Le Magiche Fiabe di Belle (Enchanted Tales with Belle)

Rumbelle ('Once Upon a Time')

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    Modulo Fanfiction

    #dove#la #trama #la #fate #voi;

    Nome Autrice: Bad_Faery
    Status: Completa.
    Parings: Rumplestiltskin-Mr. Gold/Belle French.
    Tipologia: Drama, angst, AU.
    Piccolo sunto: Quando Gold porta suo figlio, gravemente malato, a Disney World, la loro piccolissima famiglia viene notata dalla vera Principessa Belle della Disney.
    Link storia originale: Enchanted Tales With Belle
    Ringraziamenti & Varie: Che dire, le storie di Bad_Faery sono magnifiche e sono sempre super-gasata quando le traduco 5179266egyptian Grazie mille come sempre per avermi permesso di tradurle!

    «role scheme by graphite; - please don't copy or claim as your own»







    Le_magiche_fiabe_di_Belle__1_



    Capitolo 1



    Gold aveva i suoi dubbi sul buon senso di quella escursione, ma Bae l'aveva pregato di andare a Disney World e c'era davvero poco che era capace di negare al suo bambino, soprattutto da quando non c'erano garanzie di avere con sè ancora per molto quello stesso bambino.

    Passandosi una mano sul viso, Gold cercò di focalizzarsi sugli aspetti positivi. Al momento, Bae era raggiante, il suo sorriso era immenso sul suo viso pallido mentre osservava dal finestrino della monorotaia, esclamando verso qualsiasi cosa vedesse durante il breve tragitto dal Polynesian Resort, dove stavano soggiornando, ai cancelli d'ingresso del Regno Magico. Un tubo per l'ossigeno era attaccato dal suo naso fino alla bombola nel suo zainetto sulle spalle... zainetto che lui insisteva di dover portare perchè abbastanza forte. Al momento, non stava tossendo, ma Gold era pronto con uno zaino pieno di fazzoletti, inalatori, vestiti puliti e qualsiasi altra cosa di cui Bae avrebbe potuto aver bisogno se fosse stato colto da una crisi. Il telefonino era in tasca, con batteria carica e attendendo una chiamata che sarebbe potuta non arrivare mai.

    Bae era il prossimo sulla lista per i trapianti di polmoni, ma polmoni della grandezza di un bambino erano difficili da trovare nel mondo della donazione degli organi e nè i soldi di Gold nè la sua influenza potevano fare la differenza. Era un vero crimine che una cosa che non poteva comprare era la sola cosa che desiderava di più al mondo - la salute di Bae.

    Tutto quello che poteva fare, era cercare di dare a suo figlio una vita agiata e felice e se questo significava un viaggio a Disney World, a Disney World sarebbero andati.

    Continuava a guardare suo figlio per assicurarsi che non si stancasse troppo, immagazzinando con cura quanti più ricordi possibili, nel caso in cui... Solo nel caso.
    Bae era così occupato a cercare di guardare ovunque nello stesso momento che a malapena aveva notato le file che dovettero fare per passare i controlli di sicurezza per entrare, quasi saltellando felicemente sul posto mentre tentava di notare ogni singolo dettaglio. "Papà, quei fiori assomigliano a Topolino! Papà, c'è un treno; possiamo salirci? Papà, cosa fa quella cosa?".

    Nei primi 10 minuti dentro, Bae aveva subito una vera e propria trasformazione dal bambino troppo serio che era costretto ad essere, ad un tipico bambino di 7 anni, tubo al naso a parte. Gold era abbastanza contento che nessuno degli altri turisti avesse anche a malapena guardato la bombola d'ossigeno.

    "Saliamo sul treno" suggerì e Bae aprì la bocca per urlare, poi la richiuse, ricordandosi che le urla potevano scatenare una crisi di tosse.

    C'era un'altra fila per il treno - Gold iniziava a capire che sarebbe stato così sempre - ma fu relativamente breve e, poco dopo, si ritrovarono sul trenino, Bae con gli occhi spalancati a guardarsi intorno. "Possiamo salire su tutto, papà?".

    "Vedremo" Gold disse. Bae si rifiutava assolutamente di stare confinato su una sedia a rotelle e, tra le file e le frequenti fermate per riposarsi che suo padre insisteva di fare, era molto improbabile che avrebbero potuto salire su tutto, ma sarebbero stati lì per una settimana. Il suo piano era quello di passare il tempo in ognuno dei 4 parchi, ma se gli ci sarebbero voluti 7 giorni per vedere solo il Regno Magico, sarebbe stato fantastico lo stesso.

    Gold aveva una mappa del parco, ma la mise da parte per osservare suo figlio. Il viso pallido di Bae era illuminato dalla gioia di essere nel bel mezzo dei film che così tanto amava. La sua salute gli impediva di correre e saltare come gli altri bambini della sua età, quindi Gold aveva cercato di tappare quei buchi con libri, DVD e giochi da tavolo,

    portando ad una collezione di film Disney troppo grande, tanto che Bae possedeva anche una sua copia de "I racconti dello zio Tom".

    "Hanno un treno per "La bella e la Bestia"?" Bae chiese quando notò la mappa. Di tutti i cartoni, quello era il suo preferito, probabilmente perchè Belle era un topo da biblioteca proprio come lui e riusciva comunque a vivere la sua avventura.

    Gold osservò la mappa, desiderando di aver pensato di portare con sè gli occhiali da lettura "Penso ci sia uno spettacolo, non un tour" disse, localizzando 'Le magiche fiabe di Belle' nel bel mezzo del parco "Ci andremo dopo, ok?".

    La forza e l'autonomia di Bae erano limitate e Gold voleva fare un solo viaggio per il parco da Adventureland fino a Tomorrowland e poi ritornare in hotel. Potevano far rientrare lo spettacolo di Belle dopo cena.

    Aveva passato mesi a programmare quel viaggio, ma non ci voleva molto per mandare a pezzi tutto il suo attento itinerario. Non aveva intenzione di salire nè sul treno in corsa nè sulla giostra dei tronchi, non volendo mettere sotto stressi i polmoni di Bae più del necessario, ma suo figlio si rifiutava di non andare in qualsiasi cosa in cui fosse abbastanza alto da poter fare. Dopo aver passato infinite procedure mediche molto paurose, delle mere montagne russe non erano nulla per Bae. Suo figlio era coraggioso come un leone.

    Gold, dal canto suo, non lo era affatto, ma era troppo bello vedere suo figlio così felice e libero come un bimbo sano, che quasi non gli dispiacquero tutte quelle curve e discese da far rivoltare lo stomaco. Le pubblicità non mentivano: Disney World era un posto magico. Al contempo, fu felice quando l'attrazione preferita di Bae della mattina sembrò essere 'Country Bear Jamboree'. Orsi canterini erano molto più sulle sue corde rispetto alle montagne russe, anche se, nel caso in cui quello avesse reso felice Bae, avrebbe fatto migliaia di giri sulla 'Big Thunder Mountain'.

    "Cosa facciamo ora, papà?" Bae chiese, mentre si muoveva incessantemente sulla sedia per osservare tutto, dando pochissima attenzione al suo sandwich al tacchino pagato quanto un anello di diamanti.

    Conoscendo la passione di suo figlio per 'La Bella e la Bestia', Gold aveva prenotato al 'Be Our Guest' per una cena anticipata, sperando che la novità del ristorante, che sembrava essere uscito dritto dal cartone preferito di Bae, lo avrebbe distratto abbastanza da farlo riposare un po'. Al momento, stava funzionando.

    Avevano preso un tavolo nell’Ala Ovest, l'atmosfera malinconica passò quasi inosservata dinanzi all'entusiasmo di Bae. Gli aveva già indicato la rosa magica con i suoi petali cadenti e aveva parlato e parlato sul quadro lacero del principe che cambiava per mostrare la Bestia ogni volta che c'era una luce che lo colpiva. Almeno, Bae rimase seduto.

    "Vuoi ancora vedere lo spettacolo di Belle?" Gold si morse un labbro per nascondere un sorriso allo sguardo di Bae, l'espressione di suo figlio fu ben eloquente sul fatto che suo padre avesse posto una domanda incredibilmente stupida "Lo prenderò per un sì".

    Apparentemente, tutti gli ospiti del parco avevano deciso di far visita a 'Le magiche fiabe di Belle', ma, dato che la fila si apriva su un'eccellente replica del giardino di fronte la casa che Belle condivideva con suo padre, Maurice, Bae non sembrò notarlo. Dopo un po', riuscirono ad arrivare dentro la casa e Bae si guardò attorno nel laboratorio di Maurice, gli occhi spalancati. "Whoa. Guarda, papà!".

    "Sto guardando" gli promise, cercando di memorizzare l'espressione strabiliata di Bae. Si rifiutava di credere che sarebbe arrivato un giorno in cui suo figlio non ci sarebbe più stato a rallegrargli la vita. Gold non avrebbe potuto vivere in un mondo senza Bae.

    Anche lui rimase affascinato dallo specchio magico, che pensava fosse uno schermo molto ben camuffato e che mostrava scene del cartone, poi si ingrandiva enormemente e si fratturava al centro, mostrando un passaggio che conduceva dritto al castello della Bestia. Per lui, era un pezzo incredibile di tecnologia, ma per Bae era pura magia.

    "Voglio vivere qui" Bae mormorò mentre entravano nella sala successiva, dove un grosso pupazzo-armadio li attendeva, parlando a chiunque si avvicinasse.

    In un mondo dove c'erano specchi magici e mobili parlanti, la condizione di Bae poteva essere curata con un tocco di bacchetta magica "Anche io".

    Con l'aiuto di un addetto, l'armadio stava accompagnando alcuni volontari a interpretare alcuni ruoli per lo spettacolo di Belle. Bae stava quasi volando per l'emozione "Posso, papà? Posso? Posso?".

    Gold non ebbe il cuore di dirgli di no "Vai". Se fosse successo il peggio e la recita avrebbe stancato Bar, sarebbero potuti ritornare subito in hotel.

    Bae non sembrava stanco. Bae sembrava trionfante quando il suo miglior ruggito gli fece guadagnare il ruolo della Bestia e Gold preparò la videocamera, prima di sistemare il mantello che avevano legato sulle spalle di Bae, assicurandosi che non intralciasse la bombola. Sicuramente, l'avevano già fatto loro. Non potevano non averla notata.

    Certamente, non gli avrebbero affidato quella parte se fosse stata troppo stancante.

    Ancora agitato, venne accompagnato al posto, una panca di legno nella prima fila di una stanza decorata come una libreria, mentre Bae veniva portato su un lato con gli altri attori. Bae era troppo occupato a fissare un candelabro parlante sul caminetto per prestare attenzione a suo padre, ma quando riuscì a farsi notare, gli occhi di suo figlio gli sorrisero, quella vista fu così bella che gli fece salire le lacrime agli occhi.

    Quando Belle arrivò, Gold si sarebbe potuto mettere a fare capriole e Bae non l'avrebbe mai notato. Il bambino stava fissando la principessa a bocca aperta, col suo abito color oro, e Gold dovette ammettere che interpretava la sua parte benissimo, anche se il suo accento era un po' strano e i suoi occhi marroni non sembravano molto naturali.

    Le avrebbe potuto perdonare qualsiasi pecca quando fu il turno di Bae di recitare e lei lo fece danzare dolcemente in un valzer attorno alla libreria, chiacchierando come se fossero amici da anni. Gold desiderava poter sapere cosa si stessero dicendo, quando Bae improvvisamente rise, il suo viso si illuminò in un modo che non vedeva dai tempi prima della diagnosi.

    Troppo presto, lo spettacolo terminò e tutti i bambini ebbero modo di mettersi in posa con Belle per una foto, prima che lei se ne andasse per incontrare la Bestia, e vennero condotti al castello. "È proprio come nel film!" Bae disse entusiasta, mentre riconsegnava il suo mantello.

    "Di cosa avete parlato?".

    "Hai fatto le foto? Voglio vederle!" Bae disse, ignorando la sua domanda.

    Con non poco sforzo, Gold riuscì a fare camminare Bae, prima che il resto della folla li scavalcasse, e a passargli il telefonino quando trovarono una panca. Bae era focalizzato sullo schermo come lo era stato su Belle, rivedendo il loro ballo almeno 4 volte prima di ritornargli il telefonino, finalmente.

    "Abbiamo parlato di libri. Anche a lei piace Narnia. Il suo personaggio preferito è Lucy, proprio come me. E ha detto che se mi piace Narnia, dovrei leggere un libro su un carrello magico" Bae si accigliò a quel pensiero.

    "Un carrello?" Gold ripetè, confuso.

    "No, casello" Bae si corresse "'Il casello magico'. Posso leggerlo, papà?".

    "Certo che puoi". Almeno, quello l'aveva sentito.

    "E io le ho parlato dell'ospedale e lei ha detto che ero molto coraggioso, proprio come un cavaliere, e lei ha detto che ero affascinante e che era felice che fossi io la sua Bestia. Non era bella, papà?".

    Belle aveva fatto dire in 60 secondi a suo figlio più di quanto normalmente il suo bambino super timido diceva ad un adulto in un anno "È bellissima". Sotto il costume, la parrucca e il trucco, non era ben sicuro come fosse Belle, ma non importava. Chiunque riuscisse a colpire così suo figlio, era bellissima dentro e fuori.

    "Possiamo rifarlo?" Bae chiese.

    Gold fece una smorfia. Non era proprio sicuro di come funzionasse lo spettacolo, ma scommetteva che c'era più di una Belle a fare lo spettacolo e, se avessero trovato un'attrice diversa, un po' di quella magia sarebbe sparita "Magari dopo. C'è ancora tanto da vedere".

    Con suo sollievo, suo figlio non insistette e continuarono il loro tour del parco. Bae sembrò affascinato da 'È un mondo piccolo' e urlò di gioia quando Capitan Uncino venne messo alle strette dal coccodrillo durante il giro di Peter Pan, ma continuò a menzionare Belle ogni 5 minuti fino alla fine della giornata.

    "Ti prego, possiamo andare a rivedere Belle?" lo pregò mentre si allontanavano dallo Speedway. Bae non aveva raggiunto i limiti di altezza per guidare una macchina da solo, quindi Gold era stato costretto ad infilarsi in un veicolo piccolissimo e, per un imbarazzante momento, aveva temuto di dover passare il resto della vita a girare per la pista perchè, con il suo ginocchio malandato, scendere da quell'inferno era stato più difficile che salirci.

    "Domani" gli promise, scuotendo la testa. Dei due, Bae era quello fragile, ma aveva più stamina del suo vecchio. Quando era diventato così vecchio?

    "Papà, ti prego..." nel tono di Bae c'era un tocco di piagnisteo, un monito che fosse stanco, ma Gold non riuscì a negarglielo di nuovo. Bae stava passando una bella giornata e quello doveva essere celebrato.

    "Voglio che tu stia seduto a guardare, questa volta" lo avvisò. Non poteva credere che Bae venisse scelto due volte per fare la Bestia in un giorno, ma era meglio prevenire.

    Belle, probabilmente, incontrava migliaia di bambini al giorno e Bae sarebbe stato deluso se non l'avesse ricordato.

    Quando Bae concordò, di malavoglia, ritornarono a Fantasyland, raggiungendo 'Le magiche fiabe di Belle’ proprio quando una delle addette stava chiudendo l'ingresso con una corda.

    "Oh no" Bae si lamentò "Siamo in ritardo!".

    "È solo il primo giorno. Possiamo ritornare domani" Gold tentò di confortarlo.

    "Ma volevo vedere Bell!" la voce di Bae si spezzò per un singhiozzo, che si trasformò in un rauco colpo di tosse.

    "Penso che ci sia ancora posto per due persone!" l'addetta annunciò con tono gioviale mentre apriva la corda, facendogli cenno di avvicinarsi.

    "Grazie" Gold mormorò mentre dirigeva Bae verso la casa, tentando di non notare lo sguardo di pietà negli occhi della donna. Senza dubbio, aveva deciso di fare uno strappo alla regola quando aveva notato la bombola di Bae e il ricordo della precaria salute di suo figlio gli fece dolere il cuore.

    Quando riuscirono a quietare la tosse di Bae, arrivò il loro turno nella casa e Gold, gentilmente, asciugò le gocce di sangue dal mento di suo figlio con un fazzoletto, mentre Bae fissava meravigliato lo specchio magico, godendosi lo show per la seconda volta.

    Fu un chiaro segno di quanto Bae fosse stanco quando non si lamentò quando Gold gli prese lo zaino per portarlo lui. Il giorno successivo sarebbe stato più tranquillo, decise. Avrebbero dormito fino a tardi e avrebbero passato un po' di tempo in piscina, così che Bae avrebbe potuto recuperare le energie. Magari, non sarebbero proprio andati in nessun parco.

    Bae grugnì sottovoce quando una bambina venne scelta per fare la Bestia, ma si appoggiò al contempo contro il fianco di Gold quando si sedettero, dandogli conferma di aver fatto bene a fargli promettere di rimanere seduto a quel giro.

    "Eccola" Bae mormorò quando Belle entrò.

    Con sorpresa di Gold, era la stessa attrice di prima e rivolse a Bae un caloroso sorriso quando lui la salutò con la mano. Bae appoggiò la testa sulla spalla di suo padre, il respiro affannoso nel petto mentre guardavano quel breve show. Sì, l'indomani sarebbe stata una giornata di riposo.

    Mentre Belle faceva le foto con i bambini, alcune persone che non erano state scelte per la recita si misero in fila per fare una foto con lei, e Bae disse "Posso andare, papà? Ti prego?".

    Gold annuì e iniziò a srotolare il tubo dell'ossigeno di Bae, un processo che richiese del tempo. Prima che Bae potesse alzarsi, Belle salutò tutti e lo show finì.

    Silenziose lacrime corsero sul volto di Bae mentre la osservava allontanarsi con aria afflitta "Se n'è andata".

    "Ha avuto una lunga giornata ed è probabilmente stanca, proprio come te. Ritorneremo e la rivedremo e potrai farti un'altra foto, allora".

    Ci vollero un paio di secondi per Bae per riprendersi, ma, alla fine, riuscì ad alzarsi. Gold lo seguì, dirigendosi verso l'uscita.

    Avevano appena raggiunto le porte quando una delle addette li fermò "Mi scusi, sua maestà. La principessa Belle ha richiesto un incontro con il principe Bae".

    Bae emise uno strillo mai sentito prima "Si è ricordata il mio nome!".

    "Se volete accomodarvi?" l'addetta li accompagnò di nuovo nella libreria, che sembrava più piccola ora che era quasi vuota.

    Quando si svuotò del tutto, la porta della libreria si aprì e Belle fece sbucare la testa, il viso sorridente quando li vide "La mia Bestia!".

    Si avvicinò velocemente e si inginocchiò mentre allargava le braccia e Gold ebbe appena il tempo di sistemare il tubo di Bae prima che suo figlio si lanciasse tra le braccia della donna.

    Osservò la coppia senza fiato, Bae stretto tra le braccia di quella bellissima donna, il viso dolce e pieno di affetto. Era qualcosa che il bambino non aveva mai vissuto prima. Milah li aveva abbandonati quasi subito e, quando Gold l'aveva chiamata per riferirle della condizione di Bae, sperando che quello avrebbe potuto accenderle un istinto materno, lei gli aveva detto rudemente di non ricontattarla mai più. Una sconosciuta, vestita come una principessa dei cartoni, stava mostrando a Bae un affetto più genuino di quello di sua madre.

    "Ti sei divertito, oggi?" lei chiese mentre portava Bae al posto, sedendoglisi accanto "Cosa ti è piaciuto di più?".

    "Incontrare te!".

    Belle rise "Sono molto contenta. In questo caso, qual è stata la seconda cosa che ti è piaciuta più di tutto?".

    Bae ci pensò un attimo "Lo spettacolo dell'orso".

    Rimanendo nel personaggio, Belle finse di non sapere di cosa stesse parlando "Non ho mai visto degli orsi fare uno spettacolo. Sembra meraviglioso! Cosa fanno?".

    Bae fu estasiato di raccontarle tutto mentre Gold li osservava, contento di godersi la felicità di suo figlio in silenzio. Belle non poteva davvero essere interessata a sentire un racconto dettagliatissimo della loro giornata al parco, ma ascoltò con apparente interesse, ponendo domande ogni volta che a Bae finivano le parole.

    "Sembra tutto così magico" lei sospirò quando Bae finì il proprio racconto, dicendole che aveva cercato di alzarsi per andarla a salutare dopo lo spettacolo, ma era stato troppo lento. "Adoro la magia, e tu?".

    Quando Bae annuì, lei sorrise e fece cenno di avvicinarsi ad un addetto "Parlando di magia, ti piacerebbe incontrare Lumiere?".

    "Salve, principe Bae!" urlò il candelabro, ammaliando Bae e cogliendo Gold di sorpresa. Aveva pensato che il piccolo personaggio fosse finto.

    "Wow..." Bae seguì l'addetto al candelabro così da potersi presentare per bene e, prima che Gold potesse seguirlo, Belle si rivolse a lui.

    "È un bambino meraviglioso" la sua voce era dolcemente accentata, australiana, forse. Con Bae lontano, si permise di uscire dal personaggio.

    "Grazie".

    Belle gli si avvicinò, sorridendo teneramente a Bae mentre interagiva con il pupazzo. Il sorriso sparì quando si girò verso Gold, gli occhi pieni di così tanta comprensione da fargli chiudere la gola "È molto malato?".

    Gold prese un secco respiro "Emosiderosi polmonare. È rara e... brutta. È il prossimo nella lista per un trapianto di polmone. Continuo a sperare. Poi, realizzo che sto sperando che qualche altro genitore...".

    Lasciò cadere la frase, quel familiare sapore acido del senso di colpa sulla lingua. Sperare per un paio di polmoni della grandezza di Bae, significava sperare che un altro genitore venisse colpito dalla tragedia che lui non riusciva minimamente ad accettare per sè.

    Calde dita coprirono le sue "Mi dispiace così tanto. Ho pensato a lui tutto il giorno. È così pieno di luce".

    "È il mio mondo" Gold ammise. Senza Bae, sarebbe sparito e si sarebbe trasformato in polvere.

    "Deve essere dura per lui non poter correre e giocare con i suoi amici. Se pensi che potrebbe rallegrarlo parlare con una principessa, sarò felice di mandargli email o di fare una videochat con lui vestita da Belle" Belle gli offrì "Ovviamente, se non vuoi che parli con una sconosciuta, lo capisco perfettamente. Non voglio essere invadente".

    La sua generosa offerta lo destabilizzò "Per nulla. È molto gentile da parte tua".

    Lei sorrise amaramente "Vorrei solo poter fare di più" gli si avvicinò di più e si asciugò un angolo dell'occhio, poi esclamò "Oh no!".

    Quando Gold alzò lo sguardo, si ritrovò a fissare un paio di occhi di due colori - uno, artificiale, marrone e l'altro del più bel blu che avesse mai visto.

    Belle gli sorrise, imbarazzata, prima di passare le mani sulla gonna e trovare la lente a contatto caduta. Spostando lo sguardo, subito la rimise al suo posto, gli occhi di nuovo di colore marrone scuro.

    "Sono felice che Bae non abbia visto. Avrebbe un po' distrutto l'illusione".

    Era un crimine nascondere degli occhi così belli come i suoi, ma Gold ebbe il buon senso di non dirlo. Non conosceva nemmeno il nome di quella donna. La connessione che sentiva tra loro altro non era che una compassione condivisa per Bae.

    "Come ti chiami?" le parole gli uscirono prima che potesse fermarle.

    "Belle".

    La sua reazione doveva essere ben evidente sul viso, perchè lei rise "No, davvero. Beh, in realtà, è Isabelle. Crescendo, tutti mi chiamavano Izzy, ma, dopo aver visto 'La Bella e la Bestia', mi sono sempre fatta chiamare Belle. Interpretare questo personaggio è stato come avverare un sogno".

    "Fai un lavoro splendido". Aveva portato la magia nella vita di Bae e, attraverso la gentilezza del suo cuore, gli stava offrendo anche di più.

    "Lascia che ti dia il mio numero. Hai una penna? Il vestito non ha tasche".

    Gold trovò una penna e un pezzo di carta, passandolo a Belle per annotare numero ed email. "Bae dice che venite dal Maine. Io vado all'università a Boston, quando non faccio la principessa. Se c'è qualcosa che posso fare...".

    "Grazie" Gold le disse con tono rauco, sapendo che avrebbe dovuto dire di più.

    "Papà, vieni a vedere!" Bae lo chiamò, indicandogli di andare a parlare con il candelabro.

    Si sentì vagamente ridicolo mentre si faceva presentare ad un pupazzo, ma Bae stava sorridendo tantissimo.

    "Adoro questo posto" Bae sospirò, guardandosi intorno "Vorrei poter vivere qui".

    Belle gli prese una mano "I castelli sono molto belli, ma penso che ti mancherebbe casa tua".

    "È rosa!" Bae la informò.

    "Tuo padre mi ha detto che conosce un po' di magia per farci parlare anche quando tu sarai nella tua casa rosa. Si chiama com-pu-ter" finse di non saper dire bene la parola "Ti piacerebbe?".

    "Davvero? Fantastico!" Bae sembrò così felice all'idea di poter parlare con Belle anche dopo essere ritornati a casa che Gold fu mezzo tentato di offrirle dei soldi per andare a vivere con loro. Non aveva idea di quanto venisse pagata una principessa Disney, ma era certo di poter fare un'offerta migliore.

    Senza dubbio, lei l'avrebbe trovato molto strano, quindi rimase zitto.

    "E ho una cosa per te" da dietro la gonna, Belle prese un piccolo peluche della Bestia e lo offrì a Bae "Anche a lui piacciono i libri. Ti terrà compagnia quando ti metterai a leggere".

    Bae aveva tantissimi giocattoli, ma lo accettò come se Belle gli stesse offrendo il Santo Graal "Grazie".

    Belle rise per la sorpresa quando Bae l'abbracciò forte, poi si abbassò e gli baciò la testa mentre lo abbracciava di rimando. Gold battè le palpebre velocemente, tentando di trattenere le lacrime mentre desiderava tutto quello per Bae ogni giorno. C'era così tanto che desiderava per suo figlio.

    "Sono molto felice di averti incontrato, Bae" Belle gli disse quando si divisero. Alzò lo sguardo per includere Gold nel suo sorriso "Anche voi, vostra maestà".

    Tardivamente, Gold realizzò che non le aveva detto il suo nome "Gold. Elias Gold".

    Belle alzò le sopracciglia "Com'è appropriato".

    "Cosa significa? App-ro-pi..." Bae disse.

    "Appropriato significa adatto. Ho un caro amico il cui secondo nome è Elias" Belle spiegò.

    A Gold ci volle un momento per capire il significato nascosto delle sue parole. Dopo tutta la lettura che aveva fatto sul parco divertimenti, non aveva mai realizzato che condivideva un nome con il suo fondatore, Walter Elias Disney "Non ci avevo mai pensato. Sono in buona compagnia".

    "La migliore" Belle concordò con un sorriso.

    "Sei pronto a dare la buonanotte, Bae?" Gold disse, consapevole che, se avesse potuto, sarebbe potuto rimanere lì tutta la notte a parlare con Belle.

    "Buonanotte, Belle" Bae disse riluttantemente.

    Un altro abbraccio dalla principessa lo rallegrò considerabilmente. Per un momento, Gold fu tentato di rubarne uno anche per sè, ma la saggezza prevalse "Buonanotte, Belle".

    "Buonanotte, principe Bae e re Elias" lei disse formalmente prima di mandare ad entrambi un bacio con la mano. Gold si domandò se fosse stata la sua immaginazione l'aver visto nei suoi occhi la riluttanza a mettere fine a quell'incontro, proprio come loro due.

    L'addetto li accompagnò alla porta mentre Belle usciva dalla libreria. Bae strinse la mano di suo padre, quasi saltellando mentre si muovevano per il parco, il peluche della Bestia stretto in mano "Adoro Belle".

    Gold sorrise a suo figlio "Anche io" la conosceva da soli 15 minuti, ma aveva il cuore più gentile che avesse mai conosciuto.

    "Quando sarò grande, la sposerò" Bae annunciò.

    Il tono serio di suo figlio lo fece ridere di cuore. Bae sembrava star vivendo la sua prima cotta.

    Per una volta, la paura che Bae potesse non avere tempo per crescere fu la cosa più lontana dalla sua mente. Avevano incontrato una vera principessa quel giorno e Bae si era fatto un'amica. Anche Gold pensava di essersela fatta "Non vedo l'ora di accoglierla nella famiglia".

    Quando disse quella frase, Gold potè sentire il sapore della sua verità. Non sapeva come lo sapeva, ma... Belle era destinata per loro. In qualche modo, doveva far parte della loro famiglia.


    Continua...
     
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  2. Sara1406
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    Bellissimo 😍😍
     
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    Capitolo 2



    Quando Gold pensava alle vacanze, gli veniva in mente solo il relax. Prendersi una vacanza significava uscire dalla routine giornaliera e provare qualcosa di nuovo, così da poter ritornare alla vita di ogni giorno riposati e ringiovaniti.

    Disney World non era una vacanza.

    Grugnì mentre si svegliava, cercando a tastoni il telefonino per vedere l'ora. Dato che aveva chiuso tutte le tende, poteva essere mezzanotte o mezzogiorno, visto che la camera era del tutto al buio. Il telefonino lo informò che erano le 10:00 e dovette guardare due volte per esserne sicuro. Non dormiva così tanto da decenni, eppure fu tentato di girarsi e chiudere di nuovo gli occhi. Dopo un solo giorno al parco, la gamba gli faceva male per tutto il camminare e poteva sentire le spalle doloranti per lo zaino con tutto il necessario per Bae. Di quel passo, avrebbe avuto bisogno di una vacanza per riprendersi da quella vacanza.

    Portare via da scuola Bae prima della fine ufficiale della scuola elementare era stata la cosa più saggia che avesse fatto. Dato che faceva già caldo e c'erano tanti turisti in giro, Gold non riusciva ad immaginare quanto sarebbe stato più difficile il mese successivo, quando le vacanze estive sarebbero state in piena fase ovunque. Ancora meglio, i parchi chiudevano ancora presto. Le 21:00 era abbastanza tardi per una chiusura. Fossero andati 2 settimane dopo, il Regno Magico sarebbe stato aperto fino a mezzanotte e quella era una terribile prospettiva.

    Gold diede ai suoi occhi alcuni minuti per abituarsi al buio, poi si allungò verso Bae, contento di vederlo ancora addormentato. Dopo la maratona di divertimento del giorno prima, il riposo era la cosa migliore per lui. Voleva che suo figlio si divertisse il più possibile, ma si rifiutava di permettergli di finire senza energie. Bae doveva conservare le forze.

    Fino ad allora, suo figlio aveva cooperato. Dopo il loro ritorno al resort, la sera prima, Gold aveva insistito nell'andare subito a letto dopo la doccia e il bambino non si era lamentato. Con il suo nuovo peluche stretto al petto, Bae si era addormentato in 5 minuti e Gold non era durato molto di più. Aveva davvero dormito per 10 ore consecutive?

    Doveva ammettere che gli erano sicuramente servite. A volte, sembrava come se non riuscisse a dormire sin dalla malattia di Bae. Se non veniva svegliato per aiutare Bae durante una crisi, stava alzato fino a tardi a preoccuparsi del futuro.

    Gold si promise che non ci avrebbe pensato fino all'indomani. Si sarebbe goduto il momento e non si sarebbe preoccupato del futuro. Al momento, Bae si stava divertendo e Gold non avrebbe rovinato questa felicità presente per preoccuparsi del domani.

    Si mise a sedere e accese la luce sul comodino, sorridendo a suo figlio. Bae aveva la bocca aperta, la sua Bestia stretta sotto il mento.

    Belle era stata una vera meraviglia, Gold riflettè mentre prendeva il menù per il servizio in camera e cercava di decidere cosa ordinare per colazione. La sua gentilezza aveva avuto un grosso impatto su Bae, ma Gold era rimasto impreparato per come aveva influenzato se stesso. Era stato isolato per così tanto che si era quasi dimenticato quanto fosse bello avere un altro adulto con cui parlare, non importa se brevemente.

    Era stato generoso da parte sua offrire di rimanere in contatto con Bae. Suo figlio si trovava con i suoi pari, ma la sua malattia lo teneva spesso in disparte dagli altri e Gold non aveva idea di come sistemare quella situazione. Non aveva talento nel farsi gli amici lui stesso, quindi non aveva consigli da condividere. Era felice di avere Bae come suo unico amico, ma suo figlio si meritava più persone con cui parlare. Ora, aveva Belle.

    Recuperò il foglietto con le sue informazioni e le salvò sul telefonino, poi le scrisse un veloce messaggio: " Sono Elias Gold. Grazie ancora per la tua gentilezza verso mio figlio."

    Quelle parole sembravano ovattate e formali, ma Gold non sapeva cos'altro scrivere. Le sole persone a cui mandava messaggi erano i medici di Bae.

    In un lampo di ispirazione, scattò una foto a un Bae dormiente, assicurandosi di includere la Bestia nella foto, e gliela mandò: "Adora il tuo regalo."

    Per qualche ragione, rimase sorpreso quando lei rispose: "È adorabile! Sono felice che gli piaccia. Non vedo l'ora di parlargli di nuovo!"

    Qualsiasi cosa potesse pensare di rispondere sembrava troppo o troppo poco, quindi Gold mise via il telefonino senza replicare. Ad un certo punto, avrebbero dovuto pensare alle logistiche su come far interagire Belle e Bae. Avrebbero dovuto prendere in considerazione gli orari di lavoro di Belle e, se i due avrebbero fatto una videochat, lei avrebbe avuto bisogno di un preavviso necessario per mettersi il costume. Quello, però, era un problema per dopo.

    Quando ordinò da mangiare, Bae iniziò a svegliarsi "'Giorno, papà. Che facciamo oggi?".

    "E buongiorno a te" Gold lo baciò in testa "Faremo colazione e, dopo, andremo in piscina".

    Invece di sembrare entusiasta, Bae si accigliò "Piscina? E il parco?".

    "Niente parco, oggi" Gold mantenne un tono leggero "Ti piacerà la piscina. Ha un vulcano e uno scivolo".

    "Posso nuotare ovunque. Non abbiamo visto ancora nemmeno tutti i treni!".

    Gold notò la testardaggine del viso di Bae e contò fino a 10. Il bambino aveva un buon colorito e aveva dormito per quasi 11 ore. Forse, far visita al parco non era una cosa troppo astrusa. Il Regno Animale era noto per i suoi spettacoli e guardare gli animali non doveva essere troppo sfiancante. A causa della sua salute, Bae era più piccolo per la sua età, quindi non era abbastanza alto per la maggior parte delle attrazioni.

    Gold, comunque, cedette "Ok. Ma devi fare una buona colazione e, se inizierai a sentirti stanco, dovrai dirmelo. Non dobbiamo vedere tutto in una sola volta. Avremo tutta la settimana".

    Era un totale pollo, ma Bae sembrava così felice che Gold non riusciva a dire di no.

    Quando raggiunsero il Regno Animale, si era già pentito della sua decisione. Grazie alla monorotaia, si erano ritrovati il giorno prima di fronte i cancelli del Regno Magico subito dopo aver lasciato la loro camera. Invece, l'entrata del Regno Animale sembrava essere a chilometri di distanza dal parcheggio, con pochissimi punti di sosta lungo il tragitto.

    Gold era zuppo di sudore sotto il suo tre pezzi ancor prima di essere arrivati all'ingresso.

    Bae era silenzioso, ma determinato, guardandosi intorno curiosamente quando entrarono "Qui c'è un castello?".

    "Penso ci sia un albero" Gold non era ben sicuro dove fosse l'albero, ma pensò che il vialetto di fronte a loro li avrebbe di certo condotti lì.

    Bae sembrò ammaliato dai fenicotteri, ma non fu prima di vederli uscire fuori dalla giungla e trovare un enorme albero, la sua corteccia intagliata con le forme di migliaia di animali diversi, che iniziò a mostrare vero entusiasmo "Fico! Guarda, papà!".

    La giornata iniziò bene, con entrambi a godersi il film in 3D sugli insetti dentro l'albero. Alcune urla provenirono dall'auditorium quando la Vedova Nera 'attaccò'. Le varie file permettevano di avvicinarsi alla corteccia e Bae rimase ammaliato da tutti quegli animali.

    "Guardali" si meravigliò, allungando un dito per tracciare i contorni di una zampa, la sola cosa che poteva raggiungere "Dovremmo portare Belle, qui. Le piacerebbe".

    Era un'idea. Gold pensò a quella possibilità. Se Belle avesse avuto un giorno libero che fosse coinciso con la loro permanenza lì, forse avrebbe potuto assumerla per 24 ore. A Bae sarebbe piaciuto il parco con la sua nuova amica.

    Era qualcosa a cui pensare davvero "Ne sono sicuro".

    La prossima attrazione fu uno spettacolo teatrale de ‘Alla ricerca di Nemo’, un film verso cui Gold provava un senso di ambiguità. Bae adorava quel film, vedendo un riflesso di sè nel pesciolino con la pinna malformata. Gold, dal canto suo, si ritrovava un po' troppo nel padre super-protettivo di Nemo.

    Fortunatamente, Bae non era abbastanza alto per nessuna delle montagne russe, ma il giro per i dinosauri era sembrato abbastanza innocuo finchè non furono a bordo. Gold aveva pensato ad un tour scenico del periodo cretaceo, non un giro movimentato per cunicoli bui, interrotti solo per mostrare qualche forma di vita terribile come il Carnotaurus che, apparentemente, aveva deciso che loro fossero la sua prossima preda.

    Grato per le cinture di sicurezza, Gold afferrò la barra di fronte a sè e la tenne stretta mentre, accanto a lui, Bae rideva di gioia. Almeno, uno dei due si stava divertendo.

    Il loro veicolo si bloccò di colpo mentre un enorme Carnotaurus veniva sonoramente fuori dalla vegetazione, lanciandosi verso di loro con un ruggito. Gold sobbalzò sul sedile e Bae urlò, finendo poi per iniziare a tossire.

    "Oh no" Gold sospirò mentre Bae iniziava a respirare male, cercando di riprendere fiato. Un momento dopo, il veicolo riprese a muoversi e arrivò al capolinea e Gold subito slacciò la cintura del bambino, prendendolo in braccio mentre continuava a tossire.

    "È tutto ok. Tutto ok. Papà è qui" col suo ginocchio malandato, il peso di Bae era troppo, ma la necessità gli diede la forza necessaria. Gold trovò una panchina in disparte, proprio fuori dall'edificio, non permettendosi di mostrare alcuna reazione mentre osservava il viso stressato di Bae e il sangue sul mento.

    "Va tutto bene" Gold lo rassicurò mentre apriva lo zaino, cercando dentro finchè non trovò ciò che stava cercando. Aveva addosso abbastanza medicine da poter aprire una farmacia e, basandosi sul suono della tosse di Bae, avrebbe avuto bisogno di quasi tutto.

    Quando riuscirono a placare la crisi, Bae aveva la maglia tutta coperta di sangue e si era disteso sulla panchina, la testa sul grembo di suo padre mentre Gold gli accarezzava i capelli. "Papà" Bae si lamentò.

    "Lo so" non c'era molto altro da poter dire "Lo so, Bae-bae".

    Che Bae non avesse protestato a quel nomignolo disse a Gold tutto ciò di cui aveva bisogno sullo stato mentale di suo figlio. Si appoggiò allo schienale, osservando tutti i turisti che gli camminavano davanti a passo lento, genitori e figli che chiacchieravano senza alcun pensiero in testa. In un'altra vita, quelli avrebbero potuto essere lui e Bae e Gold si concesse un momento per desiderare di poter vivere in quell'universo parallelo dove non dovevano pensare a pillole e inalatori e bombole d'ossigeno. In quel mondo, Bae poteva correre e urlare quanto voleva e un colpo di tosse avrebbe significato solo l'aver preso freddo.

    Dopo un po', Bae si mise seduto, il viso pallido e le spalle abbassate "Odio stare male" mormorò, fissandosi i piedi "Mi è piaciuto il giro. È stato divertente. Non è giusto".

    "No, non lo è" Gold concordò, augurandosi di poter fare di più per il suo bambino.

    Anche allora, il respiro di Bae era affannato e quello significava che la loro giornata al parco era finita "Puoi camminare fino alla macchina?".

    "Voglio fare i giri" Bae si lamentò.

    "In questo momento, devi riposarti. Possiamo farli domani" allora, Gold fu ben fermo nelle sue parole "Andiamo. Torniamo in camera e potrai dormire un po', poi andremo a nuotare. Stasera, faremo qualcosa di divertente".

    A quello, Bae si illuminò un po' "Qualcosa di divertente? Tipo?".

    "È una sorpresa" sarebbe stata una sorpresa per entrambi, in realtà, perchè Gold non aveva la minima idea di come avrebbero passato la serata.

    La promessa di una sorpresa divertente fu abbastanza per far cooperare Bae quando Gold tirò fuori una maglietta pulita. Quando non sembrò più come una vittima di un killer con l'ascia, i due ritornano al parcheggio, Gold con lo zaino di Bae in spalla. Quando raggiunsero la Cadillac, la sua gamba era in fiamme e ne avrebbe pagato il prezzo nelle ore successive.

    Guidare dal Maine in Florida era stato un viaggio lungo, ma quando Gold si mise al volante e vide Bae già quasi addormentato sul sedile posteriore, decise che ne era valsa la pena. In questo modo, non doveva preoccuparsi di perdere qualche cosa negli spostamenti o delle condizioni sanitarie dei mezzi di trasporto. Aveva sterilizzato la loro stanza d'hotel quando erano arrivati, ma c'erano dei limiti che avrebbe dovuto rispettare su un aereo.

    Una malattia per Bae avrebbe potuto scatenare un disastro, quindi Gold gli fece una doccia quando ritornano in camera prima di metterlo a letto con il suo peluche. Aveva pensato che il bambino si sarebbe addormentato subito, ma Bae fu inquieto finchè suo padre non gli si sedette accanto ad accarezzargli la schiena, quel movimento era confortante per Bae e per se stesso. Sotto la sua mano, poteva sentire il calore del corpo di suo figlio e il muoversi del suo petto, un promemoria fisico che il suo bambino era ancora con lui.

    Quando Bae si addormentò, Gold si ritirò sul suo letto per pensare a che tipo di sorpresa poteva organizzare quella sera. Sapeva una cosa - per quel giorno, non sarebbero ritornati in un parco e quello limitava le sue opzioni. Uno spettacolo di qualche tipo? Non sapeva se avrebbero potuto trovare dei biglietti con così poco preavviso e, anche se avessero potuto, avevano già assistito a degli spettacoli quella mattina. L'ultima cosa che voleva era deludere Bae.

    Quindi, cosa gli sarebbe potuto piacere?

    In un momento di ispirazione, Gold prese il telefonino e replicò al messaggio di Belle: "Ti pagherò per passare del tempo con mio figlio."

    Appena inviò il messaggio, se ne pentì. Sebbene Belle gli avesse fatto intendere che voleva tenersi in contatto con Bae, offrire di comprare la sua compagnia per quella sera significava buttarsi in acque bollenti. Da donna intelligente, avrebbe avuto dei dubbi ad incontrare un vecchio che conosceva appena solo perchè le aveva offerto dei soldi.

    Probabilmente, aveva peggiorato le cose offrendole dei soldi.

    Continuò a rimuginare per alcuni minuti finchè il telefonino non gli vibrò in mano: "Non so bene cosa tu voglia dire. Ci sentiamo tra 10 minuti."

    10 minuti era il tempo per il piccolo spettacolo che faceva per i bambini e Gold non potè non sorridere al ricordo del suo ballo con Bae. Era difficile che controllasse il telefonino durante la sua performance e questo gli diede tempo per pensare alla sua argomentazione e, forse, mitigare un po' di danno che aveva fatto col suo messaggio.

    Prendendo un profondo respiro, tentò di mettere a posto i pensieri: "Io e Bae abbiamo passato la mattina al Regno Animale e ha detto di volerti portare al parco con noi. Dopo aver preso il trenino dei dinosauri, ha avuto una brutta crisi e si sente malissimo... fisicamente e mentalmente. Al momento, siamo nella nostra camera e lui sta dormendo. Appena si sveglierà, andremo in piscina, ma gli ho promesso che avremmo fatto qualcosa di divertente stasera. Sfortunatamente, non ho idea di cosa sarà questa 'cosa divertente'. Speravo potessi unirti a noi per cena. Gli piacerebbe molto passare del tempo con te e sarei felice di pagarti per qualsiasi cosa. Voglio solo vederlo sorridere."

    Gold rilesse la sua spiegazione, soddisfatto che avesse scritto tutto decentemente. Ora, doveva solo attendere la risposta di Belle.

    Arrivò pochi minuti dopo: "Ok. Ho 15 minuti. Pausa. Dammi un secondo per leggere cos'hai scritto."

    Si ritrovò a trattenere il fiato mentre rileggeva le sue parole, consapevole del fatto che, dall'altra parte del telefono, anche lei lo stava facendo.

    "Povero piccolo tesoro! Mi sento così male che stia male! Vorrei poter fare qualcosa, ma devo lavorare fino a tardi, oggi. Ho il giorno libero domenica, quindi, magari, possiamo fare qualcosa allora?"

    Ovviamente, doveva lavorare. Gold scosse la testa alla sua stupidità. Lui aveva la libertà delle sue ore di lavoro, ma Belle aveva un orario fisso: "Capisco. Per domenica abbiamo l'Epcot, ma possiamo trovare una soluzione."

    "Perfetto! Adoro Epcot! Fammi sapere a che ora vogliamo incontrarci."

    Gold fissò il suo messaggio. Non poteva essere così facile.

    Un momento dopo, lei scrisse di nuovo: "È una cosa informale, quindi non apparirò in costume. Posso indossare qualcosa simile allo stile di Belle, ma non potrò essere la principessa Belle. Sarà un problema?"

    Lui ci pensò su. Ovviamente, poteva trovare qualche modo per spiegare il cambio di abito a Bae. Suo figlio di certo non si aspettava di vederla camminare per il parco con un abito da ballo, no? Forse, poteva dirgli che era sotto copertura per poter vedere il parco senza essere tormentata da cacciatori di autografi: "Nessun problema. Vuoi che ti paghi prima o il giorno stesso?"

    Sembrò passare un'eternità prima della sua risposta: "Niente pagamento :-) Non mi è permesso accettare compensi o cose simili, ma, comunque, non mi sembra giusto accettare compensi a prescindere. È un bambino meraviglioso. Non vedo l'ora di rivederlo!"

    La sua semplice generosità gli mozzò il fiato. Belle stava cedendo il suo giorno libero per intrattenere Bae e senza nemmeno un compenso. Gold scosse la testa, a disagio al pensiero di avere qualcosa di così tanto valore in cambio di nulla. In qualche modo, avrebbe trovato il modo di farle vivere una bella domenica.

    "Ti sono grato per la tua gentilezza. Ti manderò un messaggio per l'orario di domenica." esitò e poi inviò "Nel mentre, hai qualche suggerimento per cosa fare stasera? Qualcosa non faticoso?"

    La sua risposta fu immediata: "Certo! Dammi solo un secondo per pensare.". Ci vollero pochissimi secondi per pensare a qualcosa: "Siete al Poly, giusto?"

    "Corretto."

    "Bene! È tutto più facile. Portalo per un tour sulle monorotaie. Fate il giro dell'Epcot. Gli piacerà perchè potrete vedere il parco. Potete cenare, o prima o dopo, da 'Chef Mickey'. È al Contemporary - un pasto a tema Topolino, Minnie, ecc. Se non riuscite a prenotare, non preoccuparti. Vai lì e, chiunque sia l'addetto ai tavoli, di' che Izzy French vi manda per riscuotere il suo favore. Vi faranno sedere :-)."


    Il tono veloce del suo messaggio lo fece ridere e Gold non potè non chiedersi perchè 'Chef Mickey' avesse dei conti in sospeso con Belle. Forse, poteva convincerla a dirglieli quella domenica.

    "Assicurati di ritornare al Poly non dopo le 20:30 e di scendere in spiaggia. Sedetevi lì, dove potete vedere il castello. Potrete ammirare i fuochi d'artificio alle 21:00, ma c'è una cosa speciale nella laguna, prima."

    "Qualcosa di speciale?"
    quasi si sentiva un bambino lui stesso mentre Belle complottava un'avventura per lui e Bae.

    "È una sorpresa! Una delle mie cose preferite a Disney. Vi piacerà."

    Aveva promesso a Bae una sorpresa e gliel'avrebbe data. C'era qualcosa di affascinante in tutta quella storia: "Non potrò mai ringraziarti abbastanza. Non vedo l'ora di vedere la nostra sorpresa."

    "Nessun problema! La mia pausa è quasi finita, quindi devo andare, ma fammi sapere per domenica. Ci divertiremo :-)"
    .

    Gold la salutò, sentendosi più leggero nello spirito come non mai. Era un conforto avere qualcuno con cui commiserarsi, qualcuno che voleva aiutarlo quando inciampava. Anche nei suoi momenti d'oro da sposato, Milah non era stata proprio di supporto e lui non era mai stato bravo a farsi degli amici. Belle era stata una manna dal cielo per entrambi.

    Prese il rischio di lasciare suo figlio dormire da solo per andare a mensa, ritornando con del caffè e un brownie per sè e una crispellina di riso a forma di faccia di Topolino per Bae. Le calorie non contavano in vacanza.

    Bae si svegliò poco dopo, abbastanza ravvivato da mangiare metà brownie di suo padre, oltre al suo snack, e Gold ne fu contento sebbene non fosse sicuro se essere sollevato o preoccupato che Bae non l'avesse pregato di far visita ad un parco.

    Invece, sembrò divertirsi davvero in piscina anche se l'area dei giochi fu un po' troppo stancante per lui. A Gold sarebbe piaciuto unirsi a lui, ma non osava allontanarsi dal suo telefonino, in caso la sua chiamata fosse magicamente arrivata. Invece, alternò tra rallegrare suo figlio e assicurarsi che facesse delle pause regolari per l'ossigeno.

    Lo scivolo fu la sua attività preferita e Gold ebbe la sensazione che avrebbe avuto più fortuna a tentare di far passare a Bae del tempo in piscina, ora che l'aveva vista. Di certo, ebbe difficoltà a riportarlo in camera, ma ricordò a suo figlio che aveva una sorpresa ad attenderlo solo se si fosse sbrigato.

    Come Belle aveva previsto, Bae adorò il circuito della monorotaia. Insistette di rifarla per tre volte e fu estasiato alla vista di un cervo che brucava l'erba. Comunque, la monorotaia fu nulla in confronto allo 'Chef Mickey'.

    Dare il nome di Izzy French gli procurò subito un posto, ma gli attenti camerieri furono l'unica cosa rispondente agli standard di Gold. L'arredamento era pacchiano. Internamente era rumoroso, tanto da riuscire a malapena a sentire se stesso, e il cibo era al limite dell'immangiabile.

    Bae lo adorava.

    Topolino si avvicinò al loro tavolo poco dopo essersi seduti e, se Gold fosse vissuto per altri 100 anni, non avrebbe dimenticato mai lo sguardo di suo figlio quando Topolino gli dedicò tutte le sue attenzioni. Poi arrivò Paperino, poi Minnie, Pippo con Pluto e ogni personaggio sembrava voler superare l'altro in attenzioni verso Bae. Gold non era sicuro se fosse per la bombola d'ossigeno o se Belle avesse messo una buona parola per loro, ma di certo erano al centro dell'attenzione.

    "È il posto migliore qui, papà!" Bae disse dopo che Paperino si sedette accanto a lui e lo aiutò a comporre un disegno con le patatine. Il papero si arrabbiò molto quando Bae disegnò la testa di Topolino e Bae rise così forte che Gold temette un'altra crisi.

    Suo figlio gli sorrise, il volto luminoso e felice, e, in quel momento, Bae non era malato. Era un normale bambino che si stava divertendo con alcuni dei suoi personaggi preferiti e Gold desiderò poter mettere in una bottiglia quell'esperienza e tenerla con sè per sempre.

    "Quindi, se è il posto migliore, vuol dire che Belle passa al secondo posto?" chiese divertito, domandandosi se Bae avrebbe scelto quella cena alla sua futura sposa.

    Bae fece una smorfia mentre rifletteva "Forse non proprio il migliore migliore" disse "Ma davvero bello".

    Avrebbe probabilmente dovuto dare credito a Belle per tutto, dato che quella serata era stata idea sua, ma Gold pensò che l'avrebbe perdonato per essere rimasto zitto. Voleva far pensare a Bae che suo padre fosse un genio ancora per un po'. E poi, menzionare che aveva parlato con Belle avrebbe rovinato la loro sorpresa per la giornata all'Epcot. Non era ancora pronto a dirlo a Bae. Se l'avesse fatto, suo figlio sarebbe stato sulle spine fino a domenica, non godendosi null'altro nel mentre.

    Per lo stesso motivo, non disse una parola sui loro piani per il resto della serata finchè non scesero dalla monorotaia al Polynesian. Bae, automaticamente, si diresse verso la loro camera, ma Gold lo afferrò per una spalla "Penso che dovremmo fare un giro".

    Come si era aspettato, suo figlio non protestò. Tutto sembrava affascinare Bae e rimase particolarmente colpito dalle torce polinesiane e dalle cascate fuori dalla hall. Insistette nel farsi una foto con ogni creatura dipinta nel negozietto del resort e Gold ebbe la sensazione che avrebbe speso una piccola fortuna lì dentro prima di ritornare a casa.

    Tenendo un occhio sull'orologio, seguì Bae, indirizzandolo nei momenti giusti per assicurarsi di finire in spiaggia nel tempo specificato da Belle. Un paio di persone erano già lì, i loro occhi rivolti verso l'acqua e il castello a distanza, ma c'erano un paio di sdraio che reclamavano la loro presenza.

    O, per lo meno, reclamavano la sua. Camminare sulla sabbia morbida non era una buona cosa per la sua gamba. Bae si sedette accanto a lui e passò alcuni minuti a fissare il castello prima di iniziare ad agitarsi "Dai, papà. Andiamo a guardare altre cose".

    "Se ce ne andiamo ora, ti perderai la tua sorpresa" Gold gli rispose.

    Bae alzò le sopracciglia "La mia sorpresa? Cos'è?".

    "È una sorpresa" Gold nascose un sorriso al suono esasperato che Bae fece "Siediti, guarda e vedrai".

    Era facile essere misteriosi quando non si aveva la minima idea di cosa sarebbe accaduto. Pensò che avrebbe riconosciuto la sorpresa di Belle quando l'avrebbe vista, ma mentre il cielo continuava a scurirsi senza alcun segno di alcunchè, Gold iniziò a dubitare. Erano nel posto giusto, vero?

    Una fanfara di musica proveniente da sintetizzatori quasi lo fece sobbalzare anche se realizzò, al contempo, che la sorpresa era iniziata. Non importava quanto strizzasse gli occhi, non riuscì a vedere nulla nell'acqua nera finchè, a distanza, la figura illuminata di un serpente marino apparve improvvisamente.

    "Wow!" Bae disse estasiato "Papà, guarda!".

    Il serpente marino lentamente si avvicinava a ritmo di musica. Dopo un momento, la musica cambiò e apparve una balena dietro, come se ci fosse una parata. Poi arrivò una tartaruga che abbassava ed alzava la testa, seguita da un polipo con i suoi tentacoli in movimento.

    Dovevano essere una serie di piattaforme con degli schermi, Gold analizzò. Ogni creatura aveva una sorta di animazione, ma le linee illuminate erano un po' primitive. In qualche modo, rendevano tutto più affascinante.

    Guardò Bae, vedendolo fissare la parata con la bocca spalancata. Si era seduto quasi al limite della sdraio per vedere meglio, ma Gold si stese meglio, invece, godendosi quel momento.

    "I delfini!" Bae urlò quando l'animale apparve dal nulla e i mammiferi iniziarono a giocare nell'acqua.

    I delfini furono seguiti da un dinosauro che gli fece ricordare della crisi di quel giorno. Quel giorno, dopo tutto, avrebbero avuto dei buoni ricordi dei dinosauri. Quando apparvero le altre figure, Gold ridacchiò. Un coccodrillo stava famelicamente aprendo e chiudendo le fauci, rivelando denti aguzzi, e il dinosauro avrebbe fatto meglio a guardarsi alle spalle.

    Re Tritone e la schiera di cavallucci marini arrivarono subito dopo e Gold ammirò quelle figure illuminate che, lentamente, gli sfilavano davanti finchè non iniziò un'altra fanfara e le onde si trasformarono in una scena patriottica di stelle e strisce, accompagnata da una musica appropriata finchè tutto sparì di nuovo, gli schermi diventarono neri.

    "Falli ricominciare!" Bae pretese.

    Suo figlio aveva troppa fiducia in lui "Non posso, ma possiamo ritornare a vederli".

    "Ogni sera. Voglio vederli ogni sera".

    "Possiamo farlo" se Bae voleva ritornare al resort a vedere la parata acquatica, farlo uscire dai parchi a fine giornata sarebbe stato più facile.

    Bae si abbandonò sulla sdraio con un sospiro contento "Adoro questo posto".

    Suo figlio si guardò intorno, notando che le persone erano aumentate "Succederà altro?".

    Come per rispondere alla sua domanda, tutte le attività nella piscina vicina cessarono mentre la musica iniziò a riempire il posto, seguita dal castello che si illuminò tutto mentre una voce di uomo parlava dell'importanza dell'inseguire i propri sogni.

    I fuochi d'artificio furono di certo più incredibili di qualsiasi spettacolo visto nella loro cittadina per l'annuale parata del Giorno dell'Indipendenza e Bae ne fu catturato. Gold si ritrovò ad ascoltare la canzone che accompagnava lo spettacolo, sperando che anche lui avrebbe potuto avere il finale felice di cui tesseva le lodi.

    L'ottimismo non era una sua caratteristica, ma, in quel posto, era facile credere. Bae avrebbe ricevuto i suoi nuovi polmoni e suo figlio sarebbe stato bene.

    E avrebbero vissuto felici e contenti.


    Continua...
     
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    Capitolo 3



    "Dai, papà! Sbrigati!".

    Nel tentativo di tenersi Bae al fianco mentre entravano all'Epcot, Gold gli prese la bombola d'ossigeno, usando il tubo come una specie di guinzaglio. Ma anche così, Bae praticamente saltava sul posto mentre tentava di guardare ovunque nello stesso momento.

    "Dov'è?".

    "Calmati, Bae" lo ammonì, scuotendo la testa. Non aveva detto a Bae che avrebbero incontrato Belle al parco fino a quando non stavano attendendo la monorotaia, quella mattina, e immediatamente aveva capito di aver fatto la scelta più giusta. Se fosse stato per lui, Bae avrebbe probabilmente battuto la monorotaia in velocità per arrivare all'Epcot e rivedere Belle. Se gliel'avesse detto la sera prima, Bae non avrebbe dormito un momento per l'emozione.

    "Ha detto che ci saremmo incontrati al negozio vicino la grande palla". Il giorno prima, Belle gli aveva mandato un messaggio con le direzioni per l'esatta panchina in cui li avrebbe attesi e, guardandosi intorno, Gold la ringraziò per la sua accortezza. L'entrata dell'Epcot era immensa ed era facile vedere perchè era passata da "Incontriamoci di fronte l'entrata del parco alle 9:00" ad un piano molto più specifico. Non aveva idea dove fosse l'"Art of Disney", ma pensò che sarebbe stato capace di trovarlo.

    Belle era sveglia su tanti punti di vista. Durante la stessa conversazione, aveva chiesto se c'era qualcosa che doveva sapere su come interagire con Bae. Aveva voluto sapere se c'era qualcosa di cui era preoccupato, qualcosa a cui era allergico o che non avrebbe dovuto fare, e se c'era qualche argomento che non doveva toccare. Gold era rimasto attonito anche se se la prese con se stesso per la mancanza di una simile accortezza.

    Pensava di averle dato delle semplici linee guida - non parlare della madre o della malattia di Bae a meno che non fosse Bae a parlarne, non incoraggiarlo a urlare o a iniziare attività stancanti, frequenti pause per riposare e assolutamente non dire mai "Quando sarai grande" o "La prossima volta". Doveva ammettere che l'ultima parte era stata più per lui che per Bae, che spesso parlava, invece, di piani per il futuro. Gold preferiva non ricordare che il suo bambino poteva non avere alcun futuro.

    "Ricorda, avrà un aspetto diverso" ricordò a suo figlio. Secondo la mappa in mano, si stavano avvicinando al negozio dove Belle aveva promesso di incontrarli.

    "Perchè è in... conito" Bae concordò.

    "In incognito" Gold lo corresse automaticamente. Avevano avuto quella discussione sulla monorotaia e a Bae erano piaciute sia quella nuova parola che l'idea di Belle come un agente segreto che voleva passare una giornata con lui, Gold era più preoccupato delle cose pratiche. L'avrebbero riconosciuta? Come sarebbe stata senza parrucca e abito?

    Anche se non sapevano che aspetto aveva davvero, lei li conosceva. Forse avrebbero dovuto aspettare prima di vederla avvicinarsi, ma Gold preferiva essere distaccato che mettersi in imbarazzo avvicinando donne a caso che potevano assomigliare a Belle.

    La mano di Bae gli afferrò la giacca "Eccola!" disse, il tono pieno di emozione "Belle!".

    Gold seguì il dito puntato di suo figlio verso una ragazza seduta da sola su una panchina, indossando una giacca bianca sopra un vestito blu. I capelli, un po' più chiari di quelli della parrucca, erano raccolti in una coda, e Gold riconobbe il suo outfit come similare ad uno indossato da Belle nel cartone.

    Al suono dell'urlo di Bae, la donna alzò lo sguardo, il suo adorabile viso si aprì in un enorme sorriso "La mia Bestia!". Senza curarsi del pavimento sporco, Belle si inginocchiò e abbracciò Bae, il volto luminoso "Sono così felice di rivederti!".

    Dopo un lungo abbraccio, Belle si rimise in piedi e gli sorrise "E sono felice di vedere anche voi, sua maestà".

    Gold la fissò, consapevole che qualcosa era cambiato. Il suo outfit era diverso e i suoi capelli erano più chiari - castani invece di mogano. Gli occhi erano di uno splendido blu, proprio come si ricordava dopo l'incidente della lente a contatto, ma non era quello che spiegava il cambiamento.

    Dopo un momento, realizzò cosa c'era davvero di diverso "Sei più bassa".

    Era una cosa scortese da dire e si maledisse per come l'aveva detto.

    Con grazia, Belle ridacchiò e gli mostrò le sue scarpe da ginnastica nere "Tacchi alti ed Epcot non vanno d'accordo. Ho scelto delle scarpe più comode, oggi".

    "Molto giusto" le rispose. Senza tacchi, Belle gli arrivava a malapena al mento e lui non era un uomo alto.

    Belle si voltò verso Bae "Voglio sapere tutto quello che hai fatto da quando ci siamo lasciati!".

    Bae fu più che felice di farlo e Gold li seguì mentre suo figlio stringeva la mano di Belle e si faceva guidare da lei nel parco. Era assurdo quanto sembrassero completarsi. Erano entrambi piccoli, con capelli scuri e sorrisi enormi e Belle poteva benissimo passare come la madre di Bae.

    Il volto di Bae era luminoso quando la guardava e a Gold si chiuse la gola mentre si domandava se avesse arrecato un danno a suo figlio nel non aver cercato un rimpiazzo per Milah. La sola influenza femminile nella vita di Bae era la loro piatta governante. Il suo bambino si meritava l'amore di una madre.Tra il tempo passato a lavoro e quello con Bae, non aveva mai avuto tempo di trovarsi una compagna e Gold aveva da tempo accantonato quella possibilità. Oggi, Bae aveva Belle.

    Doveva bastare.

    "Hanno una pista di Nemo!" Bae esclamò mentre si girava ad afferrare la mano libera di suo padre, camminando tra i due adulti, muovendo le braccia gioiosamente.

    "Nemo? Parli del capitano Nemo?" Belle chiese, facendo al meglio la parte di una principessa ignara del mondo moderno.

    "Nemo è un pesce" Bae spiegò e, quando raggiunsero l'enorme edificio blu, decorato con immagini coloratissime di "Alla ricerca di Nemo", aveva rivelato quasi tutta la trama a Belle.

    Gold sospirò sollevato quando entrarono in un locale mediamente illuminato e con l'aria condizionata. Indossare un tre pezzi era perfetto per Storybrooke, Maine, ma iniziava ad essere fastidioso in Florida.

    La fila si diramava nello scenario di una spiaggia prima di condurre sotto il mare, dove Bae rimase rapito dalla batteria di pesci che gli passavano accanto su grandi schermi.

    "È proprio come il film" Bae si meravigliò prima di notare una barca sopra le loro teste, ridendo subito dopo "È un sedere! Voglio toccare il sedere!".

    Gold scambiò uno sguardo divertito con Belle. Dopo aver girato un'altra curva, vennero accolti dalla vista di veicoli dalla forma di cozze rosa, della giusta misura per due adulti e un bambino.

    Salire su quei veicoli significava salire su un nastro trasportatore, cosa non facile per un uomo col bastone. Fortunatamente, Gold aveva affinato la sua tecnica nel corso di quei giorni e riuscì a spostarsi senza finire a terra. Si sedettero nella loro cozza, Bae tra loro.

    Il giro finì quasi subito, ma Bae sembrò molto compiaciuto. Da parte sua, Gold rimase incuriosito dalla coppia di lamantini che nuotavano in una vasca vicino l'uscita, ma Bae gli permise di osservarli solo per poco prima di volersi spostare.

    Subito dopo, ebbero l'opportunità di parlare con Scorza, la tartaruga marina. Bae venne portato nella prima fila di un piccolo auditorium con altri bambini, mentre Gold e Belle si sedevano a poca distanza. "Adoro vederlo così entusiasta" Belle mormorò mentre osservavano un Bae eccitato che attendeva che Scorza apparisse sullo schermo.

    "È la nostra prima, vera vacanza" Gold ammise. Avevano tantissime cose con cui tenersi occupati nel New England, ma questa era la prima volta che viaggiavano insieme solo per piacere. Poteva solo sperare che non fosse l'ultima.

    "Probabilmente farà bene ad entrambi. Non posso immaginare quanto sia difficile". Il suo genuino tono di solidarietà gli fece chiudere la gola. I professionisti medici che lavoravano con lui e Bae erano gentili, ma per loro, suo figlio era prima un caso di studio e poi una persona. Quando Belle guardava Bae, vedeva Bae. Quello faceva tutta la differenza.

    Prima che potesse rispondere, Scorza entrò in scena e i bambini andarono in visibilio. Gold sorrise alla gioia di Bae e prese il telefonino per fare un video, sperando che le luci basse non avrebbero rovinato il suo sforzo.

    Aveva pensato che il piccolo show sarebbe stato un video montato ad arte, intento ad educare il pubblico sulle tartarughe marine e mentalmente aveva anche fatto un applauso alla Disney per riuscire a far mettere in fila le persone per guardare un cartone informativo. Ma non gli ci volle molto per ricredersi.

    "Alzate la mano se avete una domanda per Scorza" uno dello staff disse e metà dei bambini alzò subito la mano. Bae ne alzò due per sicurezza.

    "Ok, parliamo col piccolino in seconda fila - scorza rossa, ha entrambe le pinne alzate" Scorza disse, descrivendo Bae, e Gold spalancò la bocca quando realizzò che la tartaruga poteva davvero vedere suo figlio.

    L’addetto tenne il microfono davanti a Bae e Scorza chiese "Come ti chiami, amico?".

    Bae, emozionato, ignorò la domanda della tartaruga per dire subito la domanda che si era preparato "Quanto possono trattenere il fiato le tartarughe?".

    Scorza nuotò all'indietro e poi fissò Bae. Dopo un momento, disse "Nome interessante".

    Lo sguardo di Bae si fece confuso finchè non capì la battuta, sorridendo divertito, e Gold si ritrovò a ridere insieme a qualche altro genitore. Scorza stava parlando con Bae come se fosse stato un qualsiasi altro bambino e quello era bellissimo.

    "Come ti chiami, amico?" Scorza ripetè e questa volta Bae fu abbastanza rilassato da rispondere.

    "Bae!".

    "E qual era la tua domanda, amico Bae? Quanto possono trattenere il fiato le tartarughe?" Scorza ripetè "Beh, un tempo luuuuuuuunghissimo" la tartaruga disse saggiamente "Per esempio, se mi sto rilassando e non sto facendo niente, posso rimanere sott'acqua fino a 7 ore".

    "Whoa..." Bae sembrò attonito a quella notizia.

    "Sai cos'è ancora più 'whoa'? Alcune tartarughe possono ibernarsi e, quando lo fanno, possono rimanere sott'acqua per mesi!" Scorza diede un momento ai bambini per immagazzinare quelle informazioni "Non è il mio stile, però. Perchè dormire quando si può surfare!".

    Gli diede una breve dimostrazione delle sue abilità di surfer prima di ritornare a guardare i bambini "È stato un piacere parlarti, amico Bae! Ora, chi altro ha una domanda per il grande Scorza?".

    Quando ripresero Bae, a fine show, stava quasi volando per l'emozione "Scorza mi ha parlato! Hai visto, papà? Hai visto, Belle? Ha detto il mio nome!".

    "Abbiamo visto" Gold lo rassicurò, mostrandogli il telefono come prova. Con suo sollievo, suo figlio non provò a prenderglielo di mano per guardare, dato che gli addetti stavano facendo uscire le persone dall'auditorium per il prossimo turno.

    "Hai fatto una domanda molto intelligente" Belle gli disse mentre afferrava la mano di Bae.

    "È così simpatico!" Bae guardò da oltre una spalla per assicurarsi che suo padre li stesse seguendo "Andiamo, amico!".

    Quando Scorza aveva consigliato ai bambini di passare tutta la giornata a dire 'amico' quanto più possibile, promettendogli che i loro genitori l'avrebbero adorato, Gold aveva riso. Avrebbe dovuto realizzare che suo figlio avrebbe preso alla lettera la tartaruga. Quando raggiunsero la successiva attrazione, Gold aveva sentito la parola 'amico' più di 7 volte ed era già pronto a gustarsi una bella zuppa di tartaruga per pranzo.

    "Che facciamo ora, amico?".

    Questa nuova abitudine doveva essere recisa il prima possibile. Allora, Gold ignorò la domanda di Bae e guardò Belle "Il tempo è bellissimo, oggi".

    Alzò le sopracciglia e Belle sembrò capire la sua tattica. Quindi, gli resse il gioco "Sai come dicono: una brutta giornata in Florida è sempre meglio di una qualsiasi buona giornata altrove. Ma non hai caldo con quel vestito? Mi viene caldo solo a guardarti!".

    "Forse un po'" le rispose. Sebbene avesse obiettivamente saputo che la Florida aveva temperature e umidità più alte di qualsiasi altro posto visitato da Gold, non aveva davvero compreso il fatto fino al loro primo giorno nel Regno Magico. Era troppo tardi, comunque. Aveva portato solo abiti.

    "Non sono belli quei mosaici?" Belle chiese mentre indicava un enorme murale dall'altro lato del percorso che conduceva al padiglione successivo.

    A quel punto, Bae stava iniziando a trascinare i piedi "Amico..." si lamentò, tirando Gold per la mano.

    Fingendo di non sentirlo, Gold si avvicino di più al lato del percorso per guardare meglio "Fantastici".

    "The Land" Bae lesse il nome della nuova attrazione "Che cosa fanno qui, amico?".

    "È davvero incredibile trovare un lavoro così, qui. Devo ammettere che non ho mai accostato l'idea di Disney World all'arte".

    "Aspetta finchè non arriviamo al World Showcase" Belle promise, gli occhi luminosi mentre deliberatamente cercava di non guardare il bambino che era praticamente attaccato alle loro mani.

    "Che c'è qui dentro, papà?".

    Non c'era voluto poi molto, Gold pensò. Chiaramente, Bae stava cercando di comportarsi bene per Belle. Per premiare il suo ritorno alla calma, Gold subito lo guardò "È un'ottima domanda, Bae. C'è un giro su una barca e un qualche giro su un deltaplano".

    Era un po' insicuro sul fatto del deltaplano. Aveva letto un sacco di recensioni su quei giri, ma non riusciva bene ad immaginarselo. Sapeva solo che c'era un film e bisognava stare seduti per vederlo, cosa che gli stava più che bene.

    "Chi vive qui?" Bae chiese, di nuovo col suo buon umore ora che gli adulti gli avevano ridato attenzione.

    Gold prese un profondo respiro di aria fresca mentre entravano nel padiglione "Che vuoi dire?".

    Bae provò a spiegare "Tipo... Nemo vive nel palazzo blu. Chi vive qui?".

    "C'è un film con Timon e Pumba e Simba, ma nessuno vive realmente qui" Belle spiegò "Vuoi fare quello prima?".

    Il film aveva un bel messaggio sulla conservazione, ma Gold non lo trovò particolarmente emozionante. Bae sonnecchiò alla fine, quindi lui e suo figlio avevano la stessa opinione.

    L'attrazione seguente era un giro in barcetta attraverso le ricreazioni di vari ecosistemi e poi attraverso delle vere serre, cosa che li coinvolse molto di più.

    Bae si godette gli animali robotici, ma con sorpresa di Gold, furono le serre a catturarlo. "Ci sono così tante piante! Danno tutte cibo? Guarda, un albero di banane! Quella zucca somiglia a Topolino! Cos'è un frutto magico?".

    "L'ho letto" Belle arrivò in soccorso, perchè Gold non ne aveva la minima idea "Quando ne mangi le bacche, cambia la percezione dei sapori che hai sulla lingua per un po'. Potresti mangiare in limone intero e ti sembrerebbe dolce, e invece i dolci ti sembrerebbero acidi".

    "Davvero veramente?" Bae chiese, assicurandosi che Belle non lo stesse prendendo in giro.

    "Davvero veramente" Belle confermò.

    Dal suo sguardo, sembrava come se avesse spiegato a Bae il perchè dell'universo "Fico".

    Gold si annotò mentalmente di scoprirne di più e di capire dove poterlo acquistare.

    "Ancora!" Bae disse appena scesero.

    La fila si mosse velocemente e ritornarono sulla barchetta in meno di 10 minuti e, questa volta, Bae gattonò oltre il grembo di Belle così da potersi sedere esternamente ed avere una vista migliore.

    "Non penso che cadrà" gli mormorò.

    "Se fa qualcosa di stupido, afferralo. Altrimenti, lascialo lì". I riflessi di Belle erano probabilmente migliori dei suoi.

    Belle tenne un occhio sempre fisso su Bae, assicurandosi che fosse concentrato altrove, poi gli si avvicinò "Fanno dei tour guidati per le serre ogni ora. Penso che costì 25 dollari a persona, ma puoi vedere tutto da più vicino e ti fanno assaggiare alcune verdure. Penso che a Bae piacerebbe".

    Era gentile da parte sua pensare di dirglielo e ancora più gentile assicurarsi di non farlo sentire a Bae "Hai pensato bene. Dove posso iscriverci?".

    Non fu facile trascinare Bae via dalla barchetta per non fare un terzo giro, ma quando suo figlio scoprì del tour, tutto fu perdonato "Possiamo camminare e guardare tutto?".

    "Quasi tutto. Potrai vedere anche alcune cose che non hai visto dalla barchetta" Belle promise.

    Se qualcuno gliel'avesse chiesto, Gold avrebbe detto che un tour di un'ora a guardare piante e a saperne di più sulla coltura idroponica sembrava incredibilmente noioso. Con sua sorpresa, si ritrovò a godersi il tour quasi quanto Bae, sebbene notò che la guida non gli offrì una farfalla da liberare. Avere l'opportunità di dare da mangiare ai tilapia fu comunque abbastanza.

    "Sono collegati alla famiglia dei piranha?" mormorò a Belle mentre i pesci si muovevano rabbiosamente nell'acqua in cerca di cibo. Apparentemente, i tilapia erano dei mangiatori estremamente entusiasti.

    Dopo, gli vennero offerte delle fette di cocomero, cresciuti nelle serre, e Bae mostrò la sua migliore interpretazione dei tilapia mentre trangugiava la sua fetta e anche quelle di Gold, mentre Belle condivise la sua. Era la prima volta che suo figlio mangiava volontariamente delle verdure e solo quello valeva tutti i soldi spesi.

    Il tour fu affascinante ma, a metà, Gold iniziò a rallentare. Tutto quel camminare l'aveva stremato e il dolore alla gamba, insieme al caldo delle serre, gli stavano facendo girare la testa.

    Belle gli afferrò un gomito "Togliti la giacca".

    Doveva aver sentito male "Prego?".

    "Io sto sudando e indosso un vestito a maniche corte. Collasserai" lo sguardo che gli diede fu duro e Gold si levò la giacca prima di rendersene conto.

    Col suo aiuto, riuscì a togliersi anche il panciotto e la cravatta senza perdere il passo del gruppo del tour. Per quanto ne sapeva, Bae non si era nemmeno reso conto che lui e Belle erano rimasti indietro, seguendo la guida come se fosse il Pifferaio Magico.

    "Non va meglio?" Belle chiese mentre l'aiutava a girare le maniche della camicia.

    Quando gli sbottonò i primi due bottoni, la mente iniziò a schiarirgli "Molto. Grazie".

    Non si era mai permesso di sembrare così informale in pubblico, ma Gold si ricordò che era in vacanza. Finchè non indossava dei bermuda e una camicia hawaiana, era tutto ok.

    Era possibile che non avrebbe più recuperato la sua giacca, essendo stata accartocciata e chiusa nello zaino, ma era un piccolo prezzo da pagare per poter respirare.

    "Papà, possiamo costruire una serra?" Bae chiese quando il tour si concluse.

    "Sono sicuro che possiamo piantare qualcosa". Se Bae si immaginava una cosa simile nel Maine, Gold avrebbe dovuto deluderlo, ma tra loro, potevano riuscire a far crescere qualcosa.

    D'altro canto, Bae poteva mangiare le verdure che faceva crescere lui. Forse, era un'ottima idea.

    "Avevamo una serra quando ero piccola" Belle gli disse "Ci vuole tanta cura, ma è una sensazione meravigliosa piantare qualcosa e farla crescere".

    "Davvero? Cosa facevi crescere? Crescevano i cocomeri? Le zucche?". A Bae erano particolarmente piaciute le zucche.

    "Un sacco di cose: fiori e lattuga e taro e...".

    "Taro? Cos'è il taro?".

    A Belle non sembrò dispiacere l'interruzione e la discussione del giardino della sua famiglia continuò per tutta la fila dell'attrazione successiva. Non fu finchè un addetto non gli chiese quanti erano, e lui rispose "Tre" senza doverci pensare, che Gold realizzò quanto fosse naturale avere Belle con loro.

    Era un pensiero preoccupante. Se fosse stato un giocattolo o un animale a far sorridere Bae in quel modo, Gold non avrebbe perso tempo nel procurarli, ma Belle era una persona, non qualcosa che poteva acquistare. Poteva dare a suo figlio tanto altro, ma Bae non poteva tenersi Belle.

    Per la prima volta, Gold si domandò se avesse fatto un errore a convincerla a passare del tempo con loro. A Bae non poteva mancare ciò che non aveva mai avuto. Ora che sapeva com'era avere la compagnia di Belle, la sua mancanza avrebbe potuto creare un nuovo buco nella sua vita, e ne aveva già parecchi.

    Ormai, non poteva fare molto. Lei aveva detto di sì nel rimanere in contatto e quello sarebbe dovuto bastare. Ci volle qualche attimo per sistemare la tanica di Bae sotto il sedile e Gold si beò di quella distrazione dai suoi pensieri.

    Mentre Gold sistemava tutto, Belle attaccò la cintura di Bae e la propria "Ho sempre voluto volare" disse a Bae, gli occhi pieni di emozione "Spero che non sia troppo spaventoso".

    "Non preoccuparti, ci sono io" Bae le promise, impavido.

    Gold si sedette accanto a Bae, potendosi finalmente sedere prima che tutte le luci si spegnessero improvvisamente. Si stavano muovendo, i sedili si erano alzati e mossi in avanti verso un gigantesco schermo curvo che proiettava paesaggi di bellissimi luoghi storici da ogni parte del mondo.

    Il vento gli soffiò in faccia mentre i sedili si abbassavano e curvavano, la simulazione del volo era incredibilmente realistica. Lo stomaco di Gold si capovolse mentre afferrava i braccioli e si piantava sul sedile più che poteva, ricordandosi che era solo un'illusione e non si sarebbero davvero schiantati contro la Muraglia Cinese.

    Accanto a lui, Bae si spinse in avanti e alzò le braccia come un uccello mentre urlava di gioia e Gold istintivamente lo afferrò con la mano, anche se era ben assicurato con la cintura.

    Non gli erano mai piaciute le altezze.

    Il giro era un capolavoro tecnologico e tentò di focalizzarsi sul domandarsi come avessero riprodotto i vari profumi che aveva sentito nello sforzo di distrarsi dalla convinzione che stava per morire. Almeno, Bae si stava divertendo, e quando guardò oltre suo figlio, anche Belle stava sorridendo.

    Dopo quelle che erano sembrate ore, ma in realtà solo 5 minuti, atterrarono e Gold resistette al desiderio di baciare a terra. Bae, dal canto suo, era elettrizzato.

    “È stato fantastico! Sembrava proprio che stavamo volando! Hai avuto paura, Belle? Io no, nemmeno un po'".

    "Sei molto coraggioso" Belle gli disse "Io avevo un po' di paura. Eravamo altissimi" lei guardò Gold "Tu hai avuto paura?".

    Bae rispose subito "Papà non ha paura di nulla".

    Gold desiderò che fosse vero. C'erano così tante cose nella sua vita che lo terrorizzavano, tanto che un volo sembrava quasi piacevole "Forse un po'".

    Fu un sollievo quando il padiglione successivo conteneva solo un giro lento con Eric Idle e uno strano dragone viola di cui Bae subito di innamorò. Una versione di peluche del dragone finì nello zaino di Bae insieme alla giacca di Gold, oltre a Scorza di peluche che Bae doveva assolutamente avere, e poi ripartirono.

    "Test Track o World Showcase?" Belle gli chiese quando uscirono sotto il sole della Florida.

    "Test Track è un giro sulle montagne russe, giusto?". Quando Belle annuì, Gold fu sollevato che Bae fosse troppo distratto dalle vicine fontane per dare la sua opinione. Suo figlio avrebbe fatto di tutto per un infernale giro, ma Gold ne aveva già abbastanza "World Showcase sia".

    Belle indicò verso destra con due dita "Il prossimo!".

    Sulla mappa, il padiglione Canada non sembrava molto distante, ma in realtà, sembrò distante chilometri. Gli enormi giardini erano meravigliosi da passare, ma Bae li trovò molto poco entusiasmanti. Dopo poco, tirò Gold per la mano "Dai, papà! Belle vuole fare un giro".

    Belle ridacchiò per essere usata come capro espiatorio e li condusse al padiglione successivo - un film sulla cultura canadese, presentato da Martin Short. Bae era troppo piccolo per riconoscere l'attore se non solo come Jack Frost, ma rise alle sue battute comunque.

    Lungo il percorso per il successivo padiglione, Bae si fermò mentre un gruppo di uomini in kilt saliva su un palchetto e iniziava a cantare "The fields of Athenry", una tradizionale canzone irlandese che Gold aveva spesso sentito durante la sua infanzia a Glasgow. Quello era un periodo della sua vita che era meglio dimenticare, infatti non aveva mai fatto alcun tentativo di iniziare Bae a quel tipo di musica. Dallo sguardo entusiasta di suo figlio, sapeva di aver commesso un errore.

    Di fronte al palco, un paio di bambini stavano danzando come pazzi, e lo sguardo desideroso di Bae spezzò il cuore di Gold. Notando ciò, Belle prese Bae in braccio e iniziò a danzare uno strano valzer.

    Si fermarono quando la canzone terminò così che Bae potesse ridere alle battute dello zampognaro e Belle si allungò per parlare a Gold in un orecchio "Ho fatto bene? Hai detto nessuna attività stancante, ma sembrava così triste...".

    "Hai fatto benissimo. Sono felice che tu ci abbia pensato" le disse. Belle aveva danzato lentamente, così da non stancare troppo Bae. Ancora meglio, l'aveva fatto sorridere e gli aveva dato l'impressione di poter fare come i bambini normali.

    Finirono per guardare tutto lo spettacolo, con Gold che si allontanò per acquistare ogni CD della band. Cosa avesse a che fare col Canada, non ne aveva idea, ma se faceva felice Bae, era pronto a diventare il loro primo fan.

    I membri della band furono abbastanza gentili da rimanere anche alla fine dello show e fare delle foto dopo aver firmato i CD di Bae. "Voglio fare lo zampognaro quando sarò grande!" annunciò per il divertimento di tutti.

    Gold fece del suo meglio per mantenere uno sguardo neutrale, ma qualcosa doveva essergli sfuggito perchè Belle gli strinse un braccio, dandogli conforto senza parole. Aveva ragione. Non c'era motivo di temere il futuro quando, proprio ora, Bae era felice e gioioso.

    Il padiglione successivo, che era a tema Regno Unito, non prevedeva nè film nè giri. Aveva, invece, un incontro con Winnie the Pooh e Tigro. Bae non ne fu felice.

    "Pooh è per i bambini".

    Belle sorrise alla sua frase "È ok. Se sei troppo grande per Pooh, non dobbiamo salutarlo".

    Non era il metodo che Gold avrebbe scelto, ma quando Belle si allontanò dai personaggi, potè vedere lo scopo della sua strategia. Bae trascinò i piedi, guardando da oltre una spalla Pooh e Tigro, cosa che Belle finse di non vedere.

    "Beh... Vuoi incontrarli, allora?" Belle chiese. Nascondendo un sorriso, gli disse "A me piacerebbe salutarli. Ma se tu non vuoi, è ok".

    "Lo farò solo perchè vuoi tu" disse Bae con un sorriso magnanimo.

    "È molto generoso da parte tua" Belle lo premiò con un bacio sulla guancia, che fece arrossire suo figlio, e Gold desiderò aver avuto il telefonino a portata di mano.

    A dispetto del suo iniziale sdegno, dovettero praticamente trascinare via Bae da Tigro.

    "Il prossimo padiglione è a tema francese. Sarà come essere a casa" Belle disse mentre uscivano.

    "Sono stanco di camminare. Fa caldo" Bae si lamentò.

    Gold conosceva bene quel tono "Fermiamoci a pranzare".

    Pesce con patate ravvivò Bae un po' troppo velocemente. Gli ci volle tutta la forza per far stare fermo suo figlio e farlo riposare, e se non fosse stato per l'aiuto di Belle con il gioco 'Cosa vedo?', non avrebbe vinto la battaglia.

    "Possiamo prendere un gelato?" Bae chiese speranzoso mentre passavano un ponte per entrare nel padiglione francese, notando varie persone con enormi coni colorati.

    "Aspettiamo un po', abbiamo finito ora di mangiare, poi lo prenderemo". Bae aveva ereditato il suo stesso amore per gli zuccheri, cosa che Gold cercava di evitare quanto possibile, ma questa era una vacanza. Il gelato era d'obbligo.

    "Che succede lì?". C'era una folla sul bordo di una laguna e Bae si avvicinò per osservare, Gold e Belle dietro di lui. Improvvisamente, Belle si fermò "Oh no...".

    Gold esitò, combattuto tra stare con lei e tenere vicino Bae "Che succede?".

    Il suo sguardo fu molto dispiaciuto "Mi dispiace così tanto. Non ci avevo pensato".

    Molto confuso, Gold osservò il gruppo di persone finchè non vide di cosa stava parlando. Nella laguna, una Belle in abiti azzurri da paesana stava firmando autografi e facendo foto.

    Oh, cavolo.

    Fece per afferrare Bae, ma era troppo tardi. Suo figlio aveva già visto l'altra Belle. Il suo faccino si contorse confuso mentre guardava la loro Belle e l'altra.

    "Papà, perchè ci sono due Belle?".


    Continua...
     
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    Capitolo 4 (I parte)



    La domanda di Bae rimase in aria tra loro e Gold deglutì a vuoto. A mente fredda, avrebbe dovuto aspettarselo. I personaggi erano ovunque. Nei trascorsi 5 giorni, avevano visto dozzine di coppie diverse di Cip e Ciop, ma dato che i duplicati non erano mai insieme nello stesso momento, Bae non aveva collegato. Ora, avevano due Belle e un grosso problema per le mani.

    "Sediamoci un attimo. La gamba di papà fa male" lui suggerì, prendendo tempo.

    Con suo sollievo, Bae sembrò più confuso che arrabbiato, ma quando guardò Belle, sembrò sull'orlo delle lacrime. L'aveva salvato più di una volta quel giorno, ma questa volta doveva cavarsela da solo.

    Cercando di non far notare la condizione di Belle a Bae, Gold condusse entrambi verso una panca vuota, di fronte la fontana. Bae si sedette tra loro, con Belle praticamente fuori dal limite. Sembrava come se volesse fuggire da un momento all'altro e la mente di Gold corse per cercare di capire come spiegare la situazione.

    Si prese del tempo per sedersi comodo, gli occhi di Bae fissi su di lui, attendendo. Perchè i libri per i genitori non parlavano mai di discussioni simili? Era come la questione di Babbo Natale.

    Improvvisamente, un'ispirazione "Ricordi quando abbiamo parlato di Babbo Natale?".

    Quando Bae annuì, dubbioso, chiaramente non sicuro di cosa c'entrasse Babbo Natale, Gold elaborò "Abbiamo detto che Babbo Natale vuole passare del tempo con i bambini e le bambine, ma è molto occupato a fare giocattoli al Polo Nord. Quindi, invia i suoi aiutanti in tutto il mondo per scoprire cosa vogliono i bambini per Natale e raccoglie dei soldi per aiutare le persone che non hanno abbastanza per mangiare".

    Cercò di coprire ogni punto della discussione, così che anche Belle comprendesse il pensiero della famiglia Gold su Babbo Natale "Si vestono come Babbo Natale perchè sono i suoi aiutanti ufficiali e dicono tutto a Babbo Natale. Quindi, anche se il Babbo Natale che hai incontrato alla festa di Natale non era il vero Babbo Natale, era un amico di Babbo Natale e gli ha detto tutto di te".

    Dall'altro lato di Bae, poteva vedere un po' della tensione abbandonare Belle e si rilassò meglio sulla panca. Quando la guardò negli occhi, lei annuì leggermente, facendogli capire che aveva capito cosa voleva fare.

    Dato che non stava facendo alcun tentativo per fermarlo, Gold continuò "La principessa Belle è molto occupata, proprio come Babbo Natale. Ci sono così tanti bambini che vogliono parlarle, ma lei non può incontrarli tutti e fare le cose che fanno le principesse e leggere tutti quei libri che tanto ama. Quindi, anche lei ha delle aiutanti".

    "Oh, ho capito" Bae rispose "Quindi, quella Belle lì è vestita come lei perchè è una delle vere aiutanti di Belle?".

    Sentendosi come uno che aveva superato indenne uno sconfinato campo minato, Gold annuì "Esattamente".

    Bae si voltò verso Belle "Tu sei Belle? La vera Belle? O anche tu sei una delle sue aiutanti?".

    Probabilmente avrebbe dovuto anticipare quella domanda.

    Belle lo guardò disperatamente, Gold fece spallucce. Conoscendo Bae, c'era una corretta risposta a quella domanda, ma col cavolo che la conosceva. Almeno, lei aveva 50% delle possibilità di azzeccarla.

    "Io...". Lui riusciva quasi a sentire il suo cervello annaspare per trovare una risposta. "Sono una delle sue aiutanti. Le ho detto tutto di te e ti manda i suoi saluti".

    Bae annuì, soddisfatto "Ok".

    Non poteva essere così facile. "Ok?" Gold chiese.

    Per un momento, Bae sembrò confuso, poi annuì "Oh! Grazie!".

    Gold realizzò che Bae aveva pensato che suo padre voleva ricordargli i suoi modi e scosse la testa, meravigliandosi della facile accettazione di quella spiegazione. 10 minuti prima, erano sull'orlo del disastro e ora tutto era perfetto.

    Belle sorrise "Prego".

    Apparentemente, la discussione era finita e Bae si guardò intorno "Dove andiamo, ora? Ci prendiamo quel gelato?".

    "Penso che ce lo siamo meritati" Gold mormorò a Belle, che annuì subito.

    "Cosa?" quando Bae lo guardò, Gold gli arruffò i capelli.

    "Ho detto che andiamo ora a prendere il gelato".

    Dopo un cono al cioccolato alla menta per Bae, caramello al sale marino per Belle e cioccolato all'arancia per sè - era in vacanza, dopo tutto - tutti e tre si diressero al padiglione successivo, che era a tema Marocco. Uno dei vantaggi di aver ammesso che Belle non era una vera principessa dei cartoni, era che lei poteva smetterla di fingere di non sapere nulla del parco e, improvvisamente, si erano guadagnati una guida turistica esperta.

    "Vedi quello?" lei chiese a Bae, indicando un edificio a distanza che aveva una tipica architettura marocchina "Quella è la Torre del Terrore. L'hanno decorata così che sembri uscita dal Marocco, anche se è una città molto distante".

    "Fico" Bae si alzò su una panca per avere una visuale migliore, mentre Gold tremava all'idea di anche un solo giro sulla Torre del Terrore.




    Sì, il giro era un capolavoro tecnologico e Bae, probabilmente, ci sarebbe salito altre 50 volte se avesse potuto, ma lo stomaco di Gold non ce la faceva più. Un giro era stato più che sufficiente.

    “È stato uno dei miei giri preferiti" Belle disse a Bae mentre apriva la strada per immettersi di nuovo nel padiglione.

    “È stato fichissimo! A papà non è piaciuto, però. L'ha fatto diventare verde".

    "Traditore". Bae rise al grugnito di suo padre.

    Questo padiglione era molto più sulle sue corde. Prima, Belle aveva fatto intuire che sarebbe rimasto contento dei lavori del World Showcase e Marocco non l'aveva smentita.

    Gold avrebbe potuto passare un'altra ora ad esplorare le fontane e gli intricati mosaici, ma oltre ad aver fatto una foto con Aladdin e il Genio, Bae non era rimasto colpito.

    "Quello è un aiutante di Aladdin, giusto? Non il vero Aladdin" Bae chiese mentre si dirigevano al padiglione successivo, Giappone.

    "Giusto" Belle disse.

    "Ma quello è davvero il Genio".

    Belle lo guardò da sopra la testa di Bae, dicendogli senza parlare che non l'avrebbe corretto nemmeno morta.

    "Sì, quello è il vero Genio". Perchè no?

    Bae si accigliò "Non ha fatto alcuna magia".

    Belle gli poggiò una mano sulla spalla "Probabilmente è stanco. Ricordi, ha passato migliaia di anni a fare magie per chiunque. Ora, è libero di fare magie quando vuole".

    Bae riflettè e poi sorrise "Ha senso".

    Gold la guardò, grato. Non aveva notato quella trappola finchè non ci era finito dentro, ma lei era scaltra abbastanza.

    Bae si fermò di colpo, tanto che Gold e Belle fecero alcuni passi prima di accorgersi che era rimasto indietro. "Bae?".

    "Come ti chiami?" Bae chiese, fissando Belle, il suo volto accigliato "Tu non ti chiami Belle. Come ti chiami?".

    Belle ignorò tutte le persone attorno a loro e si inginocchiò di fronte a lui, poggiando le mani sulle sue piccole spalle "In realtà, mi chiamo davvero Belle".

    Quando Bae la fissò a bocca aperta, lei gli strinse le spalle "No, davvero. Mi chiamo Isabelle, ma è troppo lungo. Alcuni mi chiamano Izzy e alcuni Belle. Mi piacerebbe molto se mi chiamassi Belle".

    Bae ci pensò un momento "Qualcuno ti chiama Isabelle?".

    Con uno sguardo cospiratorio, gli si avvicinò di più e gli mormorò "Solo quando sono nei guai".

    Bae rise "Io sono Baden solo quando sono nei guai".

    "Allora, scommetto che non sei mai Baden, perchè non riesco ad immaginarti nei guai" gli sorrise.

    Gold tirò giocosamente una ciocca di capelli di Bae "Oh, è Baden più volte di quanto tu possa immaginare. Ricordo che un'estate facemmo una passeggiata verso la fontana della piazza e...".

    "Papà!" Bae lo guardò attonito, facendo ridere Gold.

    Gli occhi di Belle si illuminarono "Non puoi non dirmelo, ora!".

    "Non ho fatto niente!" Bae esclamò.

    "Ne sei sicuro?".

    "Beh... Diciamo che ho fatto una cosa…" Bae ammise "Papà stava parlando e io mi stavo annoiando, quindi ho guardato dentro la fontana e ho visto dei soldi".

    "Ah..." Belle annuì "Penso di aver capito".

    "Non dimenticarti la parte migliore" Gold gli disse, cercando di non ridere.

    Bae sbuffò "Non volevo bagnarmi i vestiti!".

    Belle si mise una mano davanti la bocca "Oh, mamma".

    Gold poteva ancora vedere davanti agli occhi il suo bambino di 4 anni che giocava nella fontana, nudo come il giorno in cui era nato, proprio come se fosse accaduto ieri "Guadagnò 3 dollari e 12 centesimi prima che riuscissi a farlo uscire".

    Quando Belle rise, Bae si unì a lei. "Papà mi fece comprare un cono gelato da solo".

    Gold lo guardò in modo esasperato "Beh, di certo non te l'avrei comprato io dopo tutta quella scena!".

    Ancora ridendo, Belle si alzò e prese la mano di Bae "Ecco perchè tu e Scorza vi siete trovati così bene. Siete due creature marine!".

    Umore uggioso dimenticato, Bae strinse la mano di Belle mentre le raccontava delle sue disavventure e Gold li seguiva, contento di guardare e ascoltare. Quel viaggio stava facendo più che bene a Bae. Considerando quanto tempo doveva passare in ospedale, sembrando coraggioso e senza paura mentre dei medici gli facevano delle cose poco piacevoli, Bae tendeva ad essere un bambino troppo serioso. Lì, poteva dimenticarsi di tutto ed essere un semplice bambino.

    Belle creava più della metà di quella magia, riflettè. Anche ora che Bae sapeva che non era una vera principessa, c'era qualcosa di speciale in lei. La conoscevano appena, ma sembrava come se appartenesse alla loro famiglia. Era come se avessero aspettato anni il suo arrivo e, ora che era arrivata, la loro famiglia era completa. Gold non era sicuro di cosa avrebbe fatto Bae quando sarebbero ritornati nel Maine e lei sarebbe rimasta lì.

    Quella era una preoccupazione per un altro giorno. Prese un profondo respiro e si concentrò su quel momento, osservando Belle e Bae camminare a ritmo dei batteristi che si stavano esibendo al primo piano dell'edificio vicino. Il viso di Bae era brillante e, anche se non avrebbero più rivisto Belle l'indomani, lei era stata un incredibile regalo per entrambi.

    Voleva fare qualcosa per lei. Aveva rifiutato di accettare qualsiasi pagamento per aver passato la sua giornata di riposo con Bae, ma doveva esserci qualcosa che Gold poteva fare per dimostrarle apprezzamento per la sua generosità.

    Gli si presentò un'opportunità quando Bae vide un'esposizione di cimeli dei Pokemon attraverso la vetrina di un negozio e insistette per investigare. Mentre Gold lo seguiva dentro, si guardò intorno l'enorme negozio, vedendo di tutto, dai vestiti ai peluche a set di tazze ornate e gioielli in perle.

    "Scegli qualcosa" incoraggiò Belle "Qualsiasi cosa tu voglia".

    "Non penso di aver bisogno di nulla" lo rassicurò.

    "Ho detto qualcosa che vuoi, non di cui hai bisogno. Deve esserci qualcosa, qui, che ti piace. Un gioiello? Una... spada?" non potè immaginarsi il perchè qualcuno volesse comprare una katana, ma il negozio ne aveva parecchie.

    Belle rise "Non sarei una sicurezza con una spada in mano. Sono molto pasticciona. Troverei il modo per tagliarmi la testa".

    "Ok, non una spada, allora. Una collana? Queste perle ti starebbero benissimo" indicò una vetrinetta chiusa con una serie di perfette perle nere.

    Belle alzò le sopracciglia "Sai che quella collana costa 13.000 dollari, vero?".

    Seppur Gold comprasse solo il meglio per Bae e per sè, non era il tipo di uomo che si vantava della propria ricchezza. Però, se Belle stava rifiutando un regalo per paura di intaccare le sue finanze, doveva chiarirle alcune cose. "Se ti piace, i soldi non sono un problema".

    "Dato che costa più della macchia di mio padre, avrei paura anche solo ad indossarla" gli rispose subito.

    Stava aprendo la bocca per sottolineare che poteva fare un'assicurazione sulla collana, quando Belle gli sorrise. "Non devi pagarmi perchè passo del tempo con Bae. Passerei una giornata così tutti i giorni. Lo adoro" il suo sorriso diventò esitante subito dopo e poggiò una mano sul suo braccio "Scusami. Probabilmente, non avrei dovuto dirlo".

    "La parte su Bae?" Gold disse e lei annuì.

    "Non volevo offenderti".

    Se avesse chiamato suo figlio un mostro pestifero, probabilmente si sarebbe offeso. Ma lì, non poteva capire di cosa si stesse scusando "Non so perchè dovrei sentirmi offeso. Per quanto mi riguarda, voler bene a Bae significa che hai buon senso".

    Non aveva realizzato quanto fosse tesa finchè non rilassò le spalle. "Non volevo che pensassi che stessi cooptando tuo figlio. So quanto significhi per te e non sto cercando di comportarmi come se avessi una minima idea di cosa stai passando. Gli voglio solo molto bene".

    Se voleva bene a Bae, significava che doveva rimanere nelle loro vite e, oltre che a dei nuovi polmoni, quella era una cosa che Gold voleva assolutamente per suo figlio. Belle faceva sorridere Bae e il bambino ne aveva disperatamente bisogno "Beh, lui è di certo pazzo di te. Mi ha già informato che progetta di sposarti quando sarà grande".

    Belle rise, gli occhi sospettosamente luminosi "È una prospettiva adorabile".

    Tardivamente, Gold realizzò che Bae, probabilmente, non avrebbe voluto farglielo sapere "Penso che dovesse essere un segreto, quindi, se potessi tenerlo per te, sarebbe molto utile".

    "Contaci" gli promise.

    "Grazie". Poco distante, Gold poteva vedere Bae studiare i vari giocattoli. E, poco dopo, sarebbe stato pronto ad uscire dal negozio, quindi lui e Belle dovevano arrivare ad un accordo per il regalo.

    "Lo apprezzerei molto se scegliessi tu qualcosa che possa comprarti io come segno della mia gratitudine". Quando Belle sembrò pronta a protestare, lui alzò una mano per fermarla "Sei stata meravigliosa, oggi, e voglio fare qualcosa per mostrarti il mio apprezzamento. Ti prego".

    "Sai essere pericolosamente affascinante quando vuoi" Belle sorrise leggermente, lasciando Gold in uno stato di incertezza sul fatto se fosse seria o stesse scherzando. 'Affascinante' era una parola che non aveva sentito spesso accanto al suo nome.

    In realtà, non l'aveva mai sentita come parola per descriverlo.

    "Sceglierò qualcosa" Belle promise.

    "Papà, voglio questo" Bae lo chiamò.

    Mentre Belle spariva per il negozio, Gold si avvicinò a Bae "Hai già tre Squirtle" gli ricordò.

    "Ma non ho questo".

    Non potè ribattere alla sua logica "Oh, ok".

    "E Charizard?" Bae chiese speranzoso.

    "Bae, ascolta" Gold si guardò attorno per assicurarsi che Belle fosse lontana, poi poggiò una mano sulla sua spalla e lo fissò negli occhi.

    Bae sembrava aver preso bene la rivelazione che Belle non era una vera principessa, ma ora che avevano un momento da soli, Gold voleva essere sicuro che suo figlio stesse davvero bene "Sai che la nostra Belle non è la vera principessa Belle, giusto?".

    "Lo so" Bae lo guardò più pazientemente che in modo arrabbiato.

    "La cosa ti dà fastidio?". Se così fosse stato, Gold non aveva la ben che minima idea di cosa fare, ma almeno l’avrebbe saputo.

    Immediatamente, Bae scosse la testa "No, così è meglio".

    "Perchè?" aveva sperato nell'accettazione dello stato non regale di Belle. Che Bae ne fosse felice, non gli era mai passato per la mente.

    Bae sorrise "Perchè, se fosse stata la vera vera Belle, avrebbe dovuto rimanere con la sua Bestia. Ma non lo è, quindi può venire a vivere con noi!".

    "... Ah". Quello poteva essere un problema. "Sai, è un lavoro abbastanza importante essere un'aiutante della principessa Belle. Non può scegliere improvvisamente di andarsene".

    Se Bae si stava immaginando di mettere Belle nella Cadillac con i loro bagagli a fine viaggio, suo figlio sarebbe rimasto molto deluso.

    "Ma può aiutare la principessa Belle nel Maine. Può leggere le storie nella biblioteca".

    Bae sembrava così sicuro nella sua soluzione al problema che Gold non seppe che dire "È un'ottima ragione".

    Stava cercando un modo per spiegarglielo, sebbene Babbo Natale avesse aiutanti in tutto il mondo, gli aiutanti della principessa Belle erano più localizzati.

    "Di cosa state parlando così intensamente?".

    "Dei Pokemon" Gold disse prima che Bae potesse menzionare il fatto che avesse deciso che Belle doveva trasferirsi a Storybrooke.

    Belle si abbassò per esaminare il pupazzo nelle mani di Bae "Squirtle è il tuo preferito? A me piace Psyduck".

    "Psyduck è bello, ma Squirtle è meglio" Bae la informò mentre le offriva il suo pupazzo per esaminarlo meglio.

    "E tu cosa hai scelto?" Gold chiese, notando che teneva le mani dietro la schiena.

    Aveva sperato in un gioiello costoso o, magari, un intricato oggetto d'arte. Invece, Belle gli mostrò una tazzina blu e bianca. "Berrò il mio tè, ogni giorno, da questa tazzina e penserò a te e al principe Bae".

    Magari non era un segno di apprezzamento come l'aveva immaginato lui, ma Gold non potè negare che il sentimento fosse splendido "Che adorabile idea".

    Glielo prese di mano mentre si dirigevano alla cassa, Bae e Belle parlavano gioiosamente su quale Pokemon avrebbe vinto in una lotta mentre lui pagava. All'ultimo momento, selezionò un piccolo gattino rosso da una serie di ciondoli portafortuna per sè.

    Era una stupida superstizione, ma non potè resistere alla promessa scritta sul gattino: 'Porterà buona salute a tuo figlio’.

    Belle, leggendo da oltre una sua spalla, gli strinse un braccio e mormorò "Non ti biasimo".

    Fu mezzo tentato di comprare tutti i gattini e organizzare una specie di alone protettivo attorno al letto di Bae, ma sarebbe stato ridicolo. Era un pezzo di plastica, tutto lì. Però, non poteva far male.

    Bae, o non notò il suo acquisto o non lo trovò abbastanza interessante per chiedergli qualcosa, cosa per cui Gold fu grato.

    "Ok e ora?".

    "L'Avventura Americana" Belle annunciò mentre li conduceva al padiglione successivo "Siamo a metà strada attorno alla laguna".


    Continua...


    Edited by sweetest thing - 12/2/2019, 00:10
     
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    Capitolo 4 (II parte)



    Se Gold fosse stato americano, probabilmente avrebbe apprezzato di più quella rappresentazione patriottica, ma il teatro era ben condizionato e le poltrone comode. Aveva ammirato la tecnologia in bella mostra che permetteva ad una serie di infiniti animatori audio di dipingere figure storiche. Bae, dal canto suo, si era addormentato dopo 5 minuti.

    I due padiglioni successivi non prevedevano alcuna attrazione, solamente ristoranti e negozietti. Gold avrebbe potuto passare un po' di tempo ad esplorare l'arte e l'architettura italiana e tedesca, ma quando Bae posò con Pinocchio e Biancaneve, fu poi prontissimo a passare oltre.

    Gli piacque il film in Cina, ma fu la Norvegia che catturò l'immaginazione di Bae. "Hanno un trenino su Frozen!".

    La fila era interminabile, ma Bae era determinato e Gold sapeva che era inutile suggerire di non farlo e ritornare più tardi. Dopo una veloce pausa in bagno, si godettero la lenta fila.

    "Giochiamo ad 'Alfabeto'" Belle suggerì quando Bae iniziò a diventare ansioso dopo soli 10 minuti.

    Le regole del gioco erano semplici: dovevano cercare le lettere dell'alfabeto in ordine sui cartelli e sui vestiti delle persone. Bae ne fu subito catturato e Gold si sorprese di quanto fosse determinato a scoprire per primo la lettera 'G'.

    Dopo aver passato in rassegna l'alfabeto per due volte, Belle cambiò gioco e si focalizzò sul fare una lista dei personaggi Disney, usando le prime lettere dei loro nomi. "A sta per Alice nel Paese delle Meraviglie".

    Bae disse "B sta per Belle!".

    Quando due paia di occhi si focalizzarono su di lui, Gold ebbe difficoltà a pensare "C sta per... Cenerentola".

    "Buon lavoro, papà" Bae si congratulò e Gold si affrettò mentalmente a contare le lettere nell'alfabeto. Se fosse finito con la lettera X, sarebbe stato in seri guai.

    Fecero la lista dei personaggi, i tipi di cibo, animali, cose che erano blu e gusti di pizza, e stavano iniziando a fare la lista degli utensili da cucina quando girarono un angolo e si trovarono dinanzi una nave.

    "Fico..." Bae disse. Un guerriero vichingo sarebbe sembrato perfetto a bordo della lunga imbarcazione. Fortunatamente, non sembrava essere nel programma metterli a remare.

    Tra tutte le animazioni viste, questa era davvero la migliore. I robot sembravano usciti direttamente da un film e Bae aveva la bocca spalancata quando superarono un Olaf danzante, che li invitò a visitare il palazzo di ghiaccio di Elsa. Lo sguardo sbalordito di suo figlio ripagò la lunga fila affrontata.

    "Voglio rifarlo" Bae li pregò prima ancora di finire il giro "Il castello di ghiaccio è così bello! Conosci Elsa?".

    La domanda fu diretta a Belle, che annuì "E anche Anna! Sono molto gentili, ma Sven ha per sbaglio mordicchiato uno dei miei libri".

    Gold colse l'occasione della distrazione di Belle per Bae per portarlo via dalla Norvegia. Non che gli sarebbe pesato fare un altro giro, ma la sua gamba non avrebbe retto ad un'altra ora di fila.

    "Quello cos'è?" Bae chiese quando vide il prossimo padiglione.

    "Messico. Anche lì c'è un giro in barca, solo che qui c'è Duffy Duck" Belle prese Bae per mano e gli fece fare una giravolta, avvicinandosi a quello che sembrava un tempio antico.

    Una volta dentro, anche Gold rimase sbalordito. Sebbene fossero dentro un edificio, il padiglione doveva farli sentire come se stessero esplorando un mercato al tramonto, con un vulcano ribollente a distanza.

    Bae rimase perplesso "Com'è che ha fatto buio così presto?".

    Belle sorrise "Magia, ovviamente!".

    Al contrario della Norvegia, non ci fu fila per il giro in nave e non ci volle molto per Gold per capire perchè. A differenza dei moderni vicini, questo giro sembrava essere uscito dagli anni '70, completo di animazioni primitive. Eppure, c'era qualcosa di affascinante e Bae non si curò dell'antichità dell'atmosfera. Troppo impegnato a ridere a Duffy Duck.

    "So che non è proprio la miglior attrazione del parco, ma l'ho sempre adorata" Belle ammise mentre passavano dinanzi ad una replica dell'omaggio al Giorno dei morti.

    "C'è qualcosa di molto gustoso qui" Gold concordò. Forse era l'energia positiva del posto. Non c'era nulla di spaventoso o drammatico, solo scene piene di ritmo, personaggi felici. Il fatto che fosse ben nascosto in un angolo del padiglione gli faceva quasi immaginare di aver scoperto qualcosa e, dopo una giornata in fila, era un cambiamento rigenerante.

    Con piacere di Bae, la donna addetta alla monorotaia gli permise di fare un altro giro, cosa per cui Gold fu grato. Scendere e salire da veicoli in movimento iniziava a dare fastidio alla sua gamba.

    Dopo il giro, Bae chiese dei taco, dandogli occasione di riposare un po' prima di avviarsi verso la loro prossima avventura. "Il prossimo è il 'Test Track'" Belle gli disse, indicando un grosso edificio tondeggiante da cui provenivano rumori di gomme e urla della folla.

    Bae, ovviamente, ne fu subito ammaliato "Fantastico".

    "Non è spaventoso" Belle rassicurò Gold mentre si mettevano in cammino "E' un po' come essere in macchina - strade accidentate, curve improvvise, cose del genere".

    "Credo di poterlo sopportare" qualsiasi cosa l'avrebbe aspettato là dentro, non sarebbe stato peggio della Torre del Terrore.

    La prima sezione dell'attrazione era praticamente educativa. Tutti e tre vennero messi davanti ad un enorme touch-screen e gli venne chiesto di disegnare una macchina, compito che Bae prese estremamente seriamente. Gold non era sicuro che suo figlio avesse ben afferrato tutto quello che lo schermo voleva insegnargli sulla resistenza del vento e l'efficienza energetica, ma si stava divertendo immensamente a scegliere colori e a disegnare ruote enormi.

    "Ora, dobbiamo andare a prendere la nostra macchina per un giro di prova" Belle spiegò mentre si muovevano.

    Tutti e tre vennero fatti sedere in un'automobile, Bae nel mezzo. Dopo un veloce controllo delle cinture, vennero lanciati in pista, dove l'auto di Bae doveva essere valutata in base alla capacità di salire colline ed eseguire improvvise curve.

    Almeno, quella era la teoria. Per quanto Gold ne sapesse, il tutto era una scusa per sballottare le persone il più possibile, ma a Bae di certo non dispiaceva. Il bambino rise ogni momento e urlò felice quando l'auto venne lanciata a massima velocità.

    Gold fece una smorfia a quelle urla, sperando che non accadesse nulla. Quella giornata era andata così bene...

    Per un momento, pensò che il suo desiderio fosse stato ascoltato, poi iniziò la tosse.

    Quando l'auto si fermò nell'area discesa, Gold guardò Belle negli occhi "Aiutami".

    In due, riuscirono a far scendere Bae e a trovare una panchina poco distante. "Va tutto bene. Papà è qui. Spingiti in avanti" Gold lo incoraggiò. Più Bae tossiva sangue, meno ce ne sarebbe stato nei polmoni.

    Viso pallido, Belle aiutò Bae a sporgersi e prese un fazzoletto dalla tasca per asciugarlo. Gold avrebbe dovuto dirle che era inutile, ma era troppo occupato a cercare di aprire lo zaino e prendere le sue medicine.

    "Merda". Bae stava tossendo troppo forte per cogliere quell'imprecazione, ma Belle lo sentì, guardandolo ad occhi spalancati mentre cercava disperatamente nello zaino il necessario, sotterrato da souvenir e magliette.

    Panico e frustrazione lo rendevano impacciato e imprecò di nuovo mentre tirava via la sua giacca dallo zaino, rimanendo incastrata.

    "Ci penso io" Belle si inginocchiò per liberarlo dalla giacca e afferrò lo zaino, girandolo sottosopra e gettando tutto il contenuto a terra "Dimmi di cosa hai bisogno".

    "L'inalatore".

    Con gesti veloci, cercò freneticamente e lo trovò, passandoglielo subito. Gold, focalizzato su Bae, notò quanto fosse molto più facile gestire la cosa in due. Con Belle ad assisterlo, poteva dare a Bae la sua totale attenzione.

    "Dammi la bottiglietta arancione... ora quella blu... fazzoletto". Lentamente, la tosse iniziò a rallentare, lasciando Bae ad ansimare.

    "Ecco qua... va tutto bene. Stai bene, ora" Gold rassicurò suo figlio.

    Bae si appoggiò alla panca, stanco e sconvolto, mentre Belle sistemava di nuovo lo zaino, tenendo le medicine a portata di mano. Situazione sedata, si sedette accanto a Bae e gli baciò la testa "Sei molto coraggioso".

    Quando Bae si abbandonò contro il suo fianco, Belle gli avvolse un braccio attorno, gli occhi lucidi. Gold spostò lo sguardo prima di poter incontrare i suoi occhi, temendo cosa sarebbe successo se l'avesse fatto. Bae si sentiva già abbastanza male da non dover vedere suo padre in lacrime.

    "Penso che, per oggi, possiamo dire basta" disse, quando si calmò.

    Bae subito si rimise seduto, accigliato "No!".

    "Devi riposare, Bae" ora, Gold fu irremovibile. Era un peccato che la loro giornata con Belle dovesse finire così, ma la salute di Bae veniva prima di tutto.

    "Voglio vedere la palla grande! E di nuovo Elsa. E... e..." Bae strinse le mani sulla maglia di Belle, sottolineando la sua disperazione.

    "Che dici se facciamo un giro sui dinosauri?" Belle suggerì gioiosamente e Gold spalancò la bocca, attonito. Bae era suo figlio. Non era compito suo bypassare la sua autorità, specialmente quando avrebbe solamente peggiorato le cose. Bae era fragile e aveva bisogno di attenzioni speciali. Cedere alle sue richieste, avrebbe significato esaurire le sue limitate risorse.

    "Sì!" Bae si girò verso Gold "Ti prego, papà?".

    Lo sguardo di Belle fu sicuro mentre lo guardava da sopra la testa di Bae, mimandogli con la bocca "Fidati".

    La fiducia non era una cosa facile per Gold, particolarmente quando riguardava Bae, ma in quel caso, non ebbe altra scelta "Va bene".

    Il suo tono fu duro, ma Bae sembrò non notarlo. Belle annuì, poi si alzò e si inginocchiò con la schiena rivolta verso Bae "Ho voglia di fare il cavalluccio con qualcuno e tuo papà è troppo grande. Salta su!".

    Bae subito obbedì e Belle si mise in piedi con non poca difficoltà "Oof! Sei pesante!".

    A dispetto di tutto, Gold ammirò il modo in cui Belle stava gestendo le cose. Portarlo sulle spalle era una cosa che non poteva fare e Bae si stava godendo la novità di quel gesto, non poteva rimanere arrabbiato.

    Bae era piccolo per la sua età, ma Belle era anche piccola. Gold non aveva la minima idea di come avrebbe potuto portare in spalla suo figlio, ma quando Belle incrociò le mani sotto le ginocchia di Bae, il suo viso non tradì alcun segno di stanchezza.

    "Si parte!" lei annunciò, girando un paio di volte su se stessa, facendo ridere Bae, prima di avviarsi verso il padiglione successivo.

    Per toglierle quanto più peso possibile di dosso, Gold prese la bombola di Bae. Tutti e tre creavano una strana immagine e la cosa divenne ancora più strana quando Belle iniziò a cantare "Hi-ho, hi-ho, all'Universo dell'Energia andiam!".

    Non faceva molta rima, ma Bae rise. Belle continuò a canticchiare varie canzoni Disney, rivisitando liberamente il testo e, prima che Gold se ne accorgesse, furono dinanzi all'imponente edificio grigio del padiglione dell'Energia.


    Continua...
     
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    Capitolo 4 (III parte)



    Appena entrarono nell'edificio, Gold potè vedere la saggezza della scelta di Belle. L'interno scuro era intervallato da panche imbottite, fornendogli un posto tranquillo dove riposare mentre attendevano l'inizio dell'attrazione. Dopo un breve filmato, vennero accompagnati in una stanza piena di lunghe panche blu e, essendo un piccolo gruppo di spettatori, tutta la prima fila potè essere loro, dandogli tanto spazio in cui muoversi.

    "Dura 45 minuti" Belle gli mormorò mentre Bae era girato dall'altro lato.

    Gli aveva detto di fidarsi di lei e aveva passato la prova a pieni voti. Aveva trovato un modo per dare sia a lui che a Bae esattamente quello che volevano. Suo figlio avrebbe dovuto per forza stare seduto e riposarsi per quasi un'ora e Bae sarebbe comunque rimasto al parco.

    Non avrebbe mai dovuto dubitare di lei.

    I dinosauri di questo giro furono molto più tranquilli di quelli del Regno Animale e Bae si ritrovò mezzo addormentato quando l'attrazione terminò. Si risvegliò un po' quando uscirono fuori, al tramonto "E ora?".

    "Dipende da tuo papà" Belle gli disse "Siamo vicini alla grande palla e alla monorotaia".

    La sua scelta li aveva messi vicini all'entrata del parco e Gold si prese un momento per applaudire mentalmente la sua furbizia. Da lì, far uscire Bae dal parco non sarebbe stato tanto difficile.

    Ma non dovevano già andarsene. Il viso di Bae aveva ripreso colore e il rantolio del suo respiro era quasi del tutto scomparso. Non c'era motivo per non restare un altro po' "Penso che abbiamo del tempo per un altro giro".
    Bae alzò il pugno a mo' di vittoria "Sì!".

    Belle gli prese la mano, tenendo un passo lento mentre li conduceva verso la sfera gigante di fronte il parco "Potrai fare un giro nella grande palla proprio come volevi!".

    "L'Astronave Terra" Bae lesse a voce alta mentre salivano la lunga rampa che li avrebbe condotti all'entrata della palla "È davvero un'astronave?".

    "No, è una macchina del tempo" Belle rispose.

    Ci fu un po' di confusione mentre tentavano di salire a bordo. Ogni vagone aveva due paia di sedili e, in qualche modo, Gold finì seduto dietro con Belle mentre Bae aveva reclamato il posto davanti per sè.

    "Non può andare da nessuna parte" Belle lo rassicurò mentre le portiere si chiudevano.

    "Guarda, Bae!" lei lo incoraggiò, puntando l'attenzione verso un grosso schermo che mostrava il loro vagone mentre iniziava a salire lentamente per una collina.

    Ridendo, Belle e Bae fecero delle smorfie sullo schermo mentre Gold si divertiva rifiutandosi di partecipare al loro gioco. Da lì, il vagone passò una serie di scene che rappresentavano lo sviluppo della tecnologia dall'Età della Pietra al giorno d'oggi. Gold fu troppo occupato a guardare suo figlio davanti per assicurarsi che si stesse davvero divertendo, ma Bae sembrava sereno, almeno basandosi sulle domande a raffica che gli poneva.

    "Sai dove siamo?" Belle si sporse in avanti mentre il loro vagone si spostava verso una grande cupola che rifletteva una visuale della Terra dall'universo "Siamo sulla parte più alta della grande palla".

    "Wow" Bae allungò il collo per vedere di sotto, aspettandosi di vedere fino a terra.

    Solo il pensiero fece girare la testa a Gold e fu sollevato quando il vagone tornò giù mentre un piccolo cartone sul futuro andava in onda, cogliendo l'attenzione sua e di Belle.

    Davanti, Bae aveva un video suo e suo figlio sembrava molto divertito dall'idea di avere un compagno robotico che gli parlava. Lui e Belle avevano invece un video sulle profondità marine.

    Gold si domandò quanto fossero accurate le predizioni del cartone, ma dovette ammettere che era divertente.

    Quando il giro finì, fuori era quasi buio e Bae si mise a sbadigliare. "Penso sia stata una giornata fantastica" Belle disse "Grazie per avermi invitata".

    "Grazie per essere venuta" le parole suonarono formali, per nulla vicine ad esprimere la sua reale gratitudine.

    "Sali sulla monorotaia con noi. Ti faremo vedere la piscina. E c'è una parata d'acqua ogni sera" Bae strinse la mano di Belle.

    "Vi accompagnerò alla monorotaia" Belle promise "E ti mostrerò una delle mie cose preferite lungo la strada".

    "Cos'è?".

    Belle fece oscillare le loro mani mentre camminavano "È una sorpresa, sciocco!".

    La sua sorpresa si rivelò essere una sezione del marciapiede con luci a fibre ottiche, creando un particolare show di luci. Bae ne fu rapito "È magia!".

    "Certo che lo è" lei concordò.

    Mano nella mano, tutti e due si misero ad inseguire le luci e a Gold si strinse la gola mentre li osservava. Belle era fantastica per Bae, tanto che non sapeva se suo figlio sarebbe potuto andare avanti senza di lei. Forse, avrebbe dovuto pensare un po' di più al suggerimento di Bae di far trasferire Belle a Storybrooke.

    Gold scosse la testa. Aveva già pensato di rapirla e metterla nel cofano dell'auto. Belle era una persona, non un souvenir. Detto ciò, forse quella non sarebbe stata l'ultima volta che sarebbero stati insieme.

    "Ce ne andremo mercoledì" lui mormorò a Belle mentre uscivano dal parco "Avresti altro tempo tra i tuoi impegni per noi?".

    Belle si mordicchiò un labbro "Lavoro tutti i giorni. Potrei esserci per colazione il martedì, però. Andrebbe bene?".

    "Perfetto. Ti manderò un messaggio su dove incontrarci" almeno avrebbe prolungato l'inevitabile.

    "Dovremmo dirglielo o lasciare che sia una sorpresa?".

    Se l'avessero detto a Bae, avrebbe passato tutto il giorno dopo in agitazione, ma la promessa di rivedere Belle sarebbe potuta essere la sola cosa che avrebbe potuto convincerlo a lasciarla andare a casa sua "Diglielo".

    Quando raggiunsero la monorotaia, Bae era senza energie "Non voglio che te ne vai".

    Belle si inginocchiò e l'abbracciò "È stata una giornata meravigliosa insieme, mia Bestia. E indovina cosa? Ci rivedremo martedì mattina!".

    "Davvero?". Quando Belle annuì, Bae l'abbracciò così forte che quasi le fece perdere l'equilibrio.

    Ridendo, si alzò e si girò verso di lui "Buonanotte, sua maestà".

    Quando gli baciò una guancia, Gold quasi fece cadere la tazzina da tè che era pronto a passarle "Buonanotte".

    Quando salirono sulla monorotaia, Bae continuò a guardare verso la stazione e Belle rimase ferma lì, salutandoli con la mano finchè non furono troppo lontani. Anche allora, Bae continuò a guardare indietro "Voglio che Belle venga a vivere con noi" disse, abbandonandosi contro il fianco di suo padre.

    Gold strinse un braccio attorno a lui "Lo so, Bae" e, con un sospiro, aggiunse "Anche io".



    Continua...
     
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    Capitolo 5



    "Eccola, papà!".

    Gold alzò lo sguardo dal menu mentre Bae si trovava quasi del tutto alzato dal suo lato del sedile al 'Polinesiano's Kona Cafe', agitando le braccia come un controllore del traffico aereo mentre cercava di catturare l'attenzione di Belle.

    Sorridendo, Belle fece un cenno di saluto e Bae osservò avidamente mentre si faceva strada attraverso l'affollata sala per reclamare un posto accanto a lui.

    "Buongiorno!" lei cinguettò quando abbracciò Bae, poi rivolse il suo sorriso a Gold.

    "Buongiorno" lui rispose mentre ammirava il quadretto che lei e Bae facevano insieme. Quel giorno, Belle aveva optato per un prendisole giallo con i capelli raccolti in una coda disordinata, una imitazione appena accennata al vestito da ballo della Principessa Belle. Per Gold, sembrava ancora più carina con quei vestiti casual rispetto a quello che indossava nel costume da principessa e non c'era da meravigliarsi che Bae fosse così rapito da lei.

    "Com'è stato ieri? Che cosa hai fatto?" lei chiese a Bae e suo figlio quasi lievitò sul posto.

    "Posso dargliela, papà? Posso?" Bae chiese con impazienza.

    "Non ancora. Lasciala mangiare, prima" lui rispose. Non c'era una vera ragione per cui Bae non potesse dare a Belle il dono che aveva scelto per lei in quel momento, ma aveva il sospetto che a Belle piacessero le sorprese. Avrebbe apprezzato di più il regalo se Bae fosse stato abbastanza paziente da lasciare che la suspense aumentasse.

    Bae sorrise come il Gatto del Cheshire "Abbiamo una sorpresa per te".

    "Adoro le sorprese" Belle disse, toccando affettuosamente la punta del naso del bambino "E potrei averne anche io una per te".

    Bae quasi tremò per l'eccitazione mentre Belle prendeva il suo menu "Non ho mai mangiato qui prima d'ora".

    La sua ammissione colse un attimo alla sprovvista Gold, poi scosse la testa per la sua stessa follia. Belle era una persona, non un personaggio dei cartoni animati. In realtà, non viveva nel castello della Bestia a Fantasilandia e non c'era motivo per cui facesse i suoi pasti nei vari locali. Per lei, la Disney era una vocazione, non una vacanza.

    "Ho appena realizzato che ti stavo immaginando vivendo nei vari parchi".

    Belle ridacchiò alla sua confessione "È come quando sei un bambino e vedi il tuo insegnante al supermercato, è così strano".

    "Dove vivi?" Bae chiese.

    "Condivido un appartamento con altre tre ragazze che aiutano le altre principesse. Vuoi vedere una foto?" Belle tirò fuori il telefono per mostrare a entrambi alcuni scatti di un appartamento piuttosto piccolo e fatiscente. Non per la prima volta, Gold si ritrovò a chiedersi quanto venisse pagata l'aiutante della principessa Belle.

    "Quali principesse?". Scoprire che i personaggi nei parchi non erano le principesse reali sembrava aver aumentato il fascino di Bae nei loro confronti.

    "Merida e Ariel. E anche la mia amica Ana voleva essere di aiuto, ma è troppo alta per indossare gli abiti, quindi indovina chi aiuta?" Belle sfogliò le foto per mostrare una foto di ciascuno delle sue amiche mentre le nominava.

    "È carina" Bae disse mentre esaminava la foto di una ragazza bionda con labbra carnose e zigomi pronunciati "Assomiglia a Bo Peep".

    "Bella ipotesi, ma no. Lei aiuta Maleficent".

    La mascella di Bae cadde a quella bomba atomica di informazione "Non ci credo!".

    Belle annuì "Oh, sì. Deve fare attenzione quando fa i suoi rapporti, se non fa un buon lavoro, Maleficent ha minacciato di farla cadere in un sonno incantato".

    Bae guardò la foto di Ana con nuovo rispetto "È coraggiosa".

    Gli occhi di Belle brillarono mentre gli lanciava un'occhiata attraverso il tavolo "Il ragazzo di Ana, Will, è molto amico della Regina di Cuori".

    Il suo commento colse l'attenzione di Gold "Stai scherzando".

    "Conosci un sacco di donne che sono alte 1,90 cm?".

    Detta così, aveva perfettamente senso. Sotto il vestito ampio e la maschera, il sesso di un attore non aveva importanza "È assurdo".

    Ci fu una breve pausa nella conversazione mentre il cameriere prendeva le loro ordinazioni, poi Belle mise via il telefono e tornò a guardare Bae "Non hai risposto alla mia domanda, ti sei divertito, ieri?".

    "Siamo tornati al parco degli animali e abbiamo visto di nuovo lo spettacolo degli uccelli, il giro in barca e i dinosauri" Bae le disse.

    Suo figlio aveva dovuto fare un serio lavoro di convincimento prima che Gold si convincesse a riportarlo su quelle attrazioni, ma alla fine ce l'aveva fatta. Bae aveva imparato la lezione di non urlare nel modo più duro e avevano superato il secondo giro senza alcun attacco, il che aveva contribuito notevolmente a migliorare l'opinione di Gold su quell'attrazione.

    "Poi abbiamo fatto il safari e ho visto un milione di animali. Ci sono i leoni" dal tono di voce di Bae, sembrava come se si sarebbe accontentato di non vedere nient'altro.

    "Oh, adoro il safari. Hai visto i facoceri? Sono i miei preferiti. Loro e i coccodrilli".

    Con gli occhi spalancati, Bae annuì "Siamo quasi caduti dentro. Siamo stati dai coccodrilli e siamo andati oltre questo ponte e questo si è rotto".

    "Oh mio Dio" Belle disse, divertita "Sembra molto spaventoso".

    "È stato un po' spaventoso" Bae ammise "Papà era più spaventato di me".

    Gold si coprì la bocca con la mano per nascondere il suo sorriso a quella palese falsità. Sembrava che suo figlio fosse più che disposto a venderlo con una lira se ciò avesse significato fare colpo su Belle.

    "Beh, penso che entrambi siate molto coraggiosi" Belle gli baciò la testa e Bae fu pervaso dalla gioia.

    "Abbiamo fatto il verso del facocero allo spettacolo del Re Leone" Bae continuò il suo racconto passo per passo.

    "È stato assolutamente ripugnante" Gold intervenne. Non avrebbe mai dimenticato il rumore di essere circondato da altri duecento turisti sudati che grugnivano come maiali per mostrare il loro spirito da facocero. Bae, naturalmente, aveva vissuto il momento più bello della sua vita.

    Bae fece l'imitazione del verso del facocero, facendo ridacchiare Belle. Fu così contento di quella reazione che continuò a farlo finché il server non arrivarono le loro bevande, nonostante i migliori sforzi di Gold per fermarlo.

    Spostò la tazza di latte al cioccolato dalla portata di Bae "I facoceri non bevono latte al cioccolato".

    "Papà..." Bae lo pregò, cercando di afferrarlo.

    "Basta facoceri" Gold lo rimproverò, aspettando che suo figlio annuisse con riluttanza prima di dargli il bicchiere.

    Gentilmente, Belle finse di essere molto intenzionata ad aggiungere esattamente la giusta quantità di crema al suo caffè finché la questione non si fosse risolta. Solo allora riportò la sua attenzione su Bae "Allora, cosa hai fatto dopo?".

    "Siamo ritornati qui e siamo andati a nuotare, poi siamo andati al posto di Star Wars, ma ero troppo basso".

    Belle si rivolse a lui con uno sguardo interrogativo "Lo Star Tour?".

    "Disney Springs" Gold spiegò.

    "Ohhh... Capito. Non l'ho ancora fatto quello".

    "Nemmeno noi" Bae si era scrollato di dosso la delusione abbastanza facilmente, ma Gold era ancora amareggiato per essere stato respinto. Era ancora peggio perché non aveva nessuno se non se stesso da incolpare. Una piccola ricerca gli avrebbe anticipato che Bae era ancora troppo piccolo per l'esperienza della realtà virtuale, ma aveva saltato quel passo e visto sfumare le speranze di suo figlio.

    Aveva sentito suo figlio confortarlo, dicendo "Va bene, papà. Lo faremo la prossima volta", facendogli venire voglia di piangere. E se non ci sarebbe stata una prossima volta?

    Il cibo arrivò un momento dopo, ma Gold aveva perso l'appetito. Invece, guardò Bae divorare la sua pila di pancake e cercò di non immaginare un mondo in cui non ci sarebbe stato il suo bambino.

    Quando qualcosa gli urtò la caviglia, guardò Belle, rendendosi conto che gli aveva gentilmente dato un calcio per attirare la sua attenzione.

    "In questo momento, sta bene" gli mormorò, gli occhi comprensivi.

    Respirò profondamente e ripeté quelle parole a se stesso. In quel momento, Bae stava bene. Quello era ciò che importava "Grazie".

    Bae, ignaro della discussione silenziosa dei due adulti, stava ancora parlando di tutto e niente, descrivendo l'insolito negozio in cui aveva trovato una mezza dozzina dei più brutti giocattoli a molla che Gold avesse mai visto. Gold, volendo un ricordo personale di quel viaggio, aveva selezionato una rappresentazione artistica del pianeta Mercurio in forma di fermacarte di vetro contenente cenere del Monte. St. Helens, che sarebbe stato perfetto nel suo ufficio.

    Mentre aspettavano di pagare i loro souvenir, Bae aveva avvistato la vetrina dei gioielli e Gold sperò che Belle avrebbe gradito la sua sorpresa. Altrimenti, avrebbe potuto onestamente dire di non aver avuto niente a che fare con quell'oggetto. Il braccialetto era stata un'idea di Bae dall'inizio alla fine, tutto ciò che Gold aveva fatto era stato pagare.

    Prima che suo figlio potesse rovinare la sorpresa, Gold reindirizzò la conversazione "Racconta a Belle dei Lego".

    "Hanno tutto sui Lego! Perfino un drago!". Bae aveva fissato il serpente di mare fatto di Lego a grandezza naturale che risiedeva nel lago fuori dal negozio per così tanto tempo che Gold aveva temuto che avrebbe messo radici in quel luogo.

    "Penso che abbiamo comprato metà del negozio" lui ridacchiò. Bae poteva giocare con il set di edifici a suo piacimento senza stancarsi e Gold apprezzava tutto ciò che poteva catturare l'immaginazione di suo figlio in quel modo. C'erano così tante cose che Bae non riusciva a fare quando qualcosa gli piaceva e lui stesso tendeva a diventare un po' troppo apprensivo.

    La discussione delle varie sculture di Lego li accompagnò per il resto del pasto e nel momento in cui Belle spinse via il piatto, Bae tamburellò con le mani sul tavolo.

    "Ora posso darglielo?".

    "Sì, puoi darglielo" Gold infilò la mano nella tasca della giacca in cerca della scatola, che fece scivolare sul tavolo verso Bae.

    Nella sua entusiastica fretta, Bae praticamente gettò la scatola sulle ginocchia di Belle "L'ho scelto da solo!".

    Quando Belle gli lanciò un'occhiata, Gold alzò le mani.

    "Il ragazzo dice la verità: è stata interamente una sua idea".

    Ad Epcot, Belle si era rifiutata di permettergli di comprarle qualcosa di costoso, ma non poteva rifiutare un regalo di Bae. Con la sua innocente generosità, Bae l'aveva sconfitta, dimostrando che era in tutto degno figlio di suo padre.

    "Sono sicuro che mi piacerà" gli rispose mentre sollevava il coperchio dalla scatola per rivelare un braccialetto d'argento asimmetrico con una serie di pietre semipreziose. Il pezzo era luminoso e allegro, ma senza essere appariscente, e Gold doveva approvare il gusto di suo figlio anche se avrebbe scelto qualcosa di più piccolo e semplice, se il regalo fosse venuto da lui.

    "È bellissimo!" esclamò e Bae rimbalzò sul suo sedile.

    "Non è carino? Sapevo che ti sarebbe piaciuto! Mettilo!".

    "Mi dai una mano?" Belle chiese, offrendo al bambino il braccialetto e il polso.

    Bae impiegò diversi minuti ad armeggiare con il piccolo fermaglio, ma alla fine riuscì ad agganciarlo al suo polso e Belle le tenne il braccio alzato in modo che tutti e tre potessero ammirare il braccialetto "Lo adoro, grazie mille".

    Premette un bacio sulla guancia di Bae e poi rivolse un sorriso mesto verso Gold "Grazie, non dovevi".

    "Bae ha fatto tutto" le ricordò, mentre il suo spirito si sollevava alla vista del sorriso felice di suo figlio. Il bambino era così buono di cuore. Era così contento di fare un regalo tanto quanto riceverne.

    "Ti piacerebbe la tua sorpresa, adesso?" Belle chiese.

    Quando Bae annuì, infilò la mano nella borsetta e tirò fuori un piccolo pacchetto "Per te".

    Gold fu colto di sorpresa quando lei tirò fuori un altro pacchetto, passandoglielo "E per te".

    "Per me?" lui domandò, quasi aspettandosi che il regalo sparisse come un miraggio appena toccato. Nessuno, tranne Bae, gli faceva un regalo da decenni.

    "Certo che è per te! Spero solo che ti piaccia" lei disse con un sorriso un po' incerto.

    Bae strappò la carta del suo regalo con gioia, rivelando un libro "Her Handsome Hero" lesse ad alta voce.

    "È il mio libro preferito in assoluto" Belle spiegò "Si tratta di un ragazzino molto coraggioso di nome Gideon che vive varie avventure. Avevo circa la tua età quando lo lessi per la prima volta e spero che ti piaccia tanto quanto me".

    Bae abbracciò il libro contro il petto per un momento, poi si gettò tra le braccia di Belle "Grazie!".

    Con un ritmo più calmo, Gold aprì il suo regalo, le sue dita lo identificarono come un libro. Sciolse con attenzione ogni pezzo di nastro in modo da poter aprire la carta, trovandosi in possesso di una copia d 'Il piccolo libro della consapevolezza'.

    "Ho pensato, forse, sarebbe stato d'aiuto" gli disse dolcemente.

    Il sottotitolo gli prometteva meno stress e più pace e Gold non riusciva a immaginare nulla di cui avesse bisogno di più, a parte i nuovi polmoni di Bae "Grazie, lo spero anche io".

    "Vieni al parco con noi?" Bae chiese Bae a Belle.

    Gold aveva temuto quel momento "Ora, Bae, ne abbiamo parlato. Belle deve andare ad aiutare la principessa Bella, quindi non può passare tutto il giorno con noi".

    "Ma ha fatto Epcot con noi" Bae gli ricordò, che rivolse i suoi occhi imploranti a Belle "Sarà divertente. Puoi andare sulla monorotaia con noi e faremo di nuovo tutte le migliori corse".

    Belle sospirò "Vorrei davvero" dopo una rapida occhiata al suo orologio, trovò un compromesso "Penso di avere il tempo di andare sulla monorotaia e fare un giro prima di andare ad aiutare la principessa Bella".

    "Grazie" Gold sospirò mentre si affrettava a pagare il conto e raccogliere le loro cose: sembrava non esserci fine alla generosità di Belle e questo avrebbe reso l'inevitabile addio ancora più difficile.

    Gold osservò Bae aggrapparsi alla mano di Belle mentre si dirigevano verso la piattaforma della monorotaia e desiderò poter imbottigliare questo momento. Belle era perfetta per Bae. Lo aveva fatto uscire dal suo guscio e la sua influenza femminile mancava nella loro famiglia. Poteva provare ad essere tutto per suo figlio, ma l'amore di una madre era insostituibile e Belle era la cosa più vicina a quella figura che Bae avesse mai avuto.

    C'erano volte in cui Gold si chiedeva se sarebbe stato un uomo diverso se sua madre non l'avesse abbandonato da piccolo. Pensava che sarebbe stato un uomo migliore. Era così sbagliato volere la stessa cosa per Bae?

    "Voglio vivere qui. Non voglio andare a casa, domani" Bae annunciò mentre salivano a bordo della monorotaia.

    "Parlami della tua casa color rosa" Belle chiese, abilmente reindirizzando la discussione "Che aspetto ha la tua stanza?".

    Era una manovra di conversazione intelligente. Portando Bae a pensare a casa in una luce positiva, stava addolcendo la pillola per la loro imminente partenza e Gold applaudì la sua strategia.

    "Ho delle stelle" Bae le disse con orgoglio.

    Gold sbatté le palpebre, sorpreso che suo figlio avesse menzionato come prima cosa le stelle "Ho assunto un pittore per far disegnare le costellazioni che brillano al buio" le spiegò: durante il giorno, il soffitto era completamente bianco, ma di notte le stelle brillavano sopra il letto di Bae.

    "Sembra incredibile, conosci tutte le costellazioni?".

    "Qualcuna" Bae ammise "Papà le conosce tutte".

    "Papà è molto intelligente" Belle lo elogiò e Gold si è ritrovato ad arrossire al complimento.

    "I miei muri sono verdi e uno di questi è tutto pieno di libri. Ho un tavolo con colori, pastelli e matite e un elefante imbottito grande quanto me". In realtà, Jumbo non era più grande di Bae da più di un anno, ma Bae non sembrava averlo ancora notato.

    "Sembra meraviglioso. Mi piacerebbe avere un muro fatto tutti di libri. O per poter dipingere" il sorriso di Belle fu triste.

    Senza dubbio, il suo contratto di affitto precludeva cose del genere. Forse avrebbe potuto comprare tutto l'edificio come segno del suo apprezzamento. Una volta che l'atto sarebbe stato nelle sue mani, Belle avrebbe potuto fare tutto quello che avrebbe voluto con il suo spazio vitale.

    Gold scosse la testa. O forse avrebbe solo dovuto considerarsi fortunato che avesse accettato il braccialetto. L'acquisto di un edificio sarebbe stato... strano.

    "E ho una stanza dei giochi con un castello!" la voce di Bae chiarì che aveva salvato il pezzo migliore per ultimo.

    "Un castello? Un intero castello solo per te? Se avessi un castello tutto mio, non uscirei mai di casa!“ Belle fece fare una giravolta a Bae mentre scendevano la rampa dalla piattaforma della monorotaia fino all'ingresso del Regno Magico.

    "Avrai bisogno di un biglietto, vero?" Gold imprecò contro se stesso per non averci pensato prima e si guardò attorno in cerca di una biglietteria.

    "No" Belle indicò con la mano un cartello con su scritto 'Entrata membri del cast' "Ci vediamo dentro i cancelli" gli promise, prendendosi un momento per arruffare i capelli di Bae prima di allontanarsi.

    Ci vollero alcuni minuti per superare la sicurezza con tutto l'equipaggiamento medico e Gold fu così distratto nel cercare di destreggiarsi tra tutte le loro scorte che non si accorse di quanto fosse stato tranquillo Bae fino a quando non si riunirono con Belle.

    "Belle?" Bae le tirò la mano.

    Immediatamente, Belle si inginocchiò così da essere alla stessa altezza "Che cosa succede?".

    "Verrai a vivere con noi?" gli occhi di Bae la implorarono.

    "Oh!" Belle gli lanciò un'occhiata e Gold sussultò. Avrebbe dovuto prevederlo.

    Appoggiò una mano sulla spalla di suo figlio "Belle ha un lavoro molto importante qui, non può trasferirsi nel Maine".

    "Ma può aiutare la principessa Bella dove viviamo" Bae sostenne "Puoi avere la tua stanza e puoi avere il mio castello e papà ti farà un muro di libri. Per favore?".

    "Oh, Bae..." sembrava come se Belle stesse cercando di non piangere.

    "C'è molto spazio in macchina. Possiamo guardare un film e giocare ad 'Alfabeto'. Sarà divertente".

    Con un singulto strozzato, Belle tirò Bae tra le sue braccia, abbracciandolo forte "Ti voglio bene".

    "Ti voglio bene anch'io. Per favore?" la implorò e Gold dovette distogliere lo sguardo prima di mettersi a piangere.

    Non era giusto. Non era giusto che Bae avesse incontrato Belle solo per perderla in pochi giorni. Aveva promesso di rimanere in contatto e Gold era certo che lo avrebbe fatto, ma le telefonate non sarebbero state abbastanza. Bae aveva bisogno di Belle.

    Quando osò guardarli di nuovo, gli occhi di Belle erano velati di lacrime, ma stava sorridendo "Sei molto persuasivo, ho promesso alla principessa Bella che sarei rimasta qui ad aiutarla per tutta l'estate, non posso rompere la mia promessa".

    "Forse Belle potrebbe venire a trovarci quando avrà finito di aiutare la principessa Bella" fu una cosa subdola da fare. Era il massimo dell'ingiustizia mettere Belle in quella posizione. Non con gli occhi imploranti di Bae fissi su di lei.

    Gold era ben conscio di tutto ciò, ma lo fece comunque. Era ingiusto, ma era per Bae. Per Bae, avrebbe giocato sporco "Sarò felice di prenotarti un biglietto aereo alla fine dell'estate e assicurarmi di farti a arrivare a Boston in tempo per l'inizio delle lezioni e sono più che disposto a ricompensarti per il tuo tempo con noi".

    Sarebbe stata la cosa più facile del mondo rescindere il contratto di affitto di Bell e il contratto che aveva firmato con la Disney. Midas probabilmente avrebbe apprezzato la sfida.

    Eppure, Gold era preoccupato di essersi spinto troppo oltre, troppo velocemente. Una visita era una cosa, ma se avesse provato a manipolare Belle per tutta la sua vita dopo meno di una settimana di conoscenza, lei avrebbe potuto esitare e Bae sarebbe rimasto senza niente.

    Fortunatamente, Bae sembrò soddisfatto della promessa di una visita. Il bambino annuì avidamente "Sì! Appena avrai finito, potrai venire da noi. Ti mostrerò tutti i miei giocattoli".

    "Io...". Se Belle avesse cercato un modo per dire di no, non poteva davvero biasimarla. Amava Bae, ma lei lo conosceva a malapena. Per quel che ne sapeva, poteva anche essere una serial killer.

    "Per favore, dì di sì" Bae la implorò "Per favore, per favore, per favore!".

    "Se vuoi avere più informazioni su di noi, ti fornirò tutto il necessario" le disse rigidamente, ma Gold non ricordava l'ultima volta che aveva attivamente dovuto sudare per l'approvazione di qualcun altro. Come regola generale, le persone dovevano combattere per entrare nelle sue grazie, ma per Bae, avrebbe sacrificato la sua dignità.

    Belle scosse la testa "Sono un buon giudice delle persone, mi fido di te".

    Quella sua semplice dichiarazione gli tolse il respiro. Per Gold, la fiducia era una cosa conquistata a fatica, ma Belle gli stava dando la sua senza nemmeno farlo sgobbare per ottenerla.

    "Mi piacerebbe venire a farti visita nella tua casa rosa!" Belle disse a Bae e, anche se avesse avuto qualche remora a riguardo, non lo fece vedere.

    Bae l'abbracciò così forte che per poco non la fece cadere "Quando arriverai?".

    Belle alzò gli occhi su di lui "Ferragosto? Questo... si adatta ai tuoi impegni?".

    Quando si mordicchiò il labbro inferiore, con gli occhi socchiusi, Gold capì che cosa gli stava chiedendo davvero. Non erano i suoi impegni che le interessavano. Piuttosto, Belle voleva sapere se sarebbe stato troppo tardi se fosse arrivata di lì a 3 mesi. Gli stava chiedendo quanto tempo rimaneva a Bae.

    Il ricordo della mortalità di suo figlio fu un coltello nelle costole, ma Gold non lo lasciò vedere. Invece, si concentrò sul promemoria che gli aveva dato in precedenza - proprio ora, Bae stava bene. 3 mesi erano lunghi, ma non c'era motivo di credere che Bae sarebbe drammaticamente peggiorato di colpo. Era vero che suo figlio era più malato ora di quando era stato diagnosticato all'età di 5 anni, ma Bae si manteneva forte.

    "Dovrebbe andare bene. Qualunque cosa funzioni per te, funzionerà per noi" Gold la assicurò.

    "Allora, verrò a trovarti ad agosto" promise a Bae e Gold trovò più facile fare un respiro completo ora che aveva promesso di far visita a suo figlio. L'addio di oggi non sarebbe più stato un addio per sempre, ma solo un arrivederci. Poteva non essere esattamente quello che voleva, ma era molto meglio di niente.

    "Non sono mai stata nel Maine" Belle disse a Bae mentre si rialzava e gli prendeva la mano per condurlo per il parco "Com'è?".

    "Nevica sempre" Bae la informò.

    "Anche in agosto?".

    Bae ci pensò per un momento "Probabilmente no, ma forse".

    "Non nevica in agosto, non viviamo in Antartide".

    "Potrebbe nevicare. Solo perché non succede, non significa che non potrebbe".

    Era impossibile discutere con quella logica.

    "Allora, dove andiamo?" Belle chiese prima che Bae potesse discutere ulteriormente su quel punto.

    Bae cercò un'ispirazione, poi lo guardò.

    "Qual è la tua corsa preferita?" Gold chiese a Belle, incuriosito da quale sarebbe stata la sua risposta. Per qualche ragione, sembrava importante saperlo.

    "La mia è "La casa dei fantasmi"" Lei arruffò i capelli di Bae "Spaventoso!".

    Bae fece una smorfia "Non è spaventoso, non molto".

    Considerando il modo in cui Bae si era appiccicato al fianco di Gold durante la loro corsa ne "La casa dei fantasmi", il bambino l'aveva trovato più spaventoso di quanto volesse ammettere, ma Gold mantenne il suo segreto.

    "E il preferito di Bae sono i "Country Bears"" quella era una cosa che le aveva detto Bae la prima sera e Gold era impressionato dal fatto che lo ricordasse.

    Si rivolse a lui "E tu? Qual è il tuo preferito?".

    "Io..." Gold si accigliò quando realizzò che non aveva la minima idea, aveva passato l'intero viaggio concentrandosi così tanto su ciò che piaceva a Bae che non aveva prestato molta attenzione a quello che piaceva a lui. Se un'attrazione poteva portare piacere a Bae, anche a Gold piaceva, con alcune eccezioni sulle varietà di brivido.

    Belle lo stava guardando come se volesse davvero saperlo, quindi Gold ci pensò davvero. Se avesse dovuto scegliere un'attrazione nel parco, quale sarebbe stata?

    "La cosa del treno blu in Tomorrowland" decise, rendendosi conto di quanto noiosa fosse stata la sua scelta. La corsa era poco più di un divano mobile su una pista sopraelevata, fornendo una vista a volo d'uccello verso terra.

    Gli occhi di Belle si illuminarono "Adoro il "PeopleMover"! È così divertente guardare tutti in basso".

    "Mi è piaciuto quando siamo andati al buio e abbiamo visto gli astronauti" Bae concordò.

    "Allora, penso che siamo giunti ad una decisione. Al "PeopleMover"! "Belle indicò Tomorrowland, poi afferrò per la mano un Bae ridacchiante e fece strada.

    Una delle cose preferite di Gold sul "PeopleMover" era che non c'era mai fila e anche quella volta non fece eccezione. Si sistemò sul lato opposto di Belle e Bae, osservando il modo in cui si appoggiavano l'un contro l'altro, con le teste vicine mentre parlavano. Chiunque li avesse visti insieme, avrebbe pensato che fossero madre e figlio e il cuore fece male per il desiderio che quell'illusione fosse vera.

    "Mi piace questa parte" Bae annunciò mentre la loro auto sprofondava nell'oscurità mentre entravano nella Space Mountain.

    "Sei stato sullo Space Mountain?".

    "No. Ero troppo basso".

    "Beh, stai vedendo tutte le parti migliori da qui" Belle lo consolò.

    "Torneremo l'anno prossimo e io sarò alto e allora lo farò".

    Poiché non c'era stata discussione su un potenziale viaggio di ritorno a Disney World, Bae stava tirando fuori quel piano dal nulla. Glod non fece nessuno sforzo per correggerlo. Se il suo bambino fosse stato abbastanza bene per Disney l'anno prossimo, sarebbe stato felice di riportarcelo. Avrebbe portato Bae ovunque avesse voluti a patto che fosse rimasto in vita.

    Tutto quello che doveva fare era sopravvivere. Gold non chiedeva niente di più.

    "Che mi dici di Buzz Lightyear?" Belle chiese mentre passavano davanti ad una finestra che dava sulla pista dai colori sgargianti.

    "Ho ottenuto un punteggio migliore di papà!".

    Quello era certamente vero, anche se Bae aveva lasciato fuori la parte in cui avevano avuto così tanti problemi a mirare con i cannoni laser montati sul loro veicolo da corsa che nessuno di loro aveva fatto grandi punteggi. Per fortuna Mr. Lightyear non aveva fatto affidamento su di loro per salvare la galassia, perché se così fosse stato, la galassia si sarebbe trovata in guai seri.

    Troppo presto, la loro auto completò il circuito e Gold sospirò mentre si avvicinavano alla stazione. Era tempo di salutare e non era sicuro di come Bae avrebbe reagito a dover lasciare andare Belle.

    Belle gli rivolse un sorriso triste mentre passava una mano tra i capelli del bambino "Facciamo un altro giro?" suggerì.

    Il tutto venne fatto con una semplice cenno verso l'addetto ai lavori e ripartirono. Questa volta, Gold non si guardò intorno Tomorrowland. Tutto quello che riuscì a vedere era il modo in cui il viso di Bae si mise a brillare ogni volta che si sollevava su Belle.

    Tra tutti e tre, Bae era l'unico a non aver sentito la pressione dell'imminente addio. Il bambino chiacchierava, indicando felicemente varie cose e facendo domande finché non entrarono nella stazione una seconda volta. Gold avrebbe desiderato avere il dono di suo figlio di vivere quel momento, perchè l'unica cosa a cui riusciva a pensare erano le lacrime che sicuramente sarebbero arrivate quando Belle avrebbe dovuto lasciarli.

    Il sorriso di Belle non raggiunse i suoi occhi mentre scendeva dalla macchina e seguiva Bae sulla passerella mobile che li avrebbe riportato a terra.

    "Facciamo un giro su Buzz!" Bae suggerì, tirandola per la mano.

    "Abbiamo fatto un patto, una sola corsa" Belle gli ricordò dolcemente "Devo andare ad aiutare la principessa Bella, ora".

    "No, non devi" Bae disse "Papà, dille che non deve!".

    Prima che Gold potesse trovare una risposta, Belle si inginocchiò per abbracciare Bae.

    "Voglio che mi chiami dalla tua casa rosa così che leggiamo insieme i libri, ok? E, alla fine dell'estate, verrò a farti visita e potrai mostrarmi la tua stanza, il tuo castello e tutti i tuoi giocattoli".

    Bae si aggrappò a lei "Non voglio che te ne vai".

    "Lo so. Non voglio neanche io salutarti, ma è solo per un po'. Ascolta. Ti mostrerò qualcosa di veramente bello prima di andare" Belle si tirò indietro per sorridere a Bae, che abboccò.

    "Qualcosa di bello?".

    "Di fantastico" lei confermò, prendendogli la mano e iniziando a cantare mentre li guidava verso Fantasyland "Zip a dee doo dah, zip a dee ay! My oh my, what a wonderful day...".

    La canzone fece sì che Bae si muovesse e, quando raggiunsero la loro destinazione, il bambino stava effettivamente sorridendo, anche se lo sguardo si fece confuso quando vide la loro destinazione "Una porta?".

    Non c'era niente di speciale in quella porta. Era dipinta per abbinarsi al muro dell'edificio di cui faceva parte e se Belle non avesse richiamato l'attenzione su di essa, Gold non avrebbe mai notato che fosse lì.

    "È una porta molto speciale" Belle disse "Su cosa stai camminando?" chiese a Bae.

    Suo figlio abbassò lo sguardo sui suoi piedi "La terra?".

    "No!" disse con occhi brillanti "Sei sul tetto di un tunnel!".

    Bae si guardò attorno, sconcertato "Non è vero".

    "Sì, invece. Ci sono tunnel sotto l'intero parco e questa porta conduce di sotto. Se sono giù nei tunnel, posso andare da Splash Mountain a Buzz Lightyear in un attimo! "Belle afferrò le mani di Bae e le fece oscillare da un lato all'altro "Non è bello?".

    "Come sono? Sono come le grotte? I pipistrelli ci sono? Possiamo scenderci?" Bae chiese rapidamente.

    Belle rise "Niente pipistrelli, ma ci sono dei topi molto grandi laggiù".

    Gold ridacchiò "Mi chiedevo spesso da dove venissero questi topi".

    "Voglio vedere i topi!" Bae implorò.

    "Non ho il permesso di portarti di sotto, ma ti farò dare una piccola occhiata se prometti di non dirlo a nessuno".

    "Lo prometto!".

    Dicendo a Bae di tirarsi indietro, Belle spalancò la porta e diede una rapida occhiata in giro prima di fargli spazio quel tanto che bastava per fargli vedere l'ingresso vietato ai tunnel. Era piuttosto anticlimatico, somigliava più a una scala di una fabbrica.

    A Bae non sembrò importare "Fico!".

    Belle chiuse di nuovo la porta "È tempo per me di scendere nei tunnel e prepararmi ad aiutare la principessa Bella. Dovresti guardarti attorno mentre sei sulle giostre e vedere se riesci a trovare altre porte come questa. Sono dappertutto".

    "Scommetto che riesco a trovarle tutte" Bae accettò prontamente la sua sfida, senza rendersi conto che Belle lo stava distraendo dal loro addio.

    Belle gli sorrise "Scommetto che ce la farai".

    Tirò Bae tra le sue braccia e gli diede un bacio sulla guancia "Divertiti con papà! Voglio sapere tutto delle tue avventure!".

    Con sorpresa di Gold, Belle abbracciò lui quando lasciò Bae, le sue labbra calde contro la sua guancia "Penserò a voi. Chiama in qualsiasi momento".

    "Ci mancherai" lui mormorò. Sembrava sbagliato lasciare Orlando senza Belle.

    "Mi mancherai anche tu" lei giurò mentre faceva un passo indietro, i suoi occhi un po' troppo lucidi. Sorridendo, arruffò i capelli di Bae, mantenendo la voce leggera.

    "Ci vediamo presto, mia Bestia!" mandò ad entrambi un bacio prima di sparire dietro la porta.

    Il sorriso si spense sul volto di Bae mentre la porta si chiudeva dietro Belle, il bambino la fissò con occhi tristi.

    Belle aveva fatto di tutto per rendere facile la loro separazione e non poteva lasciare che i suoi sforzi andassero sprecati. Mettendo in mostra il suo miglior sorriso, allungò la mano verso Bae "Andiamo a cercare le altre porte. Più tardi, possiamo chiamare Belle e dirle quanti ne avrai trovate".

    Con suo sollievo, Bae si fece distrarre, ma prima che fossero passati più di cinque minuti, il bambino smise di camminare e iniziò a saltare su e giù.

    Gold sbatté le palpebre, chiedendosi se fosse una specie di capriccio "Cosa stai facendo?".

    Bae lo guardò come se fosse stato ovvio e indicò a terra "Belle è nel tunnel. Sto facendo rumore così che possa sentirmi".

    "Ah".

    Bae guardò verso di lui "Pensi che mi abbia sentito, papà?".

    Gold appoggiò una mano sulla spalla di suo figlio "Ne sono sicuro".

    L'idea che avesse detto un addio in più sembrò confortare Bae e Gold si permise di essere sciocco per un momento. Seguendo l'esempio del figlio, batté il bastone contro il marciapiede e si permise di fingere che, da qualche parte sotto i loro piedi, Belle avesse sentito il loro saluto.


    Continua...
     
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    Capitolo 6



    "Oh andiamo" Gold mormorò mentre cercava di rispondere alla richiesta di videochiamata di Belle. Quando avevano concordato su un'ora adatta per parlare con Bae, gli aveva spiegato l'esatta applicazione che avrebbe usato e gli ci erano volute quasi quattro ore per scaricare l'app e accedervi. Pensava di essere preparato.

    "Papà, Belle sta chiamando!" Bae disse con impazienza, come se non lo sapesse già.

    "Ci sto arrivando" disse a suo figlio, le mani che gli tremavano. Non c'era motivo di essere nervosi, ma per qualche motivo lo era. Belle non sembrava il tipo di persona che si sarebbe offesa tanto alla sua chiamata non immediatamente accettata, tanto da decidere che i Gold non meritassero una seconda occasione, ma una miriade di terribili possibilità gli riempirono la mente.

    "Dammelo" senza nemmeno un "per favore", Bae prese il telefono dalle sue manu e iniziò a pigiare i pulsanti in un modo che a Gold sembrò essere casuale. Meraviglioso. Stava per riattaccare a Belle e poi avrebbe dovuto affrontare la tristezza di Bae perchè privato della sua conversazione che non vedeva l'ora di avere da quattro giorni.

    "Ecco la mia Bestia!" Belle esclamò quando il suo viso apparve miracolosamente sul piccolo schermo. Apparentemente, suo figlio di sette anni era tecnologicamente più esperto di suo padre. Era un po' imbarazzante.

    "Ciao Belle!" Bae urlò al telefono, tenendolo così vicino alla sua faccia che Gold dubitava che Belle potesse vedere molto più del suo naso.

    "Ecco, proviamo così" prese il telefono dalle mani di Bae e lo appoggiò contro i porta sale e pepe sul tavolo della cucina. Bae si inginocchiò su una sedia per potersi avvicinare allo schermo, il brillante sorriso di suo figlio illuminava la stanza.

    "So che c’è anche lei, Maestà!".

    Imbarazzato, Gold avvicinò una seconda sedia a Bae e si sedette. Quando lei si accigliò, si pentì immediatamente della sua decisione. Belle stava chiamando per parlare con Bae, non con lui.

    “Ti vedo solo a metà. Avvicinati un po'”.

    Quando provò a seguire le sue istruzioni, Belle scosse la testa.

    "No, dall'altra parte. Ancora un po’. Ecco!".

    Quando lo fece posizionare dove voleva, la faccia di Gold era già in fiamme. Suo figlio, appena uscito dalla prima elementare, era più esperto con i cellulari di lui. Belle doveva pensare che fosse ridicolo.

    Se notò il suo imbarazzo, fu abbastanza gentile da non dire nulla. Invece, si concentrò su Bae "Come è andato il viaggio verso casa? Hai visto qualcosa di interessante?".

    Ciò bastò a far partire Bae e, mentre Gold ascoltava la conversazione, si prese un momento per essere grato che le cose andassero così bene. Aveva passato gli ultimi giorni a preoccuparsi che la dinamica tra Belle e Bae sarebbe cambiata irrevocabilmente ora che non erano più in grado di parlare di persona e il pensiero che Bae perdesse la vicinanza che aveva instaurato con lei lo aveva fatto stare in ansia.

    Aveva fatto un elenco di una dozzina di argomenti diversi per far ripartire la discussione nel caso in cui la conversazione fosse finita in stallo, ma non sembrava che ne avrebbe avuto bisogno. Bae era a suo agio come se Belle fosse stata seduta al tavolo con loro.

    'Sarebbe stato bello', Gold rifletté. Quando le aveva suggerito di venire nel Maine, aveva pensato solo a quanto sarebbe stato felice Bae di riunirsi a Belle. Non aveva pensato a cosa avrebbe potuto significare la sua presenza per lui. Belle sarebbe stata un altro paio di occhi per tenere sotto controllo la salute di Bae. Sarebbe stata in grado di dirgli se avesse notato cambiamenti nel colorito o nella respirazione del bambino e tranquillizzarlo quando si sarebbe fatto prendere dal panico per qualche sintomo percepito che si sarebbe rivelato nullo. Se Belle fosse stata lì, non sarebbe stato più solo in quella battaglia.

    Trattenne un sospiro, consapevole di essere egoista. Belle era interessata a Bae, non a lui, e andava bene così. I bisogni di suo figlio erano di gran lunga più importanti di quelli di Gold. In Belle, Bae aveva trovato una compagna di giochi e una confidente. Poteva far sorridere il bambino quando era giù e niente era più importante di quello. Non era giusto aspettarsi che le sue attenzioni si rivolgessero a tutti membri della famiglia.

    “Allora, sei felice di essere a casa?” Belle chiese una volta che Bae aveva finito di parlarle del viaggio.

    Gold guardò suo figlio, incuriosito da quale sarebbe stata la sua risposta. Nonostante tutte le lamentele che Bae aveva fatto per aver dovuto lasciare la Florida, era stato di buon umore da quando erano tornati a casa.

    "Sono un po' contento. Voglio stare con te e fare passeggiate, ma mi mancava la mia stanza. E non devo trasportare la bombola, qui!" Bae sollevò il lungo tubo che lo collegava al sistema di ossigeno al secondo piano e lo fece scattare come una frusta.

    "Sembra un grande miglioramento" Belle concordò.

    "È molto lungo, quindi posso andare ovunque in casa".

    Ci era voluta un po' di pratica per capire come muoversi per casa con un tubo di ossigeno che lo legava al sistema posto in un angolo della sua camera da letto, ma Bae aveva imparato in fretta. Con sorpresa di Gold, il bambino sembrava addirittura considerare il tubo come una specie di giocattolo. Una volta, aveva sorpreso Bae a fare un circuito dalla sua camera da letto alla sua stanza dei giochi attraverso il bagno che collegava le due stanze e, poi, fuori in corridoio prima di rientrare nella sua camera da letto, girando e girando in tondo fino a quando non aveva finito il filo, come un cane che si insegue la coda attorno ad un albero a cui era stato incatenato.

    A prescindere dal gioco, sembrava che gli piacesse perché rideva scioccamente quando finiva di annodarsi, quindi invertiva il circuito per legarsi di nuovo nella direzione opposta. Gold non lo capiva, ma tutto ciò che faceva ridere Bae gli andava bene.

    "Vuoi vedere la mia stanza?" Bae chiese, sollevando il telefono dal tavolo.

    "Mi piacerebbe vedere la tua stanza!".

    “Vieni!” con Belle in mano, Bae decollò al secondo piano e Gold lo seguì a un ritmo più tranquillo.

    Quando raggiunse la stanza di Bae, suo figlio stava mostrando la sua collezione di peluche, assicurandosi che vedesse che la piccola Bestia che gli aveva dato aveva un posto privilegiato sul suo letto. Da lì, si trasferì al suo tavolo d'arte, poi alla parete piena di libri, il bambino era apparentemente intenzionato a mostrare a Belle tutto ciò che possedeva.

    Era una buona cosa che Belle avesse avuto il buonsenso di organizzare quella telefonata nel suo giorno libero, Gold pensò mentre si sedeva sul bordo del letto di Bae a guardare. Di questo passo, Bae non avrebbe smesso di parlare fino all'ora di cena e Belle sembrava felice di ascoltarlo.

    "Ma dov'è il tuo castello? Voglio vedere il tuo castello!" Belle chiese.

    Immediatamente, Bae uscì e scappò via, lasciando Gold a zoppicare dietro di lui "Rallenta!".

    "Papà…".

    "Papà ha ragione. Non vuoi restare senza fiato " Belle andò in suo soccorso.

    "Va bene, va bene" il tono di Bae indicava che pensava che gli adulti fossero ridicoli, ma camminò per il resto della strada verso la sala giochi.

    "Guarda!" si fermò di fronte all'enorme teatro e sporse la mano che teneva il telefono in modo che Belle potesse vederlo.

    All'altro capo della linea, Gold sentì un sussulto "Porca tr... Volevo dire, wow!".

    Gold si appoggiò allo stipite della porta e cercò di vedere il castello attraverso gli occhi di Belle. Le pareti in vetroresina del teatro a due livelli erano modellate e dipinte per assomigliare alla pietra medievale. Al primo livello, vari angoli e fessure a misura di bambino invitavano all'esplorazione e al gioco e una scala in legno conduceva alle torri e ai bastioni del secondo livello. Uno scivolo dalla torre di sinistra riportava Bae a terra e le pareti del teatro si fondevano perfettamente con il murale trompe l'oeil sulla parete di fondo, rendendo il castello ancora più grande e impressionante.

    "Non è bello?" Bae chiese mentre strisciava in uno dei buchi nascosti, portando Belle con sé.

    "È meraviglioso! Ed è molto più grande di quanto mi aspettassi".

    Con sforzo, Gold riuscì ad abbassarsi per sedersi sul pavimento, distendendo la sua gamba destra goffamente davanti a lui. La posizione non era esattamente comoda, ma almeno così faceva ancora parte della conversazione.

    "Cosa ti aspettavi?".

    "Un teatro! Come..." Belle usò le mani per indicare una struttura alta circa un metro.

    Bae rise dell'idea "Anch'io ho un castello da gioco, ma questo è il mio vero castello".

    "Ci credo" Belle sembrava ancora un po' scioccata.

    Se non altro, l'aveva convinta che non aveva messo a dura prova le sue finanze con quel braccialetto di Bae. Aveva speso una piccola fortuna facendo costruire il teatro, ma Gold lo considerava denaro ben speso. Se Bae non poteva correre e giocare come gli altri bambini, aveva bisogno di un posto dove poter testare i limiti della sua immaginazione, preferibilmente a breve distanza dal suo tubo dell'ossigeno.

    "Puoi giocarci quando vieni a trovarci" Bae promise.

    "Non vedo l'ora. Voglio provare quello scivolo!”.

    "Ora te la faccio vedere" Bae strisciò su Gold per uscire dal castello e Gold prese il telefono dalla sua mano mentre lo superava.

    "Puoi riaverlo una volta salito" era iperprotettivo, ma meglio che rischiare una caduta perché Bae aveva provato a salire con una mano sola.

    "Se avessi avuto una cosa del genere, i miei genitori non mi avrebbero mai vista uscire di casa" Belle gli disse quando sollevò lo schermo per guardarla.

    "Mi dispiace profondamente essere troppo grande per giocarci" ammise. In verità, era la sua gamba che lo limitava più delle sue dimensioni - non era mai stato un uomo alto - ma non aveva senso richiamare l'attenzione sulla sua disabilità.

    "Mi dispiace per prima. Quando ho quasi imprecato...” Belle sussurrò, sembrando imbarazzata.

    Gold fece segno di fermarsi "Nessun danno fatto. Non se ne è nemmeno accorto".

    "Accorto di cosa?" Bae chiese mentre teneva la mano imperiosamente fuori dai bastioni per riavere il telefono.

    Gold si prese del tempo, alzandosi dal pavimento per trovare una risposta, poi si rese conto che lo stava fissando. Consegnò il telefono a Bae.

    "Che Belle indossa il tuo regalo" aveva individuato immediatamente il braccialetto che le adornava il polso.

    Bae si coprì la faccia con il telefono per vedere di persona, poi sorrise "Indossi il braccialetto!".

    "Lo indosso ogni giorno" Belle gli disse.

    "Sono contento. Sapevo che ti sarebbe piaciuto" Bae prese il suo posto in cima allo scivolo e tese il braccio in modo che Belle potesse vedere il fondo "Andiamo!".

    Gold ridacchiò mentre guardava le buffonate di suo figlio. Non importava quante migliaia di distanza ci fossero tra loro, Bae aveva una nuova migliore amica.

    "Posso vedere la tua stanza?" Bae chiese.

    "Sicuro. Non è divertente quanto la tua, però" Belle lo avvisò.

    Gold si riappropriò di ciò che pensava fosse la sua sedia da lettura e si mise Bae in grembo in modo che entrambi potessero guardare mentre Belle si spostava lentamente intorno ad una piccola e impersonale camera da letto contenente due letti, due comodini, uno pieno di libri della biblioteca, e una scrivania con un computer portatile. L'unico lampo di personalità in mostra era un dipinto di una spiaggia e diverse fotografie incorniciate sulla scrivania.

    Si ritrovò ad allungare il collo per vedere meglio le foto, ma Belle concesse loro solo una rapida occhiata prima di continuare il suo tour. Bae si dimenò in grembo.

    "Dove sono i tuoi giocattoli?".

    "Sono troppo grande per giocare con i giocattoli" Belle disse gentilmente.

    "No, non lo sei. Papà ha dei giocattoli ed è molto più vecchio di te".

    "Grazie, Bae" Gold mormorò.

    Il bambino non si accorse del suo commento ironico.

    "Papà ha delle banche che si muovono e fanno delle cose, pupazzi e cose del genere".

    "Quelli sono oggetti d'antiquariato. Li colleziono" Gold gli ricordò. Non era come se si mettesse di notte a giocare con le marionette.

    "Mi sposto molto, quindi non ho molte cose" Belle spiegò.

    "Perché?".

    “Beh, a volte vivo qui in Florida e aiuto la principessa Belle, a volte vivo a Boston e vado a scuola. Ciò significa che posso avere solo quanta roba si adatta ad entrare in una o due valigie".

    A Gold sembrava un modo poco pratico di vivere. Durante la sua giovane età molto impoverita, non aveva posseduto quasi nulla e preferiva di gran lunga essere circondato da cose belle.

    Bae, d'altra parte, non riusciva affatto a capire "Due valigie? Solo due?".

    Loro avevano portato molte più valigie per una settimana di vacanza e Gold poteva praticamente vedere la mente di suo figlio lavorare mentre cercava di capire quanti dei suoi effetti personali sarebbero potuti entrare in due valigie.

    "Esatto!" Belle disse allegramente.

    "È una buona cosa che tu abbia scelto il braccialetto come regalo per Belle".

    Con il senno di poi, non c'era da meravigliarsi che avesse selezionato qualcosa di piccolo e pratico come souvenir di Epcot.

    "Hai bisogno di più roba" l'espressione sul volto di Bae era mortalmente seria e Gold ce la mise tutta per non ridere.

    "Un giorno, quando vivrò sempre nello stesso posto, ne avrò di più" gli promise, le sue fossette che mostravano il suo divertimento.

    "Quindi, vivi alla Disney in estate e vai a scuola a Boston..." Bae si fermò mentre elaborava la logistica, poi si illuminò “Vado sempre dal dottore a Boston! Posso venire a vedere la tua scuola quando ci verrò di nuovo?".

    "Certo che puoi!" Belle rispose.

    “Che tipo di scuola fai? Devi indossare un’uniforme? Io sì".

    Considerando tutta la scuola che Bae aveva perso per gli appuntamenti con il medico, Gold stava seriamente pensando di ritirare suo figlio dalla sua costosa scuola privata e assumere un tutor a casa. Solo la consapevolezza che Bae non avrebbe voluto quel cambiamento lo aveva ancora trattenuto. Un tutor avrebbe fatto miracoli per la sua educazione, ma a Bae sarebbero mancati i suoi compagni di classe.

    Non importava quanto spesso pensasse alla situazione, non riusciva a prendere una decisione. Non sembrava mai sapere come superare il confine tra rendere felice Bae e provare a preparare suo figlio per il futuro. Quanto sarebbe stata importante l'educazione per un bambino che poteva non superare il suo decimo compleanno? D'altra parte, se Bae avesse avuto i suoi nuovi polmoni, avrebbe potuto avere una vita adulta in futuro e doveva essere pronto a viverla. Gold avrebbe dovuto puntare sull'indulgenza o sulla disciplina? Avrebbe dovuto concentrarsi sul rendere questi anni i più belli possibili o supporre che stesse tentando di crescere un adulto produttivo e agire di conseguenza?

    Gold era così perso nelle sue riflessioni che non era riuscito a registrare nulla di quello che Belle aveva detto sulla sua scuola fino a quando Bae non lo aveva colpito accidentalmente allo stomaco per l'eccitazione.

    "È così bello! Non è bello, papà?".

    "È molto bello" concordò, sperando che nessuno gli avrebbe chiesto di spiegarsi prima di raccogliere abbastanza indizi per capire di cosa stessero parlando.

    "In cosa consiste? Posso leggerlo?" Bae chiese curioso.

    "Penso che sia probabilmente un po' troppo da grandi per te, in questo momento. Non credo che avrà molto senso per te finché non andrai al college" Belle gli lanciò uno sguardo di scuse attraverso lo schermo per aver infranto la regola del 'non parlare del futuro di Bae'.

    Bae sospirò "Ok. Ma dovresti scriverne un altro che possa leggere ora".

    Con ciò, Gold era stato in grado di mettere insieme i pezzi. Belle aveva scritto una sorta di storia o libro e Bae voleva leggerlo, ma era rivolto agli adulti. Suo figlio aveva ragione: era estremamente impressionante.

    "Ci proverò, ma ci vuole molto tempo per scrivere un libro" Belle lo avvisò.

    "Va bene. Non mi importa se ci vorrà un po'".

    Belle sorrise alla sua generosa dichiarazione "Farò del mio meglio".

    Durante la breve pausa durante la conversazione, l'orologio del nonno in soggiorno suonò e Gold dovette guardare l'orologio al polso per assicurarsi di aver sentito correttamente. Sembrava come se avessero appena iniziato a parlare con Belle, ma erano al telefono da quasi tre ore.

    "È quasi ora di cena, Bae, e sono sicuro che Belle abbia altre cose da fare. Perché non saluti?".

    "Papà..." Bae lo guardò con occhi offesi "Non le ho ancora mostrato il mio piccolo castello. E voglio vedere il resto della sua casa".

    "La prossima volta potrai mostrarmelo" Belle promise.

    "Ma voglio farlo adesso".

    “Ho una sorpresa per te!” lei cinguettò, allontanandosi da una potenziale crisi.

    "Una sorpresa?" immediatamente, l'umore di Bae migliorò.

    "Lo invierò via email a papà non appena ci saluteremo. Penso che ti piacerà".

    La promessa di una sorpresa era probabilmente l'unica cosa che avrebbe indotto Bae a salutare Belle e, anche allora, l'arrivederci fu lungo. Gold si limitò a dirle semplicemente che era stato un piacere parlarle, un commento di cui si pentì immediatamente quando si rese conto che lo aveva fatto sembrare un maledetto venditore telematico.

    "Ci sentiamo presto, mia Bestia. E anche voi, Maestà. Buona cena!”.

    “Ciao, Belle!” Bae urlò al telefono, agitandosi così forte che Gold temette che la sua mano potesse cadere.

    Gold impiegò alcuni secondi per terminare la chiamata e, quando lo fece, Bae cercò di riafferrare il telefono.

    "Qual è la sorpresa?".

    Evitò il tentativo di furto e aprì la sua e-mail, scoprendo un messaggio indirizzato a lui con l'oggetto "PER BAE!".

    Quando l'aprì, l'e-mail aveva un collegamento a un video che mostrava una straordinaria gamma di personaggi Disney che inviavano i loro saluti a Bae. Perfino personaggi come Paperino e Pippo, le cui maschere proibivano loro di parlare, mostravano dei cartelli col suo nome. Belle doveva aver arruolato tutti i suoi colleghi per dare un po' di gioia alla vita di Bae e il video fece salire le lacrime agli occhi di Gold.

    Bae fu ancora più sopraffatto "Guarda, sono Topolino! E Chip e Chop! E le sorelle di Cenerentola! Ciao, Ariel! Chi è quella?".

    "Clarabella" Gold identificò la mucca antropomorfizzata dopo un attimo di riflessione.

    "Stanno dicendo il mio nome".

    "Belle deve aver raccontato tutto di te" si sistemò il bambino più comodamente in grembo per guardare il resto del video.

    Nel momento in cui finì, Bae lo fece ripartire e Gold non fu in grado di recuperare il suo telefono fino a quando il bambino non lo aveva visto per ben cinque volte. Anche allora, ebbe solo il tempo di inviare una rapida risposta a Belle, ringraziandola e dicendole che Bae aveva adorato il video, prima che Bae chiedesse di guardarlo di nuovo.

    "Dopo cena" gli promise.

    Con il video come motivazione, Gold si aspettò che suo figlio avrebbe finito il suo pasto in cinque minuti, ma, con sua sorpresa, Bae fu pensieroso a tavola.

    "Papà?".

    "Sì, Bae?".

    "Penso che dovremmo tornare alla Disney" Bae disse quel suggerimento come se fosse stato il risultato di lunghe ore di attenta riflessione.

    Gold cercò di non sorridere "E perché lo pensi?".

    "Perché Belle è lì e potrebbe sentirsi sola senza di noi. Dovremmo tornare indietro e farle compagnia. E potrei anche vedere tutti e parlare con loro di persona e dire grazie per essere stati così gentili".

    Gold fu piuttosto colpito dall'argomentazione di suo figlio "È una buona idea. Sono sicuro che Belle vorrebbe rivederti presto. Sfortunatamente, non possiamo ancora tornare indietro. Hai un sacco di appuntamenti in arrivo e papà deve lavorare".

    Era in grado di completare la maggior parte dei suoi impegni da casa mentre Bae dormiva, ma aveva ancora delle responsabilità. Gli appuntamenti del dottore erano ancora più importanti. Bae si stava lentamente avvicinando al punto in cui poteva essere idoneo per un paio di polmoni adulti e, se un dottore avesse ritenuto il suo torace abbastanza grande da ospitarli, questo avrebbe aperto un intero mondo di nuove possibilità sulla donazione degli organi.

    Bae lanciò un'occhiataccia alla sua cena "Odio andare dal dottore. Voglio andare a Disney World".

    "Non ti biasimo affatto, ma a volte dobbiamo fare cose che non vogliamo fare. Fortunatamente, puoi parlare con Belle al telefono, così non si sentirà sola e ad agosto verrà qui” Gold avrebbe spostato il cielo e la terra per assicurarsi che la visita programmata sarebbe avvenuta.

    "Vorrei che fosse agosto adesso".

    "Non desiderare di accorciare il tempo, Bae!" le parole uscirono molto più severe di quanto avesse previsto, ma Gold non riuscì a evitarlo. Gli faceva male sentire suo figlio desiderare di saltare qualsiasi parte della sua vita che poteva essere già troppo breve.

    Per togliere un po' di durezza dalle sue parole, cercò di trovare qualcosa che Bae potesse voler vedere e che fosse più vicino a casa rispetto ad Orlando "Potremmo fermarci sulla strada di casa dal tuo appuntamento e andare a Storyland. Adori Storyland".

    Il parco a tema per bambini piccoli non era esattamente del calibro di quello della Disney, ma a Bae piacevano le giostre e il New Hampshire era notevolmente più conveniente della Florida.

    Il borbottio di Bae mostrò cosa pensasse di quel suggerimento. Forse un parco divertimenti non era la strada giusta da percorrere. Rispetto alla Disney, nessuna delle loro attrazioni locali sarebbe stata all'altezza.

    Quindi, cos'altro?

    Gli venne in mente un'idea e Gold la valutò per un momento. Bae aveva implorato per avere un cane per anni, ma i peli di animali avrebbero potuto aggravare le sue condizioni. Avevano già un vasto sistema di filtraggio dell'aria, ma sarebbe stato sciocco far lavorare i polmoni del bambino più duramente di quanto non dovessero già fare.

    Un animale domestico più piccolo, tuttavia, poteva essere proprio ciò di cui Bae avesse bisogno.

    "Penso che tu abbia bisogno di un nuovo amico. Perché non andiamo al negozio di animali domani a scegliere...".

    "Un cane!".

    "… un criceto" Gold rispose subito.

    Non era proprio quello che Bae voleva sentire, ma Gold vide il momento esatto in cui decise che era meglio un criceto che non avere per niente un animale domestico.

    "Ok. Sì. Voglio un criceto. Può dormire nella mia stanza?".

    "La stanza dei giochi, magari".

    Un animale così piccolo non avrebbe dovuto produrre tanti pelucchi, ma meglio prevenire che curare.

    Bae fu felicemente distratto per il resto della serata a fare progetti per il suo nuovo animale domestico. Quando Gold lo mise a letto, aveva ristretto la sua lista di nomi a solo una dozzina di possibilità e poteva ancora sentire Bae borbottare tra sé mentre spegneva la luce.

    Si ritirò nella sua camera da letto e trascorse alcuni minuti a fare un elenco delle provviste di cui avrebbero avuto bisogno prima di scuotere la testa. Se Bae avesse messo il broncio più a lungo, probabilmente avrebbe ceduto e avrebbe comprato a suo figlio l’agognato cane. Quando era diventato un tale pollo?

    La domanda era inquietante. Stava coccolando troppo Bae? Il bambino aveva sette anni. Forse avrebbe dovuto lasciargli gestire le proprie delusioni invece di distrarlo con viaggi, giocattoli e animali domestici.

    Si appoggiò contro la testiera del letto, fissando un punto a casa mentre ponderava sul problema. Secondo gli standard della sua stessa educazione, stava sicuramente viziando il bambino. Se avesse osato lamentarsi di uno dei piani di suo padre, Malcolm Gold lo avrebbe sgridato o peggio.

    Quando Bae era entrato nella sua vita, Gold aveva giurato di non somigliare mai a suo padre, ma forse era andato proprio nella direzione opposta. Era troppo coinvolto nella situazione per capirlo e non c'era nessuno di cui si fidasse abbastanza per chiedere.

    Non era del tutto vero. C'era una persona di cui poteva fidarsi per avere un'opinione. Prima che potesse ripensarci, Gold prese il telefono e inviò un breve messaggio a Belle: "Pensi che vizi troppo Bae?".

    Se ne pentì immediatamente. Belle aveva concesso a Bae ore del suo tempo quel pomeriggio e chiederle di più era da egoisti. Non poteva aspettarsi che tutta la sua vita ruotasse attorno a Bae come la sua. Diavolo, probabilmente non era nemmeno a casa. Una giovane donna come lei doveva essere uscita con le sue amiche durante il suo giorno di riposo, senza dover tenere lui per mano durante una crisi genitoriale.

    Quando il suo telefono squillò, quasi lo fece cadere a terra. Invece di rispondere al suo messaggio, Belle aveva deciso di chiamarlo e, per un momento folle, fu tentato di premere il telefono sotto il cuscino e di ignorarlo. Una cosa era parlarle con Bae per portare avanti la conversazione, ma non poteva essere interessata ad una discussione solo con lui.

    Dopo un respiro profondo, prevalse la sanità mentale. Se Belle era abbastanza generosa con il suo tempo per chiamarlo, il minimo che poteva fare era rispondere "Ciao?".

    "Ehi! Ho ricevuto il tuo messaggio. Che cosa ti ha provocato questo pensiero?” la sua voce era allegra, non tradiva alcun indizio che fosse infastidita per essersi intromesso nel suo giorno di riposo. In sottofondo, poteva sentire ciò che supponeva fosse della musica.

    "Non intendevo disturbare la tua serata".

    "Non disturbi nulla: stesso club, stesse persone, giorno diverso. Avevo bisogno di un po' di aria fresca, comunque. Va tutto bene?".

    C'era così tanta onestà nel suo tono che Gold si ritrovò a dirle tutto. Nel giro di pochi minuti, aveva ripetuto l'intera conversazione della cena e il modo in cui aveva scelto di gestire la delusione di Bae per non essere in grado di tornare alla Disney, offrendo di regalargli un animale domestico.

    “Mi sento come se lo viziassi troppo. Non voglio mai che sia infelice, deluso o turbato, ma non sono sicuro di fargli un favore concedendogli tutto. Non voglio che cresca egoista, ma non ci sono garanzie che crescerà affatto. Se non ha così tanto tempo, non dovrebbe essere il più felice possibile?" poteva sentire la fatica nella sua stessa voce. A questo proposito, era come un cane che si voleva mordere la coda. Perdeva le forze e non si avvicinava mai ad una soluzione.

    Dall'altro capo della linea, Belle sospirò e il suo silenzio fu più confortante di quanto potesse essere qualsiasi parola. Non stava vomitando banalità come un'altra persona avrebbe potuto fare. Invece di offrirgli mero conforto, stava riflettendo seriamente sulle sue preoccupazioni.

    "Penso che la vita sia una combinazione di bene e male" lei disse alla fine "Ci sono molte cose brutte nella vita di Bae perché è malato, quindi ti stai assicurando di dargli tanto bene per bilanciarlo".

    Non aveva mai pensato in quel modo prima, ma poteva vedere la saggezza delle sue parole "Ha senso".

    "Penso di capire cosa intendi per paura che tu lo stia coccolando troppo. Della serie ‘spera per il meglio e temi il peggio’, in un certo senso. Lo scenario migliore è che Bae avrà un trapianto e vivrà fino a tarda età, quindi vuoi assicurarti di crescerlo come un adulto responsabile. Ma, allo stesso tempo, vuoi sfruttare al massimo questo momento nel caso...".

    Si interruppe e Gold chiuse gli occhi per nascondere le lacrime "Per ogni evenienza..." sussurrò.

    "Sì" anche a chilometri di distanza, Belle sembrava addolorata da quell'idea. Respirò con difficoltà "Ascolta, è un bambino eccezionale. È dolce, riflessivo e gentile. Sì, a volte diventa imbronciato e gli piace vedere fino a dove può spingersi, ma non è che tu non abbia mai posto dei limiti con lui. Quando sei duro, ti ascolta".

    "Si è comportato meravigliosamente con te" Gold ammise.

    Belle ridacchiò "Non c'entra! Sa come comportarsi e sa che sei tu il capo. Ovviamente, è molto coccolato e forse un po' troppo piccolo per la sua età, ma non vedo cosa ci sia di male. I bambini crescono troppo in fretta in questi giorni".

    Messa in questi termini, Gold dovette essere d'accordo. Che senso aveva spingere Bae a crescere rapidamente? O avrebbe avuto il tempo di farlo lentamente o non avrebbe avuto importanza.

    Strinse il pugno al suo fianco, sperando con tutto se stesso che Bae sarebbe sopravvissuto abbastanza a lungo da rimproverare a suo padre tutti gli errori che aveva commesso nel crescerlo.

    "Non ha una vita facile" tutti i soldi del mondo non potevano cambiare quello.

    "Quindi, stai provando a facilitare la sua strada il più possibile. Non vedo alcun motivo per pentirsi di una cosa del genere".

    Sembrava che avesse sollevato un peso di mille chili dalle sue spalle "Grazie".

    "Sono felice di aiutarti. Vorrei solo che potessi fare di più".

    Poteva chiaramente immaginare il suo sorriso malinconico.

    "Hai fatto più di quanto io abbia il diritto di chiedere".

    Belle non gli doveva nulla, eppure si era ritagliata del tempo per parlargli e rassicurarlo. Avere qualcun altro a cui interessasse di Bae, e con cui parlarne, significava il mondo per lui e lei era andata anche ben oltre.

    In sottofondo, sentì una voce maschile dire "Ehi, Izzy! Dove sei?".

    "Sono al telefono!" Belle rispose, con la voce distorta come se avesse allontanato il telefono dalla bocca.

    Un momento dopo, Gold la sentì di nuovo chiaramente.

    "Scusami!".

    "Non intendo portarti via dai tuoi amici" senza dubbio, l'uomo era il suo ragazzo e Gold non voleva creare problemi.

    "Penso che Luke si stesse solo assicurando che non mi avessero rapito gli alieni o robe simili. Era nel video che ho inviato a te e Bae. Interpreta Gastone".

    Gold osò prenderla in giro "La principessa Belle e Gastone? Pensavo avessi gusti migliori".

    Dall'altro capo del telefono, Belle scoppiò a ridere "Vuoi sentire una coppia davvero strana? Il suo ragazzo, Josh, interpreta Pluto nella sfilata. Immaginali... Gastone e Pluto".

    Gold si ritrovò a ridere "Potrei non dimenticare mai più questa immagine".

    "La Disney crea alcuni compagni di letto davvero strani" Belle ridacchiò.

    Dopo che entrambi risero un altro po', lei gli chiese dolcemente "Ti senti meglio?".

    "Molto. Grazie" era la cosa migliore che avesse provato da un po' di tempo.

    "Prego. Beh, sai... puoi chiamarmi in qualsiasi momento. Buonanotte, Elias".

    "Buonanotte, Belle".

    Lui e Bae erano stati fortunati a trovare un'amica come Belle, Gold pensò mentre chiudeva la telefonata. C'era qualcosa di magico in lei. Nessun altro era mai stato in grado di metterlo a suo agio in quel modo. Una conversazione con lei aveva fatto più di quanto non avessero mai fatto le sessioni infinite con il terapista dell'ospedale.

    Per quanto Gold odiasse desiderare di far volare il tempo, doveva ammettere che Bae aveva ragione: agosto non poteva essere più distante come in quel momento.


    Continua...
     
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    Capitolo 7



    Gold guardò criticamente il suo riflesso nello specchio del bagno. Non era più un giovane uomo, ma negli ultimi due anni il tempo lo aveva travolto fortemente. Profonde linee di preoccupazione erano incise intorno ai suoi occhi e alla bocca, combattendo contro le linee dei sorrisi che Bae aveva messo lì. Sembrava appropriato che l'impatto di suo figlio sulla sua vita si potesse vedere così chiaramente sul suo viso: gli alti e i bassi.

    Fortunatamente, negli ultimi mesi le cose erano andate meglio. Bae non stava più nella pelle per l'eccitazione per l'imminente visita di Belle e quello era stato un utile diversivo. Ogni volta che Bae insisteva nel fare qualcosa che Gold riteneva essere dannoso per la sua salute, come partecipare a una partita di calcio improvvisata al parco, Gold era stato in grado di distrarlo evocando un compito che doveva essere fatto per assicurarsi che la casa fosse pronta per Belle.

    Fino a quel momento, avevano ridecorato la camera degli ospiti, avevano installato un bagno privato per Belle e avevano riordinato i mobili per adattarsi a tre persone anziché due. Erano pronti per la sua visita in toto.

    Gold era consapevole di aver leggermente esagerato nella preparazione per quell'arrivo, ma il progetto era progredito come una palla di neve che rotola in discesa. In qualche modo, aveva avuto la consapevolezza che la stanza degli ospiti fosse un po' troppo trasformata a sgabuzzino per essere adatta all'abitazione umana e, quindi, aveva deciso di spostare alcune scatole e comprare nuove lenzuola per dipingere l'intera stanza e assumere un appaltatore per installare un bagno privato. Era uscito dai binari da qualche parte, ma non era ancora sicuro dove.

    A Bae era stato ordinato di non dire a Belle che il bagno era stato messo solo per la sua visita. Non c'era motivo di metterla a disagio facendole sapere che avevano rinnovato la casa solo per rendere più piacevole la sua visita di una settimana. Davvero, non c'era alternativa. Non avrebbe mai potuto sentirsi a proprio agio con il bagno privato attaccato alla sua camera da letto e non poteva farla inciampare sui giocattoli della vasca di Bae mentre cercava di fare la doccia. Gold suppose che avrebbe potuto farle usare il bagno al piano di sotto, ma costringerla a correre su e giù per una rampa di scale se la natura avesse chiamato nel cuore della notte sembrava incivile.

    Inoltre, ulteriori bagni avevano aggiunto valore per la rivendita della casa. Pensandola in quel modo, aveva preso una decisione completamente razionale, secondo lui.

    Ad essere onesti, Gold doveva ammettere di essere nervoso per l'imminente visita. Il piano prevedeva che Belle trascorresse una settimana con loro prima di partire per Boston per iniziare il suo semestre universitario e una settimana era un periodo molto lungo per due persone che erano fondamentalmente estranee. Era abbastanza autocosciente del fatto che non era particolarmente bravo con le persone e questo lo preoccupava. Se avesse rovinato quella visita a Bae, Gold non si sarebbe mai perdonato.

    Tutto doveva essere perfetto. Se così fosse, Belle si sarebbe magari convinta a fargli di nuovo visita e Gold non riusciva a pensare a nulla che potesse rendere Bae più felice. D'altra parte, se le cose fossero andate male, lei avrebbe potuto benissimo rifiutarsi di rimettere piede a Storybrooke. Avrebbe potuto persino scegliere di terminare la sua visita in anticipo e Gold non sopportava di pensare a come Bae avrebbe reagito. Suo figlio aveva un elenco così lungo di cose che voleva fare con Belle mentre era lì, che probabilmente non avrebbero potuto realizzarle tutte anche se fosse rimasta un mese. Se fosse partita prima, gli avrebbe spezzato il cuore.

    Avrebbe dovuto solo assicurarsi che le cose andassero bene, decise mentre passava un pettine tra i capelli ancora umidi dalla doccia. Con un asciugamano intorno alla vita, si fece largo in camera da letto, con una mano sul muro come supporto.

    Gran parte della sua attenzione si era concentrata sulla scelta del vestito per la giornata. Lui e Bae avevano un paio di commissioni da svolgere, ma in linea di massima quel giorno sarebbe stato un giorno di gioco. Entrambi avrebbero fatto bene a passare un po' di tempo insieme prima dell'eccitazione della visita di Belle.

    Aveva appena lasciato cadere l'asciugamano a terra, in modo da poter mettere i boxer, quando la porta della sua camera da letto si spalancò.

    "È qui!" Bae disse allegramente, il telefono in mano puntato già nella direzione di Gold.

    “Bae!”.

    "Oh!".

    "Papà! Vestiti!".

    Con la faccia che minacciava di prendere fuoco, Gold si affrettò a cercare l'asciugamano e se lo mise di fretta davanti ai gioielli di famiglia. Sullo schermo del telefono, Belle si stava coprendo il viso con le mani, le spalle tremanti dalle risate.

    Bae sembrava solo seccato "Belle vuole farti una domanda".

    "Fuori".

    Belle si guardò attorno, poi si coprì di nuovo il viso. Gold si rifiutò di guardare in basso per paura di ciò che avrebbe scoperto. Se qualcosa era fuori posto, preferiva non saperlo. Sarebbe già stato impossibile stabilire nuovamente un contatto visivo con lei.

    "Ci vorrà solo un secondo" Bae promise "Dai, chiediglielo".

    "Vai in corridoio e aspetta che ti dica di entrare" fu orgoglioso di come fosse suonata la sua voce.

    "Ma posso avere una testa di Topolino?".

    "Corridoio" avrebbero chiaramente dovuto avere una conversazione molto seria sull'importanza del bussare.

    Con un sospiro frustrato, Bae obbedì e quando la porta si chiuse alle sue spalle, le gambe di Gold quasi cedettero. Si era preoccupato per la visita di Belle per niente. Dopo quella disavventura, non si sarebbe nemmeno avvicinata a quella casa.

    “Sei vestito?” Bae urlò attraverso la porta.

    Questo era un altro di quei momenti di cui i libri dei genitori non parlavano mai, Gold rifletté cupamente mentre si vestiva. In genere, non si prendeva la briga di indossare una maglietta durante l'estate, ma ora aveva deciso di metterla. In quel momento, si sentiva come se avesse bisogno di tutti gli strati che poteva mettere su prima di poter affrontare Belle. Un'armatura non sarebbe stata sgradita.

    "Puoi bussare" chiamò Bae una volta verificato che tutto fosse perfettamente abbottonato e allacciato. Per qualche motivo, si sentiva ancora nudo.

    Suo figlio diede un colpo secco alla porta prima di aprirla e Gold alzò la mano.

    "Di nuovo. Bussa e aspetta che ti dica di entrare".

    "Papà..." dal tono della voce di Bae, considerava l'attesa del permesso di entrare nella stanza una punizione crudele e insolita.

    Quando Gold indicò la porta aperta, suo figlio tornò fuori. Con un sospiro esagerato, Bae chiuse la porta, poi fece tre colpi forti e secchi.

    "Puoi entrare, Bae" Gold chiamò.

    Suo figlio aprì la porta ed entrò nella stanza "Belle vuole sapere se posso avere una testa di Topolino".

    Gold allungò una mano per il telefono "Fammi parlare con Belle. Perché non vai a dare un po’ d’acqua fresca ad Olaf?".

    "Non riattaccare. Voglio parlarle ancora" Bae lo avvisò prima di dargli il telefono e di andare ad occuparsi del criceto bianco che avevano adottato tre mesi prima.

    Ci volle tutta la forza di Gold per sollevare il telefono "Sono terribilmente dispiaciuto".

    "Va tutto bene" Belle lo rassicurò, ma il colore del suo volto era ancora rosso.

    "Non avresti dovuto vedere... quello" chiaramente, aveva stretto troppo la cravatta perché il nodo stava minacciando di strangolarlo.

    "Va tutto bene. Gli spogliatoi nei tunnel sono una specie di manicomio. Ho già visto tutto" agitò una mano come se stesse spazzando via fisicamente l'incidente imbarazzante.

    Magari aveva visto tutto, ma fino ad oggi non aveva mai visto il suo di equipaggiamento e Gold avrebbe preferito che fosse ancora così. Sfortunatamente, Bae aveva spezzato quel sogno.

    Continuare ad affrontare il problema avrebbe messo entrambi a disagio "Bae ha detto che avevi una domanda?" disse con voce strozzata, cercando di rompere la tensione.

    "Sì!" sembrò sollevata di parlare di qualcos'altro... qualsiasi altra cosa “Ho chiesto a Bae se c'era qualcosa che voleva che gli portassi dalla Disney e ha chiesto una testa di Topolino. Sai, una di quelle cose croccanti di riso con le orecchie di cioccolato. Va bene per te?".

    Dopo tutto quel dramma, Gold era tentato di vietare a Bae i dolci per il mese successivo. Dopo un respiro profondo, prevalse la sanità mentale. Dire una cosa del genere avrebbe potuto far sentire Belle come se avesse fatto qualcosa di sbagliato e non sarebbe stato appropriato. Non era colpa sua se suo figlio non aveva buone maniere "Sì, può averne uno. Grazie per avermelo chiesto".

    "Ok, fantastico! Sarà facile da prendere. C'è qualcos'altro che posso portare con me? Come un souvenir che vorresti avere o un dolce che ti è piaciuto o qualcosa del genere? Voglio dire, non è che posso mettere un cono gelato nella valigia, ma potrei portare caramelle o qualcosa del genere. Sono dipendente dal fondente della pasticceria di Main Street, quindi spendo sempre circa cinque sterline lì dentro quando parto" stava parlando un po' troppo velocemente, la sua voce era leggermente più alta del normale.

    Il suo evidente nervosismo chiariva il fatto che Belle non avesse ancora superato lo spettacolo a cui aveva inavvertitamente assistito, ma Gold non aveva la minima idea di come sistemare le cose. Si era già scusato. Tutto quello che poteva pensare di fare era comportarsi il più normalmente possibile e sperare che le cose sarebbero andate a posto da sole "Se dovrai comunque fermati in quella pasticceria, apprezzerei se mi portassi uno di quei bon bon di noci pecan".

    L'ultima cosa di cui la sua dieta aveva bisogno era una palla delle dimensioni della sua testa di noci pecan unito a caramello e ricoperto di cioccolato, ma non era come se mangiasse cose del genere giornalmente. Inoltre, dopo quella mattina, Gold sentiva di essersi guadagnato una sorpresa.

    "Posso farlo" Belle prese fiato, sembrando più calma ora che aveva un compito nell'imminente futuro. Gold poteva capirla. Quando il mondo era in procinto di crollare, avere un piano lo faceva sempre sentire meglio.

    “Grazie mille” Bae sarebbe ritornato nel giro di pochi istanti, ma c'erano ancora alcuni punti in sospeso che dovevano essere sciolti "Hai tutte le informazioni sul tuo volo?".

    "Oh! Sì, intendevo parlarti di questo…".

    Aveva cercato di mantenere la sua espressione neutrale anche mentre la sua mente correva, presentando ogni sorta di diversi possibili problemi con i piani di viaggio di Belle. Se avesse voluto ritardare la visita, Bae sarebbe stato inconsolabile. Suo figlio aveva contato i giorni nell'ultimo mese "Sì?".

    Belle si avvicinò un po' di più allo schermo, gli occhi seri "Non mi aspettavo che mi facessi volare in prima classe".

    Aspettò che l'altra scarpa cadesse, ma quella sembrava essere tutto. Il sollievo lo fece ridere "Se è abbastanza buono per me e Bae, è abbastanza buono per te".

    "Elias!" lo sgridò e il modo semplice in cui disse il suo nome lo colse di sorpresa. Da quando Milah se ne era andata, nessun altro nella sua vita lo chiamava con il suo nome.

    "Non ho mai volato in prima classe in vita mia! Non so cosa fare! Dovrei vestirmi bene? Qualche consiglio?".

    Le sue domande ansiose gli ricordarono la prima volta che Bae era salito su un aereo, il ricordo gli scaldò il cuore "Starai bene. Vestiti come faresti normalmente. Vedrai di tutto, dai pantaloni della tuta a vestiti eleganti. Non è prevista la mancia, anche se se decidessi di condividere alcuni pezzi del tuo fondente, sono sicuro che sarai la persona più popolare sull'aereo".

    Belle si mordicchiò il labbro inferiore "Penso di poterlo gestire. Non voglio mettermi in imbarazzo".

    "Non essere sciocca. Sei una principessa" le ricordò.

    Lei ridacchiò, l'ultima tensione veniva sciolta così "Questo aiuta davvero".

    "Hai già finito di parlare con Belle?" Bae chiamò dal corridoio.

    "Ti sei lavato le mani?" Gold rispose alla domanda di suo figlio con una sua. Il dottor Whale aveva dato al criceto la sua riluttante benedizione, ma aveva sottolineato l'importanza di un accurato lavaggio delle mani prima e dopo aver maneggiato l'animale.

    "Col sapone e ho contato fino a venti" il tono di Bae chiariva che pensava che la cautela di suo padre fosse irragionevole.

    "Bravo ragazzo. Sì, potresti riavere Belle" guardò il telefono "Mi dispiace. C'era qualcos'altro di cui volevi discutere?".

    Lei scosse la testa "Non credo. Nient'altro di cui non possiamo parlare di persona".

    "Esatto" era strano sapere che nel giro di pochi giorni sarebbero stati nella stessa stanza, questa volta nel Maine invece che in Florida. Per la prima volta, Belle sarebbe uscita dalla sua zona di comfort e sperava solo che la visita avrebbe avuto successo.

    Salutò Belle prima di restituire il telefono a Bae "Vieni da me quando hai finito".

    Gold approfittò della distrazione di Bae per fare alcune chiamate importanti dal suo ufficio e stava appena riattaccando da una discussione con Midas quando Bae arrivò per restituirgli il cellulare.

    "Possiamo giocare?".

    "Tra un minuto. Prima voglio parlarti".

    "Non sono stato io!" Bae disse velocemente.

    "Sono sicuro che non sei stato tu" Gold concordò, prendendo nota mentalmente di rintracciare qualunque cosa in casa che non fosse colpa di Bae.

    "Vieni a sederti con papà" lo invitò mentre si avvicinava alla sua scrivania per sedersi sul divano di pelle dell'ufficio.

    Bae si arrampicò per unirsi a lui, i suoi occhi diffidenti "Sono nei guai?".

    "Dobbiamo parlare dell'importanza del bussare".

    Un sospiro rumoroso gli rispose "Ok, ok".

    "È importante, Bae. Soprattutto quando Belle sarà qui. Entrambi siamo stati molto imbarazzati, oggi, quando mi hai trovato svestito. Se una porta è chiusa, devi bussare e aspettare di essere invitato prima di entrare" non voleva pensare alla reazione di Belle se Bae l'avesse trovata in posizioni indecenti.

    "Tu entri nella mia stanza senza bussare" Bae gli fece notare.

    Dannazione.

    Il suo primo istinto fu quello di dire che da quando sarebbe stato genitore, avrebbe potuto fare tutto ciò che voleva, ma Gold pensò che potesse essere controproducente. Se voleva rafforzare l'idea che tutti meritassero privacy, non poteva dire che i bambini erano un'eccezione.

    "Hai ragione. Entro nella tua stanza senza bussare. Preferiresti che bussassi prima?" gli chiese.

    Bae si strinse nelle spalle "Se io devo bussare, dovresti bussare anche tu".

    C'era una logica. Allo stesso tempo, Gold era diffidente nel dare al bambino carta bianca per lasciare che suo padre si ritrovasse dalla parte sbagliata di una porta chiusa mentre lui si metteva nei guai "Mi sembra logico. Tuttavia, essendo tuo padre, è mio compito tenerti d'occhio".

    Bae sembrò oltraggiato "Anche io ti tengo d'occhio!".

    Ridacchiando, Gold avvolse la mano dietro la nuca di suo figlio e lo avvicinò per dargli un bacio sulla testa "Sì, lo fai. Ti prendi cura del tuo vecchio papà".

    Silenziosamente, Bae si rannicchiò contro il suo fianco.

    "Perché non facciamo un accordo?" Gold suggerì "Busserò fintanto che chiudi la porta solo quando è strettamente necessario".

    Dopo un momento di riflessione, Bae annuì "Va bene".

    Sebbene tutto sembrasse risolto, qualcosa stava ancora assillando Gold. Si diede il tempo di riflettere sul suo scenario proposto, cercando di capire cosa lo preoccupasse.

    Un'immagine di Bae collassato dietro la sua porta chiusa, il sangue che spumava dalla sua bocca, gli apparve in mente in modo maledettamente vivido. Gold chiuse gli occhi, cercando di non pensarci "Se busso e non mi rispondi, entrerò comunque" lo avvertì.

    Bae si accigliò "Perché?".

    Non era mai stato sicuro di quanta verità dire in quelle situazioni. Non era giusto indurre Bae a sopportare il peso delle preoccupazioni di suo padre, ma se avesse minimizzato troppo la gravità della sua malattia, Bae avrebbe potuto non capire l'importanza di prendere le dovute precauzioni. Era una linea sottile da calpestare tra il trattare la sua malattia troppo casualmente e la crescita del bambino troppo ossessiva.

    "E se stessi male?" chiese con calma, lasciando che suo figlio capisse.

    "Mi sentiresti tossire" Bae sottolineò.

    Era vero, ma Gold non riusciva a impedirsi di immaginare scenari peggiori "Allora, faremo un’altra regola. Quando sentiamo bussare, dobbiamo rispondere, anche se è solo per dire 'aspetta un minuto'. Se non rispondiamo, l'altra persona può aprire la porta".

    Non era soddisfacente come poter posare immediatamente gli occhi sul suo bambino, ma lo avrebbe accettato. Man mano che Bae sarebbe cresciuto, avrebbe richiesto più privacy, non meno.

    Una vaga idea di come sarebbe stato suo figlio da adolescente gli passò per la mente e Gold sorrise malinconicamente sperando che sarebbero riusciti ad arrivare così lontano. Bae era un bambino meraviglioso e sarebbe diventato un adolescente ancora migliore. Sarebbe stato il massimo dell'ingiustizia per l'universo rifiutarsi di lasciarlo crescere.

    "Anche Belle deve seguire la regola?".

    "Parleremo a Belle della regola" Gold gli promise. C'era un numero di regole che avrebbe dovuto seguire, a cominciare dal non poter vedere Belle all'aeroporto. Suo figlio ne era estremamente scontento, ma Gold non si sarebbe lasciato convincere. La loro reunion avrebbe dovuto aspettare fino a quando lei non si fosse fatta una doccia e cambiata per togliersi i germi dall'aereo.

    Fortunatamente, Belle non aveva ancora detto di no a nulla. Gli appuntamenti di gioco erano stati un problema per Bae poiché i genitori dei suoi amici erano inclini a vedere le regole di Gold come inutilmente restrittive. Belle, d'altra parte, si era resa conto che stava solo cercando di proteggere suo figlio, un obiettivo che condivideva.

    Era stato bello non dover combattere una battaglia per una volta. Sperò che la presenza di Belle nella vita di Bae avrebbe compensato tutti gli amici che Bae aveva perso da quando si era ammalato.

    "Arriverà dopodomani, giusto?" Bae chiese.

    "Giusto. Dopodomani" probabilmente Bae sapeva anche quanti minuti ci sarebbero voluti prima di dopodomani, ma gli piaceva comunque sentirsi rassicurato.

    "E vengo con te all'aeroporto a prenderla".

    Gold scosse la testa al tentativo di manipolazione di suo figlio "Aspetterai qui mentre io andrò a prenderla e potrai salutarla appena si sarà rinfrescata".

    Non incolpava il bambino per non voler stare con la governante, ma non poteva aiutarlo. Bae aveva bisogno di essere protetto dai germi e gli aeroplani ne erano pieni.

    "E se non la abbracciassi? E se le parlassi solamente?" Bae contrattò "Puoi spruzzarle l'antigermi prima che salga in macchina".

    Se avesse seguito Belle con una boccetta di Lysol al suo arrivo nel Maine, probabilmente sarebbe saltata sull'aereo successivo "Prometto che la porterò immediatamente qui. Sono sicuro che anche lei sia desiderosa di vederti. Dobbiamo solo stare attenti a te. Ti godrai di più la sua visita se non stai male".

    Perfino Bae non potè biasimarlo, sebbene Gold potesse dire che gli sarebbe piaciuto molto "Va bene" borbottò.

    Un momento dopo, si rianimò "Posso farle un biglietto? Puoi darglielo all'aeroporto".

    "È un'idea meravigliosa" Gold concordò. Avevano spedito le carte e i disegni di Bae a Belle negli ultimi tre mesi e lei aveva rispedito le foto di come le sue opere erano state esposte nel suo appartamento.

    "E voglio comprarle dei fiori".

    "Possiamo metterli nella sua stanza" se Belle lo avesse visto aspettarla con un mazzo di fiori, avrebbe potuto prenderla nel modo sbagliato e le cose sarebbero potute diventare molto imbarazzanti molto rapidamente.

    “Vorrei che i nostri fiori fossero sbocciati. Le sarebbero piaciuti" l'interesse di Bae per l'orticoltura era sopravvissuto al viaggio di ritorno nel Maine, ma sfortunatamente il loro piccolo giardino era stato un disastro. I conigli avevano mangiato le verdure e gli insetti avevano divorato le rose. La somma totale del loro raccolto era stata una manciata di ravanelli e un cavolo piuttosto triste. Apparentemente, nessuno dei due era nato col pollice verde.

    "Domani andremo dal fioraio e potrai scegliere i fiori più belli per lei" gli promise.

    "Pensi che le piacerà qui, papà?" Bae chiese.

    "Sono sicuro che sarà così" Gold fece del suo meglio per sembrare fiducioso. Essere ospiti a casa di qualcun altro era sempre una sensazione spiacevole, ma avevano fatto del loro meglio per farla sentire a casa. Attraverso le loro conversazioni frequenti, Bae aveva imparato molto sulle preferenze di Belle, cosa che era stata molto utile. Il ragazzo aveva scelto la combinazione di colori della stanza degli ospiti in base ai suoi colori preferiti e Gold aveva incaricato la governante di acquistare cibi che sapevano le piacevano.

    Era rimasta colpita dalla libreria di Bae, quindi si erano assicurati che nella stanza degli ospiti ci fosse una libreria e Bae si era divertito a scegliere i libri per lei. Gold aveva fatto scivolare alcune delle sue scelte sugli scaffali, supponendo che i gusti di lettura di Belle potessero essere un po' più sofisticati di quelli di Bae, ma era il pensiero che contava.

    "Forse, se le piacerà qui, vorrà restare".

    Le parole ottimistiche di Bae fecero male al petto di Gold. Col senno di poi, avrebbe dovuto rendersi conto che Bae sperava che Belle stesse venendo per qualcosa di più di una semplice visita. Stava immaginando che diventasse una residente permanente della villa vittoriana color rosa e Gold non aveva aiutato, facendo tanto per rinnovare la stanza degli ospiti.

    "Anche se volesse restare, dovrà comunque andarsene alla fine della settimana" gli ricordò il più delicatamente possibile.

    "Perché deve andare a scuola" Bae concordò "Ma può tornare a casa nei fine settimana. Puoi andare a Boston a prenderla e posso venire anche io perché andresti in auto, non in aereo".

    "Penso che la scuola di Belle la terrà piuttosto impegnata. Aspettiamo e assicuriamoci di goderci questa visita prima di iniziare a pianificare la prossima".

    "Già" Bae non sembrò del tutto soddisfatto del tentativo di Gold di essere ragionevole e si lanciò nella ricerca di un cambiamento di argomento.

    Strinse delicatamente suo figlio a sè "Scommetto che oggi riuscirò a batterti a 'Toilet Trouble'".

    Sebbene Bae pensasse che il gabinetto in miniatura fosse divertente, Gold trovava il gioco piuttosto volgare, un'opinione che non era stata favorita dal fatto che sembrava essere sempre lui quello ad essere spruzzato. Le cose che faceva per suo figlio…

    "Scommetto di no. Perdi sempre" Bae lo schernì.

    Come sperava, il gioco distrasse Bae. Lui era stato affascinato dalle funzioni corporee quando aveva sette anni? Per quanto ci provasse, Gold non riusciva a ricordare. Inoltre, il fatto che esistesse un gioco di serie chiamato "Toilet Trouble" indicava che la maggior parte dei bambini attraversava un momento come quello.

    Non poteva dire che gli sarebbe dispiaciuto quando Bae l'avrebbe superato.

    Dopo "Toilet Trouble", passarono ad altri giochi, lasciando che le commissioni previste aspettassero fino all'indomani. Quello era più divertente.

    Anche quando Bae era piccolo, Gold non aveva mai capito perchè avrebbe dovuto lasciar vincere suo figlio. Una vittoria non significava nulla se la battaglia non era ben combattuta. Non era uno spietato concorrente, ma credeva nell’importanza di far faticare Bae per arrivare alla vittoria.

    Nella vita non era molto diverso, Gold rifletté mentre guardava suo figlio considerare le sue opzioni. In quel momento, il problema più grande nella vita di Bae era decidere come spostare il suo pezzo. In qualsiasi momento, avrebbe alzato gli occhi e sorriso a suo padre, quindi avrebbe posto una domanda che lo avrebbe colto di sorpresa.

    Sarebbe stato diverso con Belle lì. Gold non avrebbe più avuto l'attenzione incondizionata di suo figlio. Invece di due persone che giocavano, ce ne sarebbero state tre, e non era sicuro di cosa avrebbe significato quel cambiamento. Forse, Bae avrebbe scoperto che gli piaceva Belle più di suo padre.

    Era suo padre a parlare, Gold si rimproverò. Per Malcolm Gold, l'amore era stato come un gioco inutile. Suo padre si amava così tanto che non aveva mai avuto sentimenti teneri per il piccolo Elias. Bae non assomigliava per niente al nonno che non aveva mai incontrato. Il cuore di suo figlio era abbastanza grande da amare sia Belle che suo padre. Non c'era motivo di preoccuparsi.

    "Papà, perché non abbiamo palme qui?".

    Gold suppose che i pensieri su Belle avessero ricordato a Bae il loro viaggio in Florida e la sua flora. Spesso, le domande di Bae sembravano venire completamente dal nulla, ma per quella era pronto a rispondere "Alle palme non piace quando fa freddo, quindi non possono vivere qui. Devono vivere in luoghi dove non nevica".

    “Se avessimo una palma, potrebbe vivere in casa? Fa sempre caldo in casa".

    "Non credo. Le palme hanno bisogno di molto sole. Non credo che abbastanza sole arrivi dalle finestre per far crescere un albero".

    "Oh" Bae pensò per un momento.

    "Inoltre, non siamo molto fortunati a far crescere le cose" gli ricordò. Il loro giardino era stato una delusione, ma il pensiero di uccidere un albero sembrava molto più deprimente per qualche motivo.

    "Perché le palme hanno bisogno di molto sole, ma gli alberi sempreverdi hanno bisogno solo di un po' di sole?" Bae chiese.

    "Beh, sono diversi tipi di alberi" detto questo, Gold aveva in gran parte esaurito le sue conoscenze orticole, quindi sperò che Bae avrebbe accettato la sua risposta senza ulteriori domande.

    "Lo so, ma perché?".

    Avrebbe dovuto immaginarlo.

    Se lo avesse voluto davvero, avrebbe potuto cercare la risposta sul telefono, ma gli sembrava di barare. In quel momento, Bae pensava che suo padre sapesse tutto e Gold odiava disilludere il ragazzo. Invece, ripensò ad una spiegazione della fotosintesi, invocando informazioni che non si rendeva conto di ricordare dai suoi giorni di scuola.

    Quando ebbe finito, Bae annuì sagacemente "Non sarebbe divertente se le palme vivessero qui e gli alberi sempreverdi vivessero alla Disney? Dovremmo usare una palma per albero di Natale! Tutti gli ornamenti sarebbero in cima con le noci di cocco e avvolgeremmo le luci intorno al tronco. Non sarebbe divertente, papà?".

    Gold ridacchiò all'immaginazione di Bae, chiedendosi come riuscisse a pensare a quelle cose "Immagino che se le palme vivessero sempre qui, saremmo così abituati a vederle che non ci faremmo più caso. Penseremmo che gli alberi sempreverdi sembrano strani e ci chiederemmo come qualcuno sia riuscito a decorare un albero di Natale del genere".

    Bae rise sonoramente "Diremmo 'Perché il tuo albero è così spinoso? Dove sono le tue noci di cocco?'".

    "E invece di mettere una stella sulla cima dell'albero, metteremmo una scimmia o una conchiglia".

    Più ne parlavano, più chiaramente Gold poteva immaginare le decorazioni natalizie a tema spiaggia. Prima della nascita di Bae, la sua immaginazione era stata una cosa sottoutilizzata, ma suo figlio lo costringeva ad esercitare quella parte della sua mente precedentemente atrofizzata. Indipendentemente da ciò che vedeva allo specchio, Gold sapeva la verità: suo figlio lo teneva giovane.

    "Se Belle venisse per Natale, potremo procurarci una calza per lei?".

    Gold sorrise con affetto "Certo che potremo".

    Almeno aveva detto "se". Con questo in mente, Gold non riuscì a ricordare a Bae che Belle aveva probabilmente le sue tradizioni natalizie familiari. Potevano attraversare quel ponte quando ci sarebbero arrivati. Era solo agosto, dopo tutto. Tutto sarebbe potuto succedere in quattro mesi.

    Per qualche motivo, non era così nervoso per l'imminente visita, ora. Se vedere lui nel complesso non avrebbe spaventato Belle, nulla lo avrebbe fatto. Domani, lui e Bae avrebbero dato gli ultimi ritocchi alla stanza degli ospiti e il giorno dopo Belle sarebbe stata lì, a giocare e avere conversazioni sciocche con loro.

    Sarebbe stato diverso, ma diverso non era necessariamente una cosa negativa. Finché Bae si divertiva, era tutto ciò che contava.

    Gold sobbalzò quando il suo telefono vibrò. Come sempre, il suo cuore perse un battito con la selvaggia speranza che fosse la telefonata giusta: nuovi polmoni che aspettavano solo Bae. La speranza morì quando vide solo un messaggio di Belle.

    "Non vedo l'ora di vederti!".

    Il testo era seguito da una sua foto che reggeva l'ambita testa di Topolino di Bae e il tortino di noci pecan che Gold le aveva richiesto. Stava facendo una faccia ridicola, un ciuffo di zucchero filato che le usciva dalla bocca, e lui ridacchiò alla vista prima di passare il telefono al destinatario della foto.

    Bae scoppiò a ridere a crepapelle, le dita che volavano mentre rispondeva a Belle "Non è divertente, papà?".

    "È molto divertente" concordò. Se fosse riuscita a far ridere Bae in quel modo, non avrebbe avuto importanza se la sua visita avrebbe rovesciato l'intera famiglia. Ne sarebbe valsa la pena.

    Gold ebbe la sensazione che quella settimana avrebbe dimostrato che "diverso" poteva essere davvero una cosa molto positiva.


    Continua...

     
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    Capitolo 8



    Gold inspirò lentamente attraverso il naso e trattenne il respiro per un momento prima di espirare. Era un trucco che aveva imparato dal libro sulle consapevolezze che Belle gli aveva dato durante l'ultimo giorno insieme alla Disney e lo ricordava spesso quando le sue preoccupazioni cominciavano a sopraffarlo. Ripeté il trucco, resistendo all'impulso di controllare l'orologio per la quarta volta in altrettanti minuti.

    Lasciare Bae a casa con la governante mentre prendeva Belle dall'aeroporto era stata la cosa più responsabile da fare. Un aereo era una vera capsula di germi e la precaria salute di Bae doveva essere protetta ad ogni costo. D'altra parte, lasciare Bae a casa significava anche che lui e Belle sarebbero stati soli per quarantacinque minuti in auto e Gold poteva già prevedere l'imbarazzo che avrebbero vissuto di lì a poco. Di cosa avrebbero parlato così a lungo?

    Quando la sua gamba malata iniziò a formicolare, spostò il suo peso, appoggiandosi al bastone. Se Belle avesse avuto dei bagagli, non sarebbe stato di grande aiuto. Forse sarebbe stato più saggio chiamare un autista per lei invece di venire da solo. Considerando la scena imbarazzante di qualche giorno prima, Belle avrebbe potuto preferire di non rimanere da sola con lui.

    Probabilmente era troppo tardi per cambiare piano.

    Proprio come aveva pensato, una nuova ondata di persone iniziò a riversarsi lungo la rampa di arrivo. Gold scrutò la folla, scorgendo una familiare cascata di riccioli scuri. Era decisamente troppo tardi per cambiare piano.

    Fece del suo meglio per sistemare il suo volto in uno sguardo accogliente, attento a non mostrare il suo nervosismo mentre guardava Belle farsi largo attraverso l'orda di persone. Un attimo dopo, lei lo notò e la sua educata maschera di benvenuto scomparve per essere sostituita da un sorriso sincero quando il viso di Belle si illuminò alla sua vista.

    “Elias!” lei urlò, la sua borsa bagaglio che le batteva alle spalle mentre aumentava il passo, quasi correndo "Oh, è così bello vederti!" si entusiasmò non appena fu vicina. Lasciò andare la maniglia della valigia e allungò la mano come per chiedere un abbraccio, ma all'ultimo momento si bloccò "Aspetta. È sicuro abbracciarti? Ho praticamente fatto il bagno nel disinfettante per le mani".

    Il suo entusiasmo lo fece ridere mentre lottava per immagazzinare l'idea che volesse abbracciarlo "È sicuro" le assicurò.

    "Ottimo!" le sue braccia si strinsero intorno al suo collo, i suoi riccioli gli solleticarono il naso mentre premeva il suo corpo contro il suo.

    Gold quasi lasciò cadere il bastone mentre cercava di capire cosa fare con le mani. Belle lo stava abbracciando come se fossero amici che non si vedevano da tempo e sarebbe stato il massimo della maleducazione non restituirle l'abbraccio, ma era passato così tanto tempo da quando lo aveva fatto che il suo corpo non sembrava sapere come reagire.

    Alla fine, riuscì ad avvolgere le braccia attorno alla vita di lei, senza osare applicare alcuna vera pressione. Belle strinse abbastanza forte per entrambi, il suo tocco affettuoso spazzò via tutti i suoi dubbi. Con le sue braccia intorno a lui, Gold non riusciva nemmeno a ricordare di cosa fosse così preoccupato.

    Dopo un lungo momento, lo lasciò andare e Gold immediatamente sciolse le sue mani. Belle, tuttavia, non fece un passo indietro. Invece, lasciò che le sue mani si posassero sulle sue spalle mentre lo guardava in faccia, gli occhi caldi e affettuosi "Come vanno le cose?".

    La sua onesta preoccupazione lo toccò e, quando parlò, la sua voce suonò aspra alle sue stesse orecchie "Le cose vanno... bene. È stata una bella estate. Bae sta andando bene".

    Lei gli diede una stretta "E tu come stai?".

    Per un secondo imbarazzante, Gold ebbe paura di scoppiare a piangere. Non riusciva a ricordare l'ultima volta che qualcuno si fosse preoccupato per il suo benessere. Del resto, non ricordava l'ultima volta che lui stesso era stato preoccupato per il proprio benessere.

    Il suo impulso iniziale fu di spazzare via la sua preoccupazione, ma con Belle che lo guardava così, il suo viso così tenero e aperto, la verità venne a galla "È difficile".

    Belle strinse le labbra come se stesse combattendo contro le lacrime e annuì. Invece di parlare, lo abbracciò di nuovo e questa volta le braccia di Gold seppero esattamente cosa fare. Le avvolse attorno alla sua vita mentre si sporgeva verso di lei, il suo corpo cercava il calore e il conforto del suo.

    Quanto tempo era passato dall'ultima volta che qualcuno l'aveva tenuto così?

    Gli sarebbe piaciuto rimanere in quel meraviglioso momento per sempre, ma era consapevole delle persone che gli stavano intorno. Erano in piedi nel mezzo della passerella e il suo innato disgusto per essere al centro dell'attenzione lo fece indietreggiare molto prima che fosse pronto.

    "Sei un bravo papà" gli disse mentre lo lasciava, la sua voce convinta "Bae è fortunato ad averti".

    "Grazie" grugnì. Niente era più importante per lui di essere un buon padre, ma la maggior parte delle volte si sentiva come se stesse vagando nel buio.

    Non c'erano risposte facili quando si trattava di essere genitori, non sapevi mai se stavi facendo un buon lavoro o stavi minando l’esistenza di tuo figlio.

    L'approvazione di Belle aveva fatto molto per calmare le sue paure.

    "Farò tutto il possibile per dare una mano" gli promise mentre faceva un passo indietro e reclamava il suo bagaglio a mano.

    "Bae è su di giri per vederti. Sono sorpreso che non abbia provato a nascondersi nel bagagliaio" non era uno scherzo, ma fece ridere Belle. Gold fu sollevato nel sentirla. Le cose si erano fatte un po' troppo oneste per i suoi standard.

    "E sarà terribilmente arrabbiato con me" Gold infilò una mano nella tasca della giacca per recuperare il foglio di Bae che porse a Belle "Mi ha fatto promettere di darti questo come prima cosa. Non mi era nemmeno permesso di salutarti".

    "Oh..." gli occhi di Belle si illuminarono mentre ammirava il foglio su cui Bae aveva disegnato. Riproduceva una foto di loro tre, insieme ad Olaf che era seduto sulla spalla di Bae, in piedi sul livello superiore del suo castello. Gold non pensava di avere tutti i capelli grigi che Bae aveva optato di riportare, ma non poteva discutere sugli ampi sorrisi che suo figlio aveva messo su tutti i loro volti.

    Lei lo guardò con un sorriso "È così dolce. Prometto che non gli parlerò della tua mancanza".

    "Lo apprezzo".

    Entrambi si misero a camminare allo stesso passo con una facilità come se l'avessero fatto ogni giorno della loro vita e Gold si chiese perché si fosse preoccupato così tanto della sua visita. Questa era Belle. Con lei, tutto era andato sempre bene.

    Era una cosa infantile da pensare, si rese conto mentre aspettavano di reclamare la sua borsa da viaggio. Belle non era una principessa delle fiabe con una bacchetta magica che poteva usare per far evaporare ogni problema. Eppure, in qualche modo, non riusciva a togliere la sensazione che mentre Belle era lì, tutto sarebbe andato bene. Qualcosa in lei lo faceva sentire al sicuro.

    "Voglio che tu sappia che mi hai completamente rovinato" Belle annunciò.

    Apparentemente, i suoi sentimenti per lui non erano così affezionati come i suoi per lei "Come?" quando la guardò, i suoi occhi brillavano di allegria.

    "Non potrò mai più volare in economy".

    Lo stava prendendo in giro, si rese conto con sollievo "Immagino che la prima classe ti sia piaciuta?".

    Lo sguardo che gli diede disse chiaramente che stava minimizzando la questione "Penso che tutti e tre saremmo potuti entrare nel mio sedile. Il letto nel mio ultimo appartamento non era così comodo. E il cibo...!".

    Gold ridacchiò "Sono contento che ti sia divertita".

    L'umorismo svanì dalla sua espressione "È stato molto generoso da parte tua. Grazie".

    La sua gratitudine lo metteva a disagio "Niente di che".

    "È stato gentile" Belle lo corresse.

    Fortunatamente, il nastro trasportatore scelse proprio quel momento per iniziare a muoversi e l'imminente parata di bagagli evitò a Gold di trovare una risposta. Non era abituato a essere elogiato e, in questo caso, non aveva fatto nulla per meritare l'approvazione di Belle. Chiunque poteva acquistare un biglietto aereo.

    "Dai un'occhiata alla mia valigia?" Belle chiese prima di immergersi nella mischia che circondava il nastro trasportatore. Pochi minuti dopo riapparve trionfalmente portando una borsa di tela malconcia che era grande quasi quanto lei, con un pezzo di materiale blu scintillante fissato attorno al manico.

    Lei gli fece un sorriso "Scusa. So di non viaggiare leggera".

    Dal momento che apparentemente doveva portare con sé tutti i suoi beni terreni ovunque andasse, Gold era incline a non essere d'accordo. Riusciva a malapena a immaginare di vivere una vita così libera con sole due valigie al seguito. Le attrezzature di Bae da sole riempivano un'intera borsa.

    Per mezzo secondo, invidiò lo stile di vita scarno di Belle, una sensazione che rapidamente schiacciò via "Niente affatto. Permettimi di aiutarti" allungò la mano, intendendo sollevarla dalla grande borsa, ma Belle fece un passo indietro.

    "Oh no, va bene. Ci penso io".

    Gold non perse la rapida occhiata che lanciò al suo bastone e provò un lampo di irritazione. Non sicuro se fosse infastidito da lei o dal proprio handicap, insistette "Insisto".

    Ora, era motivo di orgoglio dimostrare che era in grado di portare la sua borsa. La dannata cosa era su due ruote. Sicuramente poteva farcela. Era cattiva educazione per un signore aspettarsi che una signora portasse la propria borsa.

    "Preferirei che tu portassi il bagaglio a mano" Belle ribatté con un sorriso prima di battere con un piede sul lato della borsa grande "Questa cosa ha una ruota traballante e io sono l'unica persona sulla faccia della Terra che può farla muovere. I miei coinquilini non sono riusciti a farlo. Mio padre non c’è riuscito. Luke... sai, Gaston - praticamente si è procurato un'ernia cercando di trascinarla. Sono l'unica persona in grado di gestire questa valigia".

    O gli stava mentendo o stava dicendo la verità. In ogni caso, Gold sapeva quando fare un passo indietro "Non posso dire che mi piace l'idea di procurarmi un'ernia".

    Il bagaglio a mano era un po' pesante, ma gestibile anche con il suo bastone. Mentre Belle si metteva al suo fianco, prese nota mentalmente di esaminare il bagaglio una volta svuotato e di vedere se avrebbe potuto effettuare alcune piccole riparazioni.

    "Bae non mi perdonerebbe mai se lasciassi far del male a suo padre" Belle disse. Ad ogni terzo passo, lei prendeva a calci il fondo della valigia che stava trainando, dando credito all'idea che stesse dicendo la verità sull'essere l'unica persona in grado di farla muovere.

    "Finché hai la testa di Topolino, Bae ti perdonerebbe qualsiasi cosa" Gold disse, consapevole che suo figlio avrebbe felicemente calpestato il corpo malconcio di suo padre per ottenere la ricompensa promessa.

    "Ho portato la testa di Topolino, ma preferirei non tentare il destino. Ho anche il tuo tortino di noci pecan e un paio di altre sorprese" Belle promise.

    "Fammi sapere quanto ti devo".

    "Sono regali, Elias" Belle lo informò, esasperata "Non mi aspetto che mi ripaghi".

    Se lo avesse saputo, non avrebbe richiesto il tortino di noci pecan. Era una sensazione spiacevole essere in debito con qualcuno. Tuttavia, era troppo tardi per dirlo adesso. Il danno era stato fatto "Grazie".

    Belle ridacchiò "Non sei molto bravo ad accettare regali, vero?".

    Pensava di essere stato perfettamente educato "Scusa?".

    "Sembra che ti abbia portato un sacco di palline di mucca" al suo sguardo confuso, elaborò “Tortini di mucca? Letame essiccato?".

    Gold non riuscì a trattenersi dal pensare all'immagine mentale che evocava e Belle rise sonoramente "Ascolta. Se è un tale onere per te accettare un regalo, mangerò io stessa il tortino di noci pecan".

    "Non credo che dobbiamo portare le cose così all'estremo" con lei che lo prendeva in giro, la situazione sembrava meno terribile. Belle non gli stava facendo un regalo in modo da poterlo tenere sotto casco o usarlo per il futuro. Gli aveva portato dei dolci perché era affettuosa. Era fatta così.

    "Va meglio" quando gli sorrise compiaciuta, il petto di Gold si riempì di calore.

    "Ci siamo" avevano raggiunto la Cadillac e lui aprì il bagagliaio mentre Belle manovrava la sua valigia.

    Ci vollero entrambi per sistemare la borsa nel bagagliaio e Gold si sentì stranamente compiaciuto della possibilità di essere utile. Poteva non essere in grado di trasportare il suo bagaglio, ma almeno poteva fare qualcosa. Una volta che le valigie furono riposte, aprì la portiera della macchina per lei prima di entrare lui stesso, trovando Belle che guardava divertita l'interno dell'auto.

    "Qualcosa non va?".

    “Stavo solo pensando che questa è esattamente la macchina che mi sarei aspettata che guidassi. Voglio dire, non sono una persona che ama le macchine, quindi non è qualcosa a cui ho pensato nei giorni passati, ma se l'avessi fatto, avrei immaginato esattamente questa. Ti assomiglia".

    Non aveva idea di cosa fare di quel commento. Non c'era niente di appariscente o di stile nella Cadillac "Vecchio stile e noioso?".

    Belle rise mentre gli dava uno schiaffetto sul braccio, supponendo chiaramente che stesse scherzando "Smettila! No, voglio dire che è... solida. Elegante. Scusa, probabilmente suona davvero stupido".

    In realtà, era una delle cose più belle che qualcuno gli avesse mai detto "Affatto".

    "Allora, qual è il piano per oggi?" lei chiese mentre uscivano dal parcheggio.

    "Il programma?".

    “Sembri il tipo di uomo che ha sempre un programma. Voglio dire, so che devo fare la doccia e cambiarmi prima di poter vedere Bae, ma cosa vuoi che facciamo dopo?".

    Il modo in cui stava seguendo le varie regole passo per passo era incoraggiante. Non un centimetro del volto indicava che stesse pensando che lui fosse prepotente o iperprotettivo nei confronti di Bae "Non ci ho pensato. Una volta che Bae ti avrà vista, qualsiasi piano fatto volerà fuori dalla finestra".

    "Non vedo l'ora di vederlo" Belle sospirò, il viso sorridente.

    “Il sentimento è molto reciproco. Era sul punto di arrampicarsi sui muri al solo pensiero" si fermò qualche secondo "In realtà, c'è qualcosa che vorrei che tu facessi".

    "Certo. Qualsiasi cosa" lei disse subito.

    Nessun altro che conosceva avrebbe accettato un compito senza nemmeno sapere cosa fosse. La maggior parte dei suoi conoscenti avrebbe richiesto un contratto scritto e una squadra di avvocati prima ancora di proferire parola. Belle era una boccata d'aria fresca.

    “Bae è molto entusiasta di vederti e, quando diventa troppo agitato, può arrivare una crisi. Se potessi provare a mantenere le cose calme e tranquille fino a quando non si abituerà ad averti lì, sarebbe utile". Finora, Belle si era dimostrata abbastanza abile nel gestire Bae, quindi sperava di non chiederle troppo.

    "Posso farlo" Belle sembrava più pensierosa che scoraggiata dalla richiesta.

    "Grazie".

    Si voltò sul sedile per guardarlo meglio "Cos'altro posso fare per aiutare mentre sono qui? C'è qualcosa di speciale che vuoi che faccia con Bae?".

    "Qualsiasi cosa vorrai, per me andrà bene" le assicurò. Era già tanto che fosse venuta. Non era giusto iniziare a fare richieste.

    “Ho pensato che forse potremmo cucina dei biscotti. Mi è sempre piaciuto quando ero piccola".

    "Lo adorerebbe".
    Era una cosa materna da fare e il suo cuore perse un battito al desiderio che Belle fosse davvero la madre di Bae. La vita di suo figlio sarebbe stata migliore per la sua influenza.

    "E stavo pensando... Se volessi concederti un po' di tempo per te...".

    "No!" lui praticamente urlò e sussultò al suo stesso tono "Scusa".

    Belle appoggiò una mano sul suo braccio "No, non scusarti. Mi dispiace. Ovviamente non ti fidi di me da sola con Bae. Non ti biasimo. Sono praticamente una sconosciuta".

    C'erano pochissime persone al mondo di cui Gold si fidava con suo figlio. La governante era specializzata nel gestire la malattia di Bae in caso di un attacco quando Gold non c'era, così come il personale della scuola di Bae, ma quelle questioni pratiche avevano poco a che fare con il motivo per cui non gli piaceva stare lontano dal bambino.

    L'ultima cosa che voleva fare era mettere a nudo la sua anima, ma non poteva far pensare a Belle di sospettare di lei "No, non è quello. Mi fido completamente di te È solo... non so quanto tempo gli sia rimasto. Non voglio perdermi neanche un minuto".

    Quando la sua voce si spezzò, Gold premette le labbra, rifiutando di battere le palpebre mentre fissava la strada davanti a loro. Belle diede una leggera stretta al suo avambraccio e distolse lo sguardo educatamente, fingendo un interesse rapido per lo scenario fuori dal finestrino.

    "Parlami di Bae" gli chiese dopo che avevano avuto il tempo di ricomporsi.

    Quando Gold la guardò, sorrise.

    "Voglio sapere tutto di lui".

    Diceva davvero, si rese conto con meraviglia. Belle era ammaliata da Bae come lui lo era di lei e il suo genuino interesse per suo figlio significava il mondo per Gold. Non c'era nessun altro nella sua vita con cui potesse condividere tutti i momenti emozionanti e le piccole storie divertenti, ma Belle era davvero interessata.

    Non mancarono le storie da raccontare e i km volarono via fino a quando non entrarono nel vialetto di casa. La bocca di Belle si spalancò meravigliata alla vista della casa vittoriana e si fermò prima di parcheggiare la Cadillac nel garage per permetterle di guardare il tutto nella sua interezza.

    "È bellissima" disse dopo un momento "Sembra uscita da una fiaba".

    "Sono felice che ti piaccia" era un bene che Bae non fosse lì per ascoltare le sue lodi. Suo figlio avrebbe preso la sua ammirazione per la casa come un segno che Belle desiderasse trasferirsi definitivamente da loro.

    Uscirono i suoi bagagli dalla macchina e li portarono su per le scale sul retro, Belle cercò di guardare subito in ogni direzione per vedere bene la casa. Era una cosa che Bae spesso tentava di fare e Gold era ancora una volta colpito dalla somiglianza tra i due.

    "Prometto che ti farò fare un tour adeguato più tardi" le disse mentre raggiungevano il secondo piano. Con suo sollievo, le porte della sala da gioco e della camera da letto di Bae erano chiuse, segno che la governante aveva avuto successo nel tenere il bambino sequestrato come le aveva richiesto.

    Non sarebbe stato giusto permettergli di vedere Belle, ma impedirgli di poterla abbracciare.

    "Nel frattempo, questa è la tua stanza" in ritardo, si rese conto che avrebbe dovuto chiamarla la stanza degli ospiti.

    Belle trattenne il fiato mentre entrava nella stanza e Gold cercò di vederla attraverso i suoi occhi. Il letto stile Regina Anna, la toeletta e la cassettiera erano in mogano, ma le pareti color blu uovo di pettirosso impedivano alla stanza di essere troppo scura e contrastavano perfettamente con il piumone di lino verde mela. Il bagno che aveva installato rompeva la quadratura della camera da letto e la libreria carica di libri non aiutava ad alleggerire le cose, ma Gold sperava che avrebbe considerato la stanza accogliente invece che angusta.

    Troppo tardi, si ricordò del portatile di Belle e si rese conto che probabilmente avrebbe preferito uno scrittoio, ma ormai era troppo tardi. Inoltre, sarebbe rimasta lì solo per una settimana. Non si stava trasferendo lì.

    "Se non ti va bene, possiamo...".

    "È magnifica!" Belle fece scorrere le dita su uno degli scaffali della libreria con un sorriso dolce mentre leggeva i titoli.

    "Bae si è divertito a scegliere i libri che pensava ti sarebbero piaciuti".

    "Bae legge molto Jonathan Carroll?" lei chiese con un sorriso.

    Gold ridacchiò "Potrei avergli dato un po' una mano" sulla base di ciò che conosceva delle sue preferenze letterarie, pensava che le sarebbe piaciuta la presa di Carroll sul realismo magico.

    "E i fiori!" esclamò mentre scorgeva un vaso di allegri girasoli punteggiati di delfinio blu e rametti di lavanda.

    "Un'enorme quantità di tempo è stato speso nella scelta di questa composizione" il giorno prima avevano trascorso più di un'ora nel negozio di fiori, mentre Bae sentiva l'odore di ogni fiore almeno due volte.

    "Sono adorabili. Grazie, Elias".

    "Vorrei poter prendermi il merito, ma Bae ha fatto tutto il lavoro" se avesse saputo che i fiori provenivano da Bae, avrebbe evitato imbarazzanti incomprensioni.

    "Allora ringrazierò anche Bae" gli promise.

    Era egoista da parte sua tenerla lì a parlare quando Bae stava contando i minuti fino al loro incontro "Se non c'è nulla di cui hai bisogno, ti lascio rinfrescarti. Temo che la porta non abbia una serratura, ma Bae e io abbiamo avuto una conversazione molto seria sulla privacy e sul bussare dopo quello che è successo l'altro giorno".

    "Ho già dimenticato tutto" il rossore di Belle smentiva le sue parole.

    Sperava che Belle non avesse visto abbastanza da dover dimenticare, ma avrebbe accettato tutto in quel caso "La mia camera da letto è qui accanto e la sala giochi di Bae è dall'altra parte del corridoio. Ci incontreremo lì quando sarai pronta".

    "Non ci vorrà molto. Ci vediamo tra poco!".

    Gold chiuse la porta prima di dirigersi verso la sua camera da letto. Si lavò rapidamente le mani e il viso e si cambiò prima di andare verso la sala giochi.

    "Avanti!" Bae urlò nel momento in cui bussò alla porta chiusa. La faccia di suo figlio fu sconvolta alla sua vista "Dov'è Belle?".

    "Verrà non appena avrà finito di farsi la doccia" gli ricordò e fece un cenno di saluto alla governante.

    Appena furono soli, Bae si lanciò quasi su suo padre “Le hai dato il mio disegno? Le sono piaciuti i fiori? Da quanto tempo sei a casa?".

    "Ha adorato i tuoi disegni e i fiori e siamo qui da una ventina di minuti" rispose, impossessandosi della sua poltrona da lettura, che ora poteva benissimo usare anche Belle.

    Bae emise quasi un ringhio "Perchè ci mette così tanto tempo? Io mi sarei potuto fare già dieci docce!".

    "Belle ha più capelli da lavare di te" Gold disse, tirando scherzosamente una ciocca di capelli di suo figlio.

    "Ho fatto dei disegni per lei" Bae disse con orgoglio, richiamando l'attenzione di Gold sui pezzi di carta attaccati a casaccio alle pareti. Ognuno era stato coperto con immagini di stelle e palloncini e scritte "Benvenuta a casa Belle!!!".

    "Sono sicuro che sarà molto contenta. Adesso siediti e aspetta tranquillamente. Non credo tu voglia iniziare a tossire" quella era l'unica cosa che poteva rovinare la giornata.

    Con uno sbuffo, Bae si lasciò cadere sull'altra poltrona, i suoi piedi tamburellavano impazienti "Quanto ancora?".

    "Tutto il tempo necessario" una volta che si sarebbe assicurato che Bae avesse capito il concetto di privacy, sarebbe stato meglio iniziare a lavorare su quello di pazienza.

    Dopo quelle che sembrarono diverse ore, ma in realtà probabilmente meno di trenta minuti, la voce di Belle riecheggiò per la casa "Dov'è la mia Bestia?".

    “Belle!”.

    Belle, vestita con lo stesso prendisole blu che aveva indossato durante la loro avventura da Epcot, i suoi capelli bagnati raccolti in una piega casual, entrò nella sala giochi con un sorriso "Eccoti qua!".

    Bae si fiondò su di lei e lei gli andò incontro a metà strada, mettendosi in ginocchio per avvolgere il bambino in un abbraccio "Sono così felice di vederti!".

    “Ti è piaciuto il disegno? E i fiori? Hai visto i libri che ho scelto per te? Sono così felice che tu sia qui!" Bae parlava così in fretta che Gold riusciva a malapena a capirlo.

    Belle gli baciò la testa “I fiori sono bellissimi! Grazie mille per averli scelti per me! Il disegno era molto bello, sei un vero artista. Non vedo l'ora di leggere tutti quei libri con te!".

    "Ho fatto altri disegni per te!" Bae la informò, tirandosi indietro in modo che potesse indicarli.

    "Mi stai facendo sentire davvero benvenuta!" gli occhi di Belle sembravano un po' lucidi.

    La prese per mano “Vuoi incontrare Olaf? E guarda il mio castello!”.

    "Voglio vedere tutto! Ma prima ho qualcosa per te e papà" Belle diresse Bae sulla sedia accanto a Gold e si sedette prima di metterselo in grembo. Bae si rannicchiò contro di lei, una mano aggrappata alla sua gonna.

    Per la prima volta, Gold notò la busta regalo.

    "Credo che qualcuno abbia richiesto una testa di Topolino?" estrasse l'ambita sorpresa dalla busta e la offrì a Bae, che sorrise.

    "Aspetta fino a dopo cena" Gold lo ammonì.

    Bae gemette "Solo un orecchio?" lo supplicò.

    "Solo uno" cedette. Era una pappamolle con suo figlio.

    "E per te" Belle gli porse il tortino di noci pecan mentre Bae apriva la testa di Topolino e affondava i denti nell'orecchio coperto di cioccolato.

    "Grazie".

    "Ho qualcos'altro per te" Belle tirò fuori una scatola di cartone quadrata e gliela porse con un sorriso imbarazzato "Spero ti piaccia. Al negozio sembrava un'idea carina, ma ora sembra un po' stupida".

    "Sono sicuro che mi piacerà" non era abituato a ricevere regali solo perché qualcuno voleva farlo sorridere e anche solo quella novità gli avrebbe fatto apprezzare il dono di Belle, qualunque cosa fosse.

    Aprì la scatola e spinse da parte la carta velina per rivelare una tazza di caffè rosa e gialla. Su un lato della tazza c'era una foto del cartone animato "La Bella e la Bestia", con Belle che reggeva la rosa incantata, e dall'altra parte c'era una foto di Lumiere. Tra le due illustrazioni c'erano le parole "Enchanted Tales with Belle".

    “Le vendono nel negozio di articoli da regalo. Ho pensato che sarebbe stato divertente prenderne una per te da quando mi hai comprato una tazza da tè, ma ora sembra un po' presuntuoso. Non devi usarla".

    "Fammi vedere, papà" Bae chiese e Gold prese la tazza in modo che Bae potesse vedere la foto della principessa Belle.

    "Mi piace molto".

    La tazza non era del tipo che lui avrebbe scelto, ma gli riportava alla mente dei bei ricordi di una serata magica. Poteva sembrare sciocco bere da una tazza rosa con sopra una principessa, ma chi lo avrebbe visto? C'era abbastanza tristezza nella sua vita. Un po' di frivolezza gli avrebbe fatto bene.

    "Oh, bene" Belle sembrava più sollevata che compiaciuta della sua reazione "Ma, seriamente, non ferirai i miei sentimenti se non la userai".

    "A me piace. La userò io" Bae si offrì.

    “Potrei godermi il mio regalo per cinque minuti prima che tu inizi a complottare per rubarmelo? Io non mi approprio dei tuoi regali".

    Bae gli fece la linguaccia mentre Belle ridacchiava. Gold posò la tazza sul pavimento accanto a sè "Grazie. Ho intenzione di berci il mio caffè domani mattina" agitò un dito di avvertimento verso la coppia "E se uno di voi due decidesse di usare la mia tazza, ci saranno conseguenze".

    Nessuno dei due sembrò prendere sul serio la sua minaccia e Belle stava sorridendo di nuovo, qualsiasi imbarazzo avesse provato, ormai era sparito. Rivolgendo la sua attenzione su Bae, allungò di nuovo la mano nella busta "E per te…".

    Bae prese il libro dalle sue mani "'Howl''s Moving Castle'" lesse ad alta voce, tracciando con un dito il sorriso su quella che sembrava una foto di una palla di fuoco ghignante sulla copertina del libro.

    "Lo hai letto?" Belle chiese.

    "Non ne ho mai sentito parlare!".

    "Allora sarà una bella sorpresa!" Belle si aggiustò Bae più comodamente in grembo e guardò Gold "Abbiamo tempo per leggere un capitolo?".

    Stava facendo esattamente quello che le aveva chiesto di fare. Se gli avessero dato carta bianca, Bae avrebbe trascinato Belle per tutta la casa cercando di mostrarle tutto ciò che possedeva. Portando il libro, lo avrebbe costretto a stare seduto in silenzio senza che Bae si accorgesse che lo stavano raggirando.

    "Assolutamente. Non vedo l'ora di ascoltarlo. Nemmeno io l'ho mai letto".

    Bae lo guardò "Pensavo avessi letto tutto".

    "Apparentemente, ho letto solo quasi tutto".

    Gold strappò la testa di Topolino dalla mano di suo figlio prima che Bae potesse avere qualche idea su come finirla e rovinarsi la cena. Quando Belle avrebbe finito il capitolo, Bae sarebbe stato calmo abbastanza per permettergli di far vedere Olaf a Belle e il suo castello e tutto ciò che voleva che Belle vedesse. In caso contrario, Gold si sarebbe proposto di leggere un capitolo o Belle avrebbe potuto trovare qualcos'altro per distrarre Bae. Sembrava avere un talento per questo.

    "In tal caso..." Belle sollevò il libro in modo che entrambi avrebbero potuto vedere la copertina, quindi lo aprì con uno scatto "Capitolo primo: Quando Sophie parla ai cappelli".

    Bae la fissava, un'espressione di pura gioia sul suo viso pallido, e Gold deglutì un nodo in gola. Questo era ciò che mancava nella vita del bambino e scosse la testa a se stesso per aver avuto ripensamenti sulla visita di Belle. Era esattamente ciò di cui Bae aveva bisogno. Ora, Bae aveva due persone che lo amavano, che gli leggevano storie e che potevano giocare con lui. Belle era lì da meno di un'ora e già si era adattata perfettamente alla loro famiglia come se fosse stata creata appositamente per loro tre.

    Gold si appoggiò allo schienale della poltrona per ascoltare la lettura di Belle e cercò di godersi il momento senza preoccuparsi del futuro. In quell'istante, erano insieme e tutto andava bene. Avevano tutta la settimana per divertirsi ed era certo che sarebbe stata una settimana meravigliosa.

    Cercò di concentrarsi sull'affascinante storia che stavano leggendo, cercando di non sentire la vocina nella parte posteriore della sua mente che sussurrava che una settimana non sarebbe bastata.


    Continua...
     
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    Capitolo 9



    "Questo è Olaf" Bae disse con orgoglio mentre guidava Belle verso l'enorme gabbia nell'angolo della sua sala giochi che ospitava il suo animale domestico recentemente acquistato.

    Gold era rimasto colpito dal modo in cui Belle stava gestendo Bae. Dopo aver letto il primo capitolo di "Howl's Moving Castle", aveva chiesto a Bae di mostrarle il suo castello. Non appena Bae aveva iniziato a respirare affannosamente per essersi arrampicato su tutta la struttura con lei, lo aveva aiutato a togliere le sue cose dalle valigie, il che aveva previsto in gran parte Bae seduto sul letto della camera degli ospiti a fare domande mentre Belle metteva le cose dove voleva.

    Da lì, era arrivato il tempo di cenare, anche se era piuttosto tardi, e poi Bae aveva portato Belle a fare un tour della casa prima che lei facesse deragliare il suo tentativo di mostrarle il dondolo e i suoi giocattoli esterni chiedendogli di presentarla al suo animale domestico, evitando che si eccitasse troppo prima di coricarsi.

    Mentre Gold era consapevole del fatto che suo figlio avesse mantenuto il miglior comportamento nei confronti di Belle, non era sicuro di come sentirsi sul fatto che Belle stesse gestendo così facilmente il suo bambino quando Bae di solito si opponeva a tutto con le unghie e con i denti.

    "È adorabile!" Belle esclamò. La pallina di lanugine bianca la scrutava con placidi occhi.

    "Gli sto insegnando dei trucchetti. Guarda. Siediti, Olaf!".

    Considerando quanto fossero corte le zampe del criceto, Gold non riuscì a capire se Olaf avesse obbedito al comando o meno, ma Bae sembrava soddisfatto.

    "Bravo! Ora, rotola!" Bae si accigliò quando il criceto non si mosse. "Rotola, Olaf!".

    "Ci sta pensando" Belle disse in modo ottimista.

    "Non ce la fa sempre" Bae le spiegò.

    "Ce l'ha mai fatta?" Gold soffocò una risata quando Bae lo fissò in maniera truce.

    “L'ha fatto una volta... Diciamo".

    “Bene, questo genere di cose richiede tempo. Devi solo continuare a lavorare con lui” Belle mise una mano consolante sulla spalla di Bae.

    "Non è colpa tua. Non credo che i criceti siano molto… svegli" Gold disse.

    “Olaf è molto intelligente! Sa fare molte cose!".

    Alzò le mani sulla difensiva di fronte all'appassionata difesa di Bae del suo animale domestico "Come dici tu".

    "Mi piace il suo nome. Lo hai chiamato come il pupazzo di neve di Anna ed Elsa, giusto?" Belle stava chiaramente cercando di reindirizzare la conversazione e Gold apprezzò i suoi sforzi.

    Quando Bae annuì, Gold rischiò di nuovo di prenderlo in giro "Non è stata la sua prima scelta per un nome. Dille gli altri tuoi suggerimenti".

    La faccia di Bae divenne rossa come un pomodoro "Papà…".

    "Oh, ora sono curiosa! Come volevi chiamarlo?".

    La bocca di Bae si contorse in una linea stretta, ma alla fine si sporse in punta di piedi e sussurrò "Testa-Scoreggia".

    "E?" Gold lo pressò.

    “Pizza-Popò".

    Belle affondò i denti nel labbro inferiore, uno sbuffo ovattato le sfuggì prima di riprendere il controllo "Penso che Olaf sia il nome migliore".

    "Sono pienamente d'accordo" fino a quel giorno, Gold non era sicuro se Bae fosse stato serio o avesse solo cercato di far ridere il suo vecchio, ma non c'era modo che qualcuno o qualcosa di nome Testa-Scorreggia potesse mai vivere in quella casa. Pizza-Popò era quasi accettabile, ma doveva porre dei paletti da qualche parte.

    "E a questo proposito, penso che sia ora di iniziare a prepararti per andare a letto" anche durante le vacanze estive, Gold era severo sull'orario per andare a letto di suo figlio. La fragile salute di Bae significava che aveva bisogno di molto riposo e questo non cambiava solo perché il sole era tramontato più tardi.

    "Non sono stanco" Bae protestò.

    Sapeva che l'avrebbe detto "Forse Belle sarà disposta a leggere un altro capitolo del tuo nuovo libro?".

    "Mi piacerebbe!" diede un'occhiata a Gold "Dovrei mettere anche io il pigiama?".

    "Facciamo una festa in pigiama!".

    Se Bae si preparava volentieri per andare a letto, Gold avrebbe indossato qualsiasi cosa "E pigiama sia".

    Il suo pigiama e la vestaglia non erano più rivelatori dei suoi abiti, ma Gold si sentiva comunque strano dopo essersi cambiato. Da quando Milah se n'era andata, nessuno tranne Bae lo aveva visto col pigiama e non immaginava che fosse uno spettacolo accattivante. Ma Belle lo aveva visto con molto meno e non era corsa via strepitante, quindi forse stava pensando troppo alle cose.

    Tornò nella stanza di Bae per sorvegliare la routine serale di suo figlio. Se lo avesse lasciato solo, probabilmente i suoi denti sarebbero diventati gialli e cariati in men che non si dicesse, quindi Gold era diventato molto bravo nel lavoro investigativo necessario per capire se Bae si fosse effettivamente lavato i denti o avesse semplicemente bagnato lo spazzolino prima di riposarlo.

    "Apri la bocca" gli ordinò, chinandosi per annusare rapidamente il suo respiro nella speranza di annusare il dentifricio. Quando quello era diventato la sua vita?

    Stupore delle meraviglie, quella volta aveva davvero l'odore di mentolo, quindi o Bae era migliorato nel coprire le sue tracce o aveva deciso di celebrare la visita di Belle con un'igiene orale volontaria "Alle signore piace quando i nostri denti sono puliti".

    "Davvero?" basandosi sul suo sguardo, quella informazione fu come una rivelazione per Bae.
    Gold annuì sagacemente "Non c'è niente che odino di più di un respiro puzzolente".

    In realtà, era certo che ci fossero molte cose che alle donne non piacessero più dell'alitosi, ma in quel momento lo spazzolino da denti era la cosa più importante

    Bae quasi lo investì nella fretta di arrivare al lavandino e applicare il doppio del dentifricio sullo spazzolino, se necessario, ma Gold lo considerò una vittoria. Mentre guardava suo figlio lavarsi con entusiasmo, schiumando dalla bocca come un cane rabbioso, decise che c'erano molti vantaggi nell'avere Belle come ospite.

    Quando Bae ebbe completato la sua routine serale, Belle era già seduta sul bordo del letto, sfogliando il libro tra le mani. Indossava un pigiama di cotone floreale sormontato da una corta veste verde piuttosto sbiadita, ricamata con rose rosa. Con il viso lucido e i capelli raccolti in una treccia blanda, sembrava quasi avere solo qualche anno in più di Bae.

    Dato che occasionalmente Bae aveva problemi a dormire tutta la notte senza avere suo padre accanto, Gold aveva da tempo trasferito il bambino in un letto più grande e ora ne era grato perché significava che c'era spazio per tutti e tre, oltre ai trenta peluche preferiti di Bae.

    Belle si appoggiò alla testiera dall'altra parte di Bae e aprì il libro "Capitolo due: in cui Sophie è costretta a cercare fortuna".

    Nonostante Bae avesse affermato di non essere stanco, l'eccitazione della giornata ebbe la meglio quando Sophie si incontrò con la Strega dei Rifiuti. Il ragazzo si accoccolò al fianco di Belle e lei lo avvolse con un braccio senza perdere un colpo.

    "I miei denti sono puliti" Bae la informò quando si fermò per riprendere fiato.

    Belle gli arruffò i capelli "Molto bene. Ai denti piace essere puliti".

    "Papà dice che alle signore piacciono i denti puliti".

    Fuori dal contesto, quel commento probabilmente suonava bizzarro "Lascia che Belle legga".

    Belle considerò la dichiarazione di Bae "Papà ha ragione. Non riesco a pensare a nessuna ragazza che non preferirebbe i denti puliti a quelli sporchi".

    "Ed è per questo che devi sempre lavarti i denti" lui intervenne, tanto per assicurare Belle che non era un serial killer con un feticismo dei denti quanto per cementare quella morale nella testa di Bae.

    "Lo spazzolino è importante" Belle concordò "Non ti piace lavarti i denti?".

    "Mi lavo sempre i denti!" Bae le mostrò i denti puliti come prova.

    "Tutte le principesse si lavano i denti e usano il filo interdentale" Belle rafforzò ancora di più il concetto, ma se funzionava, a Gold stava più che bene.

    "Adoro usare il filo interdentale!".

    Quella palese menzogna fece ridere Gold. Presto, scommetteva che Bae avrebbe giurato e rigiurato di pulirsi la camera senza essere pressato e di mangiare sempre le sue verdure.

    Belle si immerse di nuovo nel libro, probabilmente nel tentativo di parlare di qualcosa di diverso dai denti e, quando raggiunse la fine del capitolo, Bae era già mezzo addormentato. Anche così, il bambino si mosse quando chiuse il libro.

    "Leggine un altro".

    "Ne leggerò un altro domani" gli promise "Che ne dici di una canzone invece?".

    Con sorpresa di Gold, invece di una ninna nanna o qualcosa dei film Disney, Belle scelse una canzone dei Beatles.

    "Blackbird singing in the dead of night…”.

    Bae si mise a sedere un po' di più mentre lei cantava, spalancando gli occhi "Non la conosco".

    Al suo sguardo interrogativo, Gold scrollò le spalle impotente "Non sono mai stato un fan della musica moderna. L'educazione di Bae in questo campo è purtroppo carente".

    Belle ridacchiò "Moderna? È più vecchia di entrambi!".

    "Più vecchia di te certamente" se la matematica non era un'opinione, lui doveva essere stato piccolo quando era uscito quell'album.

    Belle batté il naso di Bae con un dito "Domani ti parlerò dei Beatles".

    "Parlamene adesso" Bae la implorò.

    Quando Belle esitò, Gold andò in suo soccorso "Sono sicuro che Belle è stanca per il suo lungo viaggio e ti godrai di più la discussione domani se ti riposi bene. Adesso di' buona notte, Bae".

    "Buona notte, Bae" suo figlio ribatté.

    "Ho un futuro vaudevilliano qui" Gold sospirò "Di' buona notte a Belle e ti rimbocco le coperte".

    Bae abbracciò Belle abbastanza forte da minacciare di strangolarla, poi riluttantemente la lasciò andare "Buona notte, Belle. Ci vediamo domani mattina".

    "Non vedo l'ora" Belle gli diede un bacio sulla testa prima di scivolare giù dal letto e uscire dalla stanza.

    Quando la porta si chiuse alle sue spalle, Bae lo guardò "Papà, quanti anni devi avere per sposarti?".

    A differenza della maggior parte delle domande di Bae, Gold sapeva esattamente da dove proveniva quella "Beh, dipende. Come regola generale, devi avere almeno diciotto anni, ma la maggior parte delle persone non pensa di sposarsi prima dei vent'anni".

    Chiaramente, quella non era la risposta che Bae sperava "Oh".

    "Perché lo chiedi?" come se non lo sapesse già.

    "Se sposassi Belle, dovrebbe restare qui. Ma non posso ancora".

    Il suo cuore doleva per suo figlio. Dopo solo un giorno, Belle era già diventata indispensabile per lui e non sapeva come sarebbe stato in grado di separarsi da lei alla fine della visita "No, temo che non puoi".

    Bae si lasciò cadere sul letto con uno sbuffo "Dovrò pensarci di più".

    Non importava quante volte succedesse, non smetteva mai di stupire Gold quando sentiva le sue stesse parole uscire dalla bocca di suo figlio. Non importava quanto sembrasse il contrario, Bae lo ascoltava sempre.

    "Pensaci".

    Belle aveva già raccontato a Bae una favola della buonanotte, ma Gold non poté resistere alla lettura di una sua storia personale per suo figlio.

    Quella era una parte della loro routine della buonanotte che lui amava e sapeva che sarebbe stato devastato quando Bae avrebbe superato il rituale.

    Se mai Bae fosse arrivato a superare quel rituale.

    Si rifiutò di soffermarsi su pensieri così oscuri proprio in quel momento. Invece, lesse la storia e baciò suo figlio, sistemando le coperte e gli animali di peluche proprio prima di accendere la luce notturna "Buona notte, Bae. Ti voglio bene".

    La voce assonnata di suo figlio gli rispose "Ti voglio bene, papà".

    Sebbene Gold sapesse che aveva bisogno di insegnare il senso di indipendenza a Bae, non era mai facile lasciarlo solo nella sua stanza. Il bambino aveva un campanello vicino qualora si fosse sentito male durante la notte e non poteva chiamarlo, ma le preoccupazioni per la salute di suo figlio erano solo una parte del problema. Se aveva solo un tempo limitato con il suo bambino, Gold odiava perdere anche un solo minuto.

    Trascorrere la notte su una sedia a guardare il bambino che dormiva non era positivo per nessuno dei due, quindi Gold uscì nel corridoio e chiuse a metà la porta di Bae. Si era aspettato di trovare la porta della camera di Belle - la camera degli ospiti - chiusa, ma invece era spalancata, la stanza buia.

    Per mezzo secondo, pensò che avesse colto la prima occasione buona per fuggire da lì, poi sentì dei rumori provenire dalla cucina. Aveva pensato che si sarebbe chiusa nella sua stanza una volta che le sue responsabilità nei confronti di Bae fossero finite per quel giorno, ma Belle sembrava essersi ben inserita in quella casa.

    Poteva anche star cercando un po' di tempo per sé, ma Gold non poteva scrollarsi di dosso la preoccupazione che potesse desiderare uno spuntino o una tazza di tè e stava avendo difficoltà a trovare ciò di cui avesse bisogno. Sarebbe stato molto più scortese lasciarla a se stessa piuttosto che infliggerle la sua compagnia indesiderata. Se avesse notato il minimo indizio che la stava disturbando, l'avrebbe lasciata in pace.

    Lungi dall'essere infastidita, il viso di Belle si illuminò quando entrò in cucina "Ehi!".

    "Ehi" le rispose, sentendosi imbarazzato. L'aveva interrotta mentre stava aprendo e chiudendo le ante, ispezionandone il contenuto, ma non rilevando alcun accenno di urgenza nella sua ricerca. Qualunque cosa stesse cercando, non doveva essere tanto importante.

    Belle arrossì "Scusami. Immagino che avrei dovuto chiedertelo prima di iniziare a curiosare. Pensavo solo che se io e Bae dovremo fare i biscotti, sarebbe meglio capire come funziona la tua cucina".

    Gold alzò una mano "Niente affatto. Fa come se fossi a casa tua".

    "Già mi ci sento" lei ammise, facendo un cenno alla tazza da tè blu e bianca sul bancone "Giuro che di solito ho buone maniere, ma tu e Bae mi avete fatto sentire così a mio agio che mi sono sistemata senza nemmeno dover chiedere niente".

    "Sono contento che tu l'abbia fatto" quella mattina, Gold aveva riposto la sua nuova tazza nell'armadio e ora la riprese, posizionandola accanto alla tazza da tè di Belle.

    Belle sorrise alla vista "Sono contenta che tu l'abbia presa con lo spirito giusto".

    Dimostrando di aver imparato a muoversi lì, aprì l'armadietto che ospitava i bicchieri e ne scelse uno da riempire con acqua. Gold si accigliò a quella azione. Se Belle sarebbe rimasta con loro, aveva bisogno di sentirsi libera di mangiare o bere qualsiasi cosa le piacesse e non poteva immaginare che qualcuno potesse bere acqua se poteva avere altre opzioni "Serviti con tutto ciò che desideri. Ci sono bibite e succhi di frutta... limonata... vino... almeno penso che ci sia del vino".

    Lei scosse la testa "Volare mi fa venire sete. Vuoi qualcosa? Immagino sia una domanda stupida dato che questa è casa tua, ma sono più vicina al frigorifero".

    "Niente per me, grazie" c'era qualcosa di dolce nella sua offerta: era bello avere qualcuno che fosse interessata ai suoi bisogni, anche se era semplicemente offrirgli qualcosa da bere.

    Belle si sedette sull'isola, i piedi nudi "Che cosa fai solitamente di sera? Ti sto trattenendo dal fare qualcosa?".

    Senza rendersi conto di essersi spostato, Gold si ritrovò ad unirsi a lei "Di solito lavoro di sera. Quando Bae è sveglio cerco di dedicare il mio tempo a lui, quindi devo approfittare delle sue ore di sonno."

    "Oh! Mi dispiace. Non intendevo farti sentire come se dovessi intrattenermi".

    Stranamente, il desiderio di essere ospitali aveva poco a che fare con il motivo per cui aveva scelto di unirsi a lei. Aveva scelto di sedersi con Belle perché sembrava accettare di buon grado la sua compagnia ed era una piacevole novità avere un altro adulto con cui parlare "Niente che non possa aspettare fino a dopo. Ho cercato di cancellare tutti i miei programmi per questa settimana".

    "Che cosa fai come lavoro?" lei chiese incuriosita.

    "Sviluppo del territorio per lo più" era una risposta vaga, ma non era del tutto sicuro di come dirle che possedeva la stragrande maggioranza di Storybrooke.

    "C'è qualcosa con cui posso aiutarti?".

    La sua domanda lo colse alla sprovvista e Belle sembrò fraintendere il suo sguardo di sorpresa.

    "Lo so, lo so. Lavoro in un parco a tema, quindi probabilmente sarei fuori dal mio campo, ma so scrivere al computer, archiviare e fare cose del genere".

    "È molto gentile da parte tua" non era sicuro di cos'altro dire "Non ti ho fatta venire qui con l'intenzione di metterti al lavoro".

    Belle ridacchiò "Non pensavo che fosse per questo! Ma mi piace tenermi occupata, quindi se c'è qualcosa che posso fare, sarei felice di aiutarti. Ho la sensazione che tu non abbia davvero un sacco di aiuto da parte di altre persone".

    Essere un genitore single era sia la cosa più difficile che avesse mai fatto, sia la più gratificante, ma aveva ragione. Anche prima che Bae si ammalasse, le cose non erano state facili e ora che suo figlio stava lottando per la sua vita, Gold si sentiva come se stesse affogando. Non si era reso conto di quanto fosse pesante quella sensazione fino a quando non ci pensò.

    "Ehi, ehi, mi dispiace" Belle gli coprì la mano con la sua "Non intendevo offenderti".

    "Non l'hai fatto. Hai ragione" era difficile parlare attorno al nodo alla gola.

    “È stato comunque scortese dirlo. Non volevo. Volevo solo dire che non sembra che tu abbia molto supporto e questo deve essere difficile, quindi mi piacerebbe aiutarti" Belle fece una smorfia e si morse il labbro "Penso di starmi solo scavando un buco più grande. Possiamo ricominciare da capo?".

    Gold ridacchiò, il suono rauco e basso, e girò la mano in modo da afferrare leggermente la sua "Non sono offeso. Sono commosso dalla tua preoccupazione".

    "Ho letto la condizione di Bae. Posso solo immaginare quanto sia stato difficile per te. Quanti anni aveva quando gli è stata diagnosticata la malattia?".

    Con sua sorpresa, Belle lasciò la sua mano nella sua stretta "Cinque" Gold disse sottovoce.

    Belle strinse le labbra, come se stesse cercando di non piangere "Povero tesoro... Ha un grande spirito. Non lo abbatte. Penso che molto sia dovuto a te. Ti assicuri che abbia la possibilità di essere solo un bambino".

    "Non credo che capisca appieno ciò che è in gioco. Sa che è molto malato e ha bisogno di nuovi polmoni, ma non credo che si renda conto che lui... lui..." quando la sua voce si spezzò, Belle gli strinse la mano.

    "Non ha bisogno di sapere. Nessun bambino ha bisogno di convivere con una cosa simile. Se fossi al suo posto, non vorrei saperlo".

    Gold si concentrò sul respiro, cercando di non piangere. Le sue parole furono di conforto. Più di una volta si era chiesto se fosse ingiusto con Bae non assicurandosi che sapesse quanto poteva essere limitato il suo tempo, ma non era stato in grado di sopportare l'idea di dirgli una verità così orribile.

    Invece, aveva portato sulle spalle il peso del futuro incerto per entrambi.

    "Perché spaventarlo con qualcosa che potrebbe non accadere mai?" Belle stava ovviamente cercando di essere ottimista e Gold apprezzò i suoi sforzi anche quando il suo stesso cinismo sollevò la sua brutta testa.

    "Gli organi a misura di bambino scarseggiano" teoricamente Gold sapeva che era qualcosa di cui essere grati. Ma anche se desiderava ardentemente la chiamata che gli avrebbe detto che i nuovi polmoni stavano aspettando Bae, preferiva non pensare da dove sarebbero venuti.

    "Col tempo, potrebbe essere idoneo per i polmoni da adulto. Possono essere modellati. Ma è così piccolo. Il suo piccolo petto non è ancora abbastanza grande" sentire il dottor Whale dirgli delicatamente che Bae non era ancora cresciuto abbastanza da rendere idoneo un donatore adulto era stato qualcosa che lo aveva quasi distrutto.

    Belle gli accarezzò il dorso della mano con il pollice, il gesto calmante. Gold, che non aveva voluto scaricare nulla di tutto ciò su di lei, si ritrovò incapace di smettere di parlare, le parole che gli uscivano come veleno da una ferita "Anche se ottenesse i polmoni, non c'è alcuna garanzia. Questa dannata malattia potrebbe tornare e rovinare quelli nuovi. Ho trascorso un anno in tribunale solo per farlo entrare nella lista a causa di ciò. Lo avrebbero lasciato morire".

    "Non riesco nemmeno a immaginarlo" Belle gli prese la mano "Bae è così fortunato ad averti. Hai combattuto per lui. Non ti sei mai arreso e ora ha una possibilità".

    Aveva combattuto, ma a che scopo? Anche se Bae era nella lista dei trapianti, poteva anche essere per nulla. Poteva offrire una speranza che era destinata a nulla.

    "Hai detto che la malattia potrebbe tornare se avesse nuovi polmoni. Ciò significa che c'è una possibilità che potrebbe non succedere?".

    “Sì” quella era l'unica ragione per cui aveva vinto il suo caso giudiziario "Ci sono stati casi in cui il trapianto ha curato la malattia".

    Belle sospirò tremante "Allora c'è ancora speranza. Dobbiamo tenercela stretta".

    Era l'incertezza la cosa più difficile da sopportare. L'agonia di non sapere era un dolore costante nel suo petto. Gold era un uomo a cui piacevano le risposte e tutto ciò che aveva erano solo dubbi e domande. Bae sarebbe sopravvissuto fino a quando non gli fossero stati trovati i polmoni? Quei nuovi polmoni lo avrebbero curato o avrebbero solo ritardato la sua morte di un'altra manciata di anni? Avrebbe visto suo figlio diventare un uomo o avrebbe guardato inerme mentre la morte lo reclamava?

    "È tutto ciò che ho" la sua voce fu tremante, rotta.

    Belle avvicinò lo sgabello e lo tirò tra le sue braccia. Gold crollò contro di lei, la testa appoggiata sulla sua spalla. Chiuse gli occhi mentre lei gli accarezzava i capelli, sentendo le lacrime contro le palpebre chiuse. Inspirando profondamente attraverso il naso, costrinse i suoi sentimenti a calmarsi.

    "Sai, non penserò meno di te se volessi piangere" Belle disse dolcemente.

    "Se cominciassi, non potrei mai smettere" lui ammise. Non poteva avere il lusso di cadere a pezzi quando Bae contava sul fatto che suo padre fosse forte anche per lui.

    "Va bene" le sue dita non si fermarono mai nei loro movimenti rilassanti tra i suoi capelli fino a quando non riprese il controllo di se stesso e si mise seduto.

    Si schiarì la gola, trovando difficile incontrare i suoi occhi "Scusami. Non intendevo caricarti di tutto questo".

    "I tuoi sentimenti non sono un peso" Belle lo rassicurò "Non è salutare tenersi dentro tutto".

    Probabilmente aveva ragione, ma Gold non riusciva a lasciarsi andare. Non era la paura di essere ritenuto debole se lo avesse fatto. Al contrario, aveva la sensazione che Belle sarebbe stata teneramente premurosa nei suoi confronti se avesse ceduto. Semplicemente... non poteva.

    "Apprezzo la tua preoccupazione".

    Le parole furono soffocanti e pretenziose, ma Belle non sembrò offendersi. Invece, gli diede una pacca sulla mano "Sono qui se vuoi parlare, piangere o dare un pugno alle cose".

    L'ultimo suggerimento lo sorprese "Ti metti a dare pugni alle cose?".

    Lei gli sorrise "È incredibilmente terapeutico. Ho frequentato un semestre di kickboxing e non mi sono mai sentita più rilassata. Lo consiglio vivamente".

    Non riusciva a immaginare Belle che potesse uccidere una mosca e tanto meno colpire qualcuno. Non poteva negare che ci fossero state volte in cui era stato tentato di versare la sua ira su tutto ciò che possedeva, scagliandosi contro l'universo che minacciava di togliergli suo figlio, ma temeva ad indulgere sul lato più basso della sua natura. Suo padre era stato un uomo violento e Gold non avrebbe seguito le sue orme.

    In ritardo, si rese conto di non aver risposto all'ultimo argomento di Belle e ora che il silenzio tra loro stava diventando imbarazzante, non era sicuro di come romperlo. Ancora una volta, lei venne in suo soccorso.

    "Posso vedere i tuoi giocattoli?".

    Gold batté le palpebre al cambio di argomento "Come?".

    "Bae ha candidamente affermato che anche tu hai dei giocattoli: marionette e banche che fanno cose, penso che abbia detto. Me le faresti vedere?".

    Aveva intuito che si sentiva a disagio nelle acque profonde in cui erano finiti e che dovevano navigare verso un terreno più sicuro. Si era preoccupato così tanto della sua visita, ma ora Gold sapeva che era stato uno sciocco. Era facile stare con Belle "Ne sarei molto felice".




    O Belle aveva un vero interesse per gli oggetti d'antiquariato o era un'attrice nata perché sembrava affascinata da ogni pezzo che le mostrava.

    Nessuna delle banche meccaniche era particolarmente preziosa, ma lo divertivano. Ancora più importante, divertivano Bae, motivo per cui avevano un posto d'onore in salotto.

    "Andavo a cercare pezzi di antiquariato ogni settimana. Ho iniziato a collezionarli per dare a Bae qualcosa da cercare" suo figlio si annoiava della vetreria vintage e dei prodotti per la casa, ma le banche erano qualcosa con cui poteva divertirsi anche lui.

    Belle sorrise mentre passava il dito sul tronco di un elefante con tromba che era pronto ad accettare una moneta "Sembra divertente".

    "Era un'avventura. Non sapevamo mai cosa avremmo trovato" Bae aveva accumulato una buona collezione di giocattoli degli anni '70 e '80, un piccolo prezzo da pagare per un hobby che Gold poteva condividere con suo figlio.

    "Non lo fate più?".

    “Non da quando è stata diagnosticata a Bae la malattia. E'... passato un po' in secondo piano" non c'era motivo per cui Bae non potesse portare la sua bombola dell'ossigeno nei negozi o in un mercatino delle pulci, ma in qualche modo sembravano esserci sempre altre cose più importanti. Sebbene a Bae non dispiacesse l'antiquariato, era troppo piccolo per goderselo come faceva Gold. Chiedere a suo figlio di perdere quello che poteva essere il tempo limitato che gli restava per indugiare sugli hobby di suo padre sembrava egoistico.

    Belle annuì "Capisco" rivolgendo la sua attenzione alla banca successiva sullo scaffale, chiese "Che cosa fa questa?".

    Gold pescò una monetina dalla tasca "Te lo mostro".

    La banca rappresentava una coppia di rane. La più piccola della coppia giaceva sul dorso di fronte a quella più grande e Gold poggiò la moneta sul suo ventre. Quando premette la levetta, la grande bocca della rana si aprì mentre quella più piccola fece scattare la gamba, dando un calcio alla moneta nella bocca della grande rana.

    "È fantastico" allungando la mano, Belle azionò con attenzione la leva, facendo sferrare un calcio alla piccola rana. Ridacchiò, guardandole con occhi luminosi e, per un secondo, Gold si ritrovò con la lingua legata.

    "Non è giusto".

    Dalla porta del soggiorno giunse il suono della voce offesa di Bae. Quando Gold si voltò a guardare suo figlio, in pigiama, lo trovò a fissarli con il broncio "Dovreste essere a dormire" i capelli di Bae erano arruffati, i suoi occhi pesanti di sonno, a un certo punto doveva essersi addormentato. Solo che non era durata molto.

    "Perchè tu e Belle potete stare svegli a giocare quando io devo stare a letto?".

    Gold scambiò uno sguardo con Belle. Come regola generale, dopo che Bae andava a letto, lui o lavorava o faceva ricerche sulle condizioni di suo figlio, nessuna delle quali suscitava alcun interesse in Bae. Trascorrere del tempo con Belle, tuttavia, era qualcosa di cui Bae si sarebbe sicuramente risentito per essere costretto a rinunciarci per qualcosa di banale come il sonno.

    "Stavamo parlando di cose da adulti" Gold tentò di disinnescare la situazione.

    Bae incrociò le braccia al petto "No, non è vero. Stavate giocando con le banche".

    "Fregati" Belle mormorò.

    Quando Bae entrò di più nella stanza, lei lo incontrò a metà strada, inginocchiandosi di fronte a lui "Mi sono ricordata che mi avevi parlato delle banche di papà, quindi gli ho chiesto di mostrarmele".

    Il broncio di Bae crebbe in proporzioni epiche "Io volevo mostrartele".

    "Domani potrai mostrarle tutte a Belle" Gold gli promise.

    Suo figlio sembrò ancora più adirato, un chiaro segno che fosse stanco "Voglio mostrargliele ora".

    Belle si portò una mano alla bocca per nascondere uno sbadiglio "Scusami, Bae. Ti dispiace se aspettiamo fino a domani? Sono davvero stanca".

    In silenzio, Gold applaudì la sua intelligenza mentre Bae spostava il suo peso da un piede all'altro "Ok…".

    Belle sbadigliò di nuovo, questa volta ebbe bisogno di entrambe le mani. Un momento dopo, anche Bae sbadigliò, dimostrando la contagiosità di quel gesto. Gold fu tentato di seguire lo stesso esempio.

    "Penso che siamo tutti stanchi. È stata una giornata impegnativa".

    Quando tentò di far uscire Bae dal soggiorno, Belle afferrò la mano del bambino per riportarlo di sopra. Gold li seguì, sorridendo all'immagine che facevano camminando mano nella mano con i loro pigiami. Belle era lì da meno di dodici ore e già sembrava perfettamente a casa.

    "Ho bisogno di un'altra storia" Bae annunciò una volta raggiunta la sua stanza.

    Gold conosceva quel gioco fin troppo bene. Dopo che aveva raccontato una storia a Bae, doveva bere un bicchiere d'acqua. Quindi aveva bisogno di usare il bagno. Dopodiché, era di nuovo completamente sveglio e aveva bisogno di un'altra storia, che gli metteva di nuovo sete e in poco tempo erano le due del mattino "Hai avuto già due storie e due storie sono una in più di quelle che hai di solito".

    "Per favore..." Bae implorò.

    Il nervosismo provocò un nodo nella gola di Gold. Se si fosse arreso, avrebbe creato un brutto precedente, ma come avrebbe potuto dirgli di no? Un giorno, Bae avrebbe potuto non essere lì per chiedere un'altra storia e come sarebbe stato in grado di vivere con il ricordo di quella notte se si fosse rifiutato?

    "Ho un'idea migliore" Belle annunciò. Condusse Bae nel suo letto e attese che Gold li raggiungesse prima di spegnere la luce. Sopra di loro, il soffitto brillava di stelle.

    "Mostrami la tua costellazione preferita" Belle chiese.

    Bae indicò col dito "Quella".

    "Quale? Come si chiama?" Belle punteggiò la domanda con un altro sbadiglio.

    Bae sbadigliò mentre considerava la sua risposta "Orione. È quella con le tre stelle".

    "Perché quella è la tua preferita?" la voce di Belle divenne più morbida ora, mentre iniziava ad accarezzare ipnoticamente i capelli del bambino.

    "Perché è facile da vedere" questa volta, lo sbadiglio di Bae non fu provocato.

    Belle continuò a fare domande, la sua voce si abbassava ogni volta fino a quando non iniziò a mormorare a malapena e le pause prima che Bae rispondesse si allungavano ogni volta di più finché non si addormentò. Solo allora calò il silenzio.

    Silenziosamente, Gold e Belle scivolarono fuori dalla stanza di Bae.

    "È un trucco geniale" Gold sussurrò, spaventato di parlare più forte per paura di svegliare suo figlio.

    "Non ero sicura che avrebbe funzionato" Belle ammise con un sorriso stanco. Sbadigliò improvvisamente, mettendosi una mano mortificata sulla bocca "Scusa! Penso di essere più stanca di quanto pensassi".

    Gold ridacchiò "Hai avuto una lunga giornata. Riposati. Se hai bisogno di qualcosa, sono nella stanza accanto".

    Belle si sporse per baciargli la guancia "Buona notte, Elias".

    Potè ancora sentire il calore delle sue labbra dopo che lei si allontanò "Buona notte, Belle. Dormi bene".

    Aspettò che lei chiudesse la porta della sua camera da letto prima di muoversi. Gold aprì la porta della stanza di Bae abbastanza da vedere la sagoma di suo figlio e sentirlo respirare. Per un momento, rimase lì, beandosi della prova tangibile che Bae fosse ancora con lui. Dietro di lui, poteva sentire i rumori tranquilli di Belle che si preparava per andare a letto, piccoli rumori domestici che erano in qualche modo confortanti.

    Solo quando vide uscire la luce sotto la sua porta, Gold si ritirò nella sua camera da letto, contento che per quella notte tutto andasse bene.


    Continua...
     
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    Capitolo 10



    Gold si appoggiò allo schienale della sedia e inspirò profondamente l'aria della notte, ascoltando il rumore dei grilli e il fruscio delle foglie nella brezza calda. Prendersi un po' di tempo per rilassarsi alla fine di ogni giornata non aveva mai fatto parte della sua routine, ma ora che Belle aveva istituito quella regola, doveva ammettere che si sentiva meglio.

    "Ecco qui".

    Sorrise in gratitudine quando accettò la tazza rosa e gialla dalle mani di Belle e inspirò, godendosi il profumo dei petali di rosa e della citronella, una miscela che Belle sosteneva di aver inventato e che la aiutava a dormire. Per quanto Gold ne sapesse, non aveva avuto alcun impatto sulle sue abitudini del sonno, ma gli piaceva il sapore.

    Con un sospiro, Belle affondò nella sedia accanto a lui, con la sua tazza da tè blu e bianca in mano "È una bella serata".

    Il balcone dalla sua camera da letto aveva una piacevole vista sul cortile e sui boschi poco oltre, ma nulla di tutto ciò era visibile al momento. Inclinò la testa all'indietro per guardare le stelle "Già".

    La prima sera di Belle a Storybrooke avevano preso l'abitudine di sedersi insieme alla fine della giornata e, man mano che la settimana era andata avanti, avevano perfezionato il loro rituale. Belle leggeva una storia a Bae e dava la buonanotte prima di lasciare padre e figlio per terminare la routine della serata mentre lei scendeva le scale per preparare il tè. Una volta che Gold era soddisfatto del fatto che Bae stesse riposando comodamente, attraversava il corridoio fino alla sua camera da letto e l'aspettava sul balcone, dove potevano godersi l'aria della sera senza stare con le orecchie tese nel caso in cui Bae avesse

    bisogno di loro.

    "Che cosa hai pensato del suo respiro, oggi?".

    Per quanto lo riguardava, la cosa migliore di avere Belle lì, oltre a vedere quanto rendesse felice Bae, era che aveva una cassa di risonanza. Belle prestava la stessa sua attenzione alla salute di Bae e avere un altro paio di occhi su suo figlio era un sollievo. Non doveva più ossessionarsi sul fatto che il problema che aveva sentito nel respiro di Bae fosse un segno di un destino imminente, perché anche Belle stava ascoltando. Poteva dirgli se era qualcosa di insignificante o concordare sul fatto che un determinato sintomo avesse bisogno di essere osservato.

    "Pensavo che suonasse un po' rauco stamattina, ma non me ne sono accorta dopo pranzo" Belle sorseggiò il tè, i suoi occhi concentrati sulle stelle.

    Le sue percezioni combaciavano perfettamente con le proprie "Ho pensato la stessa cosa".

    "Le grandi menti pensano allo stesso modo" lei annunciò con un sorriso, tendendo la tazza da tè verso di lui.

    Ridacchiando, Gold fece tintinnare la parte superiore della propria tazza sul bordo della sua "Infatti".

    Gli sarebbe mancato quello, quando lei se ne sarebbe andata. La fronte di Gold si corrugò quando quel pensiero gli attraversò la mente. Mancavano solo due giorni alla fine della visita di Belle e non aveva il diritto di lamentarsi quando Bae avrebbe sentito la sua assenza molto più acutamente, ma gli sarebbe mancata lo stesso. Era stato bello avere un altro adulto con cui parlare la sera. Per la prima volta da quando era diventato un genitore, Gold aveva avuto una partner.

    Sarebbe stato difficile lasciarla andare.

    "Posso prendere in prestito la tua auto, domani?".

    La sua domanda nacque dal nulla "Certo. Dove volevi andare?".

    Belle girò la testa contro lo schienale della sedia, il viso rilassato nella penombra "Al negozio di ferramenta".

    Quella risposta lo fece riflettere. Per quanto ci provasse, Gold non riuscì a pensare a nessuna ragione per cui Belle avrebbe dovuto visitare quel particolare negozio "Perché?".

    I suoi occhi erano nell'ombra, non facendogli vedere se l'avesse offesa o no. Belle era sua ospite, ma non aveva il diritto di mettere in discussione o di controllare i suoi movimenti. In fretta, cercò di tornare sui suoi passi "Sei la benvenuta a portare la macchina dove vuoi. Ero solo curioso" fece le sue scuse non proprio con facilità.

    "È una sorpresa per Bae. Ho chiesto a Marco di mettere da parte alcune scatole di cartone di grandi dimensioni per me e voglio prendere un litro di vernice gialla".

    Quella risposta lo lasciò ancora di più nell'oscurità "Ok".

    Belle ridacchiò e canticchiò alcune strofe di una canzone che riconobbe immediatamente: "Yellow Submarine" dei Beatles. Aveva fatto al bambino un corso accelerato di musica degli anni '60 e Bae si era innamorato perdutamente di quella melodia, ascoltandola venti volte al giorno. Gold non era del tutto pronto a strapparsi i capelli, ma c'era vicino.

    Capendo che Belle voleva che risolvesse il mistero da solo, tentò di mettere insieme gli indizi. Cosa avevano in comune scatole di cartone, vernice gialla e una canzone dei Beatles?

    "Gli costruirai un sottomarino?" azzardò dopo un tempo imbarazzante. A sua difesa, era passato un bel po' da quando era un bambino di cinque anni che costruiva un fortino con le scatole di cartone. Se ricordava bene, suo padre l'aveva fatto a pezzi e lo aveva gettato nella spazzatura due giorni dopo ma, per due giorni, il piccolo Elias aveva avuto un piccolo nido sicuro.

    “Ding-ding-ding!” non ci fu un accenno di beffa nel sorriso di Belle, ma l'espressione svanì rapidamente "A te sta bene? So che si combinerà un manicomio".

    Sarebbe stato un bel manicomio e Bae ne avrebbe adorato ogni minuto "Non riesco a pensare a niente che mi piacerebbe fare domani se non costruire un sottomarino giallo".

    "We all live in a yellow submarine..." Belle canticchiò.

    Gold rabbrividì teatralmente "Ho questa canzone in testa ogni momento e credo che ci rimarrà per il resto della mia vita".

    "Speriamo solo che, se deciderà di cantare una canzone in pubblico, sia quella" Belle ribatté.

    "Ottima considerazione" tra tutte le canzoni che Belle aveva messo, Bae aveva avuto una particolare simpatia per "Yellow Submarine" e "The Fire Down Below" di Bob Seger. Considerando le sue condizioni, Bae non sapeva cantare molto bene, ma spesso azzeccava molto bene frammenti dei testi.

    Gold avrebbe scommesso tutto ciò che possedeva sul fatto che Bae non avesse idea di cosa volesse dire la canzone di Bob Seger, anche se conosceva a memoria ogni parola, ma sarebbe stato sicuramente meglio se si fosse fermato a "Yellow Submarine" in compagnia di altri. A suo pro, Belle era sembrata mortificata appena si era resa conto di ciò che inavvertitamente aveva insegnato a Bae.

    "Mi dispiace davvero per quello" si scusò di nuovo, il suo treno di pensieri correva su una pista parallela al quella di Gold.

    Fu il suo turno di minimizzare le sue scuse "Non pensarci. Non è come se sapesse cosa sta cantando. Un giorno lo capirà e ci faremo una bella risata" bevve in fretta il suo tè per coprire la sua costernazione quando si rese conto di ciò che aveva detto.
    Esisteva una forte possibilità che Bae non avrebbe vissuto abbastanza a lungo da rendersi conto che una delle sue canzoni preferite parlava di prostituzione e non era da lui essere così ottimista da dimenticarsene, anche solo per un momento.

    Belle allungò la mano sul bracciolo della sedia per stringergli l'avambraccio "Stai pensando positivo. Va bene".

    "Davvero?" chiese senza convinzione "Ho paura di nutrire troppe speranze. È come se stessi sfidando il destino a fare del suo peggio".

    Se avesse permesso a se stesso di immaginare un futuro in cui Bae fosse stato forte e in salute, sarebbe stato solo più grave se si fosse verificato il contrario.

    All'universo piaceva prendere a calci Elias Gold tra i denti e non poteva rischiare di dimenticarlo.

    "Hai ancora il gatto" Belle gli ricordò.

    Il piccolo gatto di plastica rosso che aveva comprato da Epcot aveva promesso di portare buona salute a suo figlio. Non era altro che un ninnolo a buon mercato, ma la sua vista sul comò gli sollevava sempre il morale. E quella famiglia aveva bisogno di tutta la fortuna possibile.

    Finirono il loro tè in un silenzio confortevole prima che Belle gli desse la buonanotte, chinandosi per baciargli la guancia prima di ritirarsi nella sua stanza. Gold portò le tazze in cucina e le lavò in modo che fossero pronte per l'indomani. Era la sua metà del loro rituale serale e quel piccolo compito gli piaceva. Era bello avere un rituale condiviso con Belle.

    Avevano molti rituali condivisi, si rese conto il giorno dopo, mentre si muovevano insieme per preparare la colazione. Belle misurò gli ingredienti e li girò per creare la pastella. La fece cadere sulla piastra e spruzzò delle gocce di cioccolato per creare delle faccine. Lavorando insieme, tutto era due volte più veloce e sembrava dieci volte più facile. Erano una squadra.

    "Cosa facciamo oggi?" Bae chiese mentre versava una quantità oscena di sciroppo sui suoi pancake.

    Gli occhi di Belle gli sorrisero da oltre il bordo della sua tazza da tè "È una sorpresa".

    Quando Bae scoprì che la sorpresa comportava che Belle andasse a fare un giro senza di lui, ne fu fortemente deluso "Ma perché non possiamo venire io e papà?".

    "Perché hai un lavoro importante da svolgere mentre io non ci sarò. Ho bisogno che tu metta molti giornali sul pavimento della tua stanza dei giochi e ti metta vestiti che possano sporcarsi senza problemi".

    Quando Bae le lanciò uno sguardo dubbioso, Gold annuì "Ho un'intera pila di giornali che potrai usare".

    "Strano" Bae mormorò, ma il mistero lo incuriosì abbastanza da permettere a Belle di andarsene senza tante storie.

    La guardarono mentre usciva la Cadillac dal vialetto e li salutava allegramente prima di mettersi in strada per fare il breve viaggio in città. Nel momento in cui fu fuori dalla loro vista, Bae lo tirò per la mano "Voglio che Belle rimanga".

    "Tornerà subito" Gold lo rassicurò "Dai. Abbiamo un lavoro da svolgere".

    Bae lo seguì di sopra, trascinando i piedi "Voglio dire, voglio che rimanga" ripetè.

    Quando Gold lo guardò senza espressione, Bae gettò indietro la testa e sospirò rumorosamente "Non voglio che se ne vada a Boston. Voglio che resti qui con noi per sempre".

    "Deve tornare a scuola, Bae" Gold gli ricordò con il cuore dolorante. Se a lui sarebbe mancata, suo figlio avrebbe sentito la sua mancanza ancora più acutamente.

    Il labbro inferiore di Bae tremò, gli occhi gli si riempirono di lacrime "Ma io voglio che rimanga".

    Nel corso degli anni, Gold aveva visto molti tipi diversi di lacrime da suo figlio. C'erano state lacrime di frustrazione, rabbia e tristezza, lacrime di risate e lacrime di dolore. Di tanto in tanto, Bae faceva buon uso delle lacrime quando cercava di far sentire in colpa suo padre nel tentativo di manipolarlo. Non era mai stato sicuro se ne fosse orgoglioso o inorridito.

    Gold pensava di aver visto ogni tipo di lacrime da Bae, ma non aveva mai visto la pura miseria sul viso di suo figlio come in quel momento. Con gli occhi umidi, avvolse il bambino tra le braccia "Andrà tutto bene".

    Ciò fece solo piangere Bae più forte e Gold gli accarezzò la schiena in modo rassicurante, temendo che quel momento avrebbe scatenato un attacco. Aveva passato una buona settimana, con solo due colpi di tosse a rovinare il suo tempo con Belle, e odiava l'idea che Bae potesse sentirsi male quando Belle aveva programmato un'attività così divertente per la sua giornata.

    "Fai dei respiri profondi" lo esortò, sospirando sollevato quando Bae smise di piangere senza che succedesse nulla di peggio.

    Gli occhi del bambino erano gonfi, l'espressione afflitta quando uscì dalle braccia di suo padre "Non è giusto".

    "Cosa ti piace di più di Belle?" Belle non era una cosa che avrebbe potuto procurare per suo figlio, ma se avesse capito cosa lo attirava così tanto, forse avrebbe potuto organizzare una sorta di sostituzione o compromesso.

    "Mi piace tutto" la risposta di Bae non fu particolarmente utile.

    "Puoi essere più specifico?".

    Bae ci pensò su per un momento “È bello parlarle e rende tutto divertente. È come Mary Poppins. Anche le cose che non sono divertenti sono divertenti quando è qui. Come il filo interdentale".

    Gold annuì. In qualche modo, Belle era riuscita a trasformare il filo interdentale in un gioco e l'igiene orale di suo figlio non era mai stata migliore.

    Sfortunatamente, non aveva idea di come replicare le qualità che Bae ammirava così tanto. Una tata magica non era qualcosa che potesse essere ordinata online.

    “Vorrei poterla sposare. Così dovrà rimanere".

    Diede una pacca consolante alla spalla di suo figlio “So che vorresti. Dai. Diamoti una ripulita prima che Belle torni".




    Una bella tovaglia distesa fu la soluzione alla maggior parte dei problemi e, mentre lui e Bae sistemavano i giornali, la mente di Gold iniziò a correre. Bae adorava Belle e avere la sua totale attenzione per una settimana era stato come una boccata d'aria per il bambino. Sarebbe stato uno sciocco a pensare che Bae avrebbe preso tanto facilmente la loro separazione. Dal momento in cui suo figlio era nato, Gold aveva fatto tutto ciò che era in suo potere per proteggerlo da ciò che gli poteva fare del male, ma perdere Belle gli avrebbe sicuramente causato dolore e non c'era nulla che potesse fare a riguardo.

    O forse sì?

    Inavvertitamente, Bae gli aveva dato un'idea. Forse c'era un modo per tenere Belle lì. Bae non poteva certo sposarla, ma quella non era l'unica opzione. La sua idea era inverosimile, ma se avesse chiarito che non si aspettava da lei nulla di più di quello che aveva già fatto quella settimana, avrebbe potuto dire di sì.

    Belle adorava Bae, questo era ovvio. Lo amava abbastanza da mettere in standby la propria vita e restare lì? Era qualcosa con cui poteva vivere? Averla in casa era stato piacevole, ma in quel momento era ospite. Farla vivere con loro permanentemente sarebbe stato un enorme cambiamento.

    Finora, si era adattata alla loro vita come se fosse stata creata appositamente per loro, ma Gold era consapevole che, seppur a proprio agio insieme, erano tutti su di giri per la novità. Cosa sarebbe successo quando sarebbe stato musone per un mal di testa, o Bae avesse fatto i capricci, o Belle fosse stata irritata con entrambi? Quella bolla perfetta in cui vivevano non era sostenibile. Alla fine, tutte le crepe sarebbero venute alla luce.

    E anche se potevano davvero andare avanti così felicemente come avevano iniziato, era ciò che voleva? Gold era abituato ad avere l'attenzione indiscussa di Bae. Negli ultimi cinque giorni aveva condiviso Bae con Belle. Non era una cosa che gli avesse dato fastidio, ma sapeva anche che quella situazione era solo temporanea. Se a Bae fosse rimasto solo poco tempo, voleva condividere quei momenti preziosi con qualcun altro?

    Era una bestia egoista, ammise a se stesso. Ancora una volta, stava pensando all'amore come un gioco a somma zero. Belle rendeva felice Bae e tutto ciò che rendeva felice Bae era buono. Se avesse accettato di rimanere permanentemente, avrebbe portato amore e felicità con lei.

    Entrambi amavano Bae e Bae amava entrambi. Era qualcosa da celebrare, non temere.

    Una cosa era certa: non poteva dire a Bae che cosa aveva intenzione di chiedere a Belle. Indipendentemente da quanto accuratamente avrebbe spiegato che non vi era alcuna garanzia che avrebbe accettato la sua proposta, Bae avrebbe considerato risolta la questione. Se Belle avesse rifiutato - cosa che probabilmente avrebbe fatto - avrebbe fatto molto più male a Bae sapere che aveva quasi avuto qualcosa che desiderava così tanto per le mani, solo per vedersela sfilare sotto il naso all'ultimo momento.

    A tal fine, Gold tenne i suoi piani per sé. Quando l'aveva invitata a fargli visita, l'aveva fatto di fronte a Bae, usando suo figlio per manipolarla affinchè accettasse. Tuttavia, quello che aveva intenzione di chiederle adesso era molto più complicato di una settimana di visita. Belle avrebbe avuto bisogno di tempo e spazio per riflettere sulla sua offerta senza che Bae esercitasse pressione.




    "Sono a casa!" Belle chiamò dal piano di sotto e Bae si affrettò ad accoglierla, rimescolando i giornali che avevano sistemato così attentamente sul pavimento.

    Gold lo seguì a un ritmo più tranquillo, ridendo dello sguardo confuso sul volto di Bae quando vide le scatole di cartone distese sul pavimento della cucina.

    "Cosa dobbiamo fare?".

    "Vedrai" lui e Belle si scambiarono un sorriso prima che i tre si mettessero al lavoro trasportando le scatole su per le scale. Tra la fragile salute di Bae e la sua stessa gamba procedettero lentamente, ma alla fine ce la fecero. Solo allora Belle rivelò la vernice gialla che aveva acquistato.

    "Penso che abbiamo bisogno di un sottomarino giallo" Belle annunciò mentre cercava la canzone sul suo telefono.

    Gli occhi di Bae si illuminarono "Sì! Uno grande abbastanza per tutti e quattro!".

    "Quattro?" Gold ripeté, chiedendosi cosa gli fosse sfuggito.

    Bae lanciò a suo padre uno sguardo impaziente "Tu, io, Belle e Olaf".

    "Giusto, Olaf. Come ho potuto dimenticare Olaf?" la sua mente corse mentre cercava di capire come avrebbero dovuto organizzarsi: anche se avessero creato un piccolo scompartimento per il criceto, probabilmente avrebbe semplicemente masticato tutto il cartone e sarebbe scappato.

    "Io sarò il capitano e Olaf sarà il primo ufficiale. Belle, tu puoi essere... ehm..." Bae si interruppe, avendo esaurito le sue conoscenze nautiche.

    "Sarò il navigatore" Belle suggerì "E papà può essere il quartiermastro".

    "Quartiermastro" Bae ripetè più volte, chiaramente apprezzando il suono di quella lunga parola.

    "È compito del quartiermastro occuparsi dell'equipaggio" Belle spiegò.

    In quel caso, il ruolo era perfetto per lui "Mi impegnerò a svolgere i miei compiti con un occhio imparziale".

    "Cosa significa?" Bae disse.

    "Significa che non avrò preferiti".

    Suo figlio mise il broncio "Ok. Ma io devo essere il tuo preferito un po’ di più".

    Ridacchiando, Gold baciò la testa del bambino "Sarai sempre il mio preferito un po’ di più".

    Alzò gli occhi e vide Belle che puntava il telefono verso la coppia. Lo girò in modo che potesse vedere la foto che aveva scattato di lui e Bae e il respiro di Gold si bloccò in gola. Seppur avesse innumerevoli foto di Bae, gli scatti di loro due insieme erano davvero rari "Me la invii?".

    "Già fatto" per un attimo, Belle fu perplessa dal suo tono rauco, poi capì.

    Anche se costruire il sottomarino era stata un'idea di Belle, Bae aveva assunto il progetto con la sicurezza che solo un bambino di sette anni poteva avere.

    Trascorsero la giornata piegando, tagliando, imballando e dipingendo, finendo con qualcosa che somigliava un po' a un sottomarino e molto più a un'enorme banana con un periscopio fatto di tubi di carta.

    Bae era alle stelle.

    "We all live in a yellow submarine, a yellow submarine, a yellow submarine..." Bae cantò mentre andava a recuperare Olaf dalla sua gabbia, tenendo il criceto con entrambe le mani mentre si posizionava vicino alla parte anteriore del sottomarino.

    "In attesa di ordini, capitano!" Belle cinguettò.

    "Immersione, immersione!".

    Seguì un'epica avventura in mare che coinvolse pirati, alieni, un calamaro gigante che quasi li affogò tutti e una straordinaria dimostrazione di eroismo da parte di Olaf, che salvò la giornata e accettò gentilmente una patatina come ricompensa.

    Quando riemersero, a Gold facevano male i fianchi dalle risate, il cuore sembrava più leggero di quanto non fosse stato per molto tempo. Bae era così sfinito che mise su una debole protesta simbolica prima di coricarsi, addormentandosi prima che Gold arrivasse da qualche parte vicino alla fine della sua seconda storia della buonanotte.

    Mise da parte il libro e si prese un momento per guardare suo figlio. In giorni come quello, era impossibile credere che i giorni di Bae potessero essere contati. Quel giorno, le risate avevano colorato il viso pallido di suo figlio e il suono della musica e le chiacchiere eccitate avevano soffocato il respiro sibilante. Ogni giorno avrebbe dovuto essere come quello.

    Gold spostò i capelli di suo figlio dal viso e si chinò per baciargli la fronte, indugiando un attimo per godersi il suo calore "Ti voglio bene, Bae," sussurrò, attento a non svegliarlo.

    Quando riuscì a trascinarsi via da lì, Belle era già seduta sulla sua sedia in balcone, con la tazza da tè tra le mani. La tazza di Gold lo stava aspettando sul tavolino tra le loro sedie e la domesticità di quella scena ammorbidì la sua anima.

    "Oggi è stato divertente" Belle sospirò una volta che lui ebbe reclamato il suo posto "Ho fatto un sacco di altre foto di voi due. Te le invierò prima di andare a letto".

    "È stato molto gentile da parte tua. Grazie per oggi. Hai avuto un'idea geniale e Bae l'ha adorata" Gold si era sempre divertito a giocare con suo figlio, ma non aveva problemi ad ammettere che Belle fosse una compagna di giochi più creativa. Aveva portato un'enorme quantità di felicità in quella casa solo essendo se stessa.

    Bevve un sorso di tè per aiutarsi a deglutire un improvviso accumulo di nervosismo in gola. A quel punto, conosceva Belle abbastanza bene da essere alquanto sicuro che la sua domanda non l'avrebbe offesa, ma era altrettanto sicuro che avrebbe detto di no. Avrebbe fatto male fallire dinanzi agli occhi di Bae, ma avrebbe fatto ancora più male sapere che aveva avuto troppa paura persino di provare a convincerla a rimanere.

    "Belle, ho una domanda molto importante da farti".

    Doveva esser suonato più serio di quanto pensasse, perché Belle si raddrizzò, girandosi a guardarlo con gli occhi spalancati "Sì, Elias?".

    Maledicendosi, cercò di modulare la sua voce in modo da sembrare più amichevole e meno come se avesse intenzione di interpretare il giudice e la giuria contro di lei "Questa settimana è stata meravigliosa. Hai portato tanta felicità a Bae e non potrò mai ripagarti per questo".

    Bella gli sorrise raggiante "Adoro Bae".

    "Anche a me è piaciuta molto la tua visita. Avevo dimenticato quanto fosse bello avere un altro adulto con cui parlare" in un certo senso, lo stava imparando per la prima volta. Non aveva mai fatto amicizia facilmente e avere un confidente fidato era una nuova esperienza per lui. E a Gold piaceva alquanto.

    "Sono contenta di poter essere qui per te" la voce di Belle risuonò con sincerità, la sua natura generosa lo faceva vergognare poiché stava per tentare di approfittarne.

    "Capisco che avrai bisogno di un po' di tempo per riflettere sulle implicazioni della mia domanda. Non mi aspetto che tu mi risponda subito. Prenditi tutto il tempo che ti serve. E voglio che tu sappia che non sarò arrabbiato o offeso se deciderai di rifiutare la mia proposta".

    Belle annuì, il respiro affrettato "Ok".

    Aveva fatto tutto il possibile per arrivare con grazia alla domanda. Non restava che porgergliela "Considereresti di diventare la tata di Bae?".

    "Oh!" Belle sobbalzò come se l'avesse pizzicata con uno spillo, poi si appoggiò allo schienale della sedia, girandosi per osservare i contorni scuri del giardino.

    Non era stata una risposta incoraggiante, ma almeno non gli aveva immediatamente detto di andare all'inferno. Gold, contrariamente alla sua natura, voleva essere ottimista.

    "Non ti sto chiedendo di fare qualcosa che non hai già fatto questa settimana. Non mi aspetto che tu fornisca assistenza pratica o qualcosa del genere. Davvero. Tata è probabilmente la parola sbagliata. Saresti la compagna di Bae".

    Chiederle di essere la tata di Bae implicava che si aspettasse che diventasse una specie di tuttofare di famiglia, ma nulla poteva essere più lontano dalla verità.

    'Compagna' era un aggettivo migliore per il ruolo che immaginava per lei nella vita di Bae: quello del compagno di giochi e dell'amica.

    "Capisco".

    Per quanto ci avesse provato, Gold non era riuscito a interpretare il suo tono di voce. Non era riuscito a capire se stesse prendendo in considerazione la sua offerta o se avesse già deciso di non farlo "So che ti sto chiedendo di fare un enorme sacrificio. Rinunceresti alla tua scuola e al tuo lavoro alla Disney. Saresti sradicata per tutta la vita per trasferirti in questa città arretrata. Se sceglierai di accettare, chiederò al mio avvocato di stipulare un contratto in modo da avere ogni possibile protezione legale".

    Belle si girò a guardarlo, con gli occhi nell'ombra "Che cosa stai dicendo?".

    Sebbene Gold si fosse domandato se si sarebbero spinti così in avanti nei negoziati, aveva ben riflettuto sulla sua offerta, per ogni evenienza "Ti pagherò 10,000 dollari al mese per fare esattamente quello che hai fatto questa settimana: giocare con Bae, leggergli storie, farlo sorridere. Ovviamente verranno forniti vitto e alloggio e pagherò tutte le altre spese accessorie. Mentre Bae sarà a scuola, potrai fare quello che vuoi. Forse potresti completare le tue lezioni da remoto? Tuttavia, quando lui sarà a casa, mi aspetto che tu sia a sua disposizione" lui fece una smorfia. L'ultima frase sembrava come se stesse pensando a lei come un giocattolo o un animale domestico con cui Bae poteva giocare sempre "Probabilmente mi sono espresso male. Voglio solo dire che voglio che passi del tempo con lui".

    Invece di rispondere, Belle si alzò dalla sedia e andò per appoggiare le mani sulla ringhiera del balcone, fissando il cortile. Gold trattenne il respiro mentre la guardava, non certo di cosa avrebbe dovuto fare. Per quanto lo riguardava, Belle avrebbe potuto dire qualsiasi prezzo e lui lo avrebbe pagato volentieri. 10,000 dollari al mese erano solo un punto di partenza per i negoziati.

    Quando parlò, la sua domanda non fu quello che si aspettava "Per quanto?".

    La domanda sembrò un coltello alle costole "Non so come rispondere. Immagino... Fintanto che Bae avrà bisogno di te".

    Lei annuì, ancora senza guardarlo "Non sono sicura di sentirmi a mio agio".

    Gold serrò i denti, chiedendosi perché il suo rifiuto gli avesse fatto così male quando sapeva che sarebbe arrivato "Capisco perfettamente".

    "Accettare soldi per giocare con Bae sembra sbagliato" Belle si avvolse le braccia attorno ai fianchi come se avesse freddo, sebbene la sera di agosto fosse piacevolmente calda.

    Le sue parole gli fecero sbattere le palpebre un paio d volte "Prego?".

    Lei si strinse nelle spalle "È un bambino malato. Che tipo di mostro lo guarderebbe e chiederebbe soldi per fargli compagnia? Non credo di poterlo fare".

    Sua madre era quel tipo di mostro, pensò amaramente Gold. L'affetto per Bae non avrebbe riportato Milah in famiglia, ma se si fosse offerto di darle alcuni milioni, avrebbe felicemente interpretato la parte della madre infelice. Belle non voleva sicuramente sapere della sua situazione matrimoniale "Non pensarlo come un prendere dei soldi in cambio di giocare con Bae. Pensalo come un compenso per ciò che lasceresti: la tua istruzione, i tuoi amici, la tua vita indipendente, il lavoro dei tuoi sogni...".

    Tardivamente, Gold si rese conto che se voleva convincerla ad essere d'accordo, stava facendo davvero un pessimo lavoro, ma non riusciva a fermarsi "Non hai idea di quanto sia difficile non sapere cosa accadrà. Il pavimento potrebbe cedere sotto di noi in qualsiasi momento. Domani, Bae potrebbe avere un attacco ed un'emorragia e tutto sarà finito. O potrei ricevere un messaggio che mi dice che lo stanno aspettando dei nuovi polmoni. Potrebbe vivere cinque giorni o cinque anni o cinque decenni. Non lo so. È una montagna russa che non ho scelto di fare, solo che non posso mai scendere".

    Gold strinse forte le labbra quando la sua voce si spezzò. Respirò profondamente fino a quando non riprese il controllo di se stesso, consapevole che Belle non lo stava guardando. Anche se il suo sguardo era concentrato sul paesaggio, era in qualche modo certo di avere tutta la sua attenzione.

    "Non ti pago per giocare con Bae. Ti pago per salire su quelle montagne russe con me".

    Se Belle amava davvero Bae, le stava chiedendo di fare l'impossibile. Chi, sano di mente, avrebbe scelto volentieri una vita piena di angoscia e turbolenze emotive che molto probabilmente sarebbe finita in tragedia? Se fosse stata intelligente, Belle avrebbe tenuto le distanze. Le visite occasionali e le telefonate avrebbero mitigato ogni senso di colpa che provava per aver lasciato Bae e avrebbe protetto il suo cuore dal dolore se le sue condizioni fossero peggiorate.

    Perdere Bae lo avrebbe distrutto. Belle aveva ancora la possibilità di salvarsi.

    "Non so cosa dire" Belle ammise.

    "Nemmeno io" qualunque cosa avrebbe voluto dire su quanto significasse per Bae sarebbe solo significato metterle pressione e non era giusto.

    "Non ce l'avrò con te se dirai di no. Sei già stata incredibilmente generosa con Bae e con me e te ne sarò per sempre grato. Questa settimana è stato un regalo per entrambi e non lo dimenticherò mai" Gold si appoggiò allo schienale della sedia, improvvisamente esausto. Ci aveva provato. Più tardi, quando Belle se ne sarebbe andata, sarebbe stato in grado di consolarsi con quell'idea.

    "Lo farò".

    Le sue parole mormorate furono tanto uno shock per il suo sistema quanto un secchio di acqua fredda "Cosa?".

    Belle si girò a guardarlo, tentando di sorridere "Non potrei vivere con me stessa se dicessi di no".

    “Bello, aspetta. Non rispondermi stasera. Pensaci. Questa è una decisione enorme e non devi farlo ora. Parla con i tuoi genitori e amici. Fai un elenco di pro e contro. Non c'è fretta" mentre si sentiva parlare, Gold si chiese se avesse perso la testa. Doveva essere pazzo per cercare di convincerla a non fare esattamente quello che voleva che facesse.

    Lo scarso tentativo di Belle di sorridere si trasformò in un sorriso vero e proprio "Non sono molto una fan del processo decisionale logico. Tendo ad essere piuttosto impulsiva. Lo avrai notato, penso".

    Il suo approccio alla vita era l'antitesi del suo "Forse dovresti provare la logica questa volta?".

    A quello, rise apertamente “L'impulsività mi ha portato così lontano. La seguirò. Considera deciso il mio destino".

    Gold la guardò a bocca aperta, chiedendosi cosa diavolo avrebbe dovuto dire adesso. Belle aveva acconsentito a trasferirsi definitivamente e non poteva pensare a quel grande cambiamento che stava per succedere nella sua vita.

    "Bae sarà così felice" riuscì finalmente a dire.

    Belle inclinò la testa di lato, fissandolo “E tu? Sei felice che io rimanga?".

    Solo allora Gold si rese conto di quanto fosse stato scortese "Non sono infelice" scosse la testa per le parole che erano appena uscite dalla sua bocca “Perdonami. Voglio dire, sono molto contento che tu abbia deciso di restare".

    Belle gli sorrise e lui si ritrovò a sorridere impotente, incapace di controllare la sua espressione. Probabilmente sembrava un idiota, ma a lei non sembrò importare.

    "La tua scuola!" lui disse mentre la sua mente ricominciava a funzionare, ricordandogli tutte le cose che avrebbero dovuto essere fatte "Dovremo provvedere affinché tu possa seguire le lezioni in remoto o prendere un congedo dai tuoi studi. Se preferisci, potresti trasferirti in un'altra scuola vicino a Storybrooke. Hai un appartamento in affitto? Dovremo interrompere il contratto di locazione. Ci sono delle modifiche che vuoi apportare alla tua stanza per renderla più confortevole?".

    "Elias? Respira" Belle gli sorrise "Se per te è lo stesso, preferirei aspettare fino a domani per parlare di tutti i dettagli. Mi sento un po' sopraffatta".

    "Certo. Scusami".

    Le sue labbra si contrassero "Non mi aspettavo l'Inquisizione scozzese".

    Gli ci volle un momento per capire che stava scherzando, poi si ritrovò a ridere "Nessuno si aspetta l'Inquisizione scozzese".

    "La tua arma principale è la sorpresa... sorpresa e paura... paura e sorpresa..." lei si accigliò “No, non temere. Dovrò pensarci ancora un po'".

    Per la prima volta, Gold ebbe una visione tangibile di ciò di cui Bae aveva detto in precedenza. Belle poteva trasformare le faccende di Bae in giochi e ora stava prendendo una conversazione piuttosto difficile e la stava trasformando in uno sketch di Monty Python. Lei rendeva il mondo più luminoso solo essendo se stessa.

    "Sono contento che tu rimanga".

    Si bloccò dopo aver detto quelle parole, sperando di non essere andato oltre, ma Belle gli diede solo uno sguardo affettuoso.

    “Anche io. Buona notte, Elias" si chinò a baciargli la guancia e Gold rischiò di darle una pacca sulla mano quando si appoggiò al bracciolo della sedia.

    "Buona notte, Belle".

    Contrariamente a tutte le sue aspettative, era riuscito a garantire l'unica cosa che Bae desiderava di più: la presenza continua di Belle in casa. Una parte di lui era tentato di svegliare il bambino solo per vederlo sorridere alla buona notizia, anche se respinse quell'idea un istante dopo. Glielo avrebbero detto insieme, forse a colazione.

    Gold si appoggiò allo schienale della sedia, meravigliandosi di quanto la sua vita fosse cambiata nell'ultima ora. Belle ora faceva parte della loro famiglia.

    Sarebbe stata davvero una buona notte.


    Continua...
     
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