Paul McCartney 67enne

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    Tanti auguri al sessantasettenne Paul McCartney
    Anche se per qualcuno lui è morto 40 anni fa….




    Quanti sono i Beatles ancora in vita? Chiunque a questa domanda risponderebbe senza alcun dubbio: due, Paul McCartney e Ringo Starr. Ma qualcun altro, forse un po’ più malizioso o più credulone, a seconda dei punti di vista, direbbe: uno! Solo Ringo Starr! E McCartney? Beh, a questa domanda risponderebbe citando una delle più diffuse e incredibili leggende della storia del rock. “Paul è morto nel 1966 ed è stato rimpiazzato da un sosia”. Naturalmente stiamo parlando della leggenda nota come Pid, acronimo di “Paul is dead”, e che vedrebbe in molteplici indizi disseminati nelle copertine dei Beatles una serie di prove a favore di questa teoria.

    Secondo i fautori della Pid, McCartney sarebbe morto nel 1966 in un incidente stradale e il suo posto sarebbe stato preso da un sosia, tale William Campbell, ex poliziotto, che si sarebbe anche sottoposto a una plastica facciale pur di apparire il più possibile somigliante a McCartney. Questo, per i complottasti, sarebbe stato anche il motivo che avrebbe portato i Beatles a interrompere i concerti dal vivo.

    Ma partiamo dall’inizio e precisamente dal 1969, anno in cui si cominciò a diffondere questa voce. Tutto ebbe inizio successivamente alla pubblicazione di “Abbey Road”, da molti considerato il capolavoro del gruppo, che nella copertina vedeva ritratti i Fab Four sull’ormai celebre passaggio pedonale dell’omonima strada di Londra in cui hanno tuttora sede gli studi di registrazione della Emi, casa discografica del gruppo. A un primo sguardo la copertina non tradisce nulla di così particolarmente strano, tranne che per la fervida fantasia di un dj americano che da una serie di presunti “indizi” ricava una prova. Secondo quest’ultimo, infatti, sulla copertina si celano una serie di messaggi nascosti che proverebbero la morte di McCartney. Il primo è Paul senza scarpe, che nel gergo mafioso starebbe a rappresentare un uomo morto. Inoltre McCartney non ha lo stesso passo degli altri 3, e Ringo Starr davanti a lui rappresenterebbe l’impresario delle pompe funebri perché vestito di nero. Continuando con la targa del maggiolino bianco sulla sinistra che recita “28 IF” che in inglese potrebbe anche significare “28 se…”, cioè l’età che McCartney avrebbe dovuto avere al momento della pubblicazione dell’album. Senza dimenticare le tre lettere sovrastanti “LMW” che starebbero per Linda McCartney Weeps” ovvero “Linda McCartney piange”.

    Da quel momento in poi tutti i Beatle-fan cominciarono ad andare a ritroso per cercare altri indizi nelle copertine precedenti, senza tralasciare i messaggi nascosti all'interno delle canzoni. Ed eccoli spuntare come funghi, a partire dalla citazione di alcuni testi tratti da “Revolver” nei quali spuntava spesso il tema della morte; continuando con la copertina di “Sgt. Pepper” , nella quale ponendo uno specchio a metà della scritta Lonely Hearts si formerebbe la seguente frase: “1 ONE IX HE DIE” dove l’”11 IX” starebbe a simboleggiare la data della morte di Paul, senza dimenticare le tre lettere incise sullo stemma nel braccio di Paul O.P.D. che starebbero per “Officially Pronounced Dead”, ovvero “Ufficialmente dichiarato morto”. In alcuni testi dello stesso album, come quello di “A Day In The Life”, secondo i complottisti verrebbe descritto l’incidente di McCartney. In “Magical Mystery Tour” ecco il tricheco che secondo gli eschimesi sarebbe un simbolo di morte, mentre all’interno del libretto Paul è seduto a una scrivania dietro un cartello con la scritta “I was”, vale a dire “io ero” con alle spalle le bandiere britanniche a lutto. All’interno del “White Album” ci sarebbe una foto che ritrae Campbell prima dell’operazione di chirurgia plastica.

    E questi sono solo alcuni delle decine di indizi che i fautori di questa teoria hanno trovato, o hanno voluto trovare, sulle copertine e nelle canzoni dei Beatles. Naturalmente di leggenda si tratta perché Paul è vivo e vegeto e continua a scrivere pagine di musica meravigliosa. Proprio “Abbey Road” inizia a smentire i fondamentalisti del complotto perché McCartney, nato nel 1942, avrebbe potuto avere solo 27 anni al momento della pubblicazione e non 28. Lui stesso ha voluto fare i conti con questa leggenda e per farlo quale modo migliore se non tramite la copertina di un album? E infatti nell’album dal vivo pubblicato nel 1993 già a partire dal titolo abbiamo una dichiarazione d’intenti: “Paul is live”. La foto ritrae McCartney ad Abbey Road mentre porta al guinzaglio un cane e sulla sinistra ecco ricomparire un maggiolino bianco la cui targa recita: “51 IS”, ovvero “51 è”, l’età di Paul al momento della pubblicazione di quel cd.

    Proprio oggi sir Paul compie 67 anni e questo è un modo un po’ diverso dal solito per celebrare la sua vera leggenda che è quella di un musicista unico nel panorama della musica internazionale, autore, da solo e insieme a John Lennon, di canzoni entrate di diritto nelle vite di ognuno di noi. McCartney e i Beatles stessi hanno giocato molto su questa leggenda, tanto intrigante quanto inverosimile e campata per aria. D’altronde, come ha detto Lennon in una vecchia intervista, “Paul ama essere diverso sembrando quasi normale” e da lì abbiamo la spiegazione dei tanti dettagli che circondano le foto dei quattro. Ma il rock è bello anche per questo, per le leggende metropolitane che contribuiscono, seppur in minima parte, a dare l’esatta consistenza della caratura e dell’importanza di un personaggio.


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