perse un passo mentre David cantava il ritornello di "Bad Moon Rising" o almeno la sua approssimazione del testo. La frase vera e propria era " There's a bad moon on the rise", ma David sembrava così soddisfatto di se stesso che Gold non riuscì a correggerlo "Ah".

    Mentre David cantava di nuovo il verso, Gold si chiese da dove venisse quell’errore. Bae aveva capito male il testo e aveva insegnato a Emma le parole sbagliate o David aveva frainteso sua figlia? Non era sicuro di quale possibilità fosse più divertente e non vedeva l'ora di dirlo a Belle, preferibilmente fuori dalla portata d'orecchio di Bae. Se suo figlio pensava davvero che la canzone parlasse di babbuini in agguato, non sarebbe stato Gold a deluderlo.

    I pensieri su Belle ricordarono a Gold che aveva promesso di portarle un caffè al suo ritorno. David gli rivolse uno sguardo perplesso quando si fermò a metà strada e Gold gli rivolse un sorriso imbarazzato "Devo andare al bar. Ho promesso un caffè a Belle”.

    “Oh, è una buona idea. Prenderò una cioccolata calda a Mary Margaret”.

    Gold aveva pensato che il loro incontro fosse stata una coincidenza, ma ora si chiedeva se fosse la sua immaginazione che David lo stesse seguendo come un cagnolino. C'era qualcosa da Golden Retriever nel bel viso aperto e nel sorriso disinvolto di Nolan. David Nolan era il tipo d'uomo che non aveva mai avuto un pensiero scortese in vita sua, ma nonostante ciò, Gold scoprì che l'altro uomo gli piaceva.

    "In realtà, volevo parlarti…" David inavvertitamente confermò i suoi sospetti mentre camminavano.

    “Mi stai già parlando” fece notare Gold con voce secca.

    Un altro uomo si sarebbe offeso per quella frecciatina, ma David si limitò a ridacchiare "Sì, immagino di sì. Comunque, volevo chiederti di Storybrooke. È lì che vivete, giusto? Mary Margaret ed io abbiamo pensato di trasferirci fuori città. Emma ha bisogno di spazio per correre e giocare ora che può farlo, pensavamo che una piccola città come Storybrooke potesse essere perfetta per noi”.

    Gold si era preoccupato di come mantenere viva l'amicizia tra Bae ed Emma oltre i confini di stato e una soluzione si stava depositando sul suo grembo senza che lui avesse dovuto fare una sola cosa. Forse si era preoccupato troppo. Se avesse dato ai suoi problemi un po' di respiro, forse si sarebbero risolti da soli.

    Avere Emma nella stessa città sarebbe stato il miglior regalo di compleanno che Bae potesse ricevere e Gold avrebbe spostato cielo e terra per farlo accadere "È una cittadina affascinante: bei paesaggi, buone scuole. La mia famiglia è molto felice lì. Io... conosco un po' il mercato immobiliare della città, quindi sono sicuro di poterti aiutare a trovare qualcosa che fa per voi".

    Avrebbe lasciato che i Nolan vivessero nella sua migliore proprietà senza affitto se questo significava che Bae poteva tenersi la sua migliore amica.

    "Forse, dopo che le cose si saranno sistemate un po', possiamo venire per il fine settimana e controllare un paio di cose" suggerì David.

    "Ci piacerebbe farvi fare un giro del luogo" Bae sarebbe impazzito per l'eccitazione all'opportunità di mostrare Olaf e il suo castello a Emma.

    Gold stava ancora sorridendo all'idea dopo che lui e David si erano separati e quando entrò nella stanza d'ospedale di Bae, le sopracciglia di Belle si sollevarono mentre alzava lo sguardo dal gioco di carte a cui stava giocando con Bae, i suoi compiti abbandonati.

    "Che cosa succede?".

    "Sono di buon umore" disse Gold mentre le porgeva il latte macchiato. Se avesse detto a Bae della visita proposta troppo presto, sarebbe stato impossibile convivere con il bambino. Avrebbe condiviso la buona notizia con Belle una volta che avessero avuto un momento da soli.

    Belle gli lanciò uno sguardo indagatore, ma non aggiunse altro. Invece, prese un sorso di caffè e sospirò felice "Perfetto".

    Aveva fatto bene, decise Gold, con l'orgoglio che gli riempiva il petto. Prendendo una sedia, si unì a lei e Bae "A cosa state giocando?".

    Bae gli permise benevolmente di unirsi alla mano successiva di Ramino e tutti e tre giocarono fino a quando un inserviente non arrivò a prendere l'ordine della cena. Bae, naturalmente, chiese il gelato, ma quando Gold guardò Belle per vedere cosa voleva lei, esitò.

    “Se non ti dispiace, stasera vorrei tornare prima in albergo. Ho una relazione che devo scrivere".

    "Ma io voglio giocare a carte" protestò Bae.

    "La scuola di Belle è importante" replicò Gold a suo figlio "Ci mancherà stasera, ma avremo tutto il tempo per giocare con lei dopo che il suo lavoro sarà finito”.

    Quando guardò Belle, i suoi occhi brillavano e gli mimò "Grazie" con la bocca da sopra la testa di Bae.

    Per quanto riguardava Gold, non aveva fatto nulla per meritare la sua gratitudine, ma rispose mimando "Prego" con la bocca.

    “Buona fortuna con la tua relazione. Prenditi tutto il tempo che ti serve e mandami un messaggio se c'è qualcosa che posso fare per aiutarti" la incoraggiò ad alta voce, cercando di dare il buon esempio a Bae.

    Quando diede a suo figlio uno sguardo significativo, Bae aggiunse i suoi riluttanti auguri "Spero che tu riesca a finire in fretta”.

    Beh, era un inizio.

    "Sarò qui quando ti sveglierai domani" Belle promise a Bae, chiaramente intenzionata a mantenere la loro normale routine e dare il cambio a Gold nelle ore del mattino in modo che potesse dormire qualche ora in hotel.

    “Prenditi tutta la notte se ne hai bisogno. Starò bene qui" se Belle non gli permetteva di fare qualcos'altro per lei, il minimo che avrebbe potuto fare era essere di supporto ai suoi studi. Una notte sul lettino scomodo della stanza d'ospedale non lo avrebbe ucciso. Aveva passato più notti su quelle brande di quante ne potesse contare negli ultimi tre anni.

    Belle gli mise una mano sulla spalla e strinse forte "Lo farò, se ne avrò bisogno" promise prima di chinarsi per dare il bacio della buonanotte a Bae.

    "Non dovrebbe andare a scuola. È un'adulta" si lamentò Bae una volta che Belle ebbe lasciato la stanza.

    “Ad alcuni adulti piace la scuola. A Belle piace leggere, quindi si sta laureando in Letteratura e sta imparando a scrivere libri".

    Bae fece il broncio "Ha detto che avrebbe scritto un libro per me, ma non l'ha mai fatto".

    Gold ridacchiò "Probabilmente non ha avuto tempo. La tieni piuttosto occupata".

    "Suppongo" Bae sospirò rumorosamente per indicare che stava soffrendo terribilmente per la mancanza di un libro scritto da Belle solo per lui, poi si scrollò di dosso il suo umore acido "Quando chiederemo a Belle di sposarti?".

    Gold si strozzò con la propria saliva per quella domanda. Probabilmente avrebbe dovuto considerarsi fortunato che Bae avesse aspettato che Belle se ne fosse andata per chiedere una cosa del genere "Noi? Non avevo capito che sarebbe stato una cosa comunitaria”.

    "Se non ti aiuto, potresti sbagliare" spiegò Bae, mostrando una scoraggiante mancanza di fiducia in suo padre.

    Gold lo fissò "E che ne sai tu di chiedere alle persone di sposarti?".

    "Devi farlo in un posto carino e deve essere una sorpresa e devi darle un grande anello" annunciò Bae. Quando Gold lo fissò ancora, lui spiegò "Me l'ha detto Emma".

    Meno di due settimane prima, Bae si era lamentato del fatto che Emma pensava di sapere tutto perché aveva quattro mesi più di lui. Ora, sembrava contento di considerare la sua amica un’esperta su tutti gli argomenti. Non c’era voluto molto.

    Una cosa era certa: non c'era modo che Bae potesse aiutarlo a scegliere l'anello di fidanzamento. Considerando la collana di diamanti che aveva deciso di regalare a Belle per Natale, Gold temeva che ciò che il bambino avrebbe scelto con l'insistenza di Emma su "un grande anello" come suggerimento. Ebbe visioni di Bae che sceglieva un diamante così grande che la povera Belle non sarebbe stata in grado di alzare la mano sinistra.

    "Queste cose richiedono tempo" gli disse. Il dottor Hopper gli aveva assicurato che non era una minaccia per Belle, ma Gold non aveva ancora dimostrato con soddisfazione di nessuno di essere un degno partner per lei.

    "Ma perché?" Bae insistette.

    "Perché... è così" non era una grande spiegazione e suo figlio sembrava completamente insoddisfatto.

    "Emma dice che ti aiuterà, se non sai come farlo”.

    Rapidamente, Gold ripensò all'idea di aspettare. Con Emma e Bae sul caso, era solo questione di tempo prima che qualcuno spifferasse qualcosa che non avrebbe dovuto e avere una proposta fatta da un bambino di otto anni al posto suo non era esattamente romantico.

    Perché doveva aspettare? Era vero che lui e Belle si conoscevano da meno di un anno, ma un anno con un bambino malato come lo era stato Bae non era cosa di tutti i giorni. La loro relazione era stata una prova del fuoco e li aveva avvicinati, invece di allontanarli.

    Gold voleva dimostrare che poteva essere il partner che Belle meritava, ma forse Hopper aveva ragione. L'unica che poteva deciderlo era la stessa Belle. Se pensava che fosse un uomo che valeva la pena avere quando era al suo peggio, chi era lui per discutere? Avrebbe posato il suo cuore ai suoi piedi e le avrebbe lasciato decidere se voleva accettarlo.

    “È generoso da parte di Emma offrire il suo aiuto, ma penso che questa sia una faccenda meglio risolta tra noi tre, non credi?" non avrebbe permesso a Bae di scegliere l'anello, ma il bambino doveva essere coinvolto nella proposta. Lui e suo figlio erano un pacchetto e avrebbe chiesto a Belle di diventare sia moglie che madre.

    Bae si contorse per l'eccitazione "Glielo chiederemo presto?".

    Gold fece un respiro profondo per inghiottire un improvviso tremito di nervi "Sì. Glielo chiederemo presto".

    Da lì, la questione sarebbe passata nelle mani di Belle. Se lei lo avesse accettato, avrebbe passato il resto della sua vita a dimostrare di poter essere un degno partner per lei. Se avesse rifiutato...

    Si rifiutò persino di prendere in considerazione quella possibilità mentre Bae chiedeva sospettosamente "Quanto presto?".

    Prima avrebbe chiesto, prima avrebbe avuto la sua risposta "Molto presto".


    Continua…
     
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    Capitolo 26



    "Ecco qua, tesoro" disse Gold dolcemente mentre depositava un vassoio con un bicchiere di tè freddo e un piatto di salatini sull'angolo della toletta che fungeva da scrivania di Belle.

    Tenne la voce bassa per non distrarla se fosse stata intenta al suo lavoro, ma Belle alzò lo sguardo dallo schermo del suo laptop abbastanza a lungo da sorridergli "Grazie".

    "C'è qualcos'altro di cui hai bisogno?".

    Belle stava approfittando del momento del pisolino di Bae per lavorare sui suoi compiti in classe e se lui non poteva aiutarla, il minimo che poteva fare era tenerla rifornita di snack per mantenere alta la sua energia.

    "Non adesso, ma forse un biscotto più tardi?" lei chiese.

    Compiaciuto dalla richiesta, Gold si chinò per sfiorarle un bacio sulle labbra "I tuoi desideri sono ordini".

    "Olaf! Svegliati, Olaf!".

    Dall'altra parte del corridoio, Bae si era apparentemente svegliato dal suo pisolino ed era determinato a svegliare il suo animale domestico per la ricreazione "Chiuderò la tua porta quando esco".

    Belle si guardò alle spalle in direzione della stanza dei giochi, il viso agonizzante "Dovrei andare a giocare con lui".

    Quando Bae era stato dimesso dall'ospedale, Gold non aveva visto l’ora di tornare a casa e alla normalità. Ora, due settimane dopo, stava iniziando a capire che non aveva la minima idea di come doveva essere la normalità. Quando aveva chiesto a Belle di trasferirsi da loro, le cose erano state semplici: l'avrebbe pagata una somma esorbitante di denaro per essere la compagna costante e di giochi di Bae. Ora, le cose non erano così chiare.

    Belle non era ancora la sua fidanzata, ma era molto più della semplice tata di Bae. Depositava ancora diecimila dollari sul suo conto in banca ogni mese, ma quella casa era la sua casa, non il suo posto di lavoro. Invece di essere costantemente reperibile, aveva del tempo per perseguire i propri interessi. I suoi compiti scolastici non erano meno importanti degli affari di Gold o degli hobby di Bae. Se dovevano essere una famiglia, dovevano capire come mettere insieme tutti i pezzi in modo che le esigenze di tutti fossero soddisfatte e nessuno venisse ingannato.

    Una cosa era certa: se quella relazione avesse funzionato, Bae non poteva più essere il centro dell'universo.

    Il bambino era sotto un rigido regime di farmaci e terapie, necessitava di visite al loro ospedale locale almeno tre volte a settimana per trattamenti e test ambulatoriali. A volte, sembrava che passassero più tempo a regolare la sua salute ora che non quando stava morendo, ma Gold non aveva perso un solo minuto ora che il suo bambino sarebbe sopravvissuto. Anche così, poteva ammettere che Bae tendeva ad essere esigente, a volere l'attenzione di tutti in ogni momento e assecondarlo non era più salutare di quanto lo sarebbe stato trascurarlo.

    “Olaf e io possiamo intrattenerlo. Tu concentrati sui compiti fino a quando non vuoi fare una pausa” Gold avvolse una ciocca dei capelli di Belle intorno al suo dito e tirò delicatamente "Non va da nessuna parte”.

    Erano passate cinque settimane dal trapianto di polmoni di Bae e Gold stava finalmente iniziando a credere a quelle parole. L'ombra della paura sotto la quale viveva da così tanto tempo si stava dissolvendo. Bae era ancora un ragazzino malato, ma migliorava ogni giorno di più. Suo figlio sarebbe sopravvissuto.

    "Allora ci vediamo più tardi" promise Belle, i suoi occhi caldi di affetto.

    Era tutto quello che Gold poteva fare per non chinarsi per reclamare un altro bacio, ma si trattenne. Belle prendeva sul serio i suoi studi e non avrebbe apprezzato le sue distrazioni "Non vedo l'ora".

    Con un'ultima occhiata, verificò che avesse tutto ciò di cui aveva bisogno prima di uscire dalla sua stanza, chiudendosi la porta alle spalle. Per buona misura, chiuse anche la porta di Bae, volendo dare a Belle tutto il silenzio che poteva. Bae era una delizia, ma l'esuberanza di suo figlio non era favorevole allo studio.

    "Voglio insegnare ad Olaf a riprendere le cose. Emma dice che Graham sa come farlo”.

    Giocare al riporto era un'abilità che veniva naturale ai cani, meno ai criceti. Gold non aveva la minima idea di come si potesse addestrare un roditore, ma era disposto a imparare "Possiamo provare. Cosa vuoi che prenda?".

    "Graham va a prendere le palline da tennis" Bae rivolse a Olaf uno sguardo dubbioso mentre rispondeva alla domanda di suo padre.

    Il criceto bianco li guardò placidamente dal mucchio di paglia, solo moderatamente interessato alla loro discussione sulle sue potenziali capacità di andare a riprendere le cose.

    "Forse qualcosa di più piccolo?".

    Dopo aver rovistato un po', Bae tirò fuori una palla rimbalzante color verde fosforescente "Cosa ne pensi di questa?".

    "È meglio di una pallina da tennis" sentendosi fuori dal suo campo, Gold prese il telefono dalla tasca e cercò un tutorial per l'addestramento dei criceti. Con sua grande sorpresa, effettivamente ottenne alcuni risultati.

    Tirò Bae in grembo e tenne il telefono in modo che entrambi potessero leggere lo schermo. Il sito web suggeriva metodi di allenamento per semplici trucchi come insegnare al criceto a stare fermo a comando e saltare attraverso un cerchietto. Da nessuna parte vide menzione di andare a riprendere qualcosa, ma si sperava che Bae potesse essere distratto dalle altre possibilità "Perché non iniziamo insegnandogli qualcosa di facile e ci facciamo strada da lì?".

    Le indicazioni erano semplici e Bae si dimenò sul suo grembo per correre a prendere i dolcetti di Olaf. Con mani attente, il bambino sollevò il criceto dalla sua gabbia e lo mise delicatamente sul tavolo prima di tenere un bocconcino sopra la testa di Olaf "In piedi!".

    Olaf lo fissò.

    Imperterrito, Bae agitò il bocconcino e riprovò "In piedi!".

    Olaf guardò il dolcetto e poi di nuovo Bae mentre Gold soffocava una risata.

    "Alzati, Olaf" ripeté Bae, una nota di impazienza che si insinuava nella sua voce.

    Dopo alcuni momenti di riflessione, Olaf si alzò sulle zampe posteriori e allungò il collo per prendere il bocconcino da un raggiante Bae "Bravo piccolo!" sorrise a suo padre "È davvero intelligente. Sa già come fare".

    "Qui dice che devi esercitarti con lui un paio di volte al giorno per almeno due settimane" se Bae avesse continuato a dargli quelle prelibatezze, col tempo Olaf avrebbe capito cosa si aspettava il bambino da lui quando gli veniva detto di alzarsi. La pratica costante era la chiave, ma Bae non era particolarmente bravo nella coerenza.

    "Mi allenerò sempre con lui" annunciò Bae "Voglio che faccia i trucchetti per Emma".

    Con la sua amica a motivarlo, Bae poteva semplicemente seguire quella linea d'azione "Sono sicuro che sarà impressionata".

    David e Mary Margaret avevano promesso di partecipare alla festa di compleanno di Bae alla fine del mese, usando quella visita come scusa per vedere se Storybrooke fosse adatta alla loro famiglia. Nessuno degli adulti aveva menzionato il potenziale passaggio ai bambini, non volendo aumentare le loro speranze, ma anche se non fosse andata a buon fine, l'amicizia di Bae ed Emma stava ancora andando forte. I due parlavano in videochat almeno a giorni alterni e non mostravano alcun segno di perdere interesse l'uno per l'altra.

    "Dovrai lavorare sodo con lui se vuoi che sia pronto a fare il suo trucco alla tua festa" l’avvertì Gold.

    “Emma ci sarà. E Belle e MoMo e Kiki e Dove...” Bae segnò i nomi degli ospiti sulle sue dita, praticamente brillando di gioia anticipatrice.

    L'anno prima, Gold era stato costretto a minacciare i genitori dei compagni di classe di Bae per assicurarsi la partecipazione alla festa di compleanno. Quell'anno, la lista degli invitati era più corta, ma ogni persona su di essa sarebbe stata felice di essere lì. Era incredibile quante cose fossero cambiate nell'ultimo anno.

    Bae prese un altro bocconcino dalla scatola e lo tenne sopra la testa di Olaf "In piedi!".

    Questa volta, il criceto fu più veloce a collaborare e Bae gli accarezzò con orgoglio la testa pelosa "Olaf vuole mostrare a Belle il suo trucco".

    Gold si affrettò a parlare prima che Bae potesse decidere di trascinare il criceto attraverso la sala per una dimostrazione "Belle sta facendo i compiti. Puoi mostrarglielo più tardi”.

    "Lavora sempre" si lamentò Bae.

    Dal momento che Belle era andata con loro a tutte le sessioni di terapia ambulatoriale di Bae e aveva trascorso la maggior parte del suo tempo a giocare con lui, Gold riteneva tale valutazione piuttosto ingiusta "Ha passato tutta la mattina con te e sono sicuro che vorrà giocare ancora dopo cena".

    "Dovrebbe giocare con me tutto il tempo".

    Nel corso della malattia di Bae, Gold si era preoccupato di dove tracciare il confine tra rendere la vita del bambino il più felice e confortevole possibile e la possibilità di essere indulgente con lui. Ora che Bae era in via di guarigione, stava diventando ovvio che l’aveva viziato un po' troppo.

    “Belle ti vuole bene e vuole passare molto tempo con te, ma ha anche bisogno di tempo per se stessa. Non ti piacerebbe se stessi lavorando a un progetto e continuassimo a interromperti" Bae era abituato ad essere al centro dell'attenzione, ma aveva bisogno di capire che ad altre persone era permesso avere vite e interessi che non sempre ruotavano intorno a lui.

    Bae arricciò il viso "No, ma tu potresti aiutarmi. Perché non possiamo aiutarla noi in modo che finisca più velocemente?".

    Gold, che sentiva l'assenza di Belle tanto acutamente quanto Bae, desiderava che fosse così facile "Perché non è così che funziona l’università. Il modo migliore per aiutarla è stare zitti, in modo da non distrarla. Perché non continui a insegnare a Olaf e poi, quando Belle sarà pronta per una pausa, potrai mostrarle il tuo trucco?".

    “L’università è stupida. Non ci andrò mai" annunciò Bae mentre prendeva un altro bocconcino per Olaf.

    "Vedremo" negli ultimi tre anni aveva temuto che Bae non sarebbe riuscito a superare la scuola elementare. La prospettiva di preoccuparsi per l'istruzione superiore rese Gold leggermente stordito. Suo figlio aveva un futuro adesso.

    Bae convinse Olaf a ripetere il trucco per la terza volta prima di rimettere il criceto nella sua gabbia.

    "Vai a lavarti le mani" gli ricordò Gold.

    "Lo so... lo so..." Bae trascinò i piedi mentre si dirigeva verso il bagno, ma si insaponò le mani per i necessari trenta secondi "Quando chiederemo a Belle di sposarti?" urlò dal bagno sopra il rumore dell'acqua che scorreva.

    "Bae!".

    Istintivamente, Gold guardò in direzione della stanza di Belle. La porta della stanza dei giochi era ancora chiusa, ma Belle era proprio dall'altra parte del corridoio e se suo figlio voleva che fosse una sorpresa, avrebbero dovuto essere un po' più circospetti.

    "Voglio saperlo" Bae tornò in camera, apparentemente credendo che suo padre stesse protestando per il contenuto della sua domanda e non per il volume della sua voce.

    "Dovrebbe essere una sorpresa" gli ricordò Gold "Non sarà una sorpresa se te ne vai in giro urlandolo".

    "Emma dice che dovresti farlo alla mia festa. Vuole esserci".

    "Voi due avete passato molto tempo a parlare di questa cosa?" Gold non era del tutto sicuro di come si sentiva ad avere due alunni di seconda elementare che pianificavano la sua vita.

    Bae annuì felice "Ha molte idee".

    Gold fece una smorfia "Posso immaginare” dopo un momento, si riprese "Preferirei non farlo davanti a un pubblico. Questa cosa è qualcosa di privato”.

    "Olaf può aiutare?".

    La domanda casuale lo colse completamente alla sprovvista "Olaf?".

    "Può aiutarti a darle l'anello. Potremmo legarglielo al collo in modo che possa portarlo. Emma dice che Graham può portare ogni sorta di cose".

    Apparentemente Bae si sentiva competitivo riguardo ai rispettivi animali domestici. Dal momento che Gold non sapeva molto dell'anatomia del criceto, non era nemmeno sicuro che Olaf avesse un collo "Non penso che sia una buona idea. Non vorremmo che perdesse l'anello. O lo mangiasse".

    Poteva solo immaginare che il diamante potesse scomparire in una delle guance di Olaf e non era proprio il tono che sperava di dare a quella proposta. D'altra parte, forse sarebbe stato meglio così. Per lo meno, sarebbe stato più onesto. Se Belle avesse scelto di diventare sua moglie, si stava iscrivendo a una vita piena di assurdità. Solo Bae sarebbe bastato.

    Bae fece il broncio ma alla fine cedette "Ok, forse no. Ma io devo aiutarti a scegliere l'anello".

    Su quel fronte, Gold avrebbe dovuto deludere suo figlio "Temo di essere molto più avanti di te in questo".

    Boston offriva più opzioni e più anonimato quando si trattava di procurarsi un anello di fidanzamento rispetto a Storybrooke. Lì, se fosse uscito di casa per comprare un anello, con o senza Bae, i pettegolezzi della città avrebbero assicurato che Belle lo avesse saputo per l'ora di cena. A Boston, dove nessuno degli amici di Belle poteva identificarlo a colpo d'occhio, aveva avuto la privacy di scegliere l'anello perfetto senza la preoccupazione che qualcuno le dicesse cosa stava facendo.

    Allo sguardo perplesso di Bae, spiegò "Ho già il suo anello".

    La bocca di Bae si spalancò, le sue sopracciglia si unirono mentre guardava suo padre con orrore "Le hai comprato l'anello senza di me?".

    "Ah, Bae..." Gold allungò la mano per arruffare i capelli del bambino.

    "Non è giusto!".

    "Quando deciderai di chiedere a qualcuno di sposarti, capirai" non era molto confortante, ma era tutto ciò che Gold riusciva a pensare di dire.

    "Voglio vederlo" chiese Bae, incrociando le braccia al petto mentre lanciava a suo padre uno sguardo sospettoso. Chiaramente, suo figlio non si fidava di lui per scegliere qualcosa di accettabile.

    In questo, poteva assecondarlo "Vieni con me".

    Sentendosi come in un film di spionaggio, Gold aprì la porta della stanza dei giochi quel tanto che bastava per sbirciare nel corridoio e verificare che Belle non si vedesse da nessuna parte prima di condurre frettolosamente il bambino nella sua camera da letto.

    Aveva nascosto la scatola dell’anello nella tasca di uno dei suoi cappotti meno indossati e fu attento a dare le spalle a Bae mentre lo recuperava. Nonostante quella precauzione, sarebbe stato probabilmente intelligente conservare l'anello nel suo ufficio fino a quando non fosse stato necessario. Bae aveva buone intenzioni, ma non si fidava del tutto che non rovistasse in giro finché non avesse trovato l'anello e poi lo avesse dato in pasto a Olaf nel tentativo di dimostrare che il criceto era qualificato per essere un abile portatore dell'anello.

    Gold non era sicuro di cosa sarebbe stato peggio se ciò fosse accaduto: la sorpresa rovinata o le fatture del veterinario.

    Le sue dita accarezzarono nervosamente la scatola di velluto mentre si spostava per sedersi accanto a Bae sul letto. Sentendosi stranamente timido, mostrò la scatola per l'approvazione di suo figlio "Ecco qui".

    Trattenne il respiro mentre Bae gli prendeva la scatola e la apriva, il bambino fissò dubbioso l’oggetto "Non è abbastanza grande".

    Gold resistette alla tentazione di prendere la scatola in modo protettivo da suo figlio e cercò di vedere l'anello attraverso gli occhi di Bae. Il diamante rotondo di due carati era circondato da un alone di diamanti molto più piccoli, tutti scintillanti allegramente su una fascia in oro rosa. Aveva pensato che sarebbe stato perfetto per l'anulare di Belle, ma ora stava mettendo in dubbio i suoi gusti.

    "Ho pensato che fosse carino" si difese, rendendosi conto in ritardo che probabilmente non avrebbe dovuto dare troppo peso all'opinione di Bae su quell’argomento. Quando si trattava di gioielli, Bae era fermamente nel campo del "più grande è, meglio è". Era probabile che rifiutasse qualsiasi diamante di diametro inferiore a un quarto perchè troppo piccolo.

    "Penso che a Belle piacerà" Gold disse con più sicurezza. Non l'aveva ancora vista indossare la collana che Bae le aveva regalato per Natale fuori casa, anche se di tanto in tanto assecondava il bambino indossando quel pezzo stravagante mentre si rilassavano a casa. Gold pensava di conoscerla abbastanza bene da prevedere che avrebbe preferito un anello di fidanzamento meno appariscente di qualsiasi cosa Bae avrebbe scelto.

    Allo sguardo scettico di suo figlio, Gold disse "Se non le piacerà, possiamo restituirlo e potrà scegliere esattamente quello che vuole".

    "Immagino di sì" Bae disse. Dall'espressione sul suo viso, credeva con tutto il cuore che avrebbero restituito l'anello.

    Il tempo avrebbe detto chi dei due conosceva meglio le preferenze sui gioielli di Belle e quello presupponeva che fosse disposta a indossare il suo anello in primo luogo. Nonostante tutto quello che Bae sembrava presumere sul fatto che la proposta imminente fosse una mera formalità, Gold era meno sicuro.

    Se fossero stati una coppia normale, avrebbe passato mesi, se non anni, a corteggiare pazientemente Belle. Ci sarebbero state cene romantiche a lume di candela e weekend in località esotiche. Si sarebbe presentato ai suoi genitori per l'approvazione e, una volta dimostrato di essere degno, avrebbe chiesto la sua mano.

    Finora, Gold non aveva fatto esattamente nessuna di quelle cose. L'asporto aveva preso il posto delle cene a lume di candela. Invece di vacanze esotiche, l'unico posto in cui erano mai andati era stato Boston, anche se Gold sperava che questo sarebbe cambiato una volta che Bae fosse stato più avanti nel suo recupero. Pensava di piacere ai suoi genitori, ma in realtà non era ancora mai stato nella stessa stanza con Moe e Collette French.

    Secondo qualsiasi criterio razionale, era troppo presto per fare una proposta e Gold poteva solo sperare di non commettere un errore. Era sciocco, ma non riusciva ad aspettare. Era impaziente di chiamare Belle sua moglie quanto Bae lo era di averla per madre.

    La malattia di Bae aveva spinto il pulsante di avanzamento veloce su tutto nella sua vita e il suo rapporto con Belle non faceva eccezione. Un anno fa non la conosceva neanche, ma lei era diventata parte integrante della sua vita fin dal primo giorno. Quando le aveva chiesto di diventare la tata di Bae, Belle lo aveva informato che aveva la tendenza ad essere impulsiva. Ora, lui avrebbe seguito il suo esempio.

    "Allora, quando glielo chiederemo?".

    "Presto" rispose, la stessa cosa che aveva detto a Bae nelle ultime tre settimane. Dall'espressione impaziente sul viso del bambino, la risposta stava diventando seccante.

    “Dove lo faremo? Emma dice che deve essere un posto carino" per fortuna, Bae abbassò la voce.

    "Sono aperto ai suggerimenti" Gold non era sicuro se si aspettasse un consiglio utile o se volesse solo vedere cosa suo figlio di sette anni avrebbe considerato un luogo appropriato per una proposta di matrimonio.

    "Dovremmo tornare alla Disney".

    Non sapeva perché fosse sorpreso "So che vuoi tornarci, ma il dottor Whale dice che non ti è ancora permesso viaggiare. Ti prometto che andremo alla Disney una volta che sarai più abituato ai tuoi nuovi polmoni".

    Bae fece il broncio "Ma voglio chiederglielo nel castello della Bestia. Perché è lì che l'abbiamo incontrata".

    Con sorpresa di Gold, suo figlio stava dando un ottimo suggerimento. Bae non stava implorando di visitare la Disney in modo da poter cavalcare le giostre, o almeno non solo per quel motivo. Fare la proposta a Belle nella stessa sala in cui si erano incontrati sarebbe stato un gesto adorabile.

    “È una bellissima idea, Bae. Dovremo aspettare un po', ma penso che le piacerebbe" fare la proposta in una stanza piena di persone aveva poca attrattiva, ma sicuramente c'era un modo per avere la biblioteca tutta per loro per un po' alla fine della giornata. Se potesse contattare alcune delle principesse amiche di Belle, magari sarebbero state in grado di indirizzarlo nella giusta direzione.

    L'idea gli avrebbe richiesto di rallentare un po', ma forse era la cosa migliore.

    "Ma non voglio aspettare ancora" protestò Bae "Voglio chiederglielo adesso".

    "Non puoi avere entrambe le cose" Gold gli disse. Il dottor Whale aveva ordinato loro di rimanere a meno di tre ore di macchina dall'ospedale per i prossimi tre mesi e anche dopo, avrebbero dovuto limitare l'esposizione di Bae ai germi. La Disney era fuori questione fino a quando tali restrizioni non fossero state revocate.

    Bae emise un ringhio "Va bene, va bene. Lo faremo da qualche altra parte".

    "Pensa alle cose che piacciono a Belle" suggerì Gold, quasi aspettandosi che Bae decidesse che la pizzeria sarebbe stata un sostituto accettabile a Disney World. Il concetto di "un posto carino" di un bambino di sette anni non era proprio lo stesso di quello di un adulto.

    "Le piacciono i libri... e i fiori... Dovremmo andare da qualche parte dove ci sono molti fiori".

    Il respiro di Gold si fermò in gola per l'esplosione di ispirazione di Bae. Considerando quanto tempo lui e Belle avevano passato a parlare dei loro progetti per il giardino, un posto con i fiori sarebbe stato perfetto. Era ancora l'inizio di aprile, ma presto i bulbi primaverili sarebbero sbocciati "Potrei avere un'idea".

    I Coastal Maine Botanical Gardens erano facilmente raggiungibili in auto da Storybrooke. Sebbene Gold non ci fosse mai stato, aveva sentito dire che erano squisiti, e quando aprì il loro sito web sul suo telefono in modo che Bae potesse guardare le foto, il bambino si contorse per l'eccitazione.

    "Lì!" puntò il dito sull'immagine di una cascata "Dovremmo farlo proprio lì".

    Era un posto bellissimo e Gold inghiottì un'improvvisa raffica di nervi. Belle non avrebbe sospettato nulla se avesse suggerito di visitare i Giardini. Avrebbe detto qualcosa sul fatto che l'aria fresca fosse buona per Bae e per avere idee per il proprio giardino e lei avrebbe pensato che non fosse altro che una gita di famiglia finché non avesse tirato fuori l'anello.

    In quel periodo dell'anno, i fiori più vistosi non sarebbero stati in fiore, ma avrebbero potuto avere il posto quasi tutto per loro. Per quanto lo riguardava, quello era un ottimo compromesso "Lo faremo proprio lì".

    "Quando?" chiese di nuovo Bae.

    Secondo il sito web, i Gardens non avrebbero aperto fino al fine settimana successivo e Bae si lamentò per un po' per il ritardo. Ad essere onesti, Gold non era più contento di dover aspettare di quanto lo fosse suo figlio. Di solito non era incline ad essere impulsivo, ma prima avrebbe potuto chiamare Belle la sua promessa sposa, più felice sarebbe stato. Niente lo avrebbe fatto sentire più sicuro che rendere ufficiale la sua posizione nella loro famiglia.

    Quando il suo telefono vibrò e la faccia di Emma apparve sullo schermo, lo passò subito a Bae "Salutala da parte mia".

    Prima che Bae potesse chiedere di mostrare l'anello a Emma, Gold lo mise in tasca e lasciò la stanza. Al ritmo con cui stavano andando, sarebbe stato un miracolo se fosse riuscito a mantenere segreta quella proposta, ma anche se qualcuno si fosse lasciato sfuggire qualcosa, sarebbe stato comunque ingiusto lasciare che tutti quelli che conosceva vedessero l'anello prima di Belle stessa.

    Almeno una cosa buona sarebbe venuta fuori dall'essere costretti ad aspettare un'altra settimana, rifletté Gold mentre andava a controllare Belle. Il tempo extra gli avrebbe dato più possibilità di dimostrare che poteva essere un partner premuroso. Forse quando sarebbe stata pronta a prendersi una pausa, gli avrebbe permesso di farle un massaggio alle spalle.

    La porta della camera da letto di Belle era spalancata, vuota. Il vassoio che aveva usato per trasportare la sua merenda mancava dalla sua scrivania improvvisata, quindi forse era andata in cucina a rifornire le sue provviste. Tanto per tornare al discorso di prima, era già negligente nei suoi doveri.

    Bae sfrecciò attraverso il corridoio, correndo verso la sua stanza dei giochi "Ho insegnato a Olaf a fare un trucco" si vantava con Emma, guardando a malapena suo padre.

    Gold scosse la testa con un sorriso divertito e si diresse verso le scale. Bae sarebbe stato occupato per l'ora successiva o fino a quando Mary Margaret non avesse costretto Emma a chiudere la chiamata.

    Come si aspettava, trovò Belle in cucina, che fissava con sguardo assente la caffettiera "Posso farlo per te, tesoro".

    "Oh!" lei sobbalzò al suono della sua voce ed emise una risata senza fiato "Non ti ho sentito entrare. Ero a un milione di chilometri di distanza".

    Con movimenti efficienti, Belle dosò il caffè e l'acqua e mise il caffè in percolazione. Fatto ciò, si sedette sull'isola e lo guardò in attesa.

    Rassicurato che non la stesse interrompendo, Gold rivendicò il posto accanto a lei "Ti avevo promesso un brownie, vero? Scusa. Mi sono distratto".

    Belle respinse le scuse con una mano distratta "Non preoccuparti. Avevo bisogno di una pausa. I miei occhi stavano iniziando ad incrociarsi".

    "Non devi sovraccaricarti di lavoro" la rimproverò Gold gentilmente.

    Con un sorriso mesto, Belle ammise "Sto spingendo per finire presto. Ho solo quest'ultimo compito da fare e poi ho finito con tutto tranne che con la tesi finale. So di non essere stata di grande aiuto ultimamente, ma giuro che farò di meglio".

    Belle aveva fatto così tanto per lui e Bae che a Gold non era mai passato per la mente di sentirsi come se non stesse facendo il suo lavoro. Appoggiò la mano sulla sua, applicando una forte pressione come se potesse premere le sue prossime parole dentro di lei "Non hai nulla di cui scusarti. Hai già fatto più di quanto potrei mai chiedere. Non sentirti in colpa per volere del tempo per lavorare sui tuoi studi e Bae ha bisogno di imparare che hai una vita che non lo coinvolge”.

    Per un istante, gli occhi di Belle sembrarono vitrei e lei abbassò rapidamente lo sguardo sul punto in cui la sua mano si era posata sulla sua, facendo sì che Gold si chiedesse se avesse visto bene "Grazie" sussurrò.

    "Stai... Tutto bene?" chiese. Se l'avesse turbata, voleva sapere cosa fare in modo da essere sicuro di non farlo mai più.

    "Sto bene" disse subito, la voce squillante. Quando sollevò la testa, stava sorridendo, ma Gold non riuscì a scrollarsi di dosso la sensazione che qualcosa non andasse.

    Non era colpa sua se non sentiva di poter essere onesta con lui. Per mesi, Belle lo aveva sostenuto, ma lui aveva fatto ben poco per ricambiare il favore. Non le aveva dato motivo di fidarsi di lui per aiutarla con i suoi problemi.

    "Sai... puoi parlarmi di qualsiasi cosa" disse, le parole che suonavano dolorosamente inadeguate alle sue stesse orecchie.

    "Va tutto bene" lo informò Belle mentre spostava la mano dalla sua presa e si alzava per versarsi una tazza di caffè "Ne vuoi uno?".

    Non era dell'umore giusto per un caffè, ma condividere un drink gli avrebbe dato una scusa per parlarle un po' più a lungo e, si sperava, per andare a fondo di quello che non andava "Sì, per favore. Grazie".

    Anche con l'umore teso in cucina, la vista della sua tazza rosa e gialla della Principessa Belle fece sorridere Gold "Ti manca essere una principessa?" chiese, non sicuro di cosa avrebbe fatto se lei avesse detto di sì.

    Alla sua domanda, Belle emise un lieve gemito di dolore e Gold si alzò in fretta, chiedendosi se si fosse bruciata.

    "Belle?".

    "Che cosa accadrà?" gli diede le spalle, rivolgendo la domanda alla caffettiera.

    Gold allungò una mano verso di lei, poi la lasciò cadere quando si rese conto che lei non poteva vederlo "Cosa intendi?".

    "Bae sta migliorando. Adesso ha Emma".

    Erano entrambe cose buone, ma lei non sembrava particolarmente felice. La mente di Gold iniziò a correre, chiedendosi cosa stesse cercando di dirgli "Non va bene?".

    "È meraviglioso" la voce di Belle si spezzò, le sue spalle si piegarono come se stesse soffrendo.

    "Tesoro..." Belle non dava segno di volere che lui la confortasse, ma Gold non poteva semplicemente stare lì e fissarla mentre soffriva. Si avvicinò abbastanza da appoggiarle una mano sulla spalla, sentendo Belle rabbrividire al suo tocco "Vieni qui?" la implorò, tirando dolcemente nella speranza che lei si voltasse.

    Per un momento, Belle non si mosse, poi si girò e andò alla cieca tra le sue braccia, premendo il viso contro il suo petto in modo che non potesse vedere la sua espressione "Mi hai chiesto di trasferirmi qui perché Bae era malato e solo" disse, la voce attutita "Non è più così ora".

    Alla fine, le cose iniziarono ad essere più chiare. Per quanto impossibile, Belle si sentiva insicura riguardo al suo posto lì. In qualche modo, si era messa in testa che non avevano più bisogno di lei e niente poteva essere più lontano dalla verità.

    "E questa è stata la decisione più intelligente che abbia mai preso. Non so cosa farei senza di te, tesoro" Gold le premette un bacio sulla testa "Questa è casa tua adesso". Era piuttosto presuntuoso. Con una mano, Gold prese il mento di Belle e le inclinò la testa all'indietro "Sei felice qui?".

    I suoi occhi erano rossi, ma sorrise coraggiosamente "Oh sì".

    Si chinò per baciarle la punta del naso "Allora voglio che tu rimanga per sempre".

    Quando Belle si rannicchiò contro di lui, Gold avvolse saldamente le braccia intorno a lei, sentendo il peso della scatola dell’anello nella sua tasca. La tentazione di inginocchiarsi e farle la domanda ora era quasi schiacciante. Una volta che avrebbe avuto il suo anello al dito, Belle non avrebbe avuto più dubbi su quanto fosse permanente il suo posto in quella famiglia.

    Se lo avesse fatto, Bae non lo avrebbe mai perdonato.

    "Credo di essere stata sciocca" mormorò Belle "Tutto sembra così diverso ora".

    "È diverso" convenne Gold. Una volta aveva descritto la vita con Bae come un giro sulle montagne russe. In qualsiasi momento, il bambino avrebbe potuto subire un attacco grave e farli precipitare a una caduta di trenta metri o Whale avrebbe potuto chiamare con la notizia che i polmoni erano disponibili, facendoli volare di nuovo a 30 metri da terra. Ora, sebbene la salute di Bae fosse ancora precaria, erano di nuovo su una chiglia regolare. Il giro sulle montagne russe era finito.

    Era passato così tanto tempo dall'ultima volta che aveva messo i piedi su un terreno solido che Gold non riusciva a ricordare come si sentiva.

    “Questo è un nuovo territorio per tutti noi. Bae non ricorda un momento prima di ammalarsi. Io ricordo a malapena quel periodo. Allora ero un uomo diverso. Sei entrata nelle nostre vite nel momento più nero e hai reso tutto migliore. Ora dobbiamo capire chi siamo senza tutta quella paura che incombe su di noi" la malattia di Bae lo aveva cambiato irrevocabilmente. Non sarebbe mai più stato l'uomo spensierato che era prima della diagnosi di suo figlio, ma se a Belle piaceva l'uomo che era diventato, Gold poteva conviverci.

    “Stavo pensando all'operazione di Bae come una conclusione, ma in realtà non lo è. È un inizio. Questo è un nuovo inizio per noi” disse dolcemente Belle.

    "È esattamente quello" concordò Gold. Le fiabe avevano un lieto fine, ma ora che Bae sarebbe sopravvissuto, avrebbero avuto un inizio felice. Era anche meglio.

    Belle lo strinse un po' più forte, poi fece un passo indietro "Penso che staremo bene".

    Per qualche ragione, il modo in cui lo disse lo affascinava "Lo penso anch'io".

    Gold avrebbe voluto dirle che l'amava così tanto che poteva sentire le parole bruciargli sulla lingua, ma le inghiottì con uno sforzo. Se avesse detto quelle parole, niente gli avrebbe impedito di farle la proposta e non era giusto farlo senza Bae.

    Invece, adottò un approccio più indiretto "Hai detto che hai un ultimo compito da finire. Oserei sperare che avrai finito entro il prossimo fine settimana?".

    Le sopracciglia di Belle si sollevarono per la curiosità "Dovrei, sì. Perché?".

    “I giardini botanici apriranno il prossimo fine settimana. Penso che tutti noi potremmo goderci un po' d'aria fresca. Che ne dici?” Gold dovette mordersi la lingua per mantenere la sua espressione disinvolta.

    “Oh, sembra fantastico! E presto farà abbastanza caldo da poter piantare il nostro giardino" gli occhi di Belle si allontanarono, come se stesse immaginando di dare vita al loro giardino immaginario. Bevve un sorso sognante del suo caffè e fece immediatamente una smorfia "Freddo!".

    Ridacchiando, Gold le prese la tazza e la mise nel microonde "Permettimi di fare la mia magia".

    Belle gli rivolse un sorriso affettuoso "Sono felice che tu voglia che resti”.

    Una volta che il microonde fece il suo lavoro, Gold restituì la sua tazza, rubando un bacio veloce nel processo "Sono contento che tu lo voglia. Va meglio?".

    Dopo un sorso, Belle annuì in segno di approvazione "Molto meglio. Grazie" lanciando uno sguardo riluttante alla porta, sospirò "Penso che dovrei tornare al lavoro".

    "Prima inizi, prima finirai” le disse.

    "Spero che Bae non sia troppo arrabbiato con me per averlo ignorato".

    “Sta parlando con Emma. Non si accorgerebbe nemmeno se entrambi scomparissimo dalla faccia della Terra" per un folle momento, Gold fu tentato di suggerire di approfittare della distrazione di Bae per trascorrere un po'... di tempo privato insieme, ma spinse spietatamente quei pensieri in fondo alla sua mente e disse alla sua libido di calmarsi. Belle aveva del lavoro da fare e ci sarebbe stato tempo per quel genere di cose una volta che avesse finito con i suoi compiti. Ad esempio, il prossimo fine settimana.

    Sarebbe stata bellissima indossando nient'altro che il suo anello.

    Gold si schiarì la gola e guardò in basso, aggiustando la sua posizione in modo che la reazione del suo corpo a quell'immagine non fosse così ovvia "Vai, allora".

    Belle gli mandò un bacio mentre usciva dalla cucina e una volta che se ne fu andata, Gold si lasciò cadere su una sedia e bevve un grosso sorso del suo caffè freddo per calmare il suo ardore. Una volta aveva detto a Bae di non sprecare la sua vita e quello era ancora un buon consiglio, ma anche così...

    Il prossimo fine settimana non poteva arrivare abbastanza presto.


    Continua…
     
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    Capitolo 27



    “Dov'è la cascata? Voglio vedere la cascata!”.

    I giardini botanici della costa del Maine erano incantevoli e molto più grandi di quanto Gold avesse previsto. Sebbene avesse letto le informazioni sul sito web, non aveva veramente compreso quanto potessero essere grandi trecento acri fino a quando non si era trovato di fronte al problema di trovare una cascata specifica. Anche all'inizio della stagione, i giardini erano spettacolari, ma era difficile apprezzare la vista con un impaziente bambino di sette anni al seguito.

    Finora avevano esplorato la casa delle farfalle, il giardino dei cinque sensi e il giardino dei bambini, facendo frequenti soste per riposarsi in ossequio al continuo recupero di Bae. Dato che era una giornata fresca e nuvolosa, i tre avevano il posto quasi interamente per loro, ma Gold si ritrovò incapace di rilassarsi e godersi gli splendidi dintorni. Ad ogni passo che faceva, la scatola dell’anello nella sua tasca sembrava diventare più pesante, riempiendolo di apprensione per quello che sarebbe successo una volta trovata la cascata.

    Belle, che si occupava della mappa, la tirò fuori e la tenne in modo che Bae potesse vedere "Siamo qui e la cascata è laggiù" spiegò, usando il dito per segnare i luoghi "Forse dovremmo salvarla per la prossima volta. Meglio che non esageri e ti stanchi troppo".

    Dato che Bae aveva deciso che la cascata era il luogo perfetto per una proposta di matrimonio, il bambino sembrò inorridito dal suggerimento casuale di Belle di non vederla "Ma io voglio andarci! Non sono stanco!" protestò.

    "Guarda! Hanno un orto! Questo significa piante che puoi mangiare, proprio come a Epcot. Perché non diamo un’occhiata e prendiamo qualche idea per le cose che possiamo piantare nel nostro giardino?" Belle prese la mano di Bae nella sua e lo condusse lontano dal sentiero che li avrebbe portati alla cascata, ignara degli sguardi urgenti che Bae stava lanciando da sopra la sua spalla a suo padre.

    Gold li seguì, cercando di pensare a un modo per reindirizzare Belle senza rendere evidente che lo stava facendo "Non mi dispiacerebbe vedere la cascata di persona. Perché non ci prendiamo una pausa per il pranzo dopo aver visto l'orto? Dopo un buon riposo, la passeggiata non sembrerà così difficile".

    Belle si voltò a guardarlo, i suoi occhi luminosi e felici "A me sta bene se sta bene a voi!".

    Se fosse stata da sola, Belle sarebbe stata in grado di esplorare ogni angolo e fessura dei giardini. Era la sua gamba malata e la salute fragile di Bae che la stavano rallentando. Bae si stava riprendendo magnificamente dal trapianto di polmoni e finora il suo corpo non mostrava segni di rigetto, ma era un ragazzino molto malato da molto tempo. Non avrebbe recuperato la sua resistenza in una manciata di settimane o addirittura mesi.

    Anche se la vita di Bae non era più in pericolo immediato, il bambino aveva ancora una lunga strada da percorrere. Gold si permise di restare un passo indietro per vedere meglio Belle e Bae che camminavano mano nella mano, chiacchierando allegramente. Sapeva che Belle amava Bae e, per qualche ragione, amava anche lui, ma chiedendole di diventare sua moglie, le stava chiedendo di impegnarsi in una vita che non sarebbe stata facile.

    "Rallenta, abbiamo perso papà" Belle rimproverò casualmente Bae quando notò che Gold era indietro. Con un sorriso brillante, gli tese la mano, invitandolo a unirsi a loro.

    Con il cuore più leggero, Gold si affrettò a stringerle le dita. Non sarebbe stata una vita facile, ma se qualcuno era in grado di ridurre tutti i suoi problemi a misura d’uomo, quella poteva essere solo Belle. Gold poteva solo sperare di aver fatto abbastanza per dimostrare di poter essere un buon partner per lei. Se lo avesse rifiutato, gli avrebbe spezzato il cuore.

    Con sua sorpresa, l'esplorazione dell'orto riuscì a distrarre Bae dalla missione del giorno. Ogni verdura che vedeva voleva aggiungere la sua gemella al proprio giardino e se avessero provato a coltivare anche solo una frazione delle piante di cui Belle stava annotando sul suo telefono, non avrebbero avuto più un metro libero.

    "Non ti piacciono i peperoni" Gold ricordò a suo figlio mentre Bae ammirava i peperoni colorati in mostra.

    "Mi piacciono questi peperoni" lo corresse Bae "Voglio piantare quelli rossi e quelli arancioni e quelli gialli”.

    "Ma non verdi?" Belle confermò mentre digitava diligentemente la nota.

    “Forse verdi, ma probabilmente no. Ci sono molte altre cose verdi” Bae corse a guardare le piante di pomodoro, lasciando che gli adulti lo seguissero come anatroccoli.

    Un po' della tensione che Gold stava sopportando si sollevò dalle sue spalle quando Belle fece scivolare la sua mano nella sua ancora una volta.

    "Penso che il nostro giardino sia diventato molto più grande" sussurrò.

    "Basta che non ci faccia piantare zucchine" supplicò Gold.

    Quando le sopracciglia di Belle si sollevarono, invitandolo a spiegare, fece oscillare dolcemente le loro mani giunte e disse "Durante la mia prima estate a Storybrooke, ho commesso l'errore di non chiudere a chiave la macchina. Sono tornato e ho trovato la Cadillac piena di zucchine”.

    All'epoca, aveva pensato di essere vittima di uno strano scherzo a base di verdure. Alla fine, aveva capito che i giardinieri di Storybrooke erano semplicemente disperati visto che i loro raccolti di zucchine erano molto fiorenti e non gli piaceva l'immagine mentale di se stesso che vagava per le strade di Storybrooke di notte, cercando di trovare posti dove scaricare i prodotti in eccesso.

    Belle ridacchiò "A casa è la stessa cosa con l’uva, non zucchine, ti capisco".

    “L’uva la potrei accettare. È più versatile” con un grappolo si poteva fare il succo o la gelatina. Con un po' di ricerca, avrebbero persino potuto avventurarsi nella produzione di vino proprio. Le zucchine, d'altra parte, tendevano ad avere il sapore delle zucchine, indipendentemente da ciò che si faceva.

    Belle gli diede una leggera spinta "Disse l'uomo che non ha mai mangiato uva tre pasti al giorno per settimane intere”.

    Ridacchiando, Gold si chinò per strofinarle il naso sulla sommità della testa "Vero. Mi sottometterò alla tua esperienza. Niente uva e niente zucchine".

    Alla fine, riuscirono a trascinare Bae lontano dal giardino e nel caffè per un piacevole pranzo. Considerando l'entusiasmo di suo figlio, Gold si preoccupò di ordinare insalate e quando arrivarono, ornate di fiori commestibili tanto da sembrare come se una piccola macchia di giardino fosse strisciata all'interno dei loro piatti, Bae divorò il suo piatto e anche metà dell'insalata di suo padre.

    "Che cos'è questo?" chiese il bambino, le guance gonfie di verdure mentre indicava qualcosa nel piatto.

    "È un ravanello, ma non so di che tipo" Belle rispose.

    La cameriera fu in grado di chiarire che si chiamava ravanello anguria quando gli consegnò l’aragosta, lasciando Bae sconcertato "Non ha il sapore dell'anguria”.

    "No, ma in un certo senso sembra un’anguria" Belle prese una fetta del suo ravanello per richiamare l'attenzione di Bae sulla sua polpa rossa e la sua buccia verde.

    La cameriera sorrise e Gold fece eco al sentimento, chiedendosi cosa vedesse la donna quando guardava il loro tavolo. Marito, moglie e figlio adorato?

    Era più probabile che avesse etichettato Belle come la madre di Bae e lui come il nonno, pensò acidamente mentre beveva un sorso frettoloso del suo tè freddo. Belle e Bae lo facevano sentire giovane, ma momenti come quello gli ricordavano che, in realtà, aveva il doppio dell'età di Belle.

    Ma l'età era solo un numero, pensò speranzoso. Belle sapeva quante più candeline ci sarebbero state sulla sua torta di compleanno rispetto alla sua, ma lo amava comunque. Non si aspettava che lei ignorasse semplicemente il fatto che se lo avesse sposato, probabilmente sarebbe sopravvissuta a suo marito, ma forse non sarebbe stato un problema.

    Avevano bisogno di trovare la cascata prima che diventasse pazzo preoccupandosi di tutti i modi in cui quella proposta poteva andare terribilmente male.

    Il dessert furono delle creme brûlé d'acero e quando ebbero finito, Gold si sentì come se potesse camminare per dieci chilometri con facilità. Anche così, esaminò attentamente Bae per qualsiasi segno che la sua energia stesse cedendo e quando lo portò in bagno per lavarsi, lo interrogò direttamente "Ti senti abbastanza bene da camminare fino alla cascata e poi ritornare alla macchina?".

    Bae lo guardò come se avesse due teste "Dobbiamo farlo!".

    “Non dobbiamo fare nulla. Oggi abbiamo visto una dozzina di posti bellissimi. E la fontana?" non c'era nessuna legge che dicesse che la proposta dovesse avvenire vicino a una cascata. Era improbabile che la risposta di Belle potesse cambiare a seconda dell'ambientazione. Era lo stesso uomo sia che si trovasse vicino a una cascata, vicino a una fontana o in un ospedale.

    “Deve essere la cascata. È importante" Bae insistette.

    Bae sembrava così determinato che Gold ebbe un'illuminazione. La scelta della location era stato il contributo di Bae alla proposta. Al bambino non era stato permesso di aiutare a scegliere l'anello, quindi era importante per lui che mettesse la sua firma in qualche modo.

    Abbracciò forte il suo bambino "Va bene. Andremo alla cascata”.

    Gold lo tenne stretto finché Bae non si divincolò. Delicatamente, lisciò i capelli soffici di Bae e si guardò allo specchio "Come ti sembro?".

    Aveva indossato il suo abito migliore e la cravatta preferita per l'occasione e si era alzato presto per lucidare le scarpe. La rasatura aveva richiesto il doppio del tempo rispetto al solito, ma mentre Gold si guardava la mascella con aria critica, era soddisfatto del risultato. I suoi capelli, tuttavia, erano un'altra storia. Stavano finalmente iniziando a crescere un po', ma la lunghezza era imbarazzante e c'era troppo grigio visibile.

    Bae lo guardò appena "Stai bene. Andiamo”.

    Gold roteò gli occhi, archiviando mentalmente quel momento per usarlo contro suo figlio in futuro, forse la sera del primo appuntamento ufficiale di Bae.

    Nonostante le sue preoccupazioni, il sentiero che portava alla cascata era una passeggiata facile, ombreggiata da alberi e attraversando abbastanza sculture da impedire a Bae di annoiarsi. Mentre camminavano, Gold lanciò un'occhiata a Belle con la coda dell'occhio, ammirando il modo in cui i suoi capelli svolazzavano nella brezza e la meraviglia nei suoi occhi blu mentre osservava la bellezza dell'ambiente circostante. Lui, d'altra parte, era cieco a tutto tranne che a lei.

    "Eccola!" esclamò Bae.

    Dalle foto, Gold si aspettava che la cascata fosse più grande, ma Bae sembrava impressionato come se fossero le cascate del Niagara. Belle gli passò il braccio sotto il suo, premendosi contro il suo fianco mentre sorrideva a Bae.

    "Prenditi un momento e riprendi fiato" lo avvertì Gold, sentendosi improvvisamente tremante. Aveva provato quel momento nella sua testa migliaia di volte, ma ora che era lì, la sua lingua sembrava fatta di piombo.

    Con la mano libera, Belle tirò fuori il telefono e scattà alcune foto spontanee di Bae che ammirava la cascata prima di chiamare il suo nome per attirare la sua attenzione e comandare "Sorridi!".

    Bae sorrise obbediente, poi rivolse la sua attenzione a suo padre, saltellando con impazienza da un piede all'altro "Possiamo farlo ora? Possiamo?".

    Perplessa, Belle rimise il telefono nella borsa e fece un passo indietro in modo da poter guardare entrambi "Fare cosa?".

    Gold si sentiva come se fosse sull'orlo di un precipizio, ma se non fosse saltato, Bae lo avrebbe spinto oltre il bordo "Bae e io abbiamo una domanda da farti" gracchiò, il suo accento più forte di quanto non fosse stato da quando aveva lasciato Glasgow.

    "Ok" disse Belle con attenzione mentre univa le mani davanti a sé. Un attimo dopo, le lasciò andare, le braccia che oscillavano lungo i fianchi, poi le strinse dietro di sé mentre saltellava leggermente sulle punte dei piedi, un sorriso nervoso sul viso.

    "Papa e io vogliamo che tu ci sposi!" strombazzò Bae.

    "Oh!" Belle lasciò ricadere le mani mentre la sua bocca si apriva in segno di sorpresa.

    Trasalendo, Gold sperò che fosse una piacevole sorpresa. Col senno di poi, lui e Bae avrebbero dovuto provare quel momento perché il fatto che suo figlio avesse spifferato la proposta non era proprio come aveva pianificato di fare.

    Bene, il gatto era fuori dal sacco ora. Sostenendo il suo peso sul bastone, si abbassò a terra fino a quando non fu in ginocchio davanti a Belle, poi le prese le mani tra le sue, chiedendosi se potesse sentire il tremito nelle sue dita "Non è così che avevo intenzione di dirlo, ma sì, voglio davvero chiederti di sposarmi”.

    Bae si fece strada sotto il braccio di Belle per premersi contro il suo fianco "Se sposi papà, diventerai mia mamma" la informò.

    "E ti piacerebbe?" Belle chiese al bambino, la sua voce tremante.

    Bae annuì con impazienza e le avvolse le braccia intorno alla vita "Sì! Voglio che tu sia mia mamma”.

    Quando lei lo guardò, Gold cercò di sorridere "Volevo che fosse più romantico. Mi dispiace” prendendo un respiro profondo, cercò di dire ad alta voce le parole che aveva detto nella sua testa così tante volte "Belle, non ce l'avrei fatta a superare quest'ultimo anno senza di te. Bae ed io eravamo in un luogo oscuro e tu hai portato luce nelle nostre vite. Hai completato la nostra famiglia. Spero che ti renderemo un decimo più felice di come ci rendi tu, perché non possiamo vivere ormai senza di te”.

    Le parole sembrarono imbarazzanti e inadeguate, ma Gold non sapeva come dirlo in altro modo. Se avesse detto di più, avrebbe iniziato a piangere e aveva passato troppi anni a proteggere Bae dalle sue lacrime per sentirsi a suo agio a piangere davanti al suo bambino ora. Più tardi, avrebbe raccontato a Belle tutte le cose che erano troppo personali per dire anche davanti a Bae. Per ora, poteva solo porre la domanda che desiderava porre da quelli che sembravano anni "Vuoi sposarmi?".

    "Ed essere mia mamma?" Bae aggiunse.

    Quando Belle tirò via una mano dalla sua presa, il cuore di Gold sprofondò, ma invece di allontanarsi da lui, avvolse semplicemente il braccio attorno a Bae per stringerlo "Sì" sussurrò, i suoi occhi vitrei.

    L'ondata di sollievo che lo investì fu così intensa da essere quasi dolorosa. Nonostante tutti i suoi difetti, Belle lo aveva ritenuto degno. Aveva accettato di diventare sua moglie.

    "Davvero? Ci sposerai?" chiese Bae con gli occhi che brillavano di eccitazione.

    Belle fece una risata acquosa e gli baciò la sommità della testa "Certo che sì!".

    Gold frugò in tasca, sollevato dal fatto che fossero abbastanza lontani dalla cascata da non farlo cadere nell'acqua "Grazie, tesoro. Giuro che ti renderò felice”.

    "Lo so" lo rassicurò Belle, poi sorrise a Bae "Entrambi mi rendete felice”.

    Ci volle un po' di sforzo per aprire la scatola con una mano sola, ma sembrava che non riuscisse a rilasciare la presa sulle dita di Belle. Una volta che ci riuscì, la sollevò per la sua approvazione e lei emise un rumoroso sussulto.

    "Oh, wow”.

    "Se non ti piace, possiamo cambiarlo" le disse Bae utilmente.

    "È bellissimo!" Belle si chinò per sfiorare le sue labbra contro le sue e Gold quasi si sciolse in una pozzanghera ai suoi piedi. Dopo tutte le prove e le tribolazioni, finalmente tutto stava andando per il verso giusto. Belle stava per sposarlo. Sarebbero diventati una famiglia.

    Bae fece il broncio per le sue lodi per l'anello, ma con sollievo di Gold, non fece notare che considerava il diamante troppo piccolo. Era meglio evitare che Belle cercasse di trovare un modo delicato per dire al bambino che i suoi gusti erano, nel migliore dei casi, ostentati.

    Con gli occhi spalancati, Belle lo guardò mentre infilava con cura l'anello al suo anulare, dove scintillava felicemente, come se fosse stato fatto apposta per lei.

    “Mia moglie…” mormorò Gold, ancora a malapena in grado di credere alla sua fortuna. Bae sarebbe sopravvissuto e Belle sarebbe diventata sua moglie. La vita era perfetta.

    Dopo che Belle e Bae lo aiutarono a rimettersi in piedi, i tre si strinsero insieme su una panchina di pietra vicino alla base della cascata.

    "È questo il motivo per cui tutti e due eravate così ansiosi di vedere la cascata?" chiese Belle.

    "L'abbiamo pianificato per tutta la settimana. Ti abbiamo sorpreso!" disse Bae compiaciuto.

    "Certo che sì!".

    "All'inizio, Bae voleva tornare alla Disney in modo da poter fare la proposta nel castello della Bestia dove ti abbiamo incontrato".

    Quel gesto stravagante non si era materializzato, ma si sperava che Belle potesse apprezzare il pensiero.

    “Sarebbe stato molto carino anche quello, ma sono contenta che l'abbiate fatto in questo modo. Questo può essere il nostro posto speciale ed è molto più facile da raggiungere rispetto alla Disney" sottolineò Belle.

    "Posso chiamarti mamma adesso?" chiese Bae.

    Belle tirò su col naso, ma il suo sorriso non vacillò mai "Puoi chiamarmi come vuoi”.

    "A volte potrei dimenticarlo" la avvertì Bae "Ma anche se ti chiamo Belle, voglio dire mamma".

    Era incredibile quanto poco fosse cambiato, rifletté Gold mentre si beava di quel momento. Ora che Belle sarebbe diventata sua moglie e la madre di Bae, tutto era diverso, ma la loro facile compagnia sembrava la stessa. Era come se fosse stata moglie e madre fin dall'inizio e tutti loro avevano impiegato così tanto tempo per realizzarlo.

    "Volevo che Olaf portasse l'anello, ma papà ha detto di no" Bae disse a Belle mentre iniziavano la lunga passeggiata verso la parte anteriore dei giardini.

    Belle annuì "Sono sicura che gli sarebbe piaciuto aiutare, ma non credo che gli piacerebbero i giardini. Le sue gambette si sarebbero stancate molto per tutto quel camminare”.

    Gold poteva dire che anche le gambe di Bae si stavano stancando, ma con frequenti soste per riposare, riuscirono a tornare alla Cadillac senza incidenti. Sul sedile posteriore, Bae parlò del suo progetto di dire a Emma tutto della proposta e sembrava incline a portarla nei giardini per una drammatica rievocazione dell'evento. Senza distogliere lo sguardo dalla strada, Gold tolse una mano dal volante e prese quella di Belle, godendosi la sensazione di avere una vera partner al suo fianco. Bae era troppo da gestire per chiunque.

    Tra l'aria fresca e l'esercizio che aveva fatto quel giorno, alla fine della cena Bae era già mezzo addormentato. Gold riuscì a convincerlo ad aspettare fino a domani per chiamare Emma, suggerendogli di raccontare ad Olaf tutto della giornata e da lì fu abbastanza facile convincerlo ad andare a letto.

    Una volta che Bae si addormentò, Gold decise di saltare il consueto rituale della buonanotte in favore di sgattaiolare fuori dalla stanza con Belle una volta che avesse finito di leggere il capitolo notturno di Hexwood.

    "Rilassati, tesoro" la esortò "Preparo io il tè stasera".

    In precedenza, in un impeto di ottimismo, aveva nascosto una bottiglia di champagne sul retro del frigorifero e Gold sorrise tra sé mentre la stappava e versava il contenuto in due bicchieri. Non era tè, ma pensava che quella notte fosse un momento di festa. Non capitava tutti i giorni che si fidanzasse.

    Quando tornò nella sua stanza - la loro stanza adesso - Belle era già rannicchiata nella sua solita sedia sul balcone, con gli occhi fissi nel vuoto. Gold si schiarì la gola per avvertirla della sua presenza, poi le offrì un flute di champagne.

    "Ho pensato che dovremmo festeggiare".

    Invece di sorridere, Belle mise bruscamente il bicchiere sul tavolino tra le loro sedie "Ho alcune cose che voglio chiederti. Non volevo dire niente davanti a Bae…”.

    ’Cazzo’.

    Gold quasi crollò sulla sua sedia, la testa che gli girava. Come poteva essere stato così stupido? Mesi fa, quando aveva chiesto per la prima volta a Belle di diventare la tata di Bae, era stato attento a farlo fuori dalla portata d'orecchio di suo figlio, sapendo che farle una domanda così importante di fronte a lui avrebbe significato farle pressione. Oggi, aveva inavvertitamente fatto lo stesso. Tutto quello che avrebbe voluto fare era includere Bae in quel cambiamento monumentale nelle loro vite, ma dal punto di vista di Belle, l'aveva messa all'angolo. Non sarebbe riuscita a guardare Bae negli occhi e rifiutare la loro proposta.

    Non aveva accettato di sposarlo perché lo voleva. Aveva accettato perché non le aveva dato altra scelta.

    "Ti dirò tutto ciò che vuoi sapere" le promise. Se Belle avesse voluto un resoconto completo della sua vita fino a quel momento, glielo avrebbe dato, ferite e tutto il resto. Meritava di sapere tutto su di lui prima di decidere se voleva incatenarsi a lui per sempre.

    Prima che potesse chiedere qualcosa, Gold parlò di nuovo, incapace di trattenersi. Quel pomeriggio aveva commesso un errore colossale e il minimo che poteva fare era riconoscere quanto male avesse gestito la proposta e scusarsi "Belle, mi dispiace. Non volevo metterti a disagio oggi. Bae voleva farne parte e io volevo coinvolgerlo. Non ho pensato a quanta pressione avremmo messo su di te. Se hai accettato solo per non deluderlo, lo capisco. Non ce l’avrò con te se questo non è quello che vuoi. Troverò un modo per spiegarlo a Bae. Non preoccupati di questo”.

    Con sua sorpresa, Belle allungò la mano per prendergli la sua, poi gentilmente fece leva su quella col bicchiere di champagne e lo mise al sicuro accanto al suo "Non ho intenzione di cambiare idea. Ho detto che ti sposerò e ho intenzione di farlo, non importa come andrà questa conversazione. Ho solo alcune domande e voglio che tu sia onesto con me".

    Anche se stava promettendo comunque di essere sua moglie, il fatto che sentisse il bisogno di ammonirlo ad essere onesto fece comunque un po' male "Ti ho sempre detto la verità”.

    "Sì, l'hai fatto" concordò lei, sorridendo leggermente "È una delle cose che mi piacciono di te”.

    Quando lei continuò a guardarlo in silenzio, Gold si mosse, non sicuro di cosa avrebbe dovuto dire "Hai detto che avevi delle domande?" suggerì, sperando di non perdere qualche sottinteso che lei stava cercando di inviargli.

    “Ho delle domande. In realtà, immagino di averne solo una” Belle intrecciò le dita in grembo, fissandole "Perché mi vuoi sposare?".

    Gold si aspettava che gli chiedesse un racconto degli eventi che avevano portato alla fine del suo primo matrimonio o una panoramica della sua storia familiare. Non quello. "Scusa?".

    Si mordicchiò il labbro inferiore "Mi hai chiesto di sposarti perché vuoi che io sia la mamma di Bae? O c'era qualcosa di più?".

    Con quella domanda, Gold finalmente capì. Aveva commesso un errore nel coinvolgere Bae nella proposta e ne aveva fatto uno ancora più grande non dicendo a Belle cosa provava per lei nel momento in cui si era reso conto di essere innamorato di lei. Considerando quanto fosse stato povero di parole, non c'era da meravigliarsi che sospettasse che la stesse sposando solo per poterla assicurare come un appuntamento fisso nella vita di Bae.

    Deglutì a fatica, deciso a rimediare "Tesoro, no. Voglio dire, voglio che tu sia la madre di Bae, ma non è per questo che te l’ho chiesto. Io... non so come vivere senza di te. Nell'ultimo anno, sei stata l'unica cosa che mi ha fatto andare avanti. Quando le cose andavano male, mi hai dato speranza. Io... Belle, non potrò mai ringraziarti abbastanza per questo".

    Bella sospirò "Ti senti in debito".

    Non si sbagliava, ma sentiva molto di più per lei che gratitudine "Ti amo, tesoro. So che non ti ho dato alcun motivo per credermi. Non sono stato un partner per te. Non sono l'uomo che meriti, ma ti amo. Io… passerò il resto della mia vita cercando di essere degno di te se me ne darai la possibilità2.

    Gold si fermò tremante mentre Belle chiudeva gli occhi ed emetteva un singhiozzo senza suono.

    "Belle?" sussurrò, non sicuro se avesse migliorato o peggiorato le cose.

    Quando lei aprì gli occhi, erano vitrei, ma sorrideva "Sai... ero abbastanza sicura che mi amassi. Solo che non ero sicura che tu lo sapessi”.

    La sua risposta inaspettata lo colse così alla sprovvista che Gold si ritrovò a ridere senza fiato. Forse la situazione non era così terribile come temeva se Belle era disposta a credere che l'amasse "Vorrei poterti dire quando mi sono innamorato di te, ma onestamente non ne ho idea. L'ho capito mentre stavamo andando a Boston per l'operazione di Bae, ma sono sicuro che ti amavo da molto prima che me ne rendessi conto”.

    Esitante, allungò la mano per prendere la sua e quando Belle lo incontrò a metà strada, capì che sarebbe andato tutto bene "Temo di essere un po' arido emotivamente”.

    Il suo sorriso affettuoso gli fece rivoltare lo stomaco "Non arido, solo un po' lento. Inoltre, avevi un sacco di altre cose di cui preoccuparti. L'importante è che ci sei arrivato".

    Le passò il pollice sulle nocche, il cuore che fremeva alla sensazione dell'anello di diamanti che indossava "Ho fatto un pessimo lavoro nel mostrarti cosa provo. Mi dispiace per questo. Giuro che farò di meglio”.

    Belle inclinò la testa per guardarlo da un'altra angolazione "È la seconda volta che lo dici. Di cosa stai parlando?".

    Se era disposta a trascurare i suoi difetti, Gold odiava richiamare la sua attenzione su di essi, ma le aveva promesso l'onestà "Sei stata un pilastro di forza per tutto l'anno e io non ti ho dato molto in cambio. Quella notte, quando Bae ha avuto quell'orribile attacco, non sono riuscito nemmeno a consolarti quando hai pianto. So quanto le cose siano sbilanciate e non è giusto. Farò meglio, tesoro. Ci ho provato, ma so che non è abbastanza. Se sarai paziente con me, ti dimostrerò che tu può contare su di me”.

    Dopo aver fatto il suo giuramento, Belle lo guardò in silenzio per così tanto tempo che Gold si chiese se avesse inavvertitamente detto qualcosa di terribile.

    "Belle?".

    "Da quanto tempo ti preoccupi di questo?".

    Gold scrollò le spalle "Beh, è stato ovvio fin dall'inizio, no? Una relazione dovrebbe essere una strada a doppio senso, ma tu hai fatto tutto il lavoro. Mi hai confortato e sostenuto per mesi e io non ho fatto altro che approfittare della tua generosità. Sono davvero dispiaciuto per questo, tesoro. Sto cercando di migliorare”.

    Belle scosse la testa "Non avevo idea che la pensassi così. Elias, ovviamente sono stata io a sostenerti! Bae è tuo figlio. Anch'io lo amo e spero che un giorno mi lascerai adottarlo, ma so che non è la stessa cosa, avevo i miei genitori e i miei amici che mi sostenevano, così che io potessi sostenere te perché ne avevi più bisogno”.

    Non poteva essere così facile. Istintivamente, Gold lasciò cadere la mano e indietreggiò, rifiutando di accettare l'assoluzione che gli stava offrendo "Un marito dovrebbe sostenere sua moglie. Meriti di meglio da me”.

    "Ascolta, se mio padre avesse un ictus, mi aspetterei che tu mi sostenessi e mi confortassi e probabilmente non avrei molto da restituire a te e Bae. Non è un fallimento morale. È solo la vita. A volte tu avrai bisogno di più e a volte io. Va bene. Penso che alla fine tutto si livellerà" allungando la mano, Belle gli afferrò di nuovo la sua e la tenne stretta “Per favore, smettila di preoccuparti di questo. Non mi sembra che tu mi abbia usato o ti sia approfittato di me. Tutto quello che ho fatto per te, l'ho fatto perché lo volevo. Ti amo, Elias” Belle portò le loro mani giunte alla bocca per baciargli le dita "Smettila di parlare male dell'uomo che amo".

    "Oh, Belle..." la voce di Gold tremò. Se fosse vissuto cento anni, non avrebbe mai capito cosa avesse fatto per guadagnarsi il suo amore "Ti meriti molto di più di me”.

    Sembrando esasperata, Belle aprì la bocca, poi la richiuse, un'espressione pensierosa le attraversò il viso per sostituire l'esasperazione "Chi mi merita?".

    La sua domanda gli fece sbattere le palpebre "Come?".

    "Solo per amore di discussione, diciamo che hai ragione, tu non mi meriti. Quindi, chi mi merita? Se dovessi scegliere qualcuno che è abbastanza buono per me, chi sceglieresti?".

    Il pensiero di Belle con un altro uomo squarciò l'anima di Gold, ma cercò di risponderle onestamente. Per quanto ci provasse, non riusciva a immaginare nessun uomo abbastanza esemplare da essere degno di Belle. Un principe di qualche tipo? Eppure la posizione sociale non era un indicatore del carattere. Belle meritava un uomo buono, gentile e nobile. Qualcuno che non avrebbe mai avuto un pensiero malvagio, figuriamoci compiere un'azione malvagia.

    Un solo nome gli balzò in testa e lo disse senza pensarci "David Nolan”.

    Belle annuì "Va bene. Diciamo che David Nolan è degno di me. Se domani si presentasse volendo che scappassi con lui, dovrei dire di sì? Dopotutto, mi merita".

    Gold non aveva la minima idea di come fosse arrivato a quell’argomento "Dubito che accadrà. È troppo fedele a Mary Margaret”.

    La presa di Belle sulla sua mano si strinse leggermente "Questo è un esperimento mentale, Elias. Stai al gioco”.

    Non riusciva a vedere il senso nell'immaginare qualcosa che non sarebbe mai successa, ma se era importante per Belle, ci avrebbe provato "Va bene. David divorzia da Mary Margaret e decide che vuole te al suo posto”.

    Se David fosse disposto ad abbandonare moglie e figlia per scappare con la fidanzata di un altro uomo, non sarebbe più l'uomo che Gold pensava che fosse. Certamente non sarebbe degno di Belle in quello scenario, ma prima che potesse sottolinearlo, Belle fece una correzione.

    "Diciamo che Mary Margaret ha divorziato da lui. Comunque, è single e mi vuole".

    Odiava quell’esperimento mentale "E…?".

    "Devo dargli quello che vuole? Visto che mi merita?" Belle lo guardò fisso mentre Gold cercava di capire a cosa stesse arrivando.

    La risposta sembrava troppo ovvia per essere corretta "Ovviamente no”.

    Un piccolo sorriso si mostrò sulle labbra di Belle "Perchè no?".

    “Perché questo non prende in considerazione i tuoi desideri. Non devi concederti ad un uomo solo perché ti vuole, non importa quanto sia un uomo modello. Dovresti donarti solo alla persona che vuoi, la persona che scegli”.

    Mentre parlava, il sorriso di Belle si allargò gradualmente "Ed è esattamente quello che sto facendo. Io voglio te”.

    Aveva preparato la trappola in modo così preciso che Gold non si era accorto che ci stava cadendo fino a quando non fu troppo tardi "Ah".

    Quando Belle gli spiegò la cosa come se avesse l'età di Bae, aveva perfettamente senso. Era davvero così semplice. Belle lo amava e lo aveva scelto. Era abbastanza per lei.

    Se lo considerava degno di essere suo marito, probabilmente sarebbe stato saggio smettere di discutere con lei "Ti amo, tesoro".

    Belle gli diede uno strattone gentile con la mano, tirandolo abbastanza vicino per un bacio, e quando le loro labbra si toccarono, Gold la sentì sorridere "Anch'io ti amo".

    Con ciò, la questione sembrò essere risolta. Mentre Gold si sedeva, si chiese se quello fosse il momento appropriato per suggerire un brindisi al loro futuro, ma mentre prendeva in considerazione l'idea di prendere il suo bicchiere, Belle parlò di nuovo.

    "Quindi, se ti sei reso conto che mi amavi prima che Bae fosse operato, c'è un motivo per cui non me l'hai detto?".

    Messa così, non c'era da meravigliarsi che avesse messo in dubbio i motivi della sua proposta. Non avrebbe potuto gestire quella situazione peggio di così "All'inizio, non sembrava mai essere il momento giusto. Eravamo così presi dalla malattia di Bae che abbiamo avuto a malapena un momento per noi stessi e non volevo semplicemente spifferarlo nel mezzo della stanza di un ospedale. Volevo che fosse speciale”.

    "E quando siamo tornati a casa?" chiese Belle.

    "Volevo dirtelo. L'ho quasi fatto così tante volte. Ma sapevo che se ti avessi detto che ti amavo, avrei finito per dire tutto. Non mi fidavo di essere in grado di fermarmi prima di chiederti di sposarmi e non potevo fare una cosa simile a Bae. Era così entusiasta di esserci per la proposta. Non volevo deluderlo" forse sarebbe stato meglio se avesse fatto proprio quello. Bae alla fine avrebbe superato i suoi sentimenti feriti “Suppongo di aver preferito i suoi sentimenti ai tuoi e mi sento malissimo a riguardo. Non la pensavo in quel modo. Lo immaginavo come un momento familiare, il momento in cui siamo diventati una famiglia. Non volevo farti venire dubbi se ti stessi chiedendo di sposarmi solo per poter smettere di pagare il tuo stipendio" riuscì a fare un debole sorriso mentre faceva quella battuta "Cercherò di farmi perdonare”.

    Belle si alzò dalla sedia e Gold grugnì di dolce sorpresa quando si depositò senza tante cerimonie sul suo grembo. Istintivamente, le avvolse le braccia intorno mentre lei gli appoggiò la testa sulla spalla.

    "È stata una bellissima proposta. Sono contenta che Bae ne abbia fatto parte. Vorrei solo che me l'avessi detto prima".

    Gold sfiorò il viso contro i suoi capelli "Te lo dirò ogni giorno, dieci volte al giorno".

    "Mi piacerebbe" lei sussurrò.

    Non c'era tempo migliore come il presente "Ti amo, Belle. L'anno passato è stato il più difficile della mia vita, ma è stato anche il migliore perché mi ha dato te. So che hai solo fatto finta di essere una principessa, ma lo sei in tutti i sensi- Amo la tua gentilezza, il tuo ingegno e la tua intelligenza e sono grato ogni giorno che tu scelga di condividere la tua vita con me” premette un dolce bacio contro la sua tempia "Mi sposerai, tesoro? Sarai mia moglie e la madre di Bae? Mi renderai l'uomo più felice del mondo indossando il mio anello?".

    Belle tirò su col naso e lo strinse un po' più forte "Oh, sì. Ti amo, Elias. Sarò orgogliosa di chiamarti mio marito”.

    Sentendosi lui stesso in lacrime, Gold si chinò per catturare la sua bocca con la propria, approfittando della distrazione di Belle per tirare via il suo anello di fidanzamento solo da poter avere il piacere di farlo scivolare di nuovo sul suo dito.

    Belle fece una risatina tremante quando si rese conto di cosa stava facendo "Astuto”.

    "Magia" replicò, facendo un gesto stravagante prima di rimettere a posto l'anello. Tenendole la mano nella sua, guardò il diamante scintillante "Bae era molto arrabbiato con me per averlo scelto senza di lui”.

    Belle fece una smorfia di comprensione "Posso immaginare. Probabilmente è stato per il meglio, però”.

    "Mi ha detto senza mezzi termini che era troppo piccolo".

    "Se fosse stato più grande, non sarei stata in grado di alzare la mano!".

    Gold ridacchiò "Aveva le idee molto chiare su come doveva andare la proposta. A quanto pare, Emma gli ha detto tutto su come farla. Potremmo dover rimettere in scena il momento per lei quando i Nolan verranno a trovarci. Ti stancherai di sentirmi chiederti di sposarmi”.

    Belle si rannicchiò di più contro di lui "Puoi chiedermelo ogni giorno se hai intenzione di dire cose così belle".

    "Ogni giorno per il resto della nostra vita" le promise. Il pensiero di loro due, tra decenni, rivivendo quel momento mentre avevano i capelli grigi e segnati dall'età, lo riempiva di calore.

    Con la mano che al momento non era arricciata tra i capelli castani di Belle, Gold prese il suo bicchiere di champagne e glielo porse prima di prendere il suo "A un felice inizio?" propose.

    Belle sorrise tra le lacrime mentre faceva tintinnare il bordo del bicchiere contro il suo "Ai felici inizi”.


    Continua…
     
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    E siamo alla fine! :A3:
    Una splendida storia con un finale ancora più splendido :] Spero sia piaciuta a voi leggerla come a me tradurla :B17:
    Un grazie enorme di nuovo all'autrice Bad_Faery :A9: :A9: !!






    Capitolo 28



    Gold aveva i suoi dubbi sulla saggezza di quella escursione, ma Bae aveva implorato di visitare Disney World e c'era poco che potesse negare a suo figlio, non quando non c'era alcuna garanzia che avrebbe avuto suo figlio accanto a sé per molto tempo ancora.

    Passandosi la mano sul viso, Gold cercò di concentrarsi sul positivo. In quel momento, Bae era raggiante, il suo sorriso quasi gli spaccava il viso in due mentre guardava fuori dal finestrino della monorotaia mentre aspettavano di partire dalla stazione del Polynesian Resort. Mentre la maggior parte degli adolescenti attraversava un periodo di almeno alcuni anni in cui si consideravano troppo grandi per godersi qualcosa di infantile come un viaggio a Disney World, l'amore di Bae per i parchi non era mai venuto meno e quando aveva implorato di celebrare il suo quindicesimo compleanno con un viaggio in Florida, Gold non aveva saputo dire di no. Troppo presto, il ragazzo sarebbe partito per l’università e dopo sarebbe stato troppo impegnato con le lezioni e gli amici per avere tempo per cose come le vacanze in famiglia.

    Mentre la monorotaia si muoveva, Belle gli diede una leggera spintarella con il piede.

    "Sei a un milione di miglia di distanza".

    "Sto solo pensando" la rassicurò, avvicinandosi per chiedere un bacio veloce da sua moglie e passare un dito sotto il mento di Gideon. In quel momento, il loro figlio piccolo era felice in grembo a sua madre, ma una volta raggiunto il parco, Gold prevedeva il disastro.

    La persona preferita di Gideon al mondo da tre anni a quella parte era Bae e ancora Bae, lungi dal risentirsi per l'intrusione del nuovo arrivato dopo dodici anni in cui era stato figlio unico, adorava il suo fratellino. I due erano scaltri come ladri ed era per questo che Gold non poteva fare a meno di provare un brutto presentimento per quella vacanza.

    Se Bae faceva qualcosa, Gideon si aspettava fermamente di essere incluso. A suo merito, Bae aveva una pazienza infinita per il suo fratellino, sicuramente più di quella che Emma aveva per il suo fratellino e non sembrava importargli coinvolgere un bambino nelle sue avventure. Quello, però, era a casa. Disney World era diverso.

    Il Regno Magico era un luogo dove le famiglie potevano divertirsi insieme, ma nemmeno la magia Disney poteva riscrivere le leggi della fisica. Gideon era coraggioso come un leone, avendo ereditato la stessa vena impavida che condividevano Belle e Bae, ma era una cosa minuscola, anche per un bambino di tre anni. Non ci sarebbero state montagne russe per Gideon quel giorno e Gold sapeva che suo figlio non avrebbe accolto di buon grado la consapevolezza che non era abbastanza alto per salire su tutto ciò che poteva fare suo fratello maggiore.

    Non era stato un problema quando Gideon era un neonato, contento di sonnecchiare nel suo passeggino mentre i suoi genitori e il fratello maggiore esploravano il parco, ma ora che era abbastanza grande per prestare attenzione a ciò che accadeva intorno a lui, la situazione era più delicata. In privato, Gold sarebbe stato perfettamente felice di intrattenere Gideon invece di farsi sbattere i denti sullo Space Mountain, ma Gideon sarebbe stato indignato per essere stato lasciato indietro mentre Belle e Bae salivano su. Gold poteva chiaramente immaginare i capricci che ci sarebbero stati nel suo immediato futuro.

    Cose del genere erano il motivo per cui aveva avuto intenzione di aspettare fino a quando Gideon fosse stato un po' più grande per riportarlo a Disney World, ma l'insistenza di Bae nel festeggiare il suo compleanno nel parco aveva mandato in cortocircuito quei piani. Un padre meno affettuoso avrebbe puntato i piedi, ma Gold era costituzionalmente incapace di negare a Bae tutto ciò che voleva il giorno del suo compleanno.

    Non era passato molto tempo da quando aveva temuto che Bae non sarebbe vissuto abbastanza per vedere il suo nono compleanno, per non parlare del suo quindicesimo. Ogni nuova candela sulla torta di suo figlio lasciava Gold con le ginocchia deboli per la gratitudine e se avevano esagerato nel festeggiare, beh, almeno avevano qualcosa da festeggiare.

    Sette anni dopo il suo intervento chirurgico, Bae stava battendo ogni probabilità. Nel frattempo c'erano state battute d'arresto, paure e frenetiche corse in ospedale, ma a un certo punto le cose si erano stabilizzate. Una volta che Bae aveva superato il magico traguardo dei cinque anni di convivenza con i polmoni di un donatore, il futuro era chiaro: Bae sarebbe sopravvissuto a suo padre. Tutto era come avrebbe dovuto essere.

    “Guarda, Gideon! Giddy, guarda! Laggiù!".

    Immediatamente, Gideon si alzò per mettersi in grembo a Belle e premere la faccia contro il finestrino della monorotaia in modo da poter vedere cosa stava indicando Bae: una squisita cappella vittoriana sulla sua isola privata vicino al resort Grand Floridian.

    "È lì che papà e mamma si sono sposati" Bae disse al fratellino.

    Il ricordo di quel giorno glorioso fece sospirare Gold mentre prendeva la mano di Belle e la stringeva. Considerando come si erano conosciuti, non c'era stato alcun dubbio in nessuna delle loro menti che si sarebbero dovuti sposare a Disney World e stando mano nella mano con Belle all'altare, con il Castello di Cenerentola in lontananza, era stato un momento da favola che aveva preso vita.

    Non era mai stata più simile a una principessa di quel giorno.

    Gideon annuì, il visino serio "Io c’ero".

    Ridacchiando, Gold allungò una mano per solleticare il fianco grassoccio di suo figlio "Temo che non ci fossi".

    Avevano invitato tutti quelli che conoscevano, dai Nolan ai genitori di Belle, agli amici dell’università e le altre principesse, ma a quel punto Gideon non era ancora nelle menti di nessuno. Fino a quando la salute di Bae non era stata saldamente sotto controllo, non avevano osato prendere in considerazione l'idea di ampliare la loro famiglia.

    Gideon si voltò dal finestrino con il labbro inferiore che tremava mentre rivolgeva uno sguardo di puro tradimento a suo padre. Prima che suo figlio potesse scoppiare in lacrime per il grande insulto di non essere stato invitato a un matrimonio avvenuto prima ancora di essere concepito, Gold fece scivolare le mani sotto le sue braccia e lo tirò abbastanza vicino da seppellire la faccia nel collo di Gideon e fare un ringhio rapace nel suo orecchio mentre fingeva di divorare il suo secondogenito.

    Ben presto, Gideon scoppiò in una risata, la sua irritazione dimenticata, e Gold sistemò la presa su di lui in modo che Gideon potesse sedersi in grembo con una delle mani di suo padre che gli sosteneva la schiena mentre giocava con il braccialetto scintillante di Belle, lo stesso che Bae aveva scelto per lei tanto tempo fa.

    Sotto la mano di Gold, poteva sentire Gideon respirare e, come sempre, si prese un momento per concentrarsi sull’alzarsi e abbassarsi del suo petto. Era sciocco. Le possibilità che Gideon sviluppasse la stessa malattia rara che quasi aveva ucciso suo fratello maggiore erano infinitesimali. Avevano fatto tutti i test possibili sia durante la gravidanza di Belle che dopo la nascita di Gideon, per assicurarsi che qualsiasi potenziale problema di salute fosse identificato e trattato prima che si verificasse qualsiasi danno e ogni test era stato negativo. Gideon Gold era sano come un cavallo.

    Tutte quelle cose erano vere, eppure Gold si sorprendeva ancora a contare i respiri di Gideon nello stesso modo in cui faceva con quelli di Bae ogni volta che il suo primogenito restava fermo abbastanza a lungo. Alcune cicatrici erano troppo profonde per guarire completamente, ma almeno non facevano più male. La sua famiglia era felice, sana e unita, e quella era l'unica cosa al mondo che contava.

    “Ecco il castello! E guarda il treno!”.

    Gideon si lanciò verso suo fratello maggiore, lasciando che Bae lo sorreggesse per mostrargli le meraviglie del Regno Magico. Sorridendo alla vista, Gold avvolse un braccio intorno a Belle, sentendo sua moglie rilassarsi contro di lui mentre ammiravano i loro figli.

    Era divertente. Bae gli somigliava ogni anno di più, mentre Gideon era l'immagine sputata di Belle, ma i fratelli riuscivano comunque a sembrare sorprendentemente simili.

    "Cosa faremo prima?" chiese Belle a bassa voce mentre la monorotaia si avvicinava alla stazione.

    “Qualunque cosa Bae voglia, suppongo. È il suo compleanno" era allo stesso tempo strano ed esilarante affidare a suo figlio la responsabilità dell'itinerario della giornata. Cedere il controllo non gli veniva naturale, ma per quel giorno tutto ciò che doveva fare era seguire l'esempio di Bae e concentrarsi sul divertimento.

    "Qual è il nostro primo giro?" disse a Bae "I pirati?".

    Anche se aveva promesso di seguire le volontà di Bae, Gold non potè fare a meno di provare a indovinare cosa avrebbe voluto fare suo figlio. Quasi sicuramente, Bae sarebbe voluto andare prima ad una delle sue attrazioni preferite e Adventureland era il tradizionale punto di partenza per ogni viaggio della famiglia Gold.

    Con sua sorpresa, Bae scosse la testa "No. Gideon ha bisogno di vedere lo spettacolo di Belle. Faremo prima quello".

    "Che bella idea" Belle sorrise mentre si appoggiava al fianco di Gold.

    Bae si portò Gideon in grembo "La mamma viveva qui ed era una principessa".

    Gideon sembrava disposto ad accettarlo in buona fede, ma Gold non potè fare a meno di correggere suo figlio "È ancora una principessa".

    "Oh, finiscila" il sorriso imbarazzato di Belle smentiva il suo affettuoso rimprovero.

    Chinando la testa, Gold reclamò un altro bacio "Ti manca mai? Essere una principessa?" chiese dolcemente una volta che le loro labbra si divisero.

    Belle emise un suono basso mentre considerava la domanda "È stato divertente. Adoravo il costume e vedere tutti i bambini. E dare un’occhiata a tutti i papà sexy che portavano i loro figli".

    Fingendo offeso, Gold le fece il solletico "Non sono sicuro che mi piaccia questa cosa. Tutti i papà sexy?".

    Gli occhi di Belle brillavano mentre rideva "Beh, un solo papà sexy".

    "Già va meglio".

    "Immagino che a volte mi manchi" Belle gli strofinò il naso sulla mascella "Dopotutto, è stato il secondo miglior lavoro che abbia mai avuto".

    "Qual è il primo?" chiese, sicuro di conoscere la risposta.

    "Essere la tata di Bae" rispose, cogliendolo alla sprovvista.

    "Non l’essere mia moglie?" anche se lei lo stava solo prendendo in giro, faceva ancora un po' male, le insicurezze che aveva pensato fossero scomparse da tempo ancora una volta alzavano le loro brutte teste.

    Gli occhi di Belle si addolcirono "Essere tua moglie non è un lavoro, è un privilegio".

    Con una sola frase, le insicurezze furono nuovamente bandite e Gold si sciolse in lei, perdendosi nella dolcezza della sua bocca e nella calda sicurezza del suo amore.

    "Andiamo ragazzi o avete intenzione di sbaciucchiarvi tutto il giorno sulla monorotaia?" chiese Bae, la sua voce un misto di affettuosa tolleranza e imbarazzo adolescenziale.

    “Abbiamo intenzione di sbaciucchiarci. Divertiti con tuo fratello” lo informò Gold.

    "Andiamo, papà!".

    Quando Gold alzò lo sguardo, Bae era già sulla piattaforma della monorotaia, Gideon al fianco. Non si era nemmeno accorto che si erano fermati.

    Belle seguì il suo sguardo confuso e si sciolse in una risata allo sguardo impaziente sul viso di Bae.

    "Posso convincerti a fare un altro giro?" Gold mormorò.

    "Allettante, ma è il suo compleanno" gli ricordò, offrendogli una mano per aiutarlo ad alzarsi.

    Nel momento in cui si unirono a Bae sulla piattaforma, il ragazzo passò suo fratello a Belle e tirò fuori il telefono, picchiettando mentre scendevano la rampa verso l'ingresso del parco.

    "Sei serio? Siamo a Disney World. Sicuramente ci sarà qualcosa che ti farà divertire” lo rimproverò Gold.

    Bae arrossì leggermente e inclinò lo schermo del telefono lontano da suo padre, non abbastanza velocemente da impedire a Gold di intravedere il viso di Emma. Apparentemente, anche la Disney non era abbastanza coinvolgente da impedire a Bae di inviare messaggi o twittare o qualunque cosa gli adolescenti facessero ora con la sua migliore amica.

    "Di' a Emma che la saluto".

    "Papà…".

    Gold ebbe pietà del ragazzo e fece un passo indietro, scambiando uno sguardo divertito con Belle. I due avevano una scommessa amichevole in corso su quanto tempo ci sarebbe voluto a Bae per notare che si era innamorato della sua migliore amica di lunga data e sembrava che il momento si stesse avvicinando. Bae, a quanto pareva, era ignaro di quel genere di cose quasi quanto lo era stato un tempo suo padre.

    Con enorme dignità, Bae ripose il telefono in tasca mentre passavano i controlli di sicurezza e scansionavano i loro MagicBand, una novità per Gideon che solo ora era abbastanza grande da averne bisogno. Una volta che riuscirono a trascinare il bambino lontano dal palo magico che si illuminava con il profilo di Topolino ogni volta che lo toccava con il braccialetto, furono pronti per iniziare la giornata.

    "Cosa ne pensi, Giddy?" chiese Belle mentre prendeva il bambino tra le braccia, tenendolo in modo che potesse guardarsi intorno.

    Gli occhi di Gideon erano grandi come piattini mentre si guardava intorno. Mentre osservava la scena, un treno sbuffò nella stazione di Main Street sopra le loro teste e il viso di Gideon si aprì in un enorme sorriso "Treno!".

    "Grande treno" concordò Bae, arruffando i capelli del fratellino.

    Lo sguardo di Gideon era fisso sulla macchina a vapore "Andiamo su treno".

    "Ci andremo più tardi" Bae gli promise.

    "Voglio ora!".

    Gold fece scivolare il braccio intorno alla vita di Belle e premette il viso contro i suoi capelli per nascondere la sua risata mentre Bae e Gideon negoziavano. Bae aveva quindici anni di pratica per fare a modo suo, ma Gideon era volitivo come sua madre. Forse si era preoccupato per niente. Gideon non si permetteva di essere escluso da nulla.

    Ben presto, i quattro si sedettero sul treno, Gideon sembrava compiaciuto della sua vittoria dalla sua posizione in grembo a Belle. Seduto tra sua moglie e suo figlio maggiore, Gold avvolse un braccio intorno a entrambi e lasciò cadere un bacio sulla sommità della testa di Bae.

    “Questa è la prima corsa che abbiamo mai fatto. Te lo ricordi, Bae-Bae?” quella prima visita al parco sembrava come se fosse accaduta mille anni prima e sembrava anche che fosse stato solo ieri. Nel frattempo, Bae aveva fatto molta strada da quel bambino pallido e fragile con un tubo nel naso.

    Suo figlio borbotò un po' per il soprannome infantile, ma non si tirò indietro. Sorrise invece al ricordo di quel primo viaggio Disney "Pensavo che gli animali fossero reali".

    Il treno superò diverse vignette del Vecchio West che includevano animali animatronici meno che convincenti per gli occhi degli adulti. Per un bambino, tuttavia, veri cervi e alligatori erano in agguato accanto ai binari e Gideon strillò di gioia alla vista.

    C'erano volte in cui Gold sentiva la mancanza del Bae di sette anni che credeva nella magia e pensava che suo padre sapesse tutto. Suo figlio stava crescendo troppo in fretta, ma quando si ricordò che c'era stato un tempo in cui temeva che non sarebbe cresciuto affatto, capì che non aveva nulla di cui lamentarsi.

    "Sono felice" Gold disse ad alta voce a nessuno in particolare. C’era voluto molto tempo per smettere di sentire come se il pavimento stesse per cadere improvvisamente da sotto di sè e anche ora gli faceva bene fermarsi per un momento per apprezzare quanto fosse davvero meravigliosa la sua vita.

    Belle appoggiò la testa contro la sua spalla "Anche io".

    "Sì" disse Bae, la sua voce burbera, ma il ragazzo si appoggiò contro di lui.

    Mentre il treno sbuffava lungo il suo circuito, Gold tenne la sua famiglia un po' più stretta e sospirò soddisfatto. Disney World era un luogo di magia, ma non c'era niente di più magico che avere le tre persone che amava di più tenute al sicuro tra le sue braccia.

    Strofinò il viso contro i capelli di Belle "Vuoi sposarmi?".

    Anni prima, aveva promesso scherzosamente di fare la proposta a Belle ogni giorno per il resto della loro vita e Gold aveva mantenuto quella promessa anche se indossavano anelli coordinati da più di mezzo decennio. Era un rituale ora, un modo personale per dire ti amo più di quanto le parole potessero dire e, qualunque cosa fosse accaduta, tutto sarebbe andato bene finché sarebbero stati insieme. Era un modo per dirle grazie per essere mia moglie, la mia vita, il mio tutto. Grazie per amarmi.

    Quando Bae si era ammalato, Gold aveva pregato per un lieto fine, ma con i nuovi polmoni di Bae e Belle al suo fianco, aveva ottenuto qualcosa di ancora meglio. Aveva avuto un lieto inizio.

    Belle girò il viso per baciargli la mascella e lui poté sentire il suo sorriso "Ti sposerei tutti i giorni".

    "Bleah" brontolò Bae, ma sorridendo.

    Gideon si contorse, chiedendo a sua madre di baciarlo, e Belle gli obbedì, facendo schioccare le labbra per far ridere il bambino. Gold ridacchiò impotente, il suo cuore così pieno che il suo petto riusciva a malapena a contenerlo.

    Il loro lieto inizio diventava ogni giorno più lieto.


    FINE.

     
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