House of Telefilm Forum - Tutto sui telefilm!

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    CITAZIONE (Soft Moony @ 11/6/2018, 17:36) 
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    Capitolo 22 (I parte)



    Kate è sul bordo del marciapiede. Il piccolo omino elettronico passeggia nella sua scatola dall'altro lato della strada. Le persone si muovono in entrambe le direzioni ma sentieri invisibili si sono fatti largo nel marciapiede di Kate, avvolgendosi attorno alle sue caviglie e immobilizzandola lì. L'omino sullo schermo passa da bianco ad arancione e appare un countdown sotto le sue digitali gambe. Il suo andamento lento aumenta man mano che i numeri scendono, le gambe arancioni si illuminano più velocemente finchè - inevitabilmente - non perde la gara.

    Un grosso STOP rosso appare sullo schermo e Kate osserva un paio di ritardatari farsi spazio sul marciapiede. Le macchine si muovono e lei sospira. Le unghie si conficcano nelle mani e impreca per essersi fatta convincere da suo padre.

    Il traffico scorre, i freni urlano mentre le mani si avvicinano all'intersezione. I suoi occhi trovano una Prius blu poco distante e la segue nel suo percorso. Kate può quasi vedere lo sguardo annoiato sul viso del guidatore barbuto quando le squilla il telefonino. Lo prende dalla borsa al fianco e fa scivolare il pollice sul vetro.

    "Hey, papà".

    "Katie, dove sei?" il tono lievemente irritato "Sei in ritardo di quasi mezz'ora".

    "Lo so" risponde lei "Scusami. La metro è passata in ritardo". Ed era vero. Non di mezz'ora, ma suo padre non deve saperlo "Sono all'incrocio. Arrivo tra 5 minuti".

    "Ok" dice Jim "Sbrigati".

    Kate mette giù senza dire altro. Riappare l'omino e Kate si muove, il dito indice sfiora il bagagliaio della Prius quando la supera. Non si permette di fermarsi mentre cammina, il cuore impazzito contro il petto, passo dopo passo.

    La porta della galleria si apre con un lieve rumore e tutti i muscoli del suo corpo vibrano mentre entra.

    "Katie" sente suo padre quando gira l'angolo della sala principale "Sei qui".

    Johanna al suo fianco, le mani avvolte attorno ai fianchi, e il cuore di Kate si ferma un secondo. Quasi 7 settimane. Nonostante tutte le irritazioni e il sarcasmo, 7 settimane è il periodo più lungo in assoluto senza vedersi o parlarsi. Sente la rabbia nel basso ventre ma è temperata, gli angoli appuntiti smussati dal tempo e dalla distanza.

    "Scusa il ritardo" dice Kate, gli occhi saettano tra i suoi genitori "Il mio treno era in ritardo".

    "Sei qui, ora" dice Jim, il braccio attorno le spalle di sua moglie si stringe. Johanna si avvicina di più a lui e lo abbraccia, Jim le bacia una tempia. Kate osserva gli occhi di sua madre chiudersi un attimo e prova della gelosia proprio al centro del petto "Vi lascio parlare" dice lui, gli occhi in quelli di Kate "Sarò nell'ufficio di Laurent se aveste bisogno di me, ok?".

    Kate e sua madre annuiscono. Jim stringe un'ultima volta la spalla di Johanna e si allontana, le mani nelle tasche dei pantaloni.

    "Non zoppica" osserva Kate, studiando il passo di suo padre mentre gira l'angolo e si dirige verso l'ufficio di Laurent.

    "La dieta e la terapia stanno aiutando" dice Johanna "Ha ancora l'operazione da fare ma il medico dice che il progresso di ora significa un tempo di recupero minore dopo".

    "Bene".

    Il bordo della gonna di Kate le sfiora le caviglie mentre si muove sul posto. Gli occhi vagano per le mura della galleria. Tra due giorni l'esposizione chiuderà. L'arte verrà imballata, le casse di legno con le sue fotografie dirette in un attico nel West Side.

    Johanna si schiarisce la voce e Kate sobbalza.

    "Tuo padre non ti ha chiamata per questo incontro per parlare di lui, per quanto se ne possa inorgoglire. Andiamo, Kate" dice, indicando con una mano un serie di panche di legno "Parliamo".

    Kate si siede sul duro legno, la distanza tra loro che parla di tante cose.

    "Mi hai chiamata Kate" dice, gli occhi che passano dal pavimento alle sue mani incrociate.

    "L'ho fatto" annuisce Johanna "É così che vuoi essere chiamata, giusto?".

    "Da quando ti interessa quello che voglio io?".

    Dice quelle parole prima ancora di pensarle. Sua madre trattiene il fiato e Kate si gira verso di lei, alzando una mano.

    "Scusa. È stato inopportuno".

    "No" Johanna scuote la testa, i suoi capelli più grigi di quanto Kate ricordi "Non lo è stato. Hai tutto il diritto di essere arrabbiata con me. Ma spero che sarai disponibile ad ascoltarmi".

    "Mamma...".

    "Dal momento in cui sei nata" Johanna continua, il suo volto si ammorbidisce come ogni volta in cui parla di lei da bambina "La cosa che non vedevo l'ora di vedere era quella di starti accanto mentre crescevi. Tutte le altre mamme che conoscevo si lamentavano dei loro figli perchè crescevano troppo velocemente, ma non io" le rughe attorno ai suoi occhi si fanno più profonde mentre sorride "Non vedevo l'ora di vederti diventare la tua persona. Di vederti sbocciare in una donna e condividere i tuoi sogni e le tue speranze con me. Volevo essere una guida per te, aiutarti in qualsiasi cosa".

    "Lo sei stata" dice Kate, un qualche bisogno istintivo di rassicurare sua madre prende il posto della rabbia "Lo sei stata. So che puoi non condividere tante mie decisioni, mamma, ma io sono quella che sono grazie a te".

    Johanna scuote la testa, gli occhi lucidi - gli occhi di Kate "No. Tu sei la persona che sei grazie a te. E probabilmente per non essere come me" fa scivolare una mano lungo la panca e Kate la incontra a metà strada, le dita che si stringono attorno a quelle di sua madre come quando era piccola "So di averti pressata, Kate. So che ho provato a dirti come vivere la tua vita e cosa è meglio per te. E mi dispiace".

    Il dolore nel petto di Kate, quello che l'ha accompagnata per un mese e mezzo, diventa più intenso, ma poi la scusa accorata di sua madre inizia a spegnere quel fuoco "Non devi...".

    "No, devo" Johanna le stringe la mano "Ma devo anche spiegarti. Amo essere tua madre. Non una madre" dice, gli occhi fissi in quelli di Kate "Tua madre. Non te l'ho mai detto, ma prima di incontrare ed innamorarmi di tuo padre, non ero molto sicura di volere dei bambini".

    Kate sobbalza leggermente a quello "Davvero? È difficile da credere. Tu sei...".

    "Una ficcanaso di livello esperto?" Johanna scherza, un sopracciglio alzato.

    "No" dice Kate, ridacchiando leggermente "Beh, sì, ma... Sei brava. A fare la mamma. Anche quando ho fatto scelte che non ti sono piaciute, sei sempre stata una buona mamma".

    Le guance di Johanna si colorano lievemente di rosa "Significa tanto sentirtelo dire...".

    "E lo dico davvero" dice Kate, l'osso della caviglia schiocca quando fa forza su un piede per avvicinarsi a lei "Sei una buona madre, non importa cosa sia accaduto tra noi".

    "Grazie, Kate" le parole le escono un po' strozzate e Johanna schiarisce la voce "Ci ho provato. Dal momento in cui ho scoperto di essere incinta, ho sempre provato ad essere la madre migliore per te" sposta lo sguardo e alza la mano per asciugarsi una lacrima vagante sulla guancia "So di aver fallito parecchie volte, che ho tentato di spingerti nella direzione che pensavo fosse la migliore senza prendere del tutto in considerazione i tuoi sentimenti. Non mi sto giustificando, ma spero che potrai provare a capirmi".

    Il petto di Kate si stringe mentre sua madre si gira sul posto, piegando una gamba sotto l'altra. Il suo sguardo è uno di quelli che Kate ricorda di aver visto prima d'ora e i polmoni iniziano a bruciarle mentre prova a continuare a respirare.

    "Per tutta la tua vita ho sognato il tuo futuro. Chi saresti stata, cosa avresti fatto, chi avresti sposato. Se avresti avuto figli tuoi oppure o no. Le infinite possibilità di tutto. E poi..." Johanna si interrompe e deglutisce a fatica "Poi sei quasi morta".

    Un pesante silenzio cala tra di loro. Non hanno mai parlato dell'incidente prima d'ora. Non al di fuori degli effetti che ha avuto sulla salute mentale di Kate. Stava annegando, dopo, e i suoi genitori sono intervenuti per aiutarla. Ma, per la prima volta veramente, si domanda sa hanno aiutato anche loro stessi.

    "Ancora ora, non ho parole per spiegare come sia ricevere quella telefonata. Sentire un completo sconosciuto dire che mia figlia - la mia bambina - aveva avuto un incidente bruttissimo e che era stata trasportata in ospedale in elicottero. Mi si è fermato il cuore" Johanna sospira, ora le lacrime scorrono libere sul suo viso "Si è fermato e non è ripartito finchè non ti sei svegliata dal coma. Se non l'avessi fatto, se fossi..." trema, la mano libera si muove in aria, il gesto a completare quelle parole che non ha il coraggio di dire "... Mi sarei stesa sul pavimento dell'ospedale e sarei morta anche io".

    Kate scuote la testa d'istinto, l'idea di un mondo senza sua madre è troppo anche solo da pensare "No" dice subito con un filo di voce "Hai papà. Sarebbe andato tutto ok".

    "Oh, Katie" dice sua madre, un leggerissimo sorriso sulle labbra e lo stomaco di Kate diventa pesante a quel familiare nomignolo che finge di odiare "No. Non sarebbe andato nulla bene. Amo tuo padre profondamente, ma tu..." Johanna sospira, gli occhi lucidi che brillano alla luce del pomeriggio "Tu sei parte di me. Ti ho fatta io" le stringe la mano con entrambe le mani, ora "Ti ho portata dentro di me, e quando sei nata... Hai mai sentito dire che le madri vivono con i loro cuori al di fuori dei propri corpi? È vero. Almeno per me,
    Mi sono completamente innamorata di te. E, forse, hai ragione" afferma Johanna, abbassando il viso "Forse non sarei morta. Ma sarebbe sembrato lo stesso".

    "Mi dispiace".

    Sua madre piega la testa di lato, alzando le sopracciglia in confusione "Per cosa?".

    "Per averti fatta preoccupare" dice Kate, alzando una spalla.

    "Sono tua madre. La preoccupazione è naturale".

    "Forse" dice Kate "Ma io ho peggiorato le cose. Mi sono presa dei rischi e ho fatto scelte stupide, e tu... tu volevi solo proteggermi. Lo capisco, ora. Quindi..." fa di nuovo spallucce "Mi dispiace".

    Una delle mani di Johanna si alza ad accarezzare la guancia di Kate "Non devi mai scusarti con me per essere chi sei, Katie. La tua anima agogna l'avventura. Dopo anni di lotta e di provare a cambiarla, finalmente ho capito. Mi preoccuperò sempre e vorrò proteggerti, ma te lo prometto" dice Johanna, il pollice che asciuga una lacrima di Kate "Ho finito col volerti cambiare. Mi dispiace di averlo anche fatto".

    "É ok" mormora Kate.

    "Non lo è" Johanna abbassa la mano, posandosela in grembo "Dopo l'incidente, ho commesso un sacco di errori. Ci eri andata così vicina alla morte e non avevi vissuto tutte le bellissime esperienze che avevo immaginato per te, e questo mi ha consumata. Ho iniziato a provare a importi quelle cose perchè ero spaventata, Katie. Lo sono ancora”.

    Johanna si alza, le braccia strette attorno alla vita mentre passeggia lentamente davanti la panca. Kate la osserva, il suo cuore che batte il solo rumore che riesce ad udire.

    "Non ho mai saputo come processare la paura" confessa sua madre, le spalle in avanti e il mento verso il petto "Invece di affrontarla, ho provato a dominarla. Pensavo che se ti avessi vista sistemata, stabile e felice come ti avevo immaginata, allora sarebbe andata via. Che avrei finalmente smesso di svegliarmi con il cuore in gola, convinta che fossi morta. Quindi ho provato a controllare la tua vita per controllare la paura".

    "Vorrei che ne avessimo parlato tanto tempo fa" dice Kate con un nodo in gola.

    "Anche io. Ma, onestamente, non avevo realizzato tutto fino a quella sera in cui ti sei presentata a casa. Dopo che te ne sei andata, tuo padre ed io ci siamo seduti e abbiamo parlato a lungo di tutto. Lui mi ha davvero fatto capire come avevo gestito la mia relazione con te e che dovevo trovare un modo - un modo sano - per gestire tutto. Abbiamo fatto un paio di chiamate e da allora vedo un terapista una volta a settimana. Mi aiuta. Più di quanto potessi immaginare".

    Johanna si ferma e si appoggia contro una colonna decorata, i suoi occhi iniettati di sangue fissi su Kate "Ma è importante che tu sappia che non mi sto giustificando di nulla. So che nessuna scusa o spiegazione potrà cancellare la macchia che ho causato alla nostra relazione o il dolore. Te lo dico ora perchè essere onesta con te è il solo modo che abbiamo per ricominciare".

    "Sei andata davvero in terapia" dice Kate con una risata spezzata.

    Sua madre le sorride - lo stesso sorriso che era solita usare quando entrava in camera sua di notte, la sua voce calma e calorosa che tentava di confortare la sua unica figlia che il mostro sotto il letto era solo la sua immaginazione - e il calore si sprigiona nel petto di Kate.

    "Straordinario, vero?".

    Kate si alza, le gambe più salde di quanto pensasse. Abbraccia sua madre, le guance premute insieme. Johanna avvolge le braccia attorno a Kate e la stringe, il petto che le trema quando sospira.

    "Andrà tutto bene" le dice Kate, accarezzandole la schiena.

    "Lo spero" sospira Johanna.

    "Noi staremo bene" Kate bacia una guancia di sua madre e si sposta per guardarla "Lo siamo sempre. Oggi ci permetterà di sistemare tutto più velocemente".

    "Ti voglio bene, Katie-bug".

    "Anche io ti voglio bene" Kate fa un passo indietro e prende la borsa. Si passa la tracolla sopra la testa e si sistema la gonna, ricomponendosi. Le fa male la gola per l'emozione e deglutisce "Vuoi andare a pranzo? Possiamo parlare ancora?".

    "In realtà, speravo potessi mostrarmi la tua esposizione" dice Johanna, asciugandosi gli ultimi segni di lacrime dal viso "Prima che chiuda".

    "Vuoi vederla?".

    "Certo" Johanna afferra le mani di Kate "So che prima d’ora non l'ho chiarito, quindi lascia che lo faccia ora: sono fiera di te e del tuo lavoro, Katie. Sono fierissima".

    Gli occhi di Kate si riempiono di nuovi di lacrime e cerca di trattenerle "Vieni".

    Tenendo stretta la mano di sua madre, ruota su se stessa. Mura in compensato e legno che formano una trama per la sala principale e Kate le aggira, dirigendosi verso la sua postazione. Sua madre la segue, i capelli grigi che scintillano sotto la luce del pomeriggio.

    “È spettacolare" dice Johanna, indicando una stampa appesa nel mezzo del muro, la cornice nera che risalta sulla superficie bianca "Mi rende così felice per qualche motivo. Non riesco a smettere di sorridere".

    Kate guarda la foto con gambe tremanti. La gioia sul viso del bimbo mentre scivola sulla scivola a braccia alzate in segno di vittoria. Non dovrebbe essere lì. Non ora. Aveva portato nuovi lavori per far ruotare i pezzi - ma poi aveva detto a Laurent di non appenderli.

    Ovviamente, lui non aveva ascoltato. Era stata una stupida ad aspettarsi qualcosa da quel testone.

    "Katie?" Johanna la chiama e le accarezza un gomito, facendole venire la pelle d'oca "Tutto ok?".

    "Sì, solo un po'..." scuote la testa "Questa è nuova" spiega, un dito che segue un angolo della cornice "Non aspettavo di vederla esposta".

    "Beh, sono felice sia qui" dice sua madre "É adorabile. Puoi parlarmene?".

    Lei deglutisce a fatica. Le parole come una palla di cotone in gola. Sente le labbra secche, la lingua secca, cercando di riuscire a parlare "Era spaventato. Non voleva scendere. Era così spaventato di cosa sarebbe potuto accadere se si fosse buttato. Ma quando finalmente l'ha fatto...".

    "Era così felice che ha pregato la mamma di fare un altro giro, ancora e ancora" finisce Johanna, gli occhi pieni di comprensione e gioia, uno sguardo materno che Kate conosce così bene.

    Kate risponde al caloroso sorriso di sua madre mentre osserva le altre foto. La riempie ancora di meraviglia come sia capace di creare qualcosa che gli altri vedono come arte. La sua arte. Il suo cuore su un pezzo di carta, così che tutto il mondo possa vederlo.

    Un paio di familiari occhi blu la fissano dal corridoio e i suoi piedi si muovono senza nemmeno accorgersene, il cuore le scalpita in petto. 7 settimane e non riesce ancora a sbarazzarsi di quella sensazione. Non riesce a dimenticare il modo in cui lui la guardava, chiudendole il petto e togliendole tutta la forza.

    Ombre cadono sul suo viso nella foto, pronunciando i suoi occhi e il modo in cui il naso finisce sopra labbra non sorridenti. Una semplice maglietta grigia sulle spalle larghe, il cotone rovinato, e lei non può non alzare una mano. Le dita scivolano sul vetro lucido, cercando di lenire il cipiglio che ha sulla fronte. Ricorda la mattina in cui la scattò, il dito già a premere sulla macchina quando lo chiamò dolcemente dall'altro lato del divano, tirandolo via da una scena contro cui stava combattendo al pc per quasi tutto il giorno.

    Kate fissa il muro, gli occhi viaggiano sulle piccole cornici che Laurent ha sistemato. Il viso di Rick di profilo, illuminato dalla luce del laptop. Il sorriso di Rick mentre gli bacia una guancia barbuta. La mano di Rick, grande e morbida, stretta attorno ad una sua coscia nuda, un pezzo sbiadito di una cicatrice appena visibile sotto il suo pollice. Composizione, profondità, tonalità - ogni foto è diversa dall'altra. Ognuna unica.

    Solo che non lo sono.

    Ognuna le fa stringere il cuore allo stesso modo. Le fa venir voglia di mettersi quella camicia nera molto grande che tiene nascosta in un cassetto della camera da letto da 7 settimane e affondare il naso nel colletto, per provare a respirare qualsiasi traccia del profumo di lui.

    Sua madre si avvicina in silenzio. Kate la guarda da oltre una spalla, incontra i suoi occhi abbastanza a lungo per rilassare la trepidazione del suo viso. Johanna abbassa la testa, rilassa le spalle mentre la tensione si scioglie. Kate sospira profondamente e pone la sua domanda senza nemmeno accorgersene.

    "Perchè hai scelto lui?".

    Un sospiro molto simile la colpisce sopra la spalla sinistra "Vorrei poterti dare una risposta profonda, Katie, ma con tutta onestà...". Lei vede sua madre fare spallucce. "Era carino e un po' triste, e ho pensato che poteva farti sorridere".

    Kate annuisce, gli occhi di nuovo sulla foto di loro due. È un po' decentrata e sfocata, ma non c'è modo di non vedere il sorriso sulle sue labbra che toccano la pelle di lui.

    "L'ha fatto".

    "Forse non sei pronta per parlarne con me" azzarda sua madre, la voce bassa mentre sceglie con attenzione le sue parole "E lo capisco se non lo sei, ma...".

    Fa un passo avanti, una mano alzata verso il muro di Rick che Kate non sembra riuscire a non guardare "Chiunque guardi questo, vede che lui ha importanza per te. Quanto lo ami" la sua mano volteggia in un gesto quasi di supplica "E ti prometto che non proverò a pressarti o..." sospira di nuovo, guardando di nuovo il muro "Voglio solo che tu sia felice, tesoro. E lo eri con Rick. Non rovinare tutto per me".

    "Non è... non è a causa tua. Non del tutto" ammette Kate, lo stomaco pesante a quella improvvisa realizzazione "Forse nemmeno minimamente. Io...".

    Le tremano le gambe quando fa un passo indietro, gli occhi ancora fissi sulle foto. Colpisce col retro delle ginocchia la panca, quella in cui era stata seduta per ore la sera dell'apertura, la sera in cui ha incontrato Rick, e si siede, la gonna che fluttua attorno alle caviglie.

    "Anche io avevo paura" confessa "Dopo l'incidente. Mi sono svegliata e tutto il mio mondo era stato capovolto. Brent era morto e io ero a pezzi".

    "Katie" dice Johanna, sedendosi accanto a lei "Non sei a pezzi".

    "Forse non ora" dice Kate, accettando la calda mano di sua madre su un braccio "Ma lo sono stata a lungo. Tu e papà lo sapete. Mi avete procurato aiuto. Ed è stato ottimo. Ho imparato a riprendermi da tutte le cose che provavo. Depressione, colpa, ansia" sospira duramente "Ma la paura non è mai scomparsa. Non del tutto. Almeno fino a Rick".

    Il pollice di Johanna accarezza la pelle del gomito di Kate. Lei non parla, non prova a consolarla o consigliarla. Un caldo senso di gratitudine si sprigiona nel petto di Kate mentre si avvicina a sua madre, permettendo alla spalla di Johanna di sopportare un po' del suo peso.

    "Ero stata spaventata per così tanto prima che lui fosse la prima - la sola - persona capace di farmi sentire..." si ferma, gli occhi si chiudono quando il nodo alla gola si fa troppo grande "Non sono uscita molto dopo Brent perchè sapevo che non volevo mai più rivivere quel dolore. È stato più facile chiudermi. Ma Rick... lui valeva ogni singolo grammo di paura".

    "Allora perchè..." inizia Johanna e Kate la ferma, non avendo bisogno di sentire la sua domanda.

    "Ho lottato contro la paura e ho vinto. E poi, nell'esatto momento in cui gliel'ho detto, lui ha confessato tutto". Due mesi senza lacrime iniziano a farsi sentire e non prova nemmeno a combatterle "Mi sono sentita così tradita. Avevo lavorato così duramente per farlo entrare, e poi, appena l'ho fatto...".

    "Lui ti ha ferita" finisce Johanna "Mi dispiace così tanto, Katie. Non avrei mai voluto...".

    "Lo so" dice Kate, accarezzandole una mano "Lo so. E..." prende un profondo respiro e sembra che sia il primo da quel giorno in montagna "So che nemmeno lui voleva ferirmi. Davvero".

    "Non voleva" conferma Johanna e Kate la guarda, la testa piegata di lato "Non so se dirti questo peggiorerà o migliorerà le cose, ma..." prende un profondo respiro "Rick è venuto a trovarmi poco prima del vostro viaggio. Mi ha trovata al mio club del libro. Era in agonia perchè ti stava mentendo, Katie".

    "Davvero?".

    Johanna annuisce "Quell'uomo era come un fantasma. Era venuto ad avvisarmi che te l'avrebbe detto presto. Disse che ti meritavi la verità, anche se questa avrebbe significato perderti".

    Il dolore al petto diventa un pesante puntino bianco. Le spalle si muovono in avanti e la tracolla della borsa le graffia il collo. Se la leva, lottando contro la chiusura della borsa, facendo scivolare una mano dentro.

    "Katie?" dice sua madre un po' allarmata "Tutto bene?".

    Lei riesce solo ad annuire. Il dito indice sfiora il case del cellulare e lo prende. Lo schermo si accende e deve fare tre tentativi prima di sbloccarlo. Il pollice segue la solita routine di trovare il suo contatto e solleva il telefono all'orecchio con mano tremante.

    Mezzo squillo dopo, il cuore di lei si ferma.

    "Pronto? Kate?".

    Resta in silenzio, parole e fiato che fanno a cazzotti in gola.

    "Kate? Ci sei?".

    "Sono qui" riesce a dire, la bocca secca.

    Segue un profondo silenzio mentre lei tenta di pensare a cosa dire.

    "Kate?".

    "Vuoi..." si ferma e deglutisce, vano tentativo di suonare meno disperata "Vuoi incontrarmi per un caffè?".

    Finisce a malapena la domanda prima che lui risponda "Sì. Assolutamente".

    "Quando?".

    "Che ne dici di ora?".

    La sua domanda le provoca una risatina e si alza. Si avvia all'entrata della galleria, una mano le sfiora le spalle e lei guarda indietro sua madre, una mano stretta attorno alla tracolla della borsa.

    "Sì" si ferma di botto. Johanna alza la borsa e Kate piega la testa di lato, permettendo a sua madre di sistemargliela sulle spalle "Sono alla galleria. Tu dove sei? Possiamo incontrarci a metà strada".

    "In realtà, sono molto vicino" dice Rick, in sottofondo una sirena, e la mano di lei diventa sudata "Ricordi il furgoncino dei caffè di quando ci siamo incontrati?".

    Come potrebbe mai dimenticarlo?

    "Sì".

    "Ci vediamo lì tra 5 minuti?".

    Lei è già alla porta "Sarò lì".

    L'aria calda di fine estate le colpisce il viso mentre mette giù e Kate guarda sua madre. Johanna le sorride, dolcemente, e richiude la porta. Si gira e l’abbraccia forte.

    "Ti voglio bene, mamma" dice Kate, stringendo le spalle di sua madre, quasi facendole male.

    "Anche io ti voglio bene, Katie" replica Johanna, la voce bassa e piena di lacrime "Più di quanto saprai mai. Ora vai" le dice, sorridendo e indicando la porta "Sistema le cose".


    Continua...
  3. .
    Ciao Sassy! Io sono Valeria, piacere :A5: Benvenuta nel foum! :A18:

    Devo ahimè dire che anime/manga ne seguo poco e niente, nonostante sia circondata da amici che li adorano xD Però come serie tv preferite andiamo molto d'accordo :B19:

    Sono sicura che ti troverai bene qui! E sentiti libera di farci vedere, se ti va, qualcuna delle tue creazioni grafiche :C6:
  4. .

    Capitolo 21



    Rick si leva lo spolverino appena esce dalle porte a vetro basculanti, diretto verso il traffico cittadino. Litiga con i bottoni del colletto e dei polsini mentre tenta di liberarsi. Una brezza calda e secca gli arruffa i capelli alla base del collo e ruota le spalle.

    Rick piega lo spolverino al gomito e si incammina, cercando refrigerio dal caldo. Un luogo dove potersi fermare, riprendersi dalla sua riunione. Qualche isolato di distanza, lo vede.

    ‘Barnes and Noble’.

    Le ginocchia gli cedono leggermente e poi si incammina verso l'interno del marciapiede. Trattenendo il fiato, si barcamena tra una coppia di ragazzini con le labbra fuse. Una spaccatura del cemento lo fa inciampare e Rick quasi finisce contro la vetrina di una pasticceria, le piccole torte esposte lentamente si stanno sciogliendo per quell'afa.

    Pochi passi dopo, le sue dita si stringono attorno alle maniglie della porta della libreria. Una ventata di aria fresca lo travolge ed entra, ha la schiena tesa che invia scariche elettriche ai muscoli indeboliti sin da quando ha ricevuto la chiamata, giorni prima.

    Il profumo di marshmallow tostati e di latte lo avvolge e Rick gira a destra, una mano già infilata in tasca. Il caffè è l'ultima cosa di cui ha bisogno ma l'acre odore del cemento bagnato gli causa una risposta pavloviana.

    Attende il suo drink alla fine del bancone, senza mai rimanere del tutto fermo. Un signore anziano lo fulmina con lo sguardo da dietro il suo giornale di 'Popular Mechanics', i suoi 5 capelli in testa sono perfettamente ripiegati sulla nuca lucida. Rick si mette le mani in tasca e lotta contro il desiderio di alzare una mano e toccarsi i capelli. Le dita sfiorano il suo duro cellulare e la palla di energia che ha al centro del petto si fa più pesante.

    Prende il telefonino, lo accende. Lo schermo si blocca e sente il familiare dolore allo stomaco quando vede il wallpaper, una foto sfuocata dei loro volti sorridenti che lei aveva accidentalmente fatto un pomeriggio mentre stavano lottando per l'uso del telefonino che lei gli aveva rubato di mano, convinta che stesse barando a 'Words with Friends'.

    Se fosse meno masochista - meno innamorato - l'avrebbe già cambiato. Ma non può. Cambiarlo significherebbe...

    Qualcosa per cui non è pronto.

    Non ancora.

    Preme l'icona verde proprio quando il barista chiama il suo nome, passandogli una tazza di plastica con un’aria dolorosamente disgustata. Rick la prende dalle sue magre dita, le unghie colorate di nero, e annuisce, il pollice a scrollare la lista dei contatti. Si ferma nel mezzo dell'alfabeto, il polpastrello che esita sul vetro. La tentazione gli fa formicolare la schiena, una vocina in testa gli dice di farlo. Di cercare. Che questa volta non sarebbe stata come tutte le altre volte. Che questa volta lei avrebbe risposto.

    Rick ritocca lo schermo, si leva dalla zona pericolosa. Avendo bisogno di condividere con qualcuno che gli vuole bene - arriva alla 'M' e porta il telefono all'orecchio. Il primo sorso di latte fresco combatte contro il sapore amaro della gola mentre la voce di sua madre gli arriva all'orecchio.

    "Richard! Come è andata, tesoro?".

    Il latte gli va di traverso e tossisce "Te ne sei ricordata?".

    "Certo che me ne sono ricordata" ridacchia Martha, anche se lui può sentire un leggero accenno di dolore nelle sue parole "Il solo frutto dei miei lombi...".

    "Ti ho già chiesto di non chiamarmi così".

    "... ha una riunione con un’agente e ti aspettavi che non me lo sarei ricordato? Davvero, Richard. Penso di meritare di più".

    Lo stomaco gli si stringe per il senso di colpa. Seppur abbia tanti nei, sua madre si merita davvero più credito di quanto è solito darle. Specialmente dopo l'ultimo mese.

    "Scusami, madre" dice, il tono così sincero che sembra quasi alieno tra loro "Certo che te ne sei ricordata. È andata bene".

    "Quanto bene?".

    "Molto bene".

    "Richard".

    Il lato del locale in cui si è spostato si apre in una piccola area piena di sedili. Rick si siede su una poltroncina, gli occhi fissi sulle copertine dei 'Nuovi arrivi'.

    "Ha detto che ho del potenziale per diventare il futuro John le Carré" dice lui, le parole della sua nuova agente che gli ronzano in testa. Schiocca la lingua e si ricorda di dover respirare "Con un po' di lavoro, ovviamente. Mi rappresenterà".

    Il silenzio dall'altro capo del telefono incontra le sue parole.

    "Madre?".

    "Sono qui" dice lei, il tono leggermente scosso, facendogli provare ancora più senso di colpa "Sto solo lottando contro il desiderio di dire 'Te l'avevo detto'".

    "Te lo concederò, stavolta" ridacchia Rick, anche il suo tono tremante.

    "Penso" mormorò Martha di nuovo normale, e la mente di lui gliela fece immaginare con un dito sulle labbra, l'unghia rossa a battere contro la bocca "Che mi salverò questo pass per quando chiamerai per dirmi che hai finalmente telefonato a...".

    "Madre" l'ammonisce, la tazza stretta attorno alle dita "Non farlo".

    "Lo farò" risponde sua madre e la sua immagine si trasforma nei suoi occhi blu socchiusi, le rughe, che lei dice essere nate da quando è madre attorno alla bocca, più profonde "Lo farò, Richard, perchè sei mio figlio e sei depresso. Non provare nemmeno a negarlo".

    Non lo farà. Non farebbe comunque differenza. Non quando entrambi sanno che ha ragione.

    "Non preferiresti chiamare la donna che ami per darle questa meravigliosa notizia? Correre nelle sue braccia - o, diavolo, nel suo letto...".

    "Madre. Basta. Ti prego".

    "... invece di stare seduto ad annegare in un..." Martha si ferma "Dove stai annegando, al momento?".

    "Non sto annegando" ribatte Rick, alzandosi dalla sedia, l'orgoglio ferito "Sto assorbendo".

    "Chiamalo come vuoi, tesoro. Tutto finisce nella stessa pentola. Devi contattare Katherine. O per riconciliarvi o per darvi un degno finale...".

    Lo stomaco di lui si stringe al solo pensiero.

    "... non spetta a me dirlo. Ma comunque, Richard, datti l'occasione di provarci. Lo devi anche a lei".

    Rick inizia a sentire una goccia di sudore scivolargli sul polso "Non vuole avere niente a che fare con me, madre. Men che meno contattarla. Io... l'ho ferita".

    "Sì. Ma la ami anche".

    "Non giustifica nulla".

    "Forse no, ma l'amore deve avere un peso. Altrimenti, che senso avrebbe la vita?".

    Rick sente una mano sfiorargli il gomito, un saluto troppo familiare che gli blocca qualsiasi reazione. La speranza gli si accende nel petto e il cuore inizia a corrergli. Si gira, gli occhi spalancati, e la speranza muore velocemente.

    "Ti richiamo dopo" dice Rick a sua madre, uno strano senso di fierezza nel petto per il tono forte della sua voce "Sì, prenderemo una bottiglia per festeggiare più tardi. Ciao, madre". Si mette il telefonino nella tasca della camicia e si costringe a sorridere "Stacy".

    La bionda gli sorride, i suoi perfetti denti bianchi quasi brillano sotto le luci fluorescenti della libreria "Pensavo davvero fossi tu in fila, poco fa" dice lei, sistemandosi i libri che ha in mano "Mi dispiace averti interrotto. Volevo solo salutarti" alza una mano per salutarlo "Ciao".

    Una risata involontaria gli scappa di bocca "Ciao" ripete Rick, rispondendo al suo saluto "Come stai?".

    "Bene" ride Stacy, le guance leggermente rosse "Benissimo, in realtà".

    Lui non può non sorridere alla presenza della sua ovvia gioia " È stata una buona estate?".

    Il rossore diventa più forte, lunghe dita passano sul suo collo e si stringono all'altezza delle clavicole "Un'estate davvero ottima" dice Stacy, il tono entusiasta che quasi permette alle parole di fluttuare un secondo in più tra loro "Non posso credere che sia quasi finita".

    "Davvero ottima, allora, huh?".

    Lei annuisce "Sì. E tu?".

    "Oh, non posso lamentarmi" Rick fa spallucce, le maniche del suo spolverino che gli sfiorano le cosce "E anche se lo facessi...".

    "Non cambierebbe nulla" ridacchia Stacy, finendo la frase ripetuta sempre da uno dei loro colleghi più musoni "Credo che dovremmo depurarci da tutte le nostre lamentele prima di ritornare a lavoro, la prossima settimana, vero?".

    "Non mi sembra che tu abbia molto di cui lamentarti" il ghiaccio nel suo bicchiere ormai vuoto rumoreggia quando indica con un dito il viso sorridente di lei "Almeno, a giudicare dal tuo sorriso".

    "Oh Dio, mi sono trasformata in quel tipo di persone" sospira Stacy "Giuro che non vorrei ma non riesco a trattenermi. Lui è così... ugh".

    "Oh, quindi c'è un lui?" mantiene il tono giocoso, non volendo far trasparire alcunchè riguardo i suoi sentimenti "Racconta".

    Gli occhi di lei si illuminano anche se cerca di trattenersi "Non vuoi sentire questa storia".

    "Certo che sì" dice Rick, ignorando il dolore che sente al costato "Vuota il sacco".

    "Beh, mi sono iscritta ad uno di quei siti di incontri dopo..." fa un cenno con la mano tra loro e Rick capisce l'allusione al loro disastroso appuntamento. I loro occhi si incontrano brevemente e Stacy annuisce lievemente "Comunque, mi sono iscritta ad un paio di siti, e...".

    "Sei stata ammaliata da un affascinante sconosciuto?".

    Stacy ride " È stato prima più un essere sommersa da una montagna di viscidi. Sai, un sacco di messaggi strani da uomini che chiedevano di vedere i miei piedi o di sapere la taglia e il colore di cose che nessuno dovrebbe mai voler sapere".

    "Seriamente?".

    Lei annuisce "Oh sì. Questi siti internet sono... beh, a Mark piace dire che 'www' sta per 'Wild Wild West'".

    "Oh, Mark dice così, huh?" Rick sottolinea il nome dell'uomo, alzando le sopracciglia "Suppongo che tu l'abbia trovato a piantare una bandiera sulla cima del Monte Viscidume?".

    "In realtà" una voce profonda arriva da dietro la spalla di Rick "Era ad un appuntamento con un altro uomo, quando ci siamo conosciuti".

    Un corpo gli passa accanto. Mark - alto, biondo e snello - si pianta accanto a Stacy, un lungo e muscoloso braccio si stringe attorno alle spalle della donna. La mano destra si frappone tra loro. Rick si asciuga la mano, umida a causa della tazza, e porge la sua per stringergliela.

    "Rick Rodgers" dice, e l'altro uomo annuisce.

    "Mark Clay".

    "Piacere".

    "Piacere mio. Ho sentito alcune storie sul tuo modo poco ortodosso di fare lezione" Mark stringe la spalla di Stacy e lei si avvicina di più a lui "È un piacere dare finalmente un volto a questo nome".

    "Qualsiasi cosa ti abbia detto, ha mentito" dice Rick "Tranne per i complimenti. Quelli sono tutti veri". Mark e Stacy ridono per la sua pessima battuta, uno sguardo intimo tra loro "Quindi, dimmi di più su come hai soffiato Stacy proprio sotto al naso di qualche idiota?".

    "Non l'ho soffiata a nessuno" dice Mark, gli occhi dolci mentre guarda la donna "Mi ha gentilmente concesso di sedermi al bar con lei dopo che il suo cavaliere si era rivelato...".

    "Uno stronzo" interviene Stacy quando lui esita. Mark ride e annuisce, la mano libera che si sposta subito a toglierle il peso dei libri dalle braccia. Lei gli sorride prima di continuare "Avevo incontrato il tipo su ‘OKCupid’ e sembrava davvero ok. Ma quando ci siamo incontrati per un drink, subito ho scoperto che non lo era proprio. Mark mi ha sentita provare a sgattaiolare via, ed è arrivato per salvarmi quando il tipo ha iniziato a non accettare un no come risposta".

    "Ti ho solo chiesto se volevi un altro bicchiere di vino" fa spallucce Mark.

    "Ed ha funzionato con l'idiota?".

    "Beh" Stacy ride, guardando di nuovo Mark, gli occhi pieni di divertimento "Me l'ha chiesto subito dopo che avevo avuto un vero momento alla 'Dynasty' e avevo gettato il mio drink in faccia al tipo".

    Rick ride di gusto e due signore anziane si voltano per fulminarlo con lo sguardo "Pagherei per vedere questa scena".

    "È stata davvero fantastica" concorda Mark "L'ha davvero preso in pieno. Quindi le ho comprato un nuovo drink e siamo finiti...".

    "Per parlare finchè il barista non ci ha cacciati" conclude Stacy, il braccio sinistro ora stretto attorno ai fianchi dell'uomo "Da allora non ci siamo più lasciati".

    "Un vero incontro dolcissimo" dice Rick, costringendosi a bloccare il nodo in gola. Deglutisce, il sapore acidulo dell'invidia gli si sprigiona in bocca "È fantastico, ragazzi".

    Mark alza la mano dalla spalla di Stacy e giocherella con la sua coda di cavallo, tanto amore e felicità in quel piccolo gesto, tanto che Rick deve spostare lo sguardo "Già" concorda, abbassandosi per baciarle la testa "Lo è".

    Cala su di loro il silenzio, lo spazio vuoto accanto a Rick è pesante e freddo.

    "Beh" dice Stacy poco dopo, le dita ad accarezzare il fianco di Mark "Meglio che andiamo se vogliamo preparare la cena con tuo fratello" si gira verso Rick, la testa piegata di lato e un sorriso sulle labbra "Ci vediamo alla Marlowe tra un paio di giorni?".

    "Certo" Rick annuisce "É stato bello conoscerti" dice a Mark, senza preoccuparsi di riporgergli la mano. Mark annuisce e si sistema i libri in mano, avvicinandoseli.

    "Anche per me" dice, il corpo già girato per guidare Stacy verso il bancone.

    "Ci vediamo, Rick" dice Stacy, guardandolo da oltre una spalla, la mano libera alzata a salutarlo e Rick istintivamente ricambia "Spero che il resto delle tue vacanze sia magnifico".

    Rick sorride e la saluta. Li osserva allontanarsi, la mano ancora alzata. Abbassa il braccio di colpo quando girano l'angolo verso la cassa, lo stomaco in subbuglio.

    Tutti gli sforzi delle passate 6 settimane si sbriciolano davanti ai suoi occhi. Il dolore, il pentimento. L'immenso bisogno. Di lei. Di loro. Del modo in cui si sentiva ogni volta che lei diceva il suo nome o lo guardava negli occhi. Il cuore gli si ferma e, prima che il cervello possa entrare in moto, Rick riprende il telefonino, sbloccando subito lo schermo.

    L'app dei contatti si apre e poi lo schermo diventa nero, il telefono vibra contro la mano. Non ha nemmeno il tempo di controllare il numero prima che il pollice, che ancora stava scrollando la rubrica, schiaccia il bottone verde. Fa una smorfia prima di portare il telefono all'orecchio.

    "Pronto?".

    "Parla Rick Rodgers?".

    La voce sembra familiare e Rick risponde d'istinto "Sì, sono io".

    "Rick" l'uomo continua, il tono dolce e quasi confortante "Sono Jim Beckett. Dobbiamo parlare".



    Continua...
  5. .
    CITAZIONE (Kresten 22 @ 2/3/2018, 15:07) 
    Sorry :)
    CODICE
    <a href="http://bridgeportgdr.forumfree.it/"><img src="https://images3.imgbox.com/71/07/ITUImNXH_o.png" /></a>

    No prob :A3:
  6. .
    CITAZIONE (KingEomer @ 26/2/2018, 15:29) 
    scusaaaa mi sono confusa! XD :C7:

    No prob :A19:
  7. .
    CITAZIONE (KingEomer @ 26/2/2018, 02:16) 
    ➀ Nome+Link Forum: cosmic ocean
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    ➃ Bannerino inserito? Dove? sì in home

    Grazie per l'abbonamento :A5:

  8. .
    CITAZIONE (KingEomer @ 23/2/2018, 23:27) 
    CITAZIONE (sweetest thing @ 23/2/2018, 22:36) 

    ✗ Io sono già iscritta ^^ Cosa faccio? Aggiungo un altro numero? ✌


    Non me ne ero resa conto :B25: no allora prendo 5 saluti in tag, grazie e scusa per l’errore :A26:

    No prob ^^ Saluti segnati!
  9. .
    CITAZIONE (Lalui Nanami @ 23/2/2018, 23:18) 
    Nessun problema, ci affidiamo a voi ^^

    :A4:
  10. .
    CITAZIONE (KingEomer @ 23/2/2018, 22:38) 
    ➀ Nome+Link Forum: outsider.
    ➀ Nome+Link Forum (SOTTO CODE):
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    ➃ Bannerino inserito? Dove? sì nella home in fondo al forum

    Grazie per l'abbonamento :A5:

  11. .
    CITAZIONE (CercatorediVeritas @ 23/2/2018, 21:49) 

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    <b>Venite a trovarci nel forum non ufficiale dedicato all'opera più apprezzata di Koi Ikeno, Tokimeki Tonight(Batticuore Notturno - Ransie La Strega).
    Potrete approfondire la vostra conoscenza del manga nella sezione Info. Vi sono anche sezioni dedicate alla Grafica dove potrete postare anche le vostre Fan Art e cimentarvi nella Fan Fiction, riscrivendo la storia come volete voi secondo i vostri gusti o scriverne di diverse, all'infuori del manga stesso. Non potevano mancare le sezioni Mondo Fatato(Off Topic), Manga & Anime, Cinema, Arte, Libri e Musica e anche una sezione dedicata al Remake di Tokimeki Tonight, ossia Tokimeki Midnight, sempre di Koi Ikeno. E' presente anche una sezione dove potrete parlare delle vostre storia d'amore e sfogarvi chiedendo consigli agli altri utenti. Inoltre una sezione riservata ai membri del gruppo Tokimeki Tonight Fan, Bosco Range e Shun, dove parlare del manga e dei personaggi. Cosa aspettate? Ranze e Shun sono pronti ad accogliervi!
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    ಲ Spam importante fino al: 02/03/2018



    Edited by sweetest thing - 23/2/2018, 22:11
  12. .
    CITAZIONE (Shæy @ 23/2/2018, 18:15) 

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    &#9658; Esposizione banner 88x31 al prossimo contest organizzato dal forum.

    Premi in più (SOTTO CODE): //
    Premio Jolly (SOTTO CODE): //
    Materiale: I nostri banner sono qui.


    ✗ Per favore, come scritto nel regolamento, dovresti fornirmi tu un banner da esporre (non animato) ✌



    CITAZIONE (noair-Font @ 23/2/2018, 18:32) 

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    &#9658; Saluto in tag x10v;

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    &#9658; Esposizione banner 88x31 in sidebar per 5 giorni;

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    Materiale: 2CtFz
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    <a href="http://darksideofgraphic.blogfree.net"><img src="http://funkyimg.com/i/2CtFz.png"></a>



    ಲ Saluti in tag segnati.

    ಲ Ho un problema con i codici della sidebar e dell'attuale skin del forum. Se non è un problema, esporrò il banner dall'1/03 al 5/03.

  13. .
    CITAZIONE (†Inahime @ 23/2/2018, 18:13) 

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    Materiale:
    DHshang8831d

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    ಲ Banner da esporre segnato.




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    ► Mia iscrizione ad una lotteria organizzata dal vostro forum;

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    ಲ Iscrizione lotteria effettuata: QUI





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    ► Spam importante per 1 settimana;

    Materiale: https://houseoftelefilm.forumfree.it/?t=73496210


    Grazie (:

    ಲ Spam importante fino al: 02/03/2018.

  14. .
    CITAZIONE (Shæy @ 17/2/2018, 11:59) 
    ❂ Nome Forum+Link: Celebration GDR; The Boston life style
    ❂ Nome Forum +Link [Sotto Code]
    CODICE
    [URL=http://celebrationgdr.forumfree.it/]Celebration GDR; The Boston life style[/URL]

    ❂ Numero base (1): 49
    ❂ Numero Aff/Gem (+1): 14
    ❂ Numero Abbonato (+2): //
    ❂ Numero/i precedenti lotterie {Controllate QUI}:
    ❂ Dove avviso per le premiazioni?: a questo link grazie!
    ❂ Team scelto? Team Twin Peakes
    ❂ Tesserino inserito dove? Yes

    :C6:




    NUMERI RIMASTI



    Twin Peaks: 47 - 48

    Stranger Things: 14 - 36
  15. .
    CITAZIONE (Blodwen @ 7/2/2018, 20:22) 
    ❂ Nome Forum+Link: Il GdR che non c'è
    ❂ Nome Forum +Link [Sotto Code]
    CODICE
    [URL=http://ilgdrchenonce.forumcommunity.net/]Il GdR che non c'è[/URL]

    ❂ Numero base (1): 1
    ❂ Numero Aff/Gem (+1): /
    ❂ Numero Abbonato (+2): /
    ❂ Numero/i precedenti lotterie {Controllate QUI}: 2 - 4
    la prossima volta se è possibile preferirei l'avviso nel topic di avviso che ho lasciato, perchè do precedenza rispetto ai semplici spam lottery

    ❂ Dove avviso per le premiazioni?: topic
    ❂ Team scelto? Stranger Things
    ❂ Tesserino inserito dove? tabella in fondo alla home

    :C6:

    PS: Ok per gli avvisi ^^




    NUMERI RIMASTI



    Twin Peaks: 14 - 38 - 39 - 42 - 43 - 44 - 45 - 47 - 48 - 49

    Stranger Things: 14 - 36
222 replies since 26/6/2006
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